Recensioni per
Canone inverso - Behind enemy lines [PRIMA STESURA]
di Duncneyforever

Questa storia ha ottenuto 138 recensioni.
Positive : 134
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Veterano
03/01/19, ore 22:01

Uff...questo Rudy mi mette a disagio. Non in soggezione, no, affatto, non gli darei mai questa soddisfazione, ma mi mette a disagio ed è inutile negarlo. Non ho capito molto bene, però, com'è il suo aspetto fisico. A chi è riferita questa descrizione: "Alto, robusto, pelle rosea, lisci capelli biondi e occhi azzurri... Non è il suo caso."? Perchè dopo specifichi che Rudy ha i capelli rossicci sulle tempie e lo chiami rosso, quindi mi sono ritrovata un po' confusa.
Proprio non riesco ad immaginare come Sara abbia potuto andare al ballo senza un vestito. Facciamo così: io me la immaginerò con un bellissimo vestito azzurro per continuare a preservare la mia sanità mentale e tu chiuderai un occhio, ridendo per i disturbi che una certa lettrice troppo pignola (e pazza) si fa inutilmente.
Tanto per rimanere in tema, Auf Wiedersehen!
Emma.

Recensore Veterano
03/01/19, ore 10:44
Cap. 10:

Oh, cielo, Sara! Tra tutte le persone a cui potevi andare addosso hai scelto proprio lui? Ora chissà che bella ramanzina vi farà, è un tipo duro questo. Ci metterà davvero poco lui, secondo me, ad arrivare a comprendere cosa sta succedendo. Spero che Sara abbia nascosto la cintura sotto la maglia, altrimenti Schneider la farà arrestare…
Comunque, mi sono proprio divertita leggendo che Sara sarebbe andata alla festa con i vestiti che aveva indosso. Poteva almeno fingere di andare a carnevale e mettersi qualcosa di più...adatto. Non deve mica sbandierare in giro il fatto che sia lì soltanto perché l'orologio di madre natura ha avuto qualche problemino, insomma, dovrebbe stare più nella sua parte!
Fried, Fried, cavaliere meraviglioso fino all'ultimo. Scommetto che quasi tutte le lettrici vorrebbero andare ad una festa con lui. In smoking poi dev'essere ancora più bello...
Lasciando da parte gli scleri inopportuni, anche questa mia recensione finisce qui, con esiti del tutto positivi. Ci risentiamo presto anche per i prossimi capitoli e speriamo che nel frattempo Fried e Schneider non si uccidano.
Alla prossima,
Emma.

Recensore Veterano
02/01/19, ore 16:01

Rieccomi tornata, un po' in anticipo, ma piena di curiosità.
Comincio con lo scrivere che mi è piaciuta molto la tecnica di introspezione utilizzata per il personaggio di Aaron. Ha detto delle cose orribili, davvero mostruose per carità, ma non ha vacillato nell'affermare ciò in cui crede ed è apparso realistico al 100%, con tanto di risposte e controrisposte perfettamente in linea con la sua caratterizzazione. Complimenti!
Proseguo poi facendo le mie più sincere lodi alla signora Ilde. Anche lei è molto verosimile, con un bellissimo carattere reso ancora migliore dall'amore che nutre verso suo figlio. Mi dispiace solo che abbia sposato un mostro del genere, meritava di meglio senza alcun dubbio.
Mi dispiace anche per Fried. Insomma, sentirsi dire di non essere un buon figlio dev'essere una bella pugnalata al cuore. Sembra impossibile che un ragazzo dolce e gentile come lui condivida lo stesso sangue di Aaron. Sicura che sia suo figlio? XD
Trovo ancora un po' difficile mandare giù, però, questo ardore che anima il tutto. Cioè, è una bellissima cosa che Sara e il suo "amico" si siano ribellati agli ideali folli e vergognosi dei nazionsocialisti, ma tanta spudoratezza è stata abbastanza scioccante. Dovresti ancora lavorare un pochino sulla mentalità di Fried che, essendo tedesco e nato agli inizi del novecento, dovrebbe apparire un po' più diverso da Sara.
Eccetto questa piccola pecca non ho nulla da aggiungere. Mi dispiace se ti sembro pignola o ripetitiva, ma non devi assolutamente dare peso ai miei giudizi. La storia è tua ed è davvero carina anche senza questi aggiustamenti, sebbene però io ritenga sempre avvincente cercare di correggersi ed aggiustare qualcosina per ammirarne il risultato ed esserne pienamente fieri.
A presto,
Emma.

