Ciao carissima!
Ti tranquillizzo subito dicendoti che Eol non mi ha fatto tenerezza xD. Lo sai che a me fa tenerezza qualunque cosa, ma non stavolta. Ammetto che non è stato facile, perché generalmente io mi immedesimo alquanto nei personaggi quando leggo, e tendo a stare dalla parte dei più ‘deboli’ o di chi viene vessato, ma Eol si merita tutto ciò che gli è accaduto (e dopotutto non è che sia stato trattato con violenza).
Hai usato la seconda persona. Io stavo per impazzire ^O^!!! Lo sai che la amo particolarmente, vero? Ti è uscita veramente bene, e non sembra affatto la prima volta che la usi. Anzi sai che ti dico, non ci credo U.U. E il suo utilizzo rende la lettura ancora più coinvolgente, ed uleriormente più facile immedesimarsi.
Ho provato ogni sensazione di Eol, come se fossero le mie. Quest’Elfo Scuro, che per tutta la vita ha vissuto lontano, da solo, senza ‘educazione’ o compagnia, un Avaro che ora, per reclamare quello che considera suo, si ritrova catapultato in un mondo completamente diverso, del quale ha già avuto però un assaggio. Un assaggio proprio attraverso la figura di Aredhel, un personaggio che amo immensamente, a dire poco. Mi è sempre spiaciuto non vederla (per ora) inclusa nella tua raccolta, ma è anche vero che alla fine a lei hai già dedicato quel dolcissimo ritratto che è Quentar Lomeo. Anzi a ben pensarci questa potrebbe essere una specie di seguito della tua prima one-shot ^^.
Bene, non posso certo dire di aver provato pietà, tuttavia ammetto, in alcuni momenti, di aver provato qualcosa di simile, in maniera un po’ contorta, al rispetto. Non so bene come spiegarmi, ma se c’è una cosa che ammiro nelle persone, è la coerenza. E mi è parso che Eol ne possieda parecchia. Non china la testa, mai, neanche una volta, davanti a tutta quella gente che si reputa migliore di lui. Non ha nessuna intenzione di supplicare, invocare pietà ed umiliarsi. E’ pronto a tutto, pur di reclamare Aredhel e Maeglin, persino, come ben sappiamo, anche alle più ignobili fra le azioni, che porteranno alla più tragica fra le conseguenze. C’è una sorta di sciocca fierezza in lui, fautrice della sua rovina. C’è, suo malgrado, ammirazione, oltre ad una cieca invidia per tutto ciò che lo circonda. Per la bellezza sfavillante di Gondolin, per tutta quella luce che nella sua vita non ha mai potuto sperimentare, né domare, per quanto ci abbia provato. Meraviglioso ed esplicativo il punto in cui ti servi della figura di Aredhel, per sottolineare come Eol abbia sempre desiderato quella bellezza così lontana da lui. Una cerva in fuga, non avrei saputo trovare parole migliori. Ma ciò che Eol voleva non era proteggerla, riverirla e custodirla. Bensì domarla, celarla, tenerla per sempre intrappolata accanto, o per meglio dire (per quanto ambiguo possa apparire) sotto di lui. In tutto i sensi. Scusami di nuovo per la maliziosità e l’ambiguità di questa frase ^^”. E’ vero che spesso gli opposti si attraggono, ma in queste caso quei due non avevano praticamente nulla in comune. Non ho mai biasimato Aredhel, tutt’altro, l’ho sempre ammirata per il suo desiderio di libertà, per il suo coraggio nel ‘ribellarsi’ (passami questo termine, prendilo con le pinze) a suo fratello e lasciare la sicura Gondolin, per il suo non accontentarsi e volere di più, voler esplorare la Terra di Mezzo. Ed è indubbiamente quest’amore per l’ignoto, questa sua sete d’avventure, che inizialmente le hanno fatto provare attrazione per quest’elfo così diverso da lei. Ma se non ricordo male, Eol aveva contribuito un poco affinchè ciò avvenisse, ammaliandola con un incantesimo… ma forse sto solo dicendo baggianate e dovrei andare a rileggermi il Silma, prima di recensire çç. Anyway tu perdonami e al massimo correggermi. L’impressione che ho sempre avuto, è che Aredhel non abbia mai amato Eol, quanto in realtà fosse attratta da ciò che egli rappresentava, e dal fatto che fosse così profondamente diverso da lei. Un’attrazione destinata a finire presto, ma che venne in qualche modo ‘suggellata’ dalla nascita di Maeglin: una catena, un mezzo per tenere Aredhel incatenata a Nan Elmoth. E’ una visione molto cupa la mia, ma che trova riscontro in alcune delle tue frasi, e nel trattamento che Eol riservava a sua moglie. Mi chiedo cosa provasse veramente per lei e per il bambino, e se le cose sarebbero potute andare in maniera diversa, se Eol non fosse rimasto solo così a lungo. Quanto ha influito su di lui, l’ambiente circostante e la vita che ha vissuto, e quanto invece, di quella contorta tenebra, era già dentro il suo cuore? E perché egli ha scelto di vivere così a lungo in solitudine? Da dove nascono la sua invidia e il suo profondo disprezzo? Sono questi interrogativi che lo rendono un personaggio estremamente complesso, e suo malgrado, anche un po’ affascinante. Tu però non fai sconti, e ci mostri fino in fondo la profondità della sua perversione, e tutto ciò di cui è capace. Cosa che ho apprezzato veramente enormemente.
