Recensioni per
La purezza del male: due volti la stessa medaglia
di G RAFFA uwetta

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Recensore Master

Ciao ^^
Ho visto che nelle altre recensioni hai risposto in maniera molto aggressiva. Anch'io ho qualche critica da farti, ma ti prego innanzitutto di non prenderla male e di non risentirti perché i miei vorrebbero essere solo dei consigli, per quel che sono in grado di notare, ovviamente ^^ Naturalmente citerò anche le cose positive, per cui ti prego ancora di non fermarti solo a quelle "negative" e alle apparenze delle stesse, di non considerare il colore della bandierina perché sterilizza una storia e credo che ci sia molto di più di un colore per esprimere le proprie considerazioni.

Ho notato qualche errore di battitura, ma non mi esprimo e non li considero importanti in quanto sono solo frutto di letture non dico frettolose perché non sarebbe il termine corretto, ma automatiche: noi sappiamo benissimo cosa c'è scritto e molto spesso non notiamo gli errori. è un meccanismo automatico del cervello ^^ Ti consiglio di rileggere molto, molto bene tutto, anche più volte - purtroppo. Lo so, è sfiancante ed è una rottura di balle, ma purtroppo va fatto.

Ci sono un sacco di descrizioni, soprattutto all'inizio nel descrivere la campagna e mi pare siano anche molto, molto lunghe. Forse potresti accorciarle un pochino perché devo ammettere che mi sono un po' persa.

Forse alcune parole dovrebbero essere riviste, tipo il cencio perché sembra uno straccetto invece credi che tu volessi intendere qualcosa come una coperta un po' logora, giusto? Comunque apprezzo molto la ricerca di parole meno convenzionali ma secondo me dovresti fare attenzione all'uso di alcune di esse, tipo la descrizione della villa-pensione. Inizialmente mi era venuta in mente una villa tipo quei casolari che vedo quando sto in autostrada verso il nord (salgo spesso in Austria e Germania e spesso passo in Veneto), poi parlando di pensione mi è venuta in mente più una cosa "moderna", diciamo, che mi ha stonato un pochino perché ero convinta fosse ambientato in un contesto storico un po' più datato.

Ho notato che per il discorso diretto usi il trattino semplice -. Ti passo un suggerimento che diedero anche a me un paio di mesetti fa. Mi dissero che di norma viene usato il tratto lungo, questo qui — che si ottiene facendo alt+0151. Alla fine della frase non c'è bisogno di rimettere il trattino, a meno che non ci sia una descrizione subito dopo ^^

Dovresti ridare un'occhiata a qualche virgola, secondo me te n'è sfuggita qualcuna di troppo.

Mi sono piaciuti molto i personaggi femminili, la vendetta del demone nei confronti di Eulalia è ben fatta, e la locandiera incarna alla perfezione i vizi umani che si riscontrano molto spesso nella gente. Non è per nulla virtuosa e non ho ancora capito per quale motivo si accanisce così su quel poveraccio che non faceva nulla di male. Cattiveria? Paura? Malattia mentale? Boh. Fatto sta che trovo sia un personaggio molto realistico che rispecchia appieno certe donne bigotte dei piccoli centri.

Qualche frase dovrebbe essere riguardata, tipo il "copre ogni singolo gemito" perché detta così sembra stia urlando per sovrastare i suoi rumori... volevi forse intendere che gli tappava la bocca? Scusami ma non riesco a immaginare bene la scena.

Un peccato che i nomi delle città siano puntati. Più che altro potrebbe essere una scelta stilistica valida che conferisce mistero, ma noto una piccolissima nota di incoerenza in quanto all'inizio nomini la località di Verdefrusta. Ora non so se sia un posto di fantasia, ma a mio avviso avresti dovuto o nominare tutte le località per intero oppure "censurare" anche la prima ^^
A proposito, quando censuri i nomi non servono i tre puntini di sospensione, ne basta uno ^^

Molto bello il sogno, la comparsa di Efelia. Non mi piace molto la scelta del rivolgersi al lettore solo a quel punto, ma è interessante, molto originale.

