Lo ammetto, mi ci sono volute ben due letture di questa meravigliosa storia, per coglierne particolari che, in una prima occhiata, non ho di certo notato. Ho aspettato con intrepidante attesa che tu publicassi qualcosa, stuzzicata dal tuo modo di recensire arguto e lineare come quello di pochi. Devo assolutamente render noto quanto abbia apprezzato la vaga malinconia nascosta dietro le azioni dell'autore, che rispecchia un po' quello che siamo tutti noi: scrittori di vite alla disperata ricerca di un finale perfetto.
I vizi, le passioni e le preoccupazioni dell'uomo racchiusi in poche parole.
E racchiuse in poche parole anche quelle che sono tutte le frustrazioni a cui un autore, mediocre o di alto talento naturale che sia, viene sottoposto durante un difficile scritto, (così come le prove cui un uomo deve far fronte durante il corso della vita) laddove le parole da rappresentare sono semplicemente troppo. E di come tutto svanisca mentre si scrive, come l'unica cosa che conti siano le parole, i pensieri, la meta. E non ha nessun valore il costoso pavimento di legno, o la vita che c'è fuori, o il tempo stesso. Il fatto che anche una luce troppo forte possa essere d'intralcio alla concentrazione dello scrittore, che si mantiene ancora alla tradizionalità delle stilografiche; l'ossessione che caratterizza una storia d'amore. E poi il finale, che è tutto quello a cui qualcuno aspira, a cui qualcuno si prepara. Che arriva quando non si ha più niente da perdere, più niente da dare, più niente da avere (come lo scrittore che non ha più una sigretta, e si rassegna al fatto che un finale ci deve pur essere per la sua storia). Che non importa quante scappatoie un uomo possa intreprendere, il destino è scritto. Arrivare ad un finale del quale non si è totalmente contenti, un finale quasi perfetto, ma che tutto sommato vale la pena di aver vissuto.
Un racconto ricco dei significati nascosti nelle azioni quotidiane e ciò che effettivamente la vita è, questo ho visto, trovato, e apprezzato, in questo favoloso scritto a cui ognuno potrà dare una propria definizione. Un proprio finale.
Mi scuso in precedenza nel caso avessi frainteso ciò che con questo scritto volevi tramandare, ma era impossibile non far notare ciò che io ci ho trovato, ciò che io ne ho appreso.
Scritto perfettamente, e lessicalmente impeccabile. Al mondo c'è chi è fatto per scrivere storie, e poi, c'è chi è fatto per scrivere libri.
_infreefall (Recensione modificata il 06/09/2015 - 08:56 pm) |