Recensioni per
La stirpe di Agena
di Aleena

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
08/04/16, ore 09:23

Ho appena finito di leggere questa storia, e devo dire che mi è piaciuta un sacco. Ottima trama, scrittura fluida e personaggi adorabili. In particolare, mi è piaciuto molto lo sviluppo del rapporto tra la protagonista e Alexei, molto tenero. E il finale...cavolo, assolutamente pazzesco, non me lo sarei mai aspettato. Davvero brava. In bocca al lupo per tutti i tuoi futuri progetti.

Recensore Junior
12/12/15, ore 20:11

Contest: "Romeo e Giulietta: un amore impossibile"

SECONDO CLASSIFICATO
“La stirpe di Agena”

di Releeshahn 

Grammatica: 13/20
Stile e lessico: 17/20
Sviluppo della trama: 13/15
Caratterizzazione dei personaggi: 14/15
Ambientazione: 15/15
Tematica del contest: 14,5/15
Punteggio totale: 86,5/100

Sul piano grammaticale ho poche considerazioni da fare, in quanto le tue conoscenze sono genericamente buone. Infatti, non ho riscontrato moltissimi errori, a parte qualche verbo errato e qualche svista e imprecisione. Un appunto che posso farti è quello di cercare di non eccedere con le virgole: in alcune frasi sono troppe e, invece di aiutare a fare le giuste pause, esse tendono a frammezzare la fluidità dei periodi. Un esempio, a tal proposito, è l'inserimento sempre di una virgola anche davanti agli 'e' di congiunzione. La 'e' crea di per sé già una pausa e quindi inserire la virgola rimarca ancora di più quella pausa. A volte mi può anche andare bene perché conferisce un certo tono al testo, ma la maggior parte delle volte è davvero superflua. Questa è più una considerazione, perché in linea generale fai un uso di una punteggiatura ben dosata. 
Ti segno di seguito alcuni errori e refusi riscontrati: 
più sviluppare → può sviluppare 
Divago. È ancora non […] → va la E congiunzione, invece hai inserito il verbo; refuso 
Sapevo che non sarei potuta rimanere li → lì; va accentato 
“Merda” il suo sorriso […] → si tratta di una frase principale, quindi va scritta con la lettera maiuscola. In linea generale hai inserito i dialoghi correttamente, per tale motivo la considero più una svista 
tienilo a mente ragazzina → ragazzina è un complemento di vocazione, quindi esige la virgola. 
(Io) patì; uscì; sentì → patii; uscii; sentii; ricontrolla il testo, perché spesso ti sei confusa tra la prima e la terza persona del passato remoto 
A quanto dicono il cervelloni → i cervelloni; refuso 
un'esame → è maschile, quindi niente apostrofo 
Oh non osare nemmeno pensarci, carina → 'Oh' è una interiezione, quindi va seguita da una virgola 
“Maledizione” fede Alexei, staccandosi → fece; refuso 

Si sa, lo stile va un po' a gusto personale, ma a me il tuo piace molto: è fluido, semplice, ma ricco di descrizioni vivide che sanno trasportare il lettore nel mondo da te creato. Il lessico adoperato ha quel ché di variegato senza risultare fittizio. 
Un encomio per l'ottima resa della prima persona, stile narrativo che personalmente non amo, ma che nella tua storia sono riuscita ad apprezzare; sarà che ho trovato calzante l'idea di usare l'espediente della protagonista che si rivolge direttamente al lettore: dà quel senso di immediatezza, di affinità. Non c'è complimento migliore di quando si sente dirsi che qualcosa è piaciuto nonostante non rientri nei gusti altrui. 
Ritengo il tuo stile molto equilibrato, nel senso che sai dare il giusto spazio alle scene descrittive, senza che esse risultino ridondanti, così come ai personaggi e ai dialoghi che li accompagnano. L'ottimo bilanciamento dei periodi, con frasi che scorrono in maniera piuttosto fluida, consente al lettore di assaporare al meglio la lettura. Questo è senz'altro aiutato da una buona padronanza, come già accennato, della punteggiatura, che si traduce quindi in un'espressività di tutto rispetto. Ti penalizzo un po' per alcune frasi che non risultano, sotto il punto di vista morfo-sintattico, chiarissime; inoltre, a volte tendi a spezzare troppo i periodi, con il risultato che in alcuni punti la narrazione prosegua un po' a singhiozzo. 