L'accusa di Eulalia mi ricorda tantissimo un video dei Rammstein, non se lo conosci, si chiama Rosenrot e vi è appunto una donna che fa ricadere le sue colpe sul cantante, che muore al rogo.
Mi ricorda molto anche la crocifissione, con l'accusa e "la maggioranza" che vota per l'eliminazione del diverso. è un concetto che spesso si rivede anche nella vita di tutti i giorni.

Perdonami se ti dico questo, ma la sirena dei gendarmi non ce la vedo. Più che altro perché lui prima tirava il calesse... perché non usava un camioncino se esisteva già il motore? O un trattore? Ti faccio questa domanda perché credo di non aver compreso bene la collocazione temporale della vicenda.

Mi sembra - perdonami ancora - che l'arresto si svolga tutto in modo molto veloce e frettoloso, che secondo me è un peccato perché mi sarebbe piaciuto vedere spuntare gendarmi e contadini dalla porta, aperta dal padrone di casa che qui perde tutta la sua importanza. Fa molto teatro dell'assurdo, nella sua drammaticità - lo cito perché l'ho recitato a teatro come genere e vi erano proprio questo genere di entrate e uscite senza limiti e senza tempi ben illustrati, era tutto molto intuitivo come in questo caso ^^

L'accusa dei gendarmi esce quasi dal nulla... è un peccato perché secondo me avresti potuto impostarla in maniera diversa e più chiara. Mi spiego: in questo momento tutta l'attenzione del lettore è nei confronti del tentato falso stupro e sta sperando segretamente che Anacleto non venga condannato a morte - poveraccio, non ha fatto niente! - e i gendarmi ignorano deliberatamente quest'accusa per uscirsene con un'altra cosa, quindi le domande che sorgono sono molte.
- A cosa si riferiscono? Qualche lettore più disattento potrebbe dimenticare l'accenno iniziale alle vittime, per questo ti consiglio di essere un filino più chiara ^^
- Se non sono stati chiamati per lo stupro, allora per cosa sono stati chiamati?
- (conseguente alla prima Come facevano a sapere che l'angelo era lì se quando è stato portato nel casolare non c'era quasi nessuno?
Eccetera. Sono domande che sorgono istintivamente nella testa del lettore perché si ritrova con un'accusa "nuova" e quindi si sente smarrito, tutto lì ^^

Una cosa che non mi è chiara nel comportamento dei gendarmi è: come mai lo lasciano lì solo? Giustamente è pieno di avventori e fattori che lo scuoierebbero al primo movimento, ma il fatto è che lo si sta appena accusando di aver ucciso senza pietà venti persone, chiedendosi come abbia potuto farlo perché comunque sempre venti persone erano. Non lo so, per coerenza con gli avvenimenti lo avrei fatto portar via dai gendarmi, almeno ammanettarlo/metterlo in sicurezza in qualche modo, vista anche la presenza di una donna incinta.

Mi piace l'evoluzione del rapporto tra Gualtiero e Serafino, e credo di capire meglio il suo ruolo. Forse era stato scelto inizialmente da Efelia? Il sogno starebbe a indicare l'inizio del legame tra loro, la sua scelta del Guardiano? Sbaglio?

C'è una parte che non mi è chiara, quella della violenza contemporaneamente. Il padre era un altro essere sovrannaturale? Oppure loro due avevano un legame così simbiotico da sentire l'uno la violenza subita dall'altro come fosse subita in prima persona? Non so se mi sono spiegata bene...