Recensore Veterano
02/01/19, ore 11:19

Ciao!
Sicuramente, questo capitolo lascia un po' disorientati, complici forse le insistenti (e inopportune) domande di Herr Aaron. D'altraparte, però, se ci ricordiamo che la storia si svolge nel pieno della seconda guerra mondiale, ci rendiamo conto che questi atteggiamenti erano molto normali e quindi ti faccio i miei complimenti per averlo reso un personaggio dai modi e dalle caratteristiche decisamente in linea con il suo periodo storico.
Ho comunque qualche domandina (mi scuso, ma sono curiosa per natura): come mai Fried è a Berlino invece che nel complesso Auschwitz-Birkenau dove ha ammesso personalemente che lavora? E' forse in congedo? E per quale motivo anche Herr Aaron non partecipa alla guerra che lui stesso esalta con così tanto ferore?
Scusa per la brevità della recensione e grazie per la costante pazienza che dimostri nel rispondere ogni volta ai miei dubbi!
Alla prossima,
Emma.
(Recensione modificata il 02/01/2019 - 11:19 am)

Recensore Veterano
01/01/19, ore 19:32
Cap. 7:

Ehilà, rieccomi tornata (per tua immensa sfortuna, ahah)!

In questo capitolo credo che tu abbia fatto passi da gigante. L'introduzione è andata bene, il così chiamato periodo di assestamento è finito e ora entriamo nel vivo della storia. Dopo aver letto i primi sei capitoli, direi che il lettore si è più che ambientato, ormai, quindi potresti già iniziare a scrivere di più, rendendo i capitoli più corposi.

Devi ancora lavorare un po' sulla verosimiglianza. Forse è Sara ad essere così estroversa, ma il fatto che già consideri Fried suo amico dopo a malapena qualche ora è un po' strano.

Per quanto riguarda le descrizioni, invece, sono ottime. Hai reso alla perfezione Berlino attraverso gli occhi della protagonista, evidenziandone gli aspetti che più appaiono "adatti" alla situazione. A questo proposito, però, vorrei farti una domanda. I posti che citi sono reali? E' solo una semplice curiosità, eh, non voglio minimamente metterti sotto pressione.

Detto questo finisce anche il mio commentino-ino-ino che tanto piccino non è, ma pazienza. Spero perdonerai il mio ficcanasare!
Alla prossima e buon anno nuovo.
Emma.

Recensore Veterano
30/12/18, ore 14:56

Ah, nessuno sa resistere al delizioso (letteralmente) fascino della Nutella!
Comunque, ancora mi sfugge come Fried sia in grado di ribaltare la situazione. Com'è possibile che riescano a tornare nel 1942 così, senza un rito o che so io? E il bel tedesco non si era perso, non era in piena crisi isterica (metaforicamente) perché non era più a Berlino? Bah, adesso si che sembra un sogno XD.
Anche la frase: "Non si accorgeranno nemmeno della tua assenza. Sbaglio, o dal quarantadue al duemilaquindici ci sono più di settant'anni?" mi è oscura. Cosa significa con esattezza? Se lei sparisce, non vuol dire necessariamente che il tempo si fermi.
Ad ogni modo, i pensieri di Sara mi incuriosiscono moltissimo. Insomma, ha quattordici anni ma in alcuni momenti ne dimostra di più. Complici forse i tuoi interventi più recenti? ;)
Sono super curiosa anche di andare a Berlino. Non una semplice Berlino, ma una Berlino in piena Seconda Guerra Mondiale! E i genitori di Fried come saranno? Accetteranno Sara o la cacceranno?
Troppe domande senza risposta!
Ci risentiamo presto,
Emma.

