Recensioni per
Comete e dita: storia di un angolo di strada
di aturiel

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/11/15, ore 21:21

- Grammatica e stile
Partiamo dal presupposto che questa storia non presenta errori che possano definirsi tali senza ombra di dubbio. Si tratta, più che altro, di qualche leggera sbavatura in una storia di per sé ben scritta e ben gestita dal punto di vista grammaticale e stilistico. Ti segnalo alcuni passaggi da rivedere e altri affiancati da qualche consiglio che potrai decidere di cogliere o meno.
Rin ormai da giorni non faceva altro che recarsi al solito angolo di strade, quello in cui aveva incontrato il giovane artista di strada
Qui mi sembra ridondante il susseguirsi di termini “strade” e “strada”. Forse eliminerei la specifica finale “di strada” per evitare la ripetizione.
- Rin avrebbe voluto chiedergli mille cose, domandargli la sua storia, perché si trovasse in quel misero angolo di strada se disegnava così bene, come aveva imparato a dipingere con le sole dita, se avesse famiglia, se ci fosse una persona nella sua vita, quanti anni avesse... ma l'unica cosa che riuscì a formulare fu: «Perché disegni una cometa in ogni tuo quadro?»
Sarebbe meglio scrivere “come avesse imparato”, viste le frasi precedenti e successive.
- Haruka annuì e insieme iniziarono a camminare insieme per le strade della città.
Probabilmente per una riscrizione della frase finisci per ripetere “insieme” due volte.
- questo gli donava un insolito senso di pace, e un'inattesa felicità s'insinuava attraverso una porta che, neppure lui, sapeva di aver lasciato aperta.
Eliminerei le virgole prima e dopo “neppure lui”, ma è un mio parere personale, perché leggerlo come un inciso mi stona.
Infine ti segnalerei una frase leggermente più macchinosa, che stona da un punto di vista puramente stilistico rispetto alla fluidità del tutto:
- Quando Haruka gli aveva chiesto di salire, Rin aveva immaginato volesse ciò che, generalmente, la gente desiderava quando andava dopo un appuntamento – o quasi – nell'appartamento del proprio accompagnatore. 
Per il resto, come dicevo, la storia è davvero ben scritta, godibile, chiara senza essere eccessivamente semplice nel suo narrare.
 
- Personaggi e trama
I personaggi, dalle veloci ricerche, mi sembrano abbastanza IC. Analizzandoli poi a prescindere dal fandom di riferimento, li ho trovati ben indagati in un contesto che – in ogni caso – richiedeva di restare sul vago. Questa è, infatti, una storia molto onirica, che ha quasi i tratti della favola. Credo si potessero gestire in modo un poco più approfondito alcuni passaggi: mi riferisco al contraddittorio sentimento espresso da Rin (che sembra in qualche modo accontentarsi, ma che accoglie ogni volta il “di più” che Haruka concede, una contraddizione molto umana e gradevole, ma appena accennata) e alla parte precedente il finale, in cui Rin sostiene di sentirsi comunque appagato per quanto ricevuto, cosa poi contraddetta dal finale vero e proprio in cui parla di una vita “in attesa”. Nonostante queste sfumature – perché di questo si tratta – trovo i personaggi ben gestiti, come detto. 
La trama è interessante. Decisamente godibile la nota onirica che la caratterizza, la dimensione surreale che sembra pervadere l'avvicinamento fra Rin e Haruka. Anche i piccoli dettagli, sopratutto quello sfiorarsi di dita, concorrono a creare quest'atmosfera emotiva.
Mi piacciono i finali ad interpretazione libera, anche se qui lasci poco con cui trarre delle conclusioni. Proponi l'idea che ogni cerchio debba chiudersi e che anche l'attesa di una vita si materializzi, infine, nella ricomparsa di Haruka (che sia sogno o qualcosa di soprannaturale, non ci è dato saperlo davvero), ma trovo che qualche dettaglio in più avrebbe fatto al differenza, permettendo al lettore di apprezzare molto di più l'intero percorso che hai dispiegato e questo “scambio di anime” tanto interessante da raccontare. 
Restano insomma belle idee, una bella atmosfera, ma manca quel qualcosa che l'avrebbe resa una storia da lasciare letteralmente a bocca aperta il lettore.
 