Sconvolgente e inquietante la sua riflessione riguardo alle donne dei Golodhrim, e in particolare di sua moglie. Sottolinea ancora una volta, quale percezione così deviata e distorta egli abbia di loro.
“Ma i Golodhrim non le sanno custodire, le donne.
Non sanno educarle, non sanno proteggerle.”
Eloquentissimo! Nient’altro che oggetti, da custodire, proteggere, e se fosse necessario, educare. Mi fa venire i brividi, una creatura del genere. Ma la cosa più sconvolgente è la sua sicurezza di essere dalla parte del giusto, perché non ha mai potuto sperimentare qualcosa di diverso. E qui mi chiedo ancora una volta quanto di tutto ciò sia veramente colpa sua: quali siano veramente le sue origini, cosa lo abbia condotto ad una vita così in solitudine, da cosa nascano le sue convinzioni, e se abbia mai avuto la possibilità di una vita diversa.
Ancora più inquietanti sono i pensieri finali verso il figlio, che lasciano intendere le funeste intenzioni dell’elfo scuro. Mi è piaciuto anzitutto da morire, il riferimento al lavoro di Eol, che ha cercato di insegnare a Maeglin, e l’accenno alla lingua dei Nani, coi quali Eol sembrava essere in buoni rapporti. Poi ho trovato alquanto profetico l’accostamento tra Maeglin e un serpente.
“Una piccola serpe che trama nell’ombra e colpisce alle spalle chiunque, perfino chi lo ha generato”
Come dargli torto? E’ come se in qualche modo Eol stesse quasi predicendo il futuro. La mela non è caduta troppo lontana dall’albero, ed Eol avrà la tanto sospirata vendetta contro i Noldor, proprio a causa di colui che ora più odia e vorrebbe estirpare.
Meraviglioso poi l’accostamento tra la figura di Maeglin come serpente, e il giavellotto intriso di veleno. Solo arrivando a questo punto finale ho capito meglio il titolo. Le spire possono essere secondo me intese in due modi: quelle mortali e mefitiche del serpente strangolatore, che è associato sia a padre che a figlio, e l’atmosfera troppo lucente e luccicante di Gondolin, che pare quasi soffocare Eol. Ovviamente questa è solo la mia personale interpretazione, tu magari (anzi probabilmente) intendevi qualcosa di completamente diverso.
Approvo in pieno la tua libertà riguardo alla premeditazione: Eol è talmente spregiudicato che lo reputo pronto a tutto, e comunque a un certo punto, peggio di così…
Bene, l’ora si è fatta decisamente tarda (ti chiedo scusa di ciò) e io sto dimenticando cos’altro volessi dire, oltre al fatto che rischierei di sproloquiare ^^. Ti faccio i miei più sinceri e sentiti complimenti per il tuo primo ritratto maschile, oltre che per l’uso della seconda persona singolare (usala ancora, usala ancora!). L’atmosfera è vivida, suggestiva, e hai reso magistralmente i sentimenti, le angosce, la rabbia e il furore di quest’elfo: l’ho capito un po’ meglio grazie alle tue parole, e ho visto ogni cosa attraverso i suoi occhi: la luce intensa, i rumori in città, le occhiate sprezzanti della gente. Non hai usato filtri, né hai tolto dignità a un personaggio tremendamente complicato, ma, pur nella sua deformità e malignità, secondo me alquanto coerente. Lo hai reso per quello che è senza giustificare nulla, e ne sono veramente sconcertata (al 100% positivamente, ovvio!). Spero si sia capito qualcosa di questo obbrobrio infinito. Non era così che doveva essere, ma quando mai una recensione va come voglio io çç? *sigh*
E prego per l’aiuto, lo sai che per me è un piacere e un onore (e poi amo avere l’anteprima, LOL).
Ci sentiamo assolutamente prestissimo, e grazie di cuore per la chiacchierata di oggi. E’ stato un vero toccasana. Continua a scrivere amica mia, sei capace di trasformare la mia giornata <3
Un bacione gigante, ti voglio bene <3
Benni
PS: è più forte di me, non ce la faccio: come faremo… senza il veleno… |