Recensore Veterano
30/12/18, ore 14:42

Ciao!
Premetto che non voglio scoraggiarti o permettermi di criticare tutto il lavoro che stai facendo (in generale, davvero buono) solamente per questo capitolo.
I problemini che ti ho segnalato nella scorsa recensione qui si fanno un tantino più sentire, divenendo quasi "pesanti". Le risate e tutte queste carezze non mi sembrano molto appropriate al momento, dato soprattutto il tema di cui si sta discutendo. Capisco che siano convinti di essere in un sogno (almeno Sara), ma i loro atteggiamenti sono ancora abbastanza lontani dalla verosimiglianza ed è difficile per un lettore che ama tanto questo genere di racconti "digerirli".
Ho notato il tuo tentativo di riprendere in mano la situazione con il "Se lui fosse veramente qui con me? Perche diavolo sto ridendo! Non c'è niente da ridere!", ma a MIO avviso non è abbastanza. Per rendere davvero bene questa idea dovresti accennare alla convinzione di Sara che si tratti di un sogno anche nella prima parte, durante i loro dialoghi. Allora si che questo concetto entrerebbe in testa al lettore che potrebbe persino ridere insieme ai personaggi per la stranezza della situazione.
Ripeto che non voglio assolutamente sembrare severa, sprezzante o arrogante e demoralizzarti a tal punto da farti provare astio nei miei confronti, ma ti sto solamente esprimendo il mio parere (che non vale niente, eh!) e suggerendoti qualche piccolo accorgimento per migliorare il capitolo e renderlo più realistico. Dopotutto, siamo qui per imparare.
Continuerò a leggere con piacere la tua storia e ti ricordo che sono sempre disponibile per un aiutino!
Alla prossima,
Emma.

Recensore Veterano
29/12/18, ore 13:12

Ciao!
Per me, la lunghezza del capitolo non è minimamente un problema, anzi. Allungarlo troppo potrebbe peggiorare la situazione, andando a scoraggiare il lettore che potrebbe infastidirsi davanti ad eventuali divagazioni.
Mi piace molto l'atteggiamento "abbattuto" di Friederick, il fatto che si senta in colpa per il suo passato. Noi non conosciamo con precisione le vicende che lo hanno così turbato (meglio, non le conosciamo proprio), ma siamo comunque mossi da una certa compassione, la stessa che deve muovere anche Sara.
Volevo farti due appuntini, però, e spero di non infastidirti.
Parto con il dire che leggendo l'inizio del capitolo mi sono ritrovata un po' spaesata. Prima è Fried a consolare Sara, con un atteggiamento gentile e davvero super carino, poi tutavia la situazione si ribalta. Qui ho percepito un atteggiamento un po' discordante nel bel tedesco. All'inizio appare sorridente e cerca di rallegrare la nostra protagonista, ma dopo è chiuso in sè stesso, tanto che Sara fatica ad avvicinarsi. Sono due momenti diversi, per caso? Che si volgono dopo qualche ora? Non capisco...
Il secondo consiglio che ti dò è quello di rallentare un po' la relazione tra i protagonisti. Appartengono a due epoche diverse, hanno due mentalità diverse e resto spiazzata ogni volta che si sfiorano, si abbracciano con così tanta facilità. E' un po' strano. Fried arrossisce, d'accordo, ma questo non basta.
La tua è davvero una storia molto interessante, scritta bene e con moltissime potenzialità. Ti assicuro che si nota tutta la passione che imprimi in ogni riga, in ogni parola, ma ci vuole un tocco in più di verosimiglianza.
Io sono a tua completa disposizione per consigli o domande, basta solo chiedere.
Spero di non averti infastidito, alla prossima!
Emma.