- Gradimento personale
Come detto molte cose mi sono piaciute. La storia mi ha emozionata e coinvolta, inoltre la tematica artistica è una delle mie preferite in assoluto. A prescindere da considerazioni più oggettive (se così si può dire per una valutazione che comunque resta personale e opinabile) su personaggi e trama, devo dire che questa storia si è fatta leggere con piacere. Una nota di merito voglio darla al titolo, molto carino, e ai momenti erotici, perché descritti con molta delicatezza, modalità che resta una delle mie preferite per affrontare determinate tematiche.

Recensore Master
19/10/15, ore 11:36

Salve!
Seconda recensione premio ^^
Dunque scrivi storie con trame davvero molto interessanti, sono strane ma io non ci vedo nulla di sovrannaturale... Mi pare strano che Haruka tornasse davvero, che fosse in qualche modo una proiezione di Rin?
Comunque ti faccio i complimenti per tutto... Storia originale e ben scritta hai fatto pieno centro anche con lo stile ricercato, ma non eccessivo. Mi piacciono proprio le tue idee sei davvero originale e riesco a catturare i caratteri dei protagonisti. Anche se li rendi OOC non si sente... Caratterizzi molto il tutto. Mi ha fatto davvero piacere leggere una storia d'amore col finale incerto e poi adoro gli AU. Ci vuole fegato e bravura per renderli credibili e tu in questo sei stata bravissima !!!

Recensore Veterano
26/09/15, ore 10:15

Quarta classificata al contest "Affidatevi alla fortuna"

