Partiamo dal presupposto che Marceline e Simon hanno la storia più triste di tutte, insieme a Stan e Ford e Hiro e Tadashi... continuo dicendo che per scrivere di questi due devi sentirli davvero dentro di te e poi esplodere in un insieme di emozioni che creano l'atmosfera giusta e il giusto ritmo.
E, accidenti a te, tutto questo ti è riuscito benissimo.
Nella prima parte della storia riusciamo a capire che la disperata caccia (che comunque da come viene descritta sembra quasi un gioco, anche), ha il solo e unico scopo di sfamare qualcuno.
Ovviamente parliamo di Marceline, e il fatto che la ragazza si nutra solo del sangue della bestia avvalora la teoria che ci facciamo sin dalle prime righe.
E' appagata, finalmente potrà stare meglio, ed è rilassata perché pensa che l'uomo che si prende cura di lei non l'abbia seguita.
Grosso errore: il modo in cui entra in scena Simon fa quasi pena. Si vede che se l'ha seguita è perché sa esattamente cosa è capace di fare quella ragazzina. Lo fa per proteggerla, ma allo stesso tempo spera di non trovarla a bere sangue, perché non lo sopporta.
E qui i ruoli si inverto. Se all'inizio era Marceline ad essere un mostro, un vampiro senza pietà, ora è Simon a cambiare: l'idea che la sua figlioccia possa fare del male a quel modo per poter vivere non lo fa ragionare ed è disposto quasi a perdere la ragione, pur di evitarlo.
Qui Marceline diventa umana, il cuore di nuovo ricco di sentimenti, e la sua mostruosità si trasferisce sul Re Ghiaccio, che ride... ride, dissennato.
Solo gli occhi della vampira lo fermano, ancora troppo potente il suo incantesimo dettato dal cuore, ma l'ha ferita comunque e lei scappa inevitabilmente.
E' stupenda, non solo perché in poche parole sei riuscito a descrivere tutto questo, ma anche perché il tuo modo di farlo è molto scenografico.
Quando Re Ghiaccio lancia la corona, in un gesto disperato, ti appare in testa l'intera scena e vedi che tutto torna calmo, ma che Marceline pulsa di paura in mezzo a tutta quella neve.
Quindi niente, mi è piaciuta tantissimo e, cosa più importante, mi ha colpita.
E' facile scrivere bene, ma è difficile trasmettere così tanto: quindi bravo, colpita e affondata!
IL MIO POVERO CUORE ç////////////ç |