Recensore Veterano
28/12/18, ore 23:15

E invece temo proprio di si. Bello mio, il complesso di Auschwitz-Birkenau è su tutti i libri di storia…
Comunque, mi sorprende che Sara sia così giovane. E' una tipetta bella attiva, le avrei dato di più. Sono rimasta di sasso anche davanti alla loro leggerezza nello stringere un legame. Un buffetto sulla guancia dopo appena oretta (se non di meno) a chiacchierare? Bah, forse sono io che sto invecchiando troppo in fretta e che considero stravagante questa velocità nel socializzare oppure è la scuola che mi sta dando alla testa. Per fortuna che siamo in vacanza…
Sono super curiosa di sapere come si leveranno da questo impiccio adesso, perchè noi ridiamo e scherziamo, ma pensa se fosse successo davvero!
Buona notte,
Emma.

Recensore Veterano
28/12/18, ore 10:25

Oh, cielo! Direi che qualcuno qui si è perso nell'epoca sbagliata. E anche il luogo non mi sembra quello giusto. Cosa sarà successo al bel soldatino tedesco? E perché è finito proprio a casa di Sara?
Capitolo molto leggero, scorrevole, simpatico e pieno di inaspettati colpi di scena. Il lettore si ritrova catapultato in una vicenda un po' bizzarra, ma piacevole e si domanda per tutto il tempo della lettura cosa abbia implicato questo insolito viaggio nel tempo.
Mi auguro che Sara riesca a gestire il tutto e soprattutto che riesca a tenere in vita il povero e scombussolato Friederick che ha tutta l'aria di stare per lasciarci le penne. Non oso nemmeno immaginare che colpo deve aver avuto!
Alla prossima,
Emma.

Recensore Veterano
27/12/18, ore 12:04

Ciao!
Premetto che questo è il primo storico che leggo qui, su EFP, perciò non so bene come recensirlo senza sembrare fuoriluogo. Però qualche piccola considerazione la posso fare, sperando ovviamente che non ti infastidisca. Che dire, dunque...
Partendo dall'aspetto tecnico, il capitolo è ben strutturato, con un'ottimo uso della grammatica, un lessico vario ed articolato e privo di ripetizioni. Mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia deciso di narrare le vicende in prima persona, dando così l'opportunità al lettore di conoscere bene (e quindi, apprezzare) i personaggi e la loro personalità. Questo non è un aspetto molto scontato, purtroppo, ai giorni nostri ed è un peccato che molti scrittori si lascino scappare questa opportunità, sebbene a volte la narrazione in terza è proprio necessaria.
Per quanto riguarda la trama, invece, sono molto curiosa di scoprire come hai intenzione di farla evolvere, ma per quanto ho letto posso desumere che sarà un risultato davvero eccellente. In conclusione la tua storia promette molto bene.
Per ultima cosa, ma non meno importante, faccio un sentito elogio alla protagonista e dalle recensioni precedenti si capisce che non sono la sola ad apprezzarla ;). Il motivo di tutto questo successo, secondo me, è proprio dovuto al fatto che hai scelto per la tua beniamina uncarattere molto comune, che rappresenta un po' lo stereotipo degli adolescenti moderni (o almeno, di quelli che gironzolano qui su EFP). Io rientro in pieno in questa categoria, quindi è inevitabile che provi una certa affinità.
Bene, detto questo (o scritto), concludo qui la mia recensione, facendoti i miei più sinceri complimenti per il grazioso tocco personale che hai saputo imprimere in ogni riga del capitolo.
Ci risentiamo presto, dunque, è stato un piacere poter iniziare a leggere questa tua opera!
Alla prossima,
Emma.