Grammatica e sintassi: 14,9/15 
Stile e lessico: 14,3/15 
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 10/10 
Utilizzo del pacchetto: 9,8/10 
Caratterizzazione dei personaggi/IC/Attinenza al fandom: 9,6/10 
Eventuale bonus : +1 
Totale: 59,6/60 +1 
Grammatica e sintassi
La grammatica e la sintassi sono davvero eccellenti. Ci sono proprio giusto un paio di errorini di battitura, che ti segnalo per completezza: 
-una frase detta da una persona importante – ma anche di una sconosciuta 
Qui, invece di “di una sconosciuta”, sarebbe più corretto mettere “da una sconosciuta”. 
-Nessuna di queste espressione Qui ti è scappato un singolare invece di un plurale in “espressione”. 
In tutta la storia, che non è brevissima, non c’è nemmeno un’altra sola imperfezione. Hai fatto un lavoro eccellente, sia con la stesura sia con le correzioni.
Anche la punteggiatura è molto curata e molto ben gestita. A parte un paio di casi di cui parlo nella prossima sezione, è sempre perfetta: precisa, adatta, perfettamente corretta. Crea un buon ritmo, che incoraggia il lettore a proseguire. 
Stile e lessico
Trovo molto azzeccata la scelta che hai fatto per quanto riguarda lo stile, in questa storia: è uno stile ben equilibrato, audace e personale, che risulta molto scorrevole. E, allo stesso tempo, la decisione di renderlo piuttosto elaborato senza esagerare crea un’atmosfera assolutamente unica. È questo stile, ricercato al punto giusto, che rende la storia indimenticabile. Si adatta perfettamente al tono della storia: riesci a fondere molto bene l’argomento trattato e il modo con cui è narrato. È uno stile molto coinvolgente, avvolgente, che tiene il lettore incollato allo schermo. Inoltre, ho appezzato moltissimo i cambi di tono a seconda della scena: riesci a variare in modo intelligente e puntuale, adattando lo stile all’emozione che la scena deve trasmettere. Anche il lessico è molto buono, dimostri un vocabolario ampio e vario e una grande consapevolezza nell’utilizzarlo. 
Ci sono giusto alcuni passaggi che non mi convincono del tutto, qua e là, e te li segnalo per potermi spiegare meglio. 
-un soffio di vento soffiato da chissà dove e non fu più la stessa persona di prima Qui usi nella stessa frase “soffio” e “soffiato”, che stonano un po’ insieme. 
-Rin ormai da giorni non faceva altro che recarsi al solito angolo di strade, quello in cui aveva incontrato il giovane artista di strada. Qui c’è una piccola ripetizione dell’espressione “di strada”. 
-Che fosse il riflesso su un specchio d'acqua, una stella nel cielo, una foglia dalla forma particolare il pittore in ogni tela c'era una cometa. Qui credo ti sia sfuggita una parola di una precedente versione in fase di revisione. C’è un “Il pittore” di troppo. 
-Rin avrebbe voluto chiedergli mille cose Quest’espressione non è sbagliata, ma è un po’ stereotipata e colloquiale rispetto al resto della storia. Stona un pochino con il resto. 
-La logica di Haruka gli sfuggiva completamente, eppure non era spaventato da ciò, anzi, non faceva altro che affascinarlo di più, come fanno quegli artisti incompresi, quei geni che non avevano mai trovato il loro pubblico, quei ritrattisti che, per le strade delle grandi città, riproducevano su un foglio facce su facce come fossero fotografie mentre fumavano una sigaretta. Questa frase è uno dei pochissimi passaggi in cui la narrazione risulta un po’ pesante, perché è molto lunga e articolata e spezza un po’ il ritmo. 
-Sembrava fosse giorno per quante persone Quel “per quante persone” non suona benissimo. Personalmente, trovo suoni meglio “per la quantità di persone” o qualcosa di simile. 
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale
L’incipit. Potrei occupare una pagina Word intera elogiando l’incipit di questa storia, e credo che ancora non sarei soddisfatta del mio commento. 
Questo incipit, da solo, ha posto uno standard altissimo dal primissimo minuto di lettura per quanto riguarda il gradimento personale, e non solo: oggettivamente e soggettivamente, lo trovo estremamente ben fatto. 
Oggettivamente, innanzitutto, perché è la perfetta apertura di questa storia per quanto riguarda stile, atmosfera e contesto: credo che difficilmente si potesse scrivere un incipit più azzeccato per questa storia, perché contiene tutti gli elementi che lo rendono obiettivamente adatto alla narrazione. In primis, dalle primissime righe “annunci” il significato della tua storia, senza “elencarlo” ma mostrandolo. Con una grande scioltezza introduci il tema che farà da filo conduttore per tutta la narrazione, e con poche righe in più inserisci Rin, sempre con grandissima naturalezza, all’interno della riflessione. Così facendo, tema, storia e personaggi sono perfettamente collegati dall’inizio. 
Soggettivamente, trovo questo incipit eccellente perché è ambizioso e intelligente: ti permette di mostrare dall’inizio un’ottima padronanza e consapevolezza stilistica. Porre all’inizio quello che costituisce il punto “più alto”, più elaborato, della narrazione fa sì che tu possa rendere da subito molto elevato il livello della storia senza appesantirla, senza spezzare il ritmo. In più, lo ammetto, ho un debole per le storie che cominciano con una riflessione generale e poi passano nello specifico attraverso i personaggi. 
Punto due: le descrizioni. Ho avuto più o meno la stessa reazione che ho avuto all’incipit, con le descrizioni, perché le trovo eseguite e strutturate in modo davvero eccellente. Sono vivide, dettagliate, evocano immagini nitide senza appesantire la storia. Sono complete ed esaurienti ma mai troppo lunghe, mai piatte o noioso. Sono avvincenti perché originali e audaci: non utilizzi frasi fatte o luoghi comuni, ma ti ingegni per trovare modi innovativi e personale per descrivere ogni scena. 
Un’altra cosa che mi ha colpita moltissimo è un passaggio breve ma molto incisivo: il momento in cui, dopo che Haru ha accettato il suo invito, Rin si sofferma un attimo a pensare che ora Haru potrebbe diventare reale, e il pensiero che ciò accasa fa un po’ paura. È una cosa molto realistica, molto umana: il “passo successivo” di qualunque cosa mette un po’ di ansia, avvicinarsi alle cose che ci incuriosiscono spaventa un po’. È una riflessione molto reale e intelligente, che sta anche molto bene nella storia. 