Ecco, mi fermo perché comunque la storia mi è piaciuta, secondo me c'è del potenziale ma credo tu debba ridargli una lettura profonda e modificare alcuni punti, chiarendone altrettanti. Cerca di metterti nei panni del lettore - che non è facile, ahinoi - e di capire cosa può sembrargli poco chiaro e perché. Una frase scritta in maniera troppo intricata o poco chiara o un periodo troppo lungo, o ancora avvenimenti celati che non sono esternati chiaramente.
E così via.
Ho notato che hai curato moltissimo la parte finale, dalla rivelazione di Efelia in poi. Molto bello, ci ho trovato diversi simbolismi ma mi è dispiaciuto tantissimo che le scene più cruente non fossero descritte. Secondo me potevi - potresti - tranquillamente dilungarti. Ormai il contest è finito e hai tutto il tempo che vuoi per farlo e per riguardare bene la storia ^^

Mi raccomando, non arrabbiarti perché questi volevano solo essere dei suggerimenti! ^^ Le domande le ho poste perché ci tenevo a capir meglio dei punti.

Alla prossima.
- A.

Recensore Veterano

Che si vinca o che si perda mi piace andare a spulciare le storie “avversarie”, alla fine di un contest e lasciare un piccolo commento.
Solo che non sarà tanto piccolo, temo. Questa storia mi ha lasciato un po’... confusa?
Non lo so, è una sensazione indefinita. Partiamo dal presupposto che la trama ha molte potezialità, davvero molte, ma secondo me durante la narrazione si perdono un po’ nel tuo stile fin troppo ricco.
Sia chiaro, io trovo il tuo stile stupendo, ma associato alla poesia: a un testo breve che deve suscitare in chi lo legge immagini vivide, sensazioni e emozioni. Se usato per una prosa (come può essere un racconto, un romanzo) in generale qualcosa con una trama -soprattutto se abbastanza sostanziosa come in questo caso-  invece risulta troppo arzigogolato, pesante.
Non c’è nulla di male nel voler rendere una descrizione un po’ più fiabesca o onirica, ma il troppo stroppia; troppe metafore, similitudini e periodi artefatti appensantiscono la lettura e affaticano la mente di chi legge (troppe informazioni che devono essere tradotte in immagini o parafrasate) specie se poi, nella foga, nell’entusiasmo della scrittura, si danno informazioni discordanti.
Questo è un altro punto dolente della storia, per tutto il racconto vengono date informazioni che a volte sembrano contraddirsi l’una con l’altra assieme a metafore non del tutto corrette che vanno ad appensantire ulteriormente.
Ti faccio un esempio: Parli di rugiada e di erba che crocchia (la rugiada al massimo fa swissh quindi presumo che tu  volessi intendere brina) poi di terreno arato e di messi raccolte, (che si fa di solito prima delle gelate e non quando la temperatura va sotto lo zero → brina=freddo e temperature attorno allo zero) e poi ancora parli di calura che gronda, il che rende difficile capire se si tratti di un mondo onirico, di un paesaggio rurale o di un ambiente stile deserto dove di notte si va sotto zero e di giorno si schiatta di caldo. “Sfrondare” le metafore e dire un generico “Autunno”, avrebbe secondo me reso molto meno pesante la lettura che già dall’inizio è difficoltosa. Stessa cosa per l’ambientazione, inizialmente sembra un paesaggio rurale di fine ‘800 , poi appare un serafino e quindi dice “ok, potrebbe essere un classico mondo fantasy”, poi arrivano i gendarmi e le volanti e allora sorge il dubbio. Ma che razza di luogo/non luogo è questo? Un fantasy urbano? Ci può stare, uno può scrivere quel che gli pare, ma in tal caso avrei speso due paroline all’inizio per spiegare allora che i serafini, nell’universo creato da te, sono una razza comune che vive in piccole comunità (tipo hamish) , lo fai intuire verso la fine della storia, è vero, ma dissipi di poco la confusione creata da cose che forse a te sono chiare ma che a un lettore (che devi ricordare non è nella tua testa, non sa quello che sai tu) invece non lo sono, andiamo con ordine, di seguito  i punti “cruciali”, secondo me”, che rendono questa storia pesante e confusa e che con qualche piccolo accorgimento avresti potuto alleggerire e rendere più chiara.