Nuovo recensore
24/12/18, ore 14:47

Ciao ~ !
Questo capitolo mi è piaciuto particolarmente e forse è stata la narrazione più tranquilla e incentrata sulla psicologia interiore a renderlo interessante ai miei occhi. L’introspezione qui regna sovrana, e con molto piacere, questa volta mi divertirò a spulciare i complessi meccanismi che si sono instaurati tra i vari personaggi, il che mi riporta al titolo: “Verbindung”.
Dopo il capitolo precedente, il quale ha sconvolto definitivamente i rapporti già incrinati di loro, siamo partecipi di un crollo emotivo: la realizzazione di aver ceduto alla meschinità dell’uomo malvagio, per Sara, è stato un colpo troppo forte, il colpo definitivo che l'ha staccata in modo netto dal mondo utopistico dal quale riusciva a rifugiarsi quando circondata dal marciume, e il grido di orrore levatosi con l'agitarsi frenetico delle sue mani insanguinate, sono la manifestazione del realizzare la sua sconfitta sul piano fisico.
Inutile negarlo, ormai Rüdiger vuole solo il suo male nel tentativo di trasformare Sara in quello che non è, la sua vicinanza è dannosa: l’ha manipolata portando alla “morte” della sua morale. Certo non si può proclamare la fine di qualcosa di immateriale ma da ora in poi, Sara, non potrà pavimentare la “purezza” della sua giustizia, ormai imputata ad essere incoerente. Quindi adesso, il rosso punta a dare il “colpo di grazia”, per ora convinto di aver vinto ed ignaro che Sara non voglia arrendersi, o per meglio dire Reiner non lo desidera, infatti Sara non è in grado di decidere cosa sia meglio fare, da sola agirebbe d’impulso presa dalla foga del momento. Per cui il biondo arriva a salvare la situazione, come sua prassi del resto - che quando si ha a che fare con una ragazzina testarda è inevitabile -, mostrandosi calmo e in un certo senso calcolatore, sfoggiando sicurezza nelle sue parole tanto da scalfire la “stanza-mente” del rosso e spingerlo a fare un passo falso, il quale - posso sperarci - gli si rivolterá contro.
Lo “scontro” finisce, tutti ritornano a loro posto, tranne Sara, la quale si sente sporca ma soprattutto in crisi con sé stessa: ormai che l'euforia è svanita si ritrova spaesata, come un viandante che ha smarrito la via, e trova sicurezza nell'unica persona cui si è dimostrata tenerci davvero a lei e in grado di proteggerla quando necessario. Dunque si lascia finalmente andare, le sue emozioni risalgono come un fiume in piena - «Lo guardo, sorridendo commossa, mettendo a nudo le mie emozioni.» - e Reiner, sul piano metaforico, assume le sembianze di una lanterna che illumina il suo cammino, riuscendo a farle ritrovare la via smarrita dandole le attenzioni necessarie e mostrando la verità dietro alla falsità delle parole cariche di odio di chi voleva distruggerla psicologicamente. Ora più che mai il biondo è la sua ancora di salvezza; potrebbero essere gli avvenimenti accaduti di recente, ma Reiner ultimamente si è mostrato molto più “rilassato” e lascivo nel confessare le proprie emozioni, «Perché mi hai già conquistato, mein Liebling.», e questo ha aiutato Sara ad aprirsi con lui e a fidarsi completamente. Finalmente!
Ho trovato interessante vedere come la maturazione di Sara non si sia fermata ad una semplice constatazione della sua “morte spirituale” ma anche ad un'evoluzione del giudizio: il racconto citato da Reiner le avrebbe causato una reazione differente se lo avesse ascoltato un paio di capitoli precedenti, ora invece si limita a constatare l’ineluttabilitá della scelta fatta dal biondo, «[...] è lampante che non avrebbe potuto comportarsi altrimenti [...]», vuoi perché in questo momento lui è l'unica persona alla quale “appendersi” e non vuole rimanere da sola, vuoi perché sia effettivamente maturata, ma a me è piaciuto molto vedere la sua crescita personale, un po’ meno utopistica e più reale; non sarebbe durata a lungo la sua sanità mentale se avesse continuato a perseverare con i suoi ideali idilliaci. Rimane comunque una pacifista, come si è definita lei, ed è giusto che lo sia, ma in un contesto come quello descritto sarebbe stata la sua fine continuare, come effettivamente è successo a conti fatti e se non ci fosse stato Reiner, Rüdiger avrebbe avuto la strada spianata.
Grazie al cielo non è così, per cui il rosso gioca la carta della vendetta, costringendo Sara ad una scelta che sa non poter rifiutare. Con questa suspance finale ci lasci un po’ amareggiati ma anche rincuorati dal sapere che comunque Sara non sarà sola in questo gioco pericoloso architettato da Rüdiger, poiché alle sue spalle, Reiner ha tutta l'intenzione di vincere senza pensare ad un tornaconto personale, anche se all'inizio la si poteva pensare così. Ora il biondo Kommandant vuole solo proteggerla perché questo gioco, - diventato non solo circonciso alla realtà intima di Sara ma che si è esteso a coinvolgere persone innocenti -, lo vuole vincere assieme a lei come confessato da lui stesso nel capitolo precedente: «[...] lo faremo insieme, tu ed io.» e ancora più convinto lo afferma ora: «[...] non ti avrà mai.».
Concludo anche io approfittando dell'occasione per augurarti buone feste, se non ci sente in futuro.
Alla prossima,