Per quanto riguarda lo svolgimento e la conclusione della storia, essendo aperti a interpretazioni diverse, parlerò soltanto della parte letterale. Mi sono fatta anch’io una mia idea sulla vicenda, e mi piace molto che i misteri alla base della storia siano lasciati irrisolti. Aiuta a creare l’atmosfera, e l’atmosfera è ciò che fa funzionare la storia nel complesso. A causa dei misteri irrisolti, comunque, mi baserò solo su quanto è espresso esplicitamente per il commento, perché con ogni probabilità la mia interpretazione non sarà identica alla tua (uh, fra l’altro, mi piacerebbe moltissimo sapere la tua interpretazione, se vorrai parlarne. Ora sono curiosa :3) 
Detto questo, andiamo con ordine: mi piace molto come si sviluppa la vicenda. I salti temporali sono eseguiti in modo molto accurato: pur non essendoci sempre riferimenti temporali espliciti, si capisce in che rapporto ogni paragrafo sia con i precedenti dal punto di vista cronologico. La storia, inoltre, scorre in modo molto naturale e fluido: non si ha la sensazione che ci siano dei “buchi”, nonostante si “salti” nel tempo, e ogni passaggio ha il giusto spazio ed è trattato in modo esauriente. Non ti dilunghi e non sei mai frettolosa, non tralasci mai nulla. 
La scena “rossa” è trattata magnificamente: molto delicata e molto ben scritta. Riesci a trovare l’equilibrio perfetto fra emozioni e descrizioni, e la gestisci con grande tatto e capacità. È anche ben utilizzata, inserita in un punto dove non risulta fine a se stessa ma necessaria, fondamentale per la trama e per la comprensione dei personaggi in questo universo. 
Sono rimasta malissimo per il finale e sono ancora traumatizzata, e anche questo è significativo: la storia ha un grandissimo impatto emotivo senza voler essere forzatamente drammatica. La vicenda fluisce in modo naturale verso la conclusione, che risulta inaspettata e al contempo perfettamente logica. È una di quelle conclusioni che fanno dire: “Accipicchia, è vero, doveva finire proprio così. Non sarebbe potuta finire in nessun altro modo”. E ho apprezzato anche il fatto che tu non ti sia dilungata sul finale; a un primo impatto, non mi convinceva del tutto la scelta di non dedicare moltissimo spazio alla conclusione, ma poi, riguardando la storia nel complesso, mi sono resa conto che invece terminare la vicenda in modo abbastanza rapido rispetto allo svolgimento funziona. È efficace, perché dà una svolta alla storia brusca al punto giusto, rendendola ancora più interessante. Fai “rilassare” il lettore, che arriva verso la fine e pensa “okay, finirà in modo tranquillo e allegro, non c’è più nulla che possa succedere di sconvolgente a questo punto”, e poi invece c’è la batosta. È un’idea molto, molto efficace, perché impedisce alla conclusione di passare in secondo piano e al contempo impedisce all’attenzione del lettore di spegnersi. 
A tratti c’è qualche “buco”, nel senso che soprattutto nel passaggio verso la conclusione le motivazioni di Haruka non sono del tutto chiare, ma devo ammettere che nonostante questo funziona. Anche se alcuni passaggi non sono proprio del tutto realistici (o meglio, sono più da romanzo che da vita reale), nel complesso ogni cosa funziona esattamente come dovrebbe. La scelta di sacrificare un pochino di realismo all’impatto emotivo si rivela vincente, perché tutto si incastra in modo talmente azzeccato da non far sentire la mancanza di nulla. 
Utilizzo del pacchetto
Hai inserito la citazione nel passaggio più coinvolgente ed emozionante della storia, e questo fa sì che l’elemento sia al centro dell’attenzione: è una trattazione eccellente, perché dà risalto alla citazione e la rende importante. Vale lo stesso discorso per il prompt: è in risalto, forse ancor più della frase. 
Utilizzare gli elementi in questi modo rende la trattazione completa ed eseguita molto bene, perché saltano all’occhio e diventano essenziali per la storia. Forse è un pochino un peccato che compaiano solo alla fine, perché avrebbero potuto essere leggermente più “presenti”, ma sono comunque inseriti molto bene nella storia. 
Caratterizzazione dei personaggi/IC/Attinenza al fandom
Hai fatto qualcosa di eccellente, in questa storia, con la caratterizzazione di Haru nella prima metà della storia. Parto da lui, pur non essendo il protagonista, perché sei stata in grado di ricreare la sua personalità dall’inizio, dopo poche righe, ancor prima di fargli pronunciare una sola parola. La descrizione delle sue espressioni tramite gli occhi di Rin dimostra un lavoro di caratterizzazione eccellente, poiché ogni singola espressione è assolutamente adatta agli “stimoli” dell’ambiente esterno. Si riesce a visualizzare perfettamente Haru che reagisce in ognuno di quei modi a ciò che gli accade attorno. 
Poi cominciano le battute, e io ho iniziato a fangirlare: sono azzeccatissime. Il loro primo scambio è eccellente, perché entrambi sono totalmente IC nel modo di esprimersi. Le risposte più fredde di Haruka, che tende a glissare, e il modo di fare più diretto di Rin. E Haru che ogni tanto se ne esce con delle risposte che fanno dire a tutto il mondo “WTF, davvero?” perché ci si aspettava che dicesse l’opposto. Quest’ultima parte è probabilmente quella più difficile da rendere, perché riuscire a rispettare il fatto che ogni tanto dica cose imprevedibili inserendole al momento giusto, facendogli dire la cosa imprevedibile al momento giusto, è rischiosissimo. Basta pochissimo per fargliela dire al momento sbagliato, rovinando la caratterizzazione. Tu riesci a evitare questo pericolo, e il risultato del rischiare è un dialogo che risulta accurato in tutto e per tutto. Hai fatto davvero bene, insomma, a “osare”, perché ottieni un ottimo risultato. 
Al contrario di quello che dici nelle note, trovo che Rin sia IC se si considera il contesto completamente diverso in cui è posto: l’impulsività, l’emotività, l’essere attratto dalle cose spontanee e da Haru sono elementi che lo rendono fedele all’originale. Trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro. Secondo me è Haruka a essere un pochino troppo audace nella seconda metà della storia, rispetto a quello che si vede nell’anime. Certo, è anche vero che qui siamo in una situazione completamente diversa, qualcosa di mai visto, quindi ognuno lo immagina sicuramente in modo diverso. Mancando la spiegazione vera e propria delle sue motivazioni alcune sue scelte risultano non del tutto immediate da capire, ma l’approfondimento di entrambi secondo me è gestito bene e profondo al punto giusto, mai superficiale. 