Parlando della trama ho alcune considerazioni da fare. Parto con il dirti che ho amato l'intreccio narrativo, sia per come è impostato, sia per come si sviluppa. Da una storia fantascientifica altamente standard – umani che lottano contro alieni – sei riuscita comunque a trarne un racconto a suo modo peculiare e interessante. 
Secondo me non è facile narrare una storia tramite salti temporali: si può rischiare di confondere o annoiare il lettore. Effettivamente un po' di confusione iniziale c'è, ma con il fatto che è la stessa protagonista a narrare la vicenda, è facile assimilare essa allo scompiglio mentale del personaggio; poi, mano a mano che si va avanti e si prende dimestichezza con luoghi e terminologie del mondo da te creato, le incomprensioni si dipanano. 
Ah, un enorme complimento per il colpo di scena finale! Mai me lo sarei aspettata! Solitamente sono abbastanza intuitiva nelle trame e quindi è difficile che venga sorpresa, ma tu ci sei riuscita e io ne sono rimasta piacevolmente colpita. Non do delucidazioni in merito per non rovinare la storia a ipotetici lettori. 
Unica pecca che posso riscontrare nel tuo scritto sta nella parte finale: l'ho trovata un po' affrettata, come se tu avessi avuto pressa di concludere. Per due terzi della storia, sebbene passino parecchi anni, sei riuscita a raccontare gli avvenimenti con calma, prendendo tempo nelle descrizioni, nei dialoghi, nelle riflessioni; nell'ultima parte, invece, succedono tante cose, anche molto importanti al fine della trama, ma sono narrate con fretta. Il finale un po' brusco e sbrigativo – e per alcuni aspetti non proprio chiarissimo, come il nesso tra l'allergia della protagonista all'infuso di Drez e i suoi blackout mentali che si traducono in manifestazioni violente – non mi permette di darti il punteggio pieno. 

Per quanto riguarda l'ambientazione, invece, il massimo te lo voglio dare. Ho amato il mondo da te creato, ma, soprattutto, grazie alle tue descrizioni accurate e vivide, me lo sono perfettamente immaginato. E non c'è niente di più bello. 
A tal proposito ti voglio fare i complimenti per alcuni particolari inseriti che ho adorato, primo fra tutti questo: Le pareti, segnate da crepe e fratture, erano coperte di pitture raffiguranti le più belle scene che avessi mai visto: campagne e alberi, uomini e donne, creature fantastiche e cieli immensi, spazi profondi come nessun umano avrebbe mai potuto vedere. Era il vero volto di Gaia, quello: splendente di colori e segnato dalle rughe dell’età e della sofferenza, ma non per questo meno affascinante. 
Avete mai visto un dipinto che non sia impresso su una lastra d’energia? Avete mai guardato un quadro i cui colori non fossero fasci di luce liquida? Se l’avete fatto, se i vostri occhi hanno mai avuto la fortuna di posarsi su un’opera di pittura stesa su superfici solide, allora saprete capirmi quando dico che, per la prima volta, scoprii che un sogno può prendere corpo. 
Rimasi a guardare a bocca aperta, sconcertata, per quelle che mi parvero ore. Registrai ogni dettaglio di quell’immagine per poterla vedere ancora e ancora in futuro: per farla vivere in eterno, anche dopo che gli Hadar l’avessero ridotta in polvere. 

Questa descrizione è davvero bella; con poche parole sei riuscita a fare un raffronto tra la pittura dei tempi antichi a quella dei tempi in cui la protagonista vive. A volte sono davvero i piccoli dettagli a creare l'ambientazione. 
Brava, brava; qui non ho nulla da ridire. La cura e l'attenzione per i particolari si nota – o perlomeno io l'ho notata – ed è giusto premiarti di conseguenza. 

