Eccomi di nuovo qui.
Wow, bel capitolo!
Il secondo incontro dei due sfortunati amanti... un'attesa piena di aspettative e pensieri, e qualche ombra che inizia già a calare tra di loro.
Allora, partiamo: la prima scena, dedicata alla preparazione di Claretta, l'ho trovata molto emozionante: ovvero, ho notato da una parte un protendersi verso quel futuro che lei agogna da anni, il duce, e allo stesso tempo un richiamo del passato: siamo ad un punto di non ritorno, superato quel tratto si apre una sorta di nuovo mondo.
Non viene esplicitamente detto, ma l'ho percepita, forse anche travisando il tutto.
Ritornando al testo, quando viene introdotto il Palazzo Venezia, ho avuto dei brividi quando si parla del sangue e dei riflessi del sole che nascondono messaggi che lei dovrebbe ascoltare: come se il Futuro si stesse già predisponendo, e stesse aspettando solo lei, per vedere cosa avrebbe fatto e scelto.
L'ultima parte, quella personale del duce, mi ha colpito invece per la maniera così naturale e diretta con cui Benito si esprime, come se parlasse una persona normale.
In questo sei stata bravissima, perché sei riuscita a rendere un personaggio così distante da noi, non dal punto di vista storico ma di immagine (siamo abituato a vederlo in una luce particolare che è molto diversa da quella trattata qui), una persona più avvicinabile... umana.
Sì, perché ritengo che molti lo considerino un simbolo, quasi una figura mitologica, più che un uomo in carne ed ossa.
Molto bene, davvero.
Questa storia merita molto, e continuerò a seguirti senza indugio :)
A presto,
Manto |