Recensore Junior
17/09/15, ore 15:16

COMETE E DITA: STORIA DI UN ANGOLO DI STRADA 
Fandom: Free! Iwatobi Swim Club 


Grammatica: 8,5/10 

1. Il pittore in ogni tela c’era una cometa 
Frase senza alcun senso logico (-1 punto) 

2. Sino a quando l’altro non se ne fosse andato per scambiare[…] → Se ne fosse andato, per scambiare 
Manca una virgola (-0,5) 

Stai solo un po’ più attenta a ciò che hai scritto e rileggi la storia bene. 


Caratterizzazione dei personaggi: 8/10 

Come hai detto tu stessa, Rin era grossomodo OOC e ho notato che anche Haru lo era, ma solo per alcuni aspetti. 


Stile: 7/10 

Il tuo stile mi è piaciuto a tratti. C’erano passi della storia piacevoli da leggere, come quando Rin sale nel suo appartamento con Haru, e altri che ho dovuto rileggere più volte perché li hai formulati male o nella quale hai inserito molte ripetizioni. 
La storia non era scorrevole e questo e leggerla mi è costata molta fatica. 
Per il resto, ho gradito la tua scelta di inserire un linguaccia più ricercato. 


Gradimento Personale: 7,5/10 

Sinceramente non credo di aver capito il significato della storia…o, almeno, ho dato una mia interpretazione personale ma non credo sia esatta. Ti prego di spiegarla, sono curiosa. 
Il fatto che fosse difficile da seguire ha fatto un po’ perdere quello che era il filo della storia. 
Poi c’erano alcune cose che non ho capito: Se Rin si era spogliato per essere ritratto, perché lo ha fatto anche Haru se non ce n’era il bisogno? 
Perché Haru se n’è andato se amava tanto Rin? 
Nonostante questo, il resto va bene. La scena che ho particolarmente amato era quando Haru ha affidato la sua anima a Rin dipingendogli la cometa addosso. 
Haru pittore è tanto carino, vorrei essere stata io al posto di Rin! 