~ Liz <3

Nuovo recensore
13/12/18, ore 15:32

Ciao ~ !
Eccomi qui, sta volta puntale, con la recensione.
Wow”: questa è un’esclamazione estremamente riassuntiva, ma anche estremamente perfetta, per racchiudere in una parola quanto successo in questo capitolo pieno zeppo di avvenimenti inaspettati. Ma andiamo con ordine, che di cose da dire ce ne sono tante e una più interessante dell’altra.
Partiamo con la prima parte del capitolo, continuazione del finale movimentato di cui siamo reduci, con Reiner e Sara intenti in una piacevolissima conversazione su chi stia usando chi, e su chi molto tranquillamente abbia ragione nel farlo; ovviamente ha ragione Sara: ha solo sedici anni e la trattano tutti come una bambina, vorrà pur dire qualcosa no? Qualcosa come: «- Meine Süße, non è una colpa essere giovani ma, proprio perché sei così giovane, non riesci a renderti conto del pericolo in cui potresti incorrere. -» implicando la sconsideratezza delle sue azioni nel campo, non giustificabili con la sua età, e quanto il suo gioco possa essere pericoloso. Questa parte non ha molta azione ma più un “civile” dialogo, un po’ come mi ero aspettata accadesse, in fondo Reiner «“Non riuscirebbe a farle male nemmeno volendolo; gli basterebbe sentire la sua voce per desistere”».
Ed è così che ci ritroviamo nella seconda parte, di punto in bianco, con un brutto bruttissimo presentimento, il quale si fa spazio anche dentro di noi appena le parole «- Aus Italien. -» fanno capolino e come Sara ci ritroviamo a piangere straziati come bambini, perché anche noi capiamo a quale bassezza si sia spinto un certo ufficiale “rosso” perché lui sì vuole farle del male.
L’azione d’ora in poi farà da padrona e si intravede il significato del titolo posto al capitolo; Sara impazzisce, letteralmente, da non riuscire a comprendere cosa sia giusto fare o meno, sta volta le vittime la toccano nel personale e non riesce più a sopportare di essere causa del loro male, arrivando a scegliere di compiere un gesto che classificare come “estremo” sarebbe un eufemismo, senza considerare che sarebbe stata più utile a loro da viva piuttosto che da morta. Dunque, in quest’attimo concitato siamo messi davanti a comportamenti estranei, ci mostri lati del carattere di Reiner e Sara mai esplorati prima, dimostrando come questi due personaggi si evolvano e non siano fermi e immobili nei loro ruoli e quindi “morti dentro” come per esempio Rüdiger, il quale ha già raggiunto la sua forma finale necrotizzandosi definitivamente nella sua sterilità e pazzia.
Tornando all’analisi di questo frangente, si scopre definitivamente il lato dolente di Reiner: «Io come avrei fatto senza di te[…]» mostrando finalmente all’“aria aperta” cosa significhi per lui Sara, manifestando lo “scioglimento” momentaneo di quel cuore di ghiaccio: «Il comandate […] per la prima volta […]ne esce abbattuto, commosso tanto da versare lacrime, proprio lui, che non piange mai.» continuando a portare un temperamento insolito per tutta la durata dell’incontro con la famiglia Costa, il quale incontro conferma ancora di più la zona “limbo” in cui è confinata Sara; rifiutata da chi dovrebbe proteggere e non proprio sostenuta da chi sperava di ricevere un aiutino. Ed è proprio qui che accade il “miracolo”: quel «Rette mich» dal sapore amaro ma supplichevole di chi ha perso la speranza credendoci però ancora, il quale fa breccia nel cuore del biondo privo di difese, perché ormai sciolto temporaneamente, permettendo di alleviare, almeno quel che basta, la condanna della famiglia Costa.
E ci avviamo verso la fine. Sara ha ormai scardinato il cancello della salute mentale e si fionda come una tigre inferocita verso la sua preda-carnefice senza remore e determinata a fargliela pagare mettendo la parola “fine” -almeno in apparenza- alla sua condizione di subordinazione rispetto a Rüdiger. Con questo si segna un cambiamento profondo della protagonista, che tenta in tutti i modi di essere lei a decidere per il proprio destino ma scopre ancora una volta di essere guidata da altro o da altri, i quali spingono per farle trovare la sua forma finale, e impotente si rende conto di aver perso la battaglia più grande; non quella rivolta alla protezione di persone che non possono farlo da sole, ma quella per sé stessa: «E non ho perso solo una battaglia.
...
Ho perso la guerra.».
È stato un capitolo pieno d’azione, davvero intricato da dispiegare ma pieno di sviluppi significativi che cambiano in modo definitivo le vicende e ne sono rimasta piacevolmente soddisfatta. Ti auguro di continuare così.
Alla prossima,
 
