Buonasera, spero che per te sia stata una buona domenica!
Allora, avendo seguito con molta riverenza ed interesse la serie di Lady Oscar, posso dire di aver apprezzato l'impronta storica ed introspettiva donata ai personaggi, che si percepisce anche guardando la serie animata che a tante noi persone ha cresciuto spontaneamente e ha fatto amare più questo periodo e la storia in generale (presente).
Sin dall'introduzione, si può notare il clima abbastanza cupo e malinconico che pervaderà l'intero estratto ma al tempo stesso ho notato un crescendo molto brusco e percettibile che mi ha fatto rabbrividere, positivamente s'intende.
Il dialogo tra Oscar e il dottore rispetta assolutamente i loro caratteri che abbiamo avuto la fortuna di vedere nel corso della storia, è molto interessante e bello al tempo stesso vedere l'imbarazzo per via delle occhiate di Oscar oppure quando alza la voce: un concentrato di climax e passaggi che mettono su una conversazione reale, dettata dal periodo che la Francia sta passando e l'umanità dei sentimenti, esplicitata in maniera totalmente opposta dai due.
L'uomo ha visto crescere André e Oscar da bimbi ad adulti guerrieri, entrambi testardi e consapevoli di dover adempiere a degli ordini etici e morali più forti del lato codardo e umano che li può pervadere, è naturale che cerchi, in un passaggio del dialogo, di portare a ragionare Oscar alzando un po' i toni con tutto l'affetto e la disponibilità del mondo.
Apprezzo il suo essere franco e i suoi modi per esplicitare tutto questo e anche i rischi che la malattia (comunque incurabile, qualunque sia effettivamente la sua origine e natura) può portare Oscar a spegnersi prima del dovuto, così come lo stesso André.
Dall'altra parte, abbiamo l'orgoglio della nostra beniamina frantumato in mille pezzi e lo sfogo gratuito e violento sull'ambiente e sull'amico che rappresenta forte il momento più duro e aspro della storia, intervallato da quel silenzio che secondo me permette ad entrambi di capire le paure e le decisioni in merito alla questione e all'esito che la vita ha portato.
Forse sono solo io, ma penso che questo fosse uno di quei momenti "d'oro" dove il silenzio vale più di mille parole spese.
Le similitudini tra padre-figlia ci stanno senza dubbio per via della preoccupazione e dei pensieri che affollano la testa di entrambi (specie di Oscar, dopo lo schiaffo specialmente) e sinceramente mi è dispiaciuto leggere della figlia del dottore, davvero tragico.
Come per Marron-Glacé, la figura del dottore è quella più vicina all'affetto paterno e genitoriale che Oscar potrebbe sentire al suo fianco in momenti come questi, seppur essendo cresciuta in un determinato modo e abituata a modi di esplicitazione dei sentimenti diversi rispetto a gente più "comune" di lei.
Lo stile di scrittura è apprezzabile per la correttezza e la vivacità che alterna la narrazione e i buoni dialoghi diretti che si amalgamano bene nel raccontare la scena e avere in testa delle ottime immagini visive, gli sguardi e i movimenti dei due, mattatori indiscussi e resi distintamente in questo scorcio quotidiano delle loro vite.
L'unione di narrativa ed introspezione velatamente esplicitata tramite la forma dei modi, delle parole e degli occhi formano una one-shot veramente ben riuscita e molto altalenante (nel senso più positivo), con molti crescendo e sensazioni contrastanti che si fanno largo riga dopo riga, periodo dopo periodo.
Un quadro fedele di Oscar, del dottore, delle persone ammalate e della volontà di una guerriera di arrendersi nemmeno con la morte davanti pronta con la spada sguainata: personalmente, Oscar qui è ragazza, donna, comandante e umana al tempo stesso e brilla proprio per questo, per la sua grande versatilità che la contraddistingue dagli altri.
Un abbraccio,
Watashiwa
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