Al suo ritorno, il contadino lo ritrova nella stessa posizione in cui l'ha lasciato, accanto, le piume nere dei corvi formano una delicata corona. -  Qui ad esempio manca un soggetto, chi è che ritrova il contadino? Poldrino o il serafino?

Non sa che, dietro di sé, nelle messi lavorate di fresco, i corvi banchettano su dei cadaveri mutilati. - Dei cadaveri mutilato dovrebbero attirare FROTTE di uccelli necrofagi, corvi, gabbiani, animali del sottobosco, possibile che non si sia accorti di un tale scempio? Posso capire che sia preoccupato di soccorrere il serafino (e anche qui, l’ambientazione rurale giustificherebbe il portarselo a casa e accudirlo, ma se poi si parla di volanti dei gendarmi, quindi auto… perché non chiamare un’ambulanza a questo punto?) ma l’odore della decomposizione si dovrebbe sentire.

Tornato a casa lascia che sia il giovane sguattero Gualtiero a prendersi cura del corpo svenuto; questi lo porta (...) La moglie lo trova pensieroso nel grande vestibolo - Questo periodo è decisamente confuso. “Questi lo porta”, quindi il soggetto della frase si sposta su Gualtiero , ma poi la moglie lo trova pensieroso ecc.. (quindi uno pensa la moglie di Gualtiero, non di Matthia)

successivamente diviene lo sguattero di Matthia all'ostello di Vallefrusta. - All’inizio era Verdefrusta, attenzione; poi perché, al contrario degli altri nomi di luoghi di cui metti solo l’iniziale, la valle ha un nome? Inoltre, nonostante tu abbia descritto tutto al presente, questa parte sarebbe suonata meglio con un cambio di tempo ( Venne abbandonato, divenne, ecc…) perché comunque racconti eventi passati.

il calore che emana la terra accappona la pelle come il freddo stridio della ghiaia di un lago ghiacciato - questa è una di quelle metafore confuse di cui parlavo all’inizio. Il caldo di solito non accappona la pelle. Non sto dicendo che sia necessario rimuovere completamente  le metafore, ma  prova pensare alla stessa frase, togliendo il riferimento al caldo e lasciando invece una generica sensazione: Quel posto gli da una sensazione spiacevole, che gli fa accapponare la pelle, come il suono stridente della ghiaia su un lago ghiacciato - Ho detto più o meno la stessa cosa ma a un lettore è più immediato tradurre le parole nella sensazione da te descritta.

Ti nota e si erge (...) Ti avvicini ammaliato - non che sia sbagliato questo cambio di persona, ma aggiunge confusione alla confusione.

desiderio di raggiungere Efelia - posso presumere che Efelia sia la figura del sogno, ma come so/sa Gualtiero il suo nome?

Eulalia scosta delicatamente l'arto e il suo viso si congela in una smorfia d'orrore. Atterrita arretra trascinando con se il lenzuolo e cade scomposta sul freddo pavimento(...) - Mi... Ha cerc... - Esordisce con voce roca e tremolante di paura - non capisco, dove sono? - Chiede infine con tono mesto e sorpreso (...) Senza più nessun timore e tentennamento denuncia l'agressione dell'alato che l'ha prelevata, silenzioso come una faina, dal suo letto d'amore per poterla abusare a suo piacimento - questo pezzo, ma anche tutto il seguente, non sono chiari. Creano un sacco di domande a cui la storia non risponde: Cosa è successo a Eulalia? Perché ha reagito così? Centra il volto martoriato della creatura di cui si parla dopo? Ma in quel caso, perché il volto è decomposto? Lo era anche prima? E se sì…. di nuovo la domanda sorge spontanea, perché non chiamare un medico? Se trovi un tizio con la gola squarciata per strada non te lo porti a casa.Poi arrivano i gendarmi, chi li ha chiamati? Matthia? E la folla da dove spunta? Come fanno a sapere cosa è successo? (Perché si accaniscono contro Anacleto e lo ingiuriano, quindi devono avere un motivo). Perché gli hanno portato davanti le carcasse? Come sanno se sia stato lui?
Come fanno i gendarmi a giungere alla conclusione che non siano stati animali selvatici in un solo giorno? Il paesino rurale ha un laboratorio di analisi forense?