~ Liz <3
 

Recensore Junior
13/12/18, ore 08:43

Ciao, bè, era inevitabile che Sara cominciasse a essere contagiata. Peccao solo che non può alterare il corso della storia.
Mi è piaciuta la parte della sua lotta con Rudiger, anche se più si va avanti più ho la sensazione che sia matto da legare. Una cosa che non ti ho detto è che mi piace come hai costruito questo personaggio, qui su efp sembrano tutti fatti con lo stampino, famiglia sfatta e passato tragico, è bello vedere che dai un messaggio diverso per il quale: non tutti i mostri sono così per via del loro passato. E' una cosa che apprezzo moltissimo.
Anche Reiner non è da meno, considerati quegli scatti.
Però non mi aspettavo di rivedere i Costa, complimenti, mi hai colto di sorpresa. Come anche il crollo emotivo di Sara. E' veramente realistica, anche se penso che io al suo posto sarei impazzita prima.
Alla prossima :))

Nuovo recensore
30/11/18, ore 12:49

Ciao ~ !
Eccomi qui come promesso, anche se con un giorno di ritardo.
È un capitolo interessante a modo suo, nonostante non ci siano grandi movimenti o colpi di scena.
Innanzitutto veniamo a fare la conoscenza di questo bambino ungherese che perseguita quasi la nostra Sara da capitoli ormai, incontrandola in luoghi inaspettati, scoprendo che capisce l’italiano e lo parla pure! Ora la domanda sorge spontanea: “come fa un bambino ungherese, sebbene col padre francese, a capire l’italiano?”. La risposta più plausibile venutami in mente è che grazie alla sua voce abbia studiato canto e sia dunque stato condizionato nello studiare la lingua in questione, ma mi sembra un po’ una forzatura sotto questo punto di vista, quindi opto per la un più semplice “non ce lo hai detto perché tornerà ad apparire nei capitoli successivi”, magari non sotto le spoglie di un semplice detenuto, dato che hai accennato ad un trattamento migliore ricevuto da Isaac mi viene da pensare che Sara abbia l’occasione di incontrarlo fuori dal campo e ora che Reiner le ha proibito di “pascolarci allegramente” non può essere altrimenti.
Parlando invece della seconda parte del capitolo - nonché quella più interessante per la sottoscritta - re incontriamo il nostro bel Kommandant, anche se l’obbiettivo principale era quello di evitarlo per non farci “sgamare”, infatti ci fa subito la ramanzina - senza crederci molto nelle proprie parole, perché sa inutili con il caratterino di Sara -. Trovo interessante il comportamento tenuto da entrambi in questo piccolo pezzetto, poiché traspare una sorta di gelosia in entrambi verso gli ideali dell’altro; lei sembra gelosa e delusa di non essere il centro del mondo di Reiner, «Il silenzio è il riflesso della mia delusione.
Il suo cuore non è mio, è del Reich.
