In nessun modo di Slappola, seconda classificata
Contest Briciole di Letteratura
Grammatica: La grammatica ti penalizza leggermente per alcuni errori non imputabili alla distrazione o a una mancata rilettura; niente di grave né di recidivo, comunque.
C'è anche qualche typo nel corso del racconto.
Il testo è scorrevole e interscambia due registri differenti. Il primo è derivato dalla forma diaristica, l'altro da quella epistolaria o social di ultima generazione.
Il periodare crea una curiosa conflittualità fra la contestualizzazione temporale e le diverse strutture linguistiche delle due voci narranti: Mina e Giovanni. Questo, in un certo senso, compromette la sospensione dell'incredulità e il patto stipulato con il lettore.
Stile: Hai uno stile seducente, sciolto e armonioso. Sai dare ritmo al racconto, pur utilizzando due tipologie di narrativa svantaggiate e sottovalutate. La prima persona ti semplifica le cose dal punto di vista dell'immedesimazione: la mancanza di un filtro rende più semplice il contatto fra personaggio e pubblico, diminuendo lo scarto della distanza.
Le tue analogie si agganciano alla realtà delle piccole cose, a un vissuto che somiglia al nostro, a esperienze condivisibili. Per questo appari naturale e fai presa, inganni e stravolgi le circostanze.
Hai ancora dei tratti acerbi, che ti portano a prendere sottogamba alcuni aspetti: lo scioglimento finale e l'interazione. Se da un lato incanti, strutturi alcune fasi in maniera troppo meccanica e perdi di vista alcuni punti logici ed essenziali della trama.
Dopo lo spannung e il "chiamatissimo" ribaltamento dei ruoli (l'eccessiva reticenza a svelare il nome del fratello e l'esagerata segretezza di Mina in uno spazio tutto suo, privatizzabile e lontano dalla famiglia avversa), la conclusione perde di nerbo e la gravidanza risultante non ha reale finalità nella caratterizzazione della protagonista (se non un'affinità citazionistica con i versi del Gelsomino Notturno); anzi, lascia dei vuoti e trova il proprio termine in modo brusco, quando il cerchio avrebbe dovuto chiudersi.
Caratterizzazione: I tuoi personaggi sono vividi, adeguati alle loro età anagrafiche, al background in cui sono cresciuti, alla location entro cui si muovono. Sono tridimensionali, in grado di affrancarsi da una narrazione cartacea e di entrare nella mente del lettore.
I dialoghi e le narrazioni non risultano eccessivi né forzati: Mina è la classica studentessa che finisce col subire il fascino del proprio corso di studi, ma che abbandona subito i vezzi del bel parlato in compagnia del proprio fidanzato. Assieme a Giovanni risulta caratterizzata a dovere, a tutto tondo.
Giovanni è quello riuscito egregiamente, forte di una rara complessità psicologica, ambiguo e "normale" nel suo essere malsano e apparire innocuo. Bene anche le figure secondarie, che si incastrano nell'ambientazione senza apparire superficiali o poco curate.
Originalità: Questo aspetto è minato dalla prevedibilità di alcuni punti di svolta di cui ho già trattato. Il lettore può intuirli anzitempo se abituato alle logiche e alle meccaniche tradizionali del genere.
La scelta di narrare con un cambio del POV che corrisponde a registri personali, a un uso corale dei personaggi secondari, e il lavoro quasi certosino sul concept di partenza sono stati centrali per questa voce. Hai preso e corso dei rischi e li hai saputi aggirare con grazia.
Titolo: Il titolo ha doppio significato, oltre quello letterale di subitaneo riscontro. Pur essendo profondo, rimane dogmatico e assolutistico e può creare una discrepanza fra contenuto e aspettativa di chi legge. Il rimando principale non è centrato, a meno di conoscere l'opera, leggere le note e il racconto stesso e sapere a priori della connessione con l'autore.
Foneticamente, l'opzione è scorrevole (fatta eccezione per l'unione nasali-sibilanti).
Uso dell'autore: La società, "atomo opaco del male", è ritratta nella sua accezione più intima: la famiglia. Tanto cara al Pascoli e colma di drammi, diventa il primo sintomo d'infelicità e solitudine luttuosa.
L'animo può solo abbandonarsi al mistero impenetrabile della vita e rivelarlo attraverso la poesia, senza finzioni.
Nel tuo testo riprendi questi temi fondanti e li unisci all'erotismo tipico del Gelsomino Notturno, alla perdita della verginità, a quella prima notte di passione che schiude la separazione e l'evento drammatico, l'involuzione infantile di Giovanni, il vuoto delle presenze famigliari, incapaci di comprendere.
Hai traslato persino l'universo famigliare del Pascoli e riadattato il tutto alle tue esigenze narrative, evitando di cadere nella trappola del debito di riconoscenza o dell'artificio come via di fuga dalle responsabilità autoriali.
Uso del pacchetto: Il pacchetto è rispettato, coerente alle scelte stilistiche e agli avvenimenti trattati. Ricalca i temi fondamentali inclusi con un respiro ampio.
Perplime l'utilizzo di una citazione (La Meccanica del cuore) come introduzione della storia, perché è richiamata nello spirito delle vicende, ma per il resto è velata.
La citazione autoriale, adatta al personaggio di Giovanni, contraddice il tratto fanciullesco del suo "parlare" e quel tono "spontaneo, ingenuo" di cui lo avevi dotato dal principio. Sarebbe stato opportuno articolare questa scelta e dedicarvi maggiore risalto, per conferirle una base stabile, priva di lacune.
Gradimento personale: Il tuo racconto evita qualunquismi, commiserazione e delinea con lucidità (e di getto, in alcuni passaggi) la perdita dell'innocenza, del nido illusorio di amore e famiglia. Sai essere spietata nel donare false speranze a personaggi pieni di vita e così simili ai fiori che fanno da sfondo alle loro vicende. |