Mio cugino abita a M... ai piedi del monte H... su nella regione T...  - ti giuro, è terribile da leggere. Non vuoi mettere i nomi, va bene, di “Abita a sud/nord/ovest/ovunque/ nelle regioni settentrionali/ poco prima della grande catena montuosa”, ci sono un sacco di alternative.
E di nuovo ricominciano le domande senza risposta: In cosa possono aiutarli i serafini? Possibile che non ci sia un posto sicuro dove rinchiudere
Anacleto? Una prigione?

E Gualtiero, ora è sveglio o no? Perché non riesce a rompere la finestra, quali poteri ha efelia e soprattutto dove la sta vedendo?
Qui abbiamo la parte dei rami che grondano calura, c’è stato uno sbalzo di tempo non detto? Ora è giorno? Se sì, perché nessuno si è ancora chiesto che fine abbia fatto gualtiero? Perché Eulalia aizza la folla quando è stata lei stessa ad ammettere che voleva avere il serafino? Come è possibile che decidano di arderlo sul rogo senza che nessuno dica nulla? Per un tentato stupro? E i gendarmi li lasciano fare? In che razza di Limbo si trova Gualtiero e come ne esce alla fine?

La parte del racconto di Efelia è davvero bella, semplice, delicata (c’è solo un piccolo particolare, quel contemporaneamente quando parla delle molestie, che probabilmente ti è sfuggito) a tratti ancora un po’ confusa, ma decisamente meno del resto del racconto, così come la parte narrata da Anacleto. Come ho detto all’inizio ha un enorme potenziale come storia, anche la scena in cui Efelia esce dalle fiamme e distrugge tutti coloro che avevano condannato Anacleto è stata molto evocativa, manca però di spiegare il perché Gualtiero debba diventare il guardiano di Anacleto o come mai non ne avesse uno prima.
In sintesi, un gran potenziale, ma poca attenzione per i dettagli e troppe metafore confuse.

Recensore Junior

Ciao, sono capitata qui per uno strano caso del destino... Non so come esprimere il mio sbigottimento. A parte la scrittura semi aurica, che può piacere o meno, quando è troppo non va bene. A parte il modo in cui è scritta, che può piacere o meno, ci sono troppi errori di trama. Lui, Matthia, in contadino, lattaio, oste, aristocratico (chi sa cos'è in realtà si faccia avanti...) trova un serafino mezzo morto per strada e o molla lì (primo fatto strano) poi lo porta nella sua casa... l'osteria, che poche righe dopo diventa una villa. Questo essere bellissimo sembra in coma (nessuno lo fa visitare da un medico). Nel mentre in paese si accorgono che accanto alle case ci sono pezzi di corpi (lì da 4 giorni...) Nessuno fa nulla. Ma... Quando la zoccolina di turno finge di essere stuprata arriva polizia e 'folla'( a caso, si ricorda che siamo in un casolare in campagna ed è quasi l'alba) La polizia molla lì sto potenziale pluri omicida e se ne và, lasciandolo con una ventina di persone ( a caso, che volevano già metterlo alla forca). La gente, si 'infiamma' e lo mette al rogo. Bello il finale, il classico colpo di scena, una specie di demone di cui non si capisce nulla che arriva e uccide tutti... Ha, ma poi c'è il poverino che viene portato via dal servo in calesse. Come se nulla fosse.... Coerenza zero.
Mi spiace, ma ci sono punti che fanno a pugni con altri. Ti ho detto i più salienti, ma ogni due righe ci sono contraddizioni che danno fastidio. Sembra quasi che siano pezzetti di storie simili presi e messi insieme. La trama poteva essere carina e interessante, ma troppe contraddizioni.
So che sono cattiva, ma odio l'incoerenza in una storia.
Veleno