La sua devozione non è volta a me, è volta al Reich.», il ché lascia intendere ci sperasse davvero nella conversione del tedesco di mettere lei al centro e non il suo dovere – speranza alimentata dal patto stretto in precedenza – ottenendo come risposta un muro di convinzioni ormai radicate troppo in profondità per estirparle, anche se il modo in cui voleva ricevere il suo bene stare non era proprio di quelli più puri cercando di sfruttare il punto debole di Reiner… «Il dolore! quale sublime forma di comunicazione umana! Trasmetto i miei sentimenti molto più profondamente e nemmeno il cuore indurito di Reiner può accettare di vedermi così abbattuta, triste e malinconica.».
Invece dalla parte di Reiner abbiamo una gelosia più fine e impercettibile –o potrei anche sbagliarmi, ma così è parso– dove il biondo si ritrova a competere con gli Untermenschen nel cuore di Sara – cosa inaccettabile per lui – arrivando a proibirle di incontrarli nel vano tentativo di frenare queste relazioni, sia per uno scopo prettamente ideologico sia per uno scopo personale; se mai Sara lo vedesse di nuovo al lavoro, questa si allontanerebbe ancora una volta, e il Kommandant non ci tiene a rivivere l’esperienza precedente. Abbiamo quindi Reiner che trascina via con la forza Sara da quel campo perché vuole farle «cambiare aria.» e tenerla lontano dal lato più oscuro del suo essere. Sara però si oppone; non vuole lasciarsi sopraffare dalla volontà del biondo, sa che se lo segue sarebbe tentata di lasciar perdere tutto perché ammaliata dall’aura affascinante che traspare da Reiner - e che le fa sempre un certo effetto -, quindi si “impunta” su due piedi e ribadisce ad alta voce quello che ha sempre pensato, ma mai trovato il coraggio di dire, «- Ho intenzione di recuperare la sensibilità che ho perso, perché a forza di sentirmi dire: " è inutile, non ci riuscirai mai ", finirò per crederci... E non posso permettere che voi, macchine umane, vi frapponiate tra me e i miei obbiettivi. -». Ora rimango curiosa nel sapere come reagirà Reiner a questa provocazione; posso ipotizzare non molto bene, ma non le farebbe mai del male, quindi cercherà di portarla via di peso e parlarle in un secondo momento – se mai lo farà -.
Come ultimo punto ci tenevo a sottolineare un’altra frase che mi ha lasciato pensierosa: «- Hai intenzione di distruggerti? -». Detta così ad una prima lettura si pensa a come lo stare in contatto con i detenuti possa deperire Sara psicologicamente, ma ha anche un doppio significato, più fine da cogliere ma sottointeso – almeno secondo la mia opinione, poi potrei sbagliarmi -; il comportamento di Sara nel campo è molto pericoloso: andarsene in giro aiutando giudei “a destra e a manca” non è ben visto dai più e questo in un futuro non molto lontano potrebbe distruggerla letteralmente questa volta. Forse è anche da questo che il Kommandant vuole portarla via, per proteggerla da sé stessa.
E con questo concludo la mia recensione, un altro poema epico ma è stato un capitolo con cose interessanti da far uscire allo scoperto. Ora rimango con tanta curiosità e aspettativa per il prossimo capitolo, sperando di non metterti pressione.
Alla prossima,
 
~ Liz <3