Salut, ma cherie! ~
Cosa quantomai incredibile, più unica che rara, appena finito di leggere mi è salito il fuoco sacro per recensire. E quindi, eccomi qua, dopo aver appena terminato questa bellissima cosetta zuccherosa hurrhurr dolcissima storiella.
Inanzitutto, grazie per averla scritta. Ti avevo buttato lì la cosa quasi come scherzo e non pensavo fossi seriamente intenzionata a meditarci su. Anche perché non so, tu e il fluff proprio non vi vedevo. Forse perché non ho ricordi di tue storie di questo genere (angst portami via, solitamente </3), ma non saprei. Una mera impressione, però, per quanto ho potuto constatare; infatti questa piccola perlina di miele ti è uscita davvero bene!
Non sfocia in niente di eccessivo e il fatto che sia anche una sorta di slice of life (per cui io son negata ma che apprezzo davvero tanto) la rende ancora più piacevole. In aggiunta, è Perfectworldshipping. E ho detto tutto. ♥
Come sempre, devo dedicarti dei complimenti per le descrizioni, benché qui tu ti sia un pochino ristretta, rispetto al solito. Si riesce tuttavia ad immaginare bene un po' ogni cosa, soprattutto la scena iniziale nella camera. Un'atmosfera calda, grigia, di mattina appena giunta con la pioggia. Davvero un'ambientazione azzeccata (e poi io adoro la pioggia e le mattine al caldo mentre fuori c'è brutto tempo, quindi gngngng /?/).
Ad ogni modo, mi duole dovermi calare, stavolta, nei panni di segnalatrice di errori, dato che ne ho notati diversi (per quanto essi non siano partcolarmente rilevanti).
"La pioggia in sé a Kalos era rada e passeggera. Difficilmente capitava che piovesse per più di una mezzoretta al massimo [...]" in questo primo periodo, come prima cosa, ho notato quel "mezzoretta" che, per quel che ho sempre scritto io, va con un apostrofo fra mezz e oretta.
Subito dopo nel periodo "A Lumipoli la pioggia era quasi un evento più unico che raro." si può vedere un probabile errore di battitura in Luminopoli, oltre che ripetere la frase stessa a livello di significato, vi è soprattutto quel "la pioggia" che scrivesti già in precedenza.
"[...] quando diceva di amare quella terra in cui non c'era niente se non pioggia e neve e freddo quando c'era il "sole" [...]" oltre ad essere una ripetizione di "quando", il pezzo che ti ho sottolineato ritengo che sia un po' forzato e tralasciabile. Ovviamente, poi, questa è una sensazione del mio orecchio noioso.
Inoltre, in "Socchiudendo piano gli occhi la pesantezza mattutina venne rinforzata dal tepore invitante del piumino morbido tirato fin sotto al mento [...]" penso che a livello di lettura, una virgola fra "occhi" e "la" faccia suonare meglio la frase.
C'è anche un pezzo in cui c'è una lieve ripetizione di "occhi chiusi". Uno dei due, io lo proverei a sostituire con "serrati".
Infine, per terminare, nel paragrafo finale tu descrivi "Stretto contro a lui, sotto alla veranda rialzata dalla scalinata che conduceva all'interno del laboratorio, il Professore non sembrava molto intenzionato a scostarsi da lui": il secondo "lui" si può togliere, il significato viene inteso lo stesso.
E con questo, termino la mia sessione di maestrina-perfettina-radar-cercaerrori, sperando che ti sia stata d'aiuto (mannaggia a te e alle ripetizioni, cosamifaifare)!
Preferirei però chiudere la recensione rinnovandoti i complimenti perché, tralasciando qualche piccola imperfezione, questo raccontino mi è giunto davvero gradevole! Non vedo l'ora di leggere qualcos'altro in merito a questi due ciambellini, because it's never enough!
Aspettati presto una mia prossima recensione, scama. ♥
Hasta la vista!~
S. |