Incredibilmente inaspettata.
Con questo racconto, Red Wind ci propone la trasformazione di una banale giornata di un uomo qualunque in un delitto terribile e apparentemente inspiegabile. Luciano è un venditore di pannelli solari, un uomo di imprecisata età e aspetto fisico che passa le sue giornate spostandosi da un cliente all’altro, ripetendo sempre lo stesso discorso preparato in cui spiega le caratteristiche dei prodotti della sua azienda. Il lavoro non è più una sfida, un piacere o una soddisfazione: è la routine quotidiana, è ciò che deve fare per vivere, gesti ripetitivi che ormai compie senza nemmeno rendersene conto. È un uomo alienato dalla società, disinteressato, passivo. Potrebbe essere chiunque. Tutto ciò diventa sempre più evidente mettendolo al confronto con il punto focale della sua esistenza: il sole. L’emblema della vita e della gioia, della crescita, della rigenerazione…
Ce père nourricier, ennemi des chloroses,
Eveille dans les champs les vers comme les roses;
II fait s’évaporer les soucis vers le ciel,
Et remplit les cerveaux et les ruches le miel.
C’est lui qui rajeunit les porteurs de béquilles
Et les rend gais et doux comme des jeunes filles,
Et commande aux moissons de croître et de mûrir
Dans le coeur immortel qui toujours veut fleurir!
Questo padre fecondo, nemico di clorosi,
sveglia nei campi i vermi e le rose,
fa svaporare gli affanni verso il cielo,
immagazzina miele nei cervelli e negli alveari.
E’ lui a ringiovanire coloro che vanno con le grucce
e a renderli allegri, dolci come fanciulli,
lui a ordinare alle messi di crescere e maturare
entro il cuore immortale che vuol sempre fiorire.
– Le Soleil, Baudelaire
Mi permetto di riportare questa sezione della meravigliosa poesia di Baudelaire, che esprime perfettamente ciò che il Sole rappresenta nell’immaginario comune: eppure Red Wind lo associa a uno stato d’animo di sonnolenza nei confronti della vita, oserei dire quasi di depressione. In questo frangente basta un piccolo, insignificante dettaglio a provocare lo scoppio: una bolletta non pagata è sufficiente a scatenare un litigio tra marito e moglie, l’ultimo litigio. Da questo momento, Luciano si spezza in due. Il suo corpo sembra non appartenergli più, agisce da solo, senza consultarlo, e lui non ha la forza né la voglia di opporvisi perché è stanco, stanco di tutto. Non si rende nemmeno conto di cosa fa finché non è tutto finito, finché non ha ottenuto il tanto agognato silenzio. E allora la consapevolezza lo sconvolge. Fugge, ma non riesce ad allontanarsi abbastanza in fretta – non potrà mai farlo – da ciò che lo perseguita: la sua coscienza. Ha due possibilità: convivere con ciò che ha fatto o porre fine alla sua esistenza. Compie la sua scelta senza quasi pensarci, seguendo il cuore che per troppo tempo aveva dimenticato di avere.
Quante volte, guardando il telegiornale o leggendo le notizie degli ultimi giorni, ci ritroviamo davanti a casi di omicidio-suicidio e restiamo per un momento immobili, tristi e frustrati?
“Perché l’ha fatto?”
“Non poteva uccidersi e basta, senza portare con sé nessun altro?”
“Ma è possibile che nessuno si sia accorto di niente?”
La scelta di questo tema è incredibilmente coraggiosa, perché scrivere una parola sbagliata può portare a grandi fraintendimenti e interpretazioni diverse da quelle progettate dall’autore. Red Wind è riuscita a trattarlo con delicatezza e disarmante semplicità. Purtroppo non ci sono grandi drammi dietro ad azioni del genere, sono determinate dall’imprevedibilità umana ed è proprio questo che lei è riuscita a trasmettere. Nemmeno Luciano riesce a capire perché ha ucciso sua moglie e questo lo porta a seguirla, perché tentare di comprendere e di accettare è troppo, troppo difficile.
Dal punto di vista grammaticale e ortografico, questo racconto è pressoché perfetto. Ci sono solo poche piccole imperfezioni che interessano solo l’autrice e che riporto in seguito. Evidenzierò quelle più importanti, che possono essere utili a tutti.
1. « Molti facevano la telefonata spinti da una specie di superficiale interesse, più che dalla reale scelta di passare all’energia rinnovabile, Luciano non ne sapeva il perché. La maggior parte di loro, una volta saputi i costi e lavori che sarebbero stati necessari, cambiavano idea, per quella pigra inerzia che tiene a bada i cambiamenti. »
Il verbo “sapere”, pur coniugato in modi e tempi diversi, è ripetuto nel giro di poche parole. Suggerisco di sostituire uno dei due termini con un sinonimo: conoscere – apprendere – udire – comprendere…
2. -Hai idea di quante cose ho a cui pensare, eh?-
–Certo-
[…]
-Non mi sto lamentando-
Al termine della frase, anche se questa è racchiusa dai trattini, va il punto fermo in mancanza di altri segni di punteggiatura o di una prosecuzione con il discorso indiretto.
Ogni casa editrice ha il suo personale sistema di gestire i dialoghi: QUI potete trovare un file pdf di www.oblique.it dove vengono presentate le regole di dieci delle principali case editrici italiane.
3. « Luciano non la sentiva, era certo di non essere neanche più lì, come se fosse separato da suo corpo. »
Qui si tratta di un semplice errore di battitura che segnalo solo perché possa essere corretto.
4. « Furono le uniche parole di Patrizia che udì, mentre il suo viso veniva rigato da lacrime solitarie. »
Lacrime = nome plurale
Solitarie = termine che indica l’isolamento di una cosa da tutto ciò che la circonda
Questa scelta stilistica è una sorta di ossimoro: non è sbagliata, ma dato che il resto del testo non è particolarmente poetico credo che questa sia più una distrazione che una scelta studiata. Per mio gusto personale eliminerei “solitarie”, ma rimane il fatto che non si tratta di un vero e proprio errore, piuttosto di una diversa interpretazione.
Con questo racconto, Red Wind è riuscita a portare più vicino a tutti noi la realtà di cui spesso sentiamo parlare ma che, se siamo fortunati, non ci tocca mai da vicino. Ha tentato di fornire una spiegazione a un gesto così difficile da interpretare e l’ha fatto con tanta attenzione ai dettagli che la sua versione dei fatti sembra assolutamente veritiera.
I miei complimenti a quest’autrice emergente, che ha dimostrato di non aver paura di sbagliare ma che anzi ha usato la scrittura per indagare il mondo e le sue infinite variabili.
Recensione di http://efpreviews.altervista.org/ |