Recensione Premio Speciale "Ignotus"
Mi ha sorpreso ritrovare Cinthia in questa storia, ma ancor di più mi ha sorpreso la trama. E' stata una lettura molto originale e interessante.
Il contrasto tra la natura divina e quella umana è stato reso con delle riflessioni leggere, trattate con un lessico e un linguaggio semplici, ma allo stesso tempo profonde, atte a scandagliare l'introspezione umana. L'uomo ricerca la vita eterna e un Dio se ne vuole liberare: perché? La solitudine è la risposta. Un Dio non è immune da affetti e legami, ma questi, in un mondo mortale, sono destinati a perdersi nella memoria; e per un essere che non può morire, significa avere un'eternità di rimuginamenti su cose perdute. Un altro aspetto interessante è il fatto che tu abbia vincolato l'atteggiamento del protagonista al suo essere perpetuamente un adolescente. Molto divertente vedere un Dio alle prese con i dolori dell'infinito vivere attraverso comportamenti "infantili".
Ancor più divertente è stata la trama, con gli dei caduti, senza poteri, che vagano in eterno per il mondo. Mi sarebbe piaciuto saperne di più.
Un dettaglio che non ho compreso: se gli dei guariscono in fretta e non possono morire, come ha fatto il padre di Horus a suicidarsi?
Tornando alla trama, ho scoperto qualcosa di nuovo sul tuo personaggio, Cinthia, che si scopre essere imparentata con il Dio della guerra, l che la dice lunga sul suo temperamento. Questo personaggio è invadente e a tratti insopportabile, proprio per questo suo essere protettiva e smaniosa del controllo. È un comportamento ambiguo, che inquieta, ma mi fa chiedere cos'altro nasconde e chi è veramente.
Sembra che la soluzione per il nostro protagonista sia il conflitto tra la sua "antichità" e il suo fisicamente un adolescente. È condannato a vivere nella monotonia di una vita sempre uguale, senza potersi fare amici o farsi una famiglia. E, in mezzo a tanti dei, è proprio un'umana a offrirgli la prima speranza dopo millenni: diventare mortale.
La fine è stata molto dolce senza troppo miele. Horus, raggiunto il suo scopo, ritrova la ragazza e si confronta con la nuova vita di lei – anch'essa, in qualche modo, controllata da Cinthia, e le prospettive per la sua nuova vita.
Ciò che ho appezzato tantissimo, infine, è stata questa grande metafora che mi è parso di intuire sotto le righe, ovvero il peso di un lutto e di una vita senza gioia, derisa e incompresa dagli altri. E quanto possa cambiare un incontro inaspettato con una sconosciuta. La tua storia invita a diverse riflessioni, è stata una lettura curiosa e sopra le righe.
A presto! |