Recensioni per
Senza la fiamma, non potrei dire di nessuna cosa che è mia
di ValorosaViperaGentile

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

[Recensione premio per la prima classificata al contest "Quando il fantasy è Dark!"]

Ho gironzolato per le due pagine del tuo profilo e ci sono un sacco di storie che vorrei leggere!
Mi sono, però, soffermarma su questa per prima perché amo Cesare Borgia!
Questa storia è magnifica! Tempi, ritmo, lessico... è perfetta!
Pur essendo tanto breve è riuscita a dipingere un ritratto affascinante, ricco di ombre, di uno dei personaggi più straordinari della nostra storia.
Complimenti!

Recensore Veterano

Rieccomi qua, a recensire (credo) l'ultima tra le tue one-shot dedicate ai Borgia - le mie preferite, sia per la passione che trasudano, sia perché, come ben sai, amo tantissimo i personaggi e il periodo storico.

Questo brano profondamente introspettivo è tutto dedicato a Cesare, e al lacerante passaggio tra la sua natura di figlio/fratello ancora dipendente da tali legami, a quella di creatura che strappa ogni legaccio per iniziare ad esistere in funzione di se stessa, e delle proprie brucianti brame.

Mi sono sentita lacerare anch'io, assieme a lui, perché in quel desiderio di emancipazione non sono coinvolte solo Dama Ambizione e Madonna Volontà, ma anche - e più di tutto - un desiderio di amore negato o tradito: amore filiale, amore fraterno - che è al contempo amor carnale.
Cesare è consapevle di non essere mai stato il figlio prediletto - e ora che quella progenie diletta è morta, il posto non è reso vacante per lui; è consapevole che Lucrezia è troppo mutevole per edificare davvero su quell'amore, pur corrisposto, e dunque anche da lì promana odore fetido di tradimento e insoddisfazione.
L'unica roccia su cui poter costruire un ponte sul mondo è lui stesso - e per questo Cesare rinasce, uccidendo la bestia bicefala, legandola a sé, invece di rimanerne legato.

Uno strappo che è simile allo strapparsi le due gambe a morsi, come un animale preso in una tagliola, ma necessario perché dal figlio - e dal fratello - e dall'amante - possa nascere l'uomo in grado di lasciare il suo segno nella storia.

Un concetto tragico e potente, descritto per immagini che sono squarci sanguigni e a tinte forti, in bilico tra poesia e stupenda volgarità, in una commistione affascinante tra sacro e profano - come del resto lo è Cesae stesso: uomo di chiesa, uomo di passioni.

Come sempre, belle le note, che aggiungono livelli di lettura alla già complessa impalcatura, e su tutto un lavoro accurato sia a livello storico, che inguistico che di registro.

In conclusione ti lascio un paio di note/consigli, che spero possano essere utili:



Amavamo il duca di Gandia più di ogni altra cosa al mondo e per richiamarlo alla vita daremmo con gioia sette tiare (metterei questa frase in corsivo e - per rispondere anche alla tua domanda fatta in un'altra recensione - trovo il corsivo perfetto per riportare citazioni, come in questo caso, e anche pensieri e parole straniere.)

ma a Rodrigo Borgia non erano ne rimasti, di figli, (il "ne" va messo prima di "erano")

Ma nel corpo, sua sorella – solo un'altra faccia di Rodrigo – aveva covato uova di serpente. (Non mi convince la punteggiatura; metterei una virgola anche dopo "ma")

Recensore Junior

Ciao, sono qui per lo scambio.
Premetto che amo particolarmente Cesare Borgia e che, nella tua storia, ho ritrovato lo stesso personaggio tormentato e smanioso di vivere che ho sempre immaginato. Mi piace molto come hai inserito con brevi ma a codici accenni tutti i personaggi più importanti che gravitavano attorno a lui: il padre, la sorella, il fratello morto. Sono celebri anche loro, certo, ma quando si ha a che fare con giganti come Cesare saranno sempre in secondo piano, in funzione di lui.
Studiando lettere ho anche apprezzato tutta la piccola costellazione di citazioni colte che hai fatto, dalla moda "alla turca" per il paragone con Apollo alla citazione dell'omonimo Giulio Cesare in punto di morte.
Lo stile poi, più elevato di quello che si legge troppo spesso nei racconti amatoriali, mi ha fatto godere ancora di più la lettura perché è appropriato è mai pesante o ridondante.
Che altro dire? Davvero un piccolo gioiello, complimenti. :)

Ciao, sono qui per lo scambio del gruppo In cambio di una recensione in più, e parto subito in quarta col dire che QUESTE sono le cose che dovrebbero andar per la maggior su questo sito.
E lo dico nonostante io non sia particolarmente amante di uno stile aulico e ricco di periodi poetici come il tuo, ma al di là del gusto soggettivo so riconoscere quando qualcosa è scritto bene, ma bene VERAMENTE, non bene a livello tecnico, parlo proprio di parole scelte.
Per quanto mi riguarda mi sembra di aver fatto un viaggio attraverso vari quadri del rinascimento. Credo che il tuo stile sia unico, è splendido, mi ha quasi stordita per la sua solennità.
Non mi sono concentrata molto sui personaggi perché mi è apparso tutto così poetico e sono stata letteralmente rapita dalla sapienza con la quale hai scelto parole tali da formare frasi al limite dell'onirico. Non prendermi per pazza, è stato un ritratto di un'epoca il tuo e il linguaggio usato credo si sposi benissimo con la storia, rendendo perfettamente l'idea degli anni durante i quali si svolge il tutto.
Mi è piaciuto molto come hai dato l'idea del luogo nel quale tutto si svolge con un solo nome: Tevere. Da lì si è capito - a meno che non abbia preso un granchio colossale - dove ci si trova.
Complimenti meritatissimi, davvero.
Alla prossima.

- A.

Ebbene, guarda chi si vede, eh? XD
Rieccomi a commentare.
Anche questa mi è piaciuta molto, quanto l'altra: l'angst è una delle migliori armi nel tuo arsenale (chissà come mai XD), e Cesare quasi potevo sentirlo vibrare. E' coerente con la caratterizzazione dell'altra fic, di nuovo unisce l'altissimo all'infimo. Le immagini sono ricche (la personificazione del suo desiderio di rivalsa è particolarmente vivida, tanto che mi chiedo se non sia un demone con un corpo fisico), e colorite. Il rapporto con padre e sorella, calco l'uno dell'altra, è particolarmente ben spiegato, anche se in poche parole.
 
Ovviamente, neanche meziono lo stile, che, grammaticalmente, e dal punto di vista della godibilità, è perfetto e in accordo con l'argomento trattato.
Brava. #2