Recensore Master

VALUTAZIONE E RECENSIONE PER IL CONTEST -DI CORPO E D'ANIMA- 
TERZA CLASSIFICATA

Grammatica 7/10

Inizio dalla grammatica.
Come mia abitudine hai qua il link di una pagina web, che corrisponde a google drive. Aprila da pc e, a lato, vedrai i commenti riguardanti le parti sottolineate che sono gli errori e le considerazioni, punto per punto, di ogni cosa errata o poco convincente.
Grammaticalmente parlando, a livelli di conoscenze, ho trovato poco di sbagliato. Qualche errore di battitura, accenti mancanti (hai più volte scritto se e non sé, hai sbagliato l'apostrofo su un indeterminativo maschile e hai sbagliato il verso di alcuni accenti, come con cosicché, ad esempio), D eufoniche (troverai il link alla regola nel documento, alla prima D eufonica segnalata), e qualche virgola mancante al ma avversativo. Nulla di tremendo, insomma.
A livello di punteggiatura in alcuni punti avrei preferito i due punti, al posto del punto e virgola e dopo i tre puntini se non si va a capo si mantiene la minuscola. Hai sbagliato qualche inciso, ma anche qua nulla di gravissimo.
Tutto sommato una buona grammatica e una buona punteggiatura, un bel 7!
Lessico, stile, espressività 2/10
Qua casca l’asino.
Il discorso diventa lungo, e spero che tu non ti senta offesa.
Cominciamo con il chiarire alcuni concetti, cioè cosa sono una metafora e una similitudine.
Metafora: Deriva dal greco metaforà e dal latino metaphero e significa "io trasporto". La metafora consiste nel sostituire una parola con un'altra per rafforzare il concetto.
È un paragone tra due realtà lontane che hanno però un elemento in comune. È costruita da una cornice (una o più parole usate in senso letterale) e da un focus (parola o insieme di parole usate metaforicamente).
Similitudine: è un paragone che avviene tra due elementi introdotti da un nesso (come, così, tal, eccetera).
La "Metafora" e la "Similitudine" hanno in comune il fatto di voler renderci più chiaro un significato attraverso la creazione di una immagine. Un’immagine ATTINENTE. Che rafforzi o evochi la situazione sulla quale la metafora si basa e si sviluppa.
Tu ami le metafore e le similitudini, ogni poche righe, più o meno , se ne trova una. Umberto eco, e altri grandi scrittori, consigliano di non strafare e nel tuo caso sei un pochino al di là dello strafare. Un po’ per la quantità di metafore complesse ed elaborate, ma il problema è che non sono chiare, comprensibili, evocano cose impossibili.
“La vita è l’ombra di una nube sul terreno”, evoca l’idea di effimero. “Forte come un leone”, “bella come una dea”; potrei continuare, ma credo di essere stata chiara. La semplicità non è il male, ciò che cerchi di comunicare deve essere concreto, collegato al significato letterale, non un volo pindarico che manca di ogni aggancio, come qua:
-I rami, grondanti di calura, cinguettano pigri nella luce accecante-