Originalità: 4/5 


Punti Bonus: 3/5 
Per i tre prompt scelti. 



TOTALE: 38/50 

Recensore Junior
14/09/15, ore 21:58

Buonasera! 
Parto subito col dire che non ho letto né l'introduzione né il pairing, in quanto ero già cascata nella rete della curiosità, catturata subito dal titolo... Mi ci è voluto poco, insomma. 
Sinceramente non ho da dire granché di nuovo, il contenuto della recensione già l'avrai  intuito. XD

Comunque, per quanto riguarda la trama, non mi sono mai imbattuta in una del genere, quindi sì: ne sono rimasta ammaliata, in quanto è abbastanza originale, ha un che di onirico e particolare. Per non parlare del fatto che tratta la mia OTP! Ok, preferisco le rinHaru, ma nemmeno le HaruRin sono male, e qui l'ho apprezzata più del solito. Haruka versione pittore, apperò! 
Tornando alla storia, anche se piccola è ben fatta, anche se personalmente avrei speso qualche riga in più sull' inizio e sulla dinamica della relazione amorosa tra i due protagonisti, però dai, va bene lo stesso. 
Su una cosa sono rimasta un perplessa nella parte iniziale dell storia, quando Rin vede per la prima volta Haru. Insomma, come fa a dipingere tutti quei soggetti: laghi, mari, montagne, pinete, tramonti e gatti che rispecchiano l'acqua(?) insieme su una tela? No, perché a meno che non lo faccia su tele separate il tutto stona molto insieme, eh!



Per quanto riguarda l'IC dei personaggi, per quanto mi riguarda li hai resi perfettamente, perché è vero che Rin fa tutto il gradasso, ma alla fine, a un'analisi giusto un po' attenta, è una specie di tsundere molto emotivo, a tratti crybaby e molto sentimentale. 

Spendo qualche parola anche per lo stile che è semplice e pulito, una cosa che apprezzo, senza perdersi in tanti fronzoli e così via. Altri tratti della storia, come Le metafore, idem, anche se sono più ricercate rispetto al resto. 
Sull'aspetto grammaticale ho un po' da ridire, in particolare sui segni di interpunzione. In alcuni periodi, infatti, soprattutto le virgole mi sembrano sballate; pochi, invece,  sono i punti, che a mio parere avresti fatto bene a usare per dare respiro alle frasi e di conseguenza alla lettura. Infatti qualche periodo è per i miei gusti troppo lungo e dispersivo, ad altri invece sembra mancare una parola che gli dia un significato fermo: sembrano sospesi. Non so se mi sono spiegata bene. 
Un altro piccolo appunto, ma è sempre una cosa soggettiva, in quanto non è un errore, riguarda l'utilizzo degli aggettivi indicativi di fronte ad alcune parole. Per esempio: quel suo sguardo, ragazze che cercavano di evitare le grate dei tombini con "quei" loro trampoli. In breve, li ritengo superflui.

Fatto sta che nell'insieme ho apprezzato la tua fan fiction, soprattutto la fine malinconica e soprannaturale, anche se non sono riuscita a dare un significato conciso. Cosa è Haruka? Una specie di shinigami?! E le stelle comete che dipinge continuamente le anime che porta via con sé? 
Cioè, boh, se vuoi mi piacerebbe sapere il vero significato dietro tutto questo; quello che hai inteso TU nella tua fantasia, me te scrivevi - magari in una email privata. 

Bon, dopo il mio lungo monologo che spero apprezzerai, 
Ti saluto! ^_^/
Scarlet.

Recensore Junior
08/09/15, ore 01:45

ciao!
Carinissima la tua storia! E...non so che altro dire, bene. Ah,sí, scrivi bene e...con Rin sei uscita poco poco dall'IC ma...chi se ne fotte.
Finchè è RinHaru*mano sul cuore*
Okay, penso di aver finito con gli scleri di 1:45 .