Che dire dei tuoi personaggi? Qui a farla da padrone sono la protagonista femminile e il suo amato. Narrando la storia in prima persona, è facile immedesimarsi con le sue paure, le sue speranze, i suoi pensieri e sogni più intimi... Attraverso i suoi occhi ci mostri anche Alexei, prima nemico, poi conoscente, infine amico e amante. Un bel percorso, il loro; così come la loro storia d'amore, non così banale e semplicistica come potrebbe apparire di primo acchito. Ho adorato una frase in particolare, quando affermi che si sono innamorati attraverso i loro silenzi. In parole povere due bei personaggi, che si scoprono e apprezzano pian piano. 
Ah, ho un piccolo appunto: scrivi il nome della protagonista – ovvero Taissa – pochissime volte, tanto che, lo ammetto, a metà lettura mi è sorta spontanea la domanda: “Ma lei come si chiamava?” Sarà che per l'intero testo Alexei l'apostrofa con nomignoli, quali 'carina' o 'ragazzina'. Te lo volevo dire più per curiosità; è probabile che ciò sia dovuta alla mia sbadataggine: ho una pessima memoria per i nomi. 
Ti tolgo qualcosa solo per il fatto che, mentre la personalità di Taissa viene fuori gradualmente, quella di Alexei rimane un po' più in ombra. 

Nonostante tu non abbia scritto la storia appositamente per il mio contest, hai fatto bene a farla partecipare, perché comunque la tematica è stata centrata in pieno. Ho apprezzato la storia d'amore che nasce tra i due protagonisti, un sentimento che cresce non in mesi, ma addirittura in anni. Forse non sei entrata eccessivamente nei dettagli, forse rimane un amore un po' distaccato e freddo, nonostante i sentimenti profondi coinvolti e le situazioni difficili menzionate, ma questo penso sia più dovuto al fatto che narri tutto attraverso le parole del tuo personaggio femminile e di conseguenza è anche giusto che il suo modo di raccontare rispecchi il suo carattere. Mi è piaciuta tantissimo la tua idea del matrimonio Hadar: un rito molto romantico! Ammetto che, per alcuni aspetti, mi ha ricordato l'unione tra mente, corpo e anima dei Vulcaniani di Star Trek. 
Peccato per il finale sbrigativo; quello è l'unica grande pecca che ho riscontrato, perché per il resto la tua storia mi è davvero piaciuta. Brava. 
 

Nuovo recensore
09/12/15, ore 17:28

Grammatica e Lessico: 5.85/10

Il tuo lessico è vario, spazi con estrema facilità da termini colloquiali a termini più specifici.


Non si inizia un periodo con una congiunzione perché serve a collegare due frasi tra loro collegata attraverso un nesso logico -0.25 :

-Eppure è così, e vergognarsene non cambia la realtà dei fatti

- Ma il cuore batte forte, troppo

-E la prima cosa che devo mettere in chiaro è il perché.

- E mentre lo diceva la sua mano accarezzava il mio collo e scendeva





Non esistono in lingua italiana frasi senza predicato verbale, capisco la voglia di mettere in risalto uno stato d’animo o un pensiero, ma fatto per tutta la storia perde la sua enfasi -0.25:

- No, grazie.

- Gli anni della gloria.

- Gli anni felici.

-Il motivo di questo racconto.

-Siatene felici.



- Me lo disse mente nel cielo le onde elettriche delle navi degli invasori squarciavano l’aria = > “Mentre.” Sarebbe meglio togliere “me”, narri in prima persona per cui non è necessario. -0.05

-I molti, quelli per cui quel suono era un peso del cuore e della mente, perirono di loro mano nei primi venti anni di conflitto => In molti -0.05

- La manica vuota della giacca e il blu chiaro e irridente, per la precisione. => Manca il predicato verbale nella frase tuttavia voglio sottolinearti” blu chiaro e irridente”, cosa? Manca il termine sguardo. Quindi: “La manica vuota della giacca e lo sguardo blu chiaro e irridente. “-0.25

- Io ne patì talmente tanto => patii -0.50

- La prima cosa che avevo fatto, dopo l’impianto al cervello, era sta-ta mandare a mente i principali dialetti di Gaia. => “Era stata mantenere” -0.50

- Entrai nell’ospedale con Ivan e non ne uscì. -0.50

- La prima conversazione che avemmo (abbiamo avuto) riguardava i suoi sottoposti. -0.50

- Alexei spinse la porta e mi sentì tirare un sospiro di sollievo vedendola aprirsi su una stanza medica. -0.50

- «Come sei sicuro di te, soldato» lo schernì io… -0.50

- Avevo gli occhi umidi e una rabbia nel cuore che, lo sapevo, non fossi stata legata mi avrebbe dato la forza di soffocare quel sorriso. => “Se non fossi…” -0.15

- Nessun soldato, su Agena, avrebbe potuto sottrarsi a un’ordine di un superiore e restare illeso. -0.05