Non parli di uccellini da nessuna parte, in quel piazzale alberato i rami cinguettano, pigri, grondando calore. È una metafora assurda, senza legami, che non evoca nulla se non un grosso punto di domanda e il quesito: “ma sono alberi demoniaci, mostruosi, qualcosa di anomalo, che cinguettano?”
O, ancora, mi usi -erba croccante di rugiada-. La rugiada è acqua, e croccare evoca una cosa ben precisa. Ora, come fai a legare queste due cose? Se fosse stata brina sarebbe andata benissimo, l’erba gelata dalla brina crocca quando la calpesti, ma l’erba piena di rugiada, al massimo, ti bagna.
Il tuo problema è, secondo me, farti prendere dalla poesia senza ragionarci su una volta scritta la metafora/similitudine. Deve avere un nesso con quello che descrivi, evocare e rafforzare il significato letterale. Non essere un volo di immagini sconnesse e insensate ai fini di quello che narri e della situazione.
Ma andiamo avanti, questa è la tua maggior “pecca”, però voglio farti presente altre cose. Scrivi in un modo che mi ha inizialmente ricordato Goldoni, gran brava persona, autore che fa parte della storia italiana in più modi. Usi questo stile che ha quel sapore “ottocento un po’ settecento”, che ammetto inizialmente mi ha lasciato un po’ così.
Ribadisco, Goldoni brava persona, ma non mi piace come scrive. Anche se dubito si ribalterà nella tomba per la mia opinione.
Con questo stile mi hai evocato in mente, anche grazie a ciò che inizialmente descrivi, un’Italia rurale dell’epoca goldoniana, con Poldrino e il ciuco ciucco. (Hai fatto un errore, lì, ciuco è con una c sola, se ne metti due è ubriaco. Ho riso un sacco, immaginandomi un ciuco ciucco, scusa XD). Il punto, però, non è questo. Hai uno stile che reputo difficile da reggere, e non sempre sei riuscita a mantenerlo, perdendoti in vari punti i soggetti, finendo in frasi contorte e poco comprensibili, lasciando, qua e là, degli anacoluti. (un anacoluto indica generalmente la frattura di una sequenza sintattica mediante l’intromissione di un altro frammento sintatticamente sconnesso o, nella linguistica testuale, un cambio di progetto che interviene nel corso della strutturazione del discorso da parte del parlante.)
Ti invito, quindi, a fare ben attenzione al soggetto, tenerlo sempre presente e ricordati che con il cambio di capoverso, anche se il soggetto è lo stesso, va ribadito.
Altra cosa, attenzione alle parole, hanno tutte un significato ben preciso, fa molto caso a quelle che usi, quando le usi; ti porto come esempio il cencio che usi all’inizio. Si intende un brandello, uno straccio, una pezza, comunque di piccole dimensioni, eppure un cencio avvolge il serafino come una coperta. Piuttosto potevi dire “una coperta cenciosa”. Fai altri simili errori, usando termini in un impiego che esula dal loro reale significato, nel documento trovi tutto.


Sviluppo della trama e attinenza al tema del contest 4/15
Anche qua credo mi dilungherò un po’, anche se credo che ormai i tuoi anatemi mi stiano piovendo addosso, sento l’ombra della falce su di me. XD
Non ci giro attorno, spesso la trama mi ha lasciato perplessa, presenta delle falle qua e là, dei punti che non capisco, ma iniziamo dalle cose più immediate e concrete.
I nomi dei luoghi.
Non capisco come mai metti solo l’iniziale e poi tre puntini, mentre alcuni altri luoghi, come quelli riguardanti i serafini, hanno un nome completo e ho pensato a varie cause. Inizialmente un “non ci ha fatto caso si è scordata”, per poi passare alla convinzione che ti stavano antipatici e non meritavano un nome. Probabilmente ti hanno fatto qualche brutto scherzo… no, seriamente, perché?
Non puoi dirmi “Nel paese di D…” cioè, o si chiama così e basta, ma allora i tre puntini perché?, oppure veramente, non capisco la motivazione di questa tua scelta.
Iniziamo da Gualtiero.
Questo povero ragazzo, nato sotto una cattiva stella, si trova per le mani Anacleto, serafino ferito e abbandonato. Il suo padrone glielo affida perché lo curi.
Perché non chiamano un medico, o lo portano a un ospedale, da un guaritore, qualcosa? Sembra quasi scontata l’esistenza dell’alato per Matthia, tanto che se lo carica sul carretto e porta a casa senza fare una piega, praticamente. Ma solo più avanti, quando una paesana parla con un gendarme (anche qua, rafforzi una certa idea di ambientazione ma… ma ne parlerò dopo) di questo posto con i serafini dove può chiedere spiegazioni. Quindi non sono una cosa così comune da trovare all’angolo del sentiero, no?
Non si capisce la portata dell’evento, è comune? Sì? No? Se non lo è, perché non c’è un po’ più di sorpresa e trambusto? Se lo è, come mai il gendarme sembra quasi non saperne una cippa di questa razza?
Questa è una delle incongruenze della storia, ma andiamo avanti.
Eulalia è la moglie di Matthia, lo vede arrivare a casa coperto di sangue e si arrabbia, stando a quello che capisco da ciò che scrivi, perché Matthia ha sporcato la camicia. Lui la rassicura che sta bene, ma non è quello che lei ha chiesto. Non c’è coerenza in quel dialogo.
Eulalia, che pare interessata al serafino (ancora, sono comuni, noti, o no?), aspetta quattro giorni per andare a vederlo. Perché quell’attesa, da cosa era dettata?
Si muove in quella villa adibita a ostello (anche qua poco chiara la cosa, ma vedrai nelle note del testo) solo alla quarta notte e nel mentre sono avvenute “cose”.
Avvenimenti poco chiari, morti, e il primo sogno di Gualtiero che, devo dire, è confusionario perché usi il tu, in pratica ti rivolgi al lettore, tu lettore vedi e fai, credo sia stata una svista decisamente pesante.
Eulalia, dicevamo, il pomeriggio del quarto giorno va a ficcanasare, caccia Gualtiero dalla stanza per sistemare le camere rosa, ma poi scrivi che lo segue fuori dalla stessa. Una contraddizione.
Comunque, Gualtiero sogna, Eulalia arriva e, diciamo scoperta, incolpa Anacleto di averla in qualche modo attratta. La magia è quindi comune? Considerata come? Anche qua non si evince molto dal racconto, se non che il fatto di voler approfittare della donna porta gli uomini a voler mettere al rogo Anacleto. Gualtiero, imprigionato in un sogno (?), non agisce. E, quando cerca di fare qualcosa, cose strane avvengono e non si capisce il perché, come una sedia che non rompe il vetro di una finestra. Può essere, ma come mai? Perché in realtà dorme? La magia agisce e, se sì, di chi è e perché?
Vengono chiamati i gendarmi che, suonando delle sirene (arrivano quindi con un mezzo “moderno”...?), giungono e collegano Anacleto agli omicidi. Il come mi sfugge, non mi pare gli abbiano chiesto molto.
Anacleto poi ogni tanto è ancora addormentato, ogni tanto sveglio, non ha soluzione di continuità e non si capisce cosa accada all’alato. Una scena in cui è mostruosamente deformato è lì, a un certo punto, e non è legata a nulla. Fa parte del sogno? È una allucinazione?
Fatto sta che i gendarmi lasciano lì Anacleto, il sospettato di vari omicidi, custodito da quattro gendarmi che lasciano che il serafino sia messo al rogo. Giustizia sommaria approvata tacitamente? Può essere, ma va detto.
Parliamo di Efelia.
Il nome salta fuori dal nulla, poi si capisce chi è, ma la presenti dando per scontato che sapessimo chi era. No, non sapevamo il nome e in quel contesto non era così immediata la comprensione.
Qua si tocca quello che hai inteso come gender bender, un’idea interessante, ma che nulla ha a che fare con il GB.
Tu narri di fratello e sorella che, scoperti a nove anni a baciarsi dal padre (una specie di folle orco cattivo) li rinchiude ai lati opposti di questo palazzo (anche qua, sono ai lati opposti ma li abusa contemporaneamente, stai attenta…). In qualche modo va a finire che condividono la carne con due anime, beh, mi dispiace, ma il gender bender non è questo, non spiegato così, almeno.
Il gender bender è una persona che per vari motivi (magia, scienza, tecnologia) si trova del sesso opposto. Per esemplificare: Luca si trova nel corpo dell’amica Maria e viceversa è GB. Romualdo per