- Lo sguardo di un bambino sorpreso a barare durante un’esame. -0.05

- E comunque ora eravamo su quella giostra, volenti o nolenti: quale benefi-cio avrebbe portato a noi o a Gaia fatto che ne scendessimo? = > “Il fatto che…” -0.05



Stile 7/10

Il tuo stile è articolato, riesci sapientemente a narrare la storia dal punto di vista della protagonista, inserendo dettagli e pensieri che fanno apparire nitida e reale la vicenda. Qualche frase presenta termini non adatti o è costruita in maniera sconnessa, come ti segnalo di seguito, e alcune volte la punteggiatura non è collocata in maniera opportuna, ma a parte ciò la storia è piacevole da leggere:

- Furono i più deboli, i più audaci: scelsero di non lottare e, così facendo, non dovettero scegliere. => ripetizione e contrasto tra i termini “deboli” e “audaci”.

- I molti, quelli per cui quel suono era un peso del cuore e della mente, perirono di loro mano nei primi venti anni di conflitto.=> Erano in molti quelli per cui questo suono..

- A quel tempo io avevo già perso il braccio sinistro. Mi davo da fare con quel che mi era rimasto, ma la mia mano dominante era rimasta sotto le pareti della nave-laboratorio, assieme all’ultimo dito della destra e alla mia storia. = > Riscritta: A quel tempo io avevo già perso il braccio sinistro. Mi davo da fare con quel che mi era rimasto rimpiangendo la mia mano dominante che avevo abbandonato sotto le pareti della nave-laboratorio, assieme all’ultimo dito della destra e alla mia storia.

- Assecondando una necessità di allora che adesso è diventata una moda, avevano tatuato sulla mia pelle le direzioni che avevano preso gli impianti, per poterne fare regolare manutenzione. => Non ho capito il senso della frase.



Presenza identikit: 10/10

- Ricordo che possedevo una bella uniforme blu, da Capitano, che non avevo mai smesso d’indossare da quando avevo ricevuto i gradi; e, co-me tutte le divise formali degli Ufficiali, alla vita aveva una cintura e una spada

- Loro sono diversi da noi, anche se non sembra: tanto per cominciare, soccombono ai veleni e non riescono a vedere al buio. Il loro cuore batte dalla parte sbagliata del petto, a sinistra, e hanno cinque dita invece che sei.

- Non che abbia mai sopportato bene i salti

- Stavo così male, quel giorno, che corsi nella nave-laboratorio e mi sedetti, aspettando che il Drez passasse in infusione. Era l’unica bevanda che rescisse a darmi sollievo: un rimedio rurale a cui mio nonno mi aveva indottrinata quando ero ancora una bambina.

- …miei occhi allungati e verdi

- Sentivo le pupille dilatarsi, alla fameli-ca ricerca degli arbusti luminescenti del Drez, e la mano fantasma scivolare al fianco sinistro, dove fino a quel momento aveva giaciuto la spada.

- Non gli risposi. La mia pelle bruciava dove l’aveva toccata, come se il contatto con lui fosse stato urticante



Uso identikit 9/10

Gli elementi più presenti sono: la natura non umana e diversa della protagonista, con i suoi occhi in grado di scrutare nel buio e con la sua capacità di rigenerarsi in fretta, la mancanza della sua spada, i salti temporali presenti in tutta la storia e il Drez. Complimenti hai sapientemente inserito tutti questi dettagli tanto che appaiono focalizzati sul personaggio e non elementi stridenti da inserire per forza nel testo.



Trama e originalità 8/10:

Taissa è un soldato inviato su Gaia, per esaminare il pianeta e gli abitanti con lo scopo di raccogliere informazioni prima di un attacco. A causa di un incidente sulla sua nave aliena, rimane intrappolata sul pianeta. Per sopravvivere deve togliersi la sua divisa da soldato, abbandonare la sua spada e anche il suo braccio. Inizia un periodo di confusione e di adattamento che dura per ben tre anni, terminati i quali il suo popolo attacca Gaia. Sembrerebbe che per lei la sorte avversa sia finalmente mutata, ma invece di correre dalla sua specie, decide di rimanere in un ospedale da campo e aiutare gli umani. Qui incontra Alexei, con cui inizia una “collaborazione” volta ad innestare, al soldato, un braccio meccanico. Gli intenti di Taissa però sono diversi, accetta di collaborare sì, ma nello stesso momento cerca informazioni su quelli che considera ancora come nemici. Alexei si rivela essere un subdolo corteggiatore, un egoista che segue solo il proprio interessa e utilizza gli altri. Ottenuto il braccio Alexei va in missione e Taissa inizia a fare ricerche sull’impianto di nuovi arti per il nemico. Quello che inizia come un compito sotto copertura, si rivela così stimolante e soddisfacente, che ben presto Taissa finisce sulla lista di candidati per ottenere l’arto meccanico. Il problema però è che la ragazza non è umana, e in sala operatoria si vedrà la sua diversità: ha il cuore a destra. Taissa decide di fuggire ed è proprio Alexei ad impedirglielo. Durante un’accesa discussione la ragazza gli rivela di non voler il nuovo braccio e che è suo pieno diritto, inaspettatamente quello che sembrava un ragazzo egoista si batte per lei ed ottiene dai suoi superiori di non far sottoporre Taissa a nessun intervento. Questo gesto altruista cambia i sentimenti dell’umanoide, che da ritrosa e disgustata si ritrova innamorata. Cosa non si farebbe per salvare la vita dell’uomo che si ama e che si è ritrovato sul punto di morte a causa dell’arto impiantato? Tutto, così Taissa decide di sposare con un matrimonio tipico della sua razza Alexei. Questo matrimonio trasforma il giovane in un Hadar. Non diventa solo un alieno, a causa della distruzione della città, si ritrova infatti a combattere con il nemico. Alla fine della battaglia lui e Taissa risiedono in un appartamento, e qui l’umanoide inizia a collegare pian piano tutte le mezze verità del suo passato, lei era umana, mutata dagli alieni quando era solo una neonata: “Avete cambiato la posizione del nostro cuore, per l’Universo! Avete aggiunto un dito alle nostre mani e manipolato il nostro patrimonio genetico perché diventassimo la brutta copia di voi Nobili. I veri Hadar, i veri alieni. Ma gli occhi... Gli occhi non avete voluto cambiarli, vero? Senza quelli come avreste potuto riconoscere le copie dagli originali?»”

È stata proprio la sua scelta di sposare Hadar a rivelare agli alieni la posizione della città e a causarne la distruzione. Infine Taissa apprende che Alexei è ora divenuto un alieno sia nel corpo che nei pensieri che sono stati riprogrammati perché conservasse il ricordo del loro amore, ma non di essere stato umano. La storia si conclude con Taissa che diviene instabile: non può più assumere il Drez, e non gli resta altro che abbandonare la sua famiglia e compiere l’ultimo viaggio.

L’incontro con Alexei muta il personaggio di Taissa, la mostra diversa, l’iniziale umanità viene messa in disparte soppiantata da una logica razionale e calcolatrice, come ammette lei stessa decidendo di aiutare Alexei per conoscere i segreti della base. Tuttavia è proprio Alexei che riesce dopo a far nascere in Taissa il sentimento più grande: l’amore. La tua storia è originale e avvincente, l’unica pecca è l’inizio un po’ troppo confusionario che non attira immediatamente il lettore.



Gradimento personale: 8/10



La capacità di descrivere la guerra, l’amaro in bocca che lascia, mi ha spiazzato. Spesso si tenta di scrivere una storia in ambito militare con il risultato di traslare una storia d’amore in un luogo diverso senza dare risalto all’ambiente circostante. Tu, invece, descrivi in modo nitido gli orrori della guerra, inserisci i pensieri della protagonista e rendi i luoghi vivibili e palpabili.

Il tuo personaggio è emblematico, all’inizio appare solo confusa, sia nello stato d’animo che nel modo di narrare, pian piano la matassa si scioglie e inizia a delinearsi la vicenda e la protagonista. Nonostante sia aliena, estranea a questo mondo, non la si sente mai come un nemico. In ogni sua decisione, nel suo passato, come nel futuro c’è quella tristezza e malinconia che non puoi non sentire.

Ho apprezzato come hai sviluppato la storia d’amore, non un innamoramento a prima vista, ma un conoscersi, sfidarsi e infine amarsi. La parte finale in cui si fondono l’uno nell’altro, un’unione più profonda di un matrimonio che li porta a condividere la stessa esistenza, è fantastica.

Mi ha colpito anche la conclusione della storia: questi alieni “cattivi” che mostrano la loro indole e i loro piani segreti in cui modificare gli umani e renderli come loro allo scopo di svilupparsi e progredire.



Per un totale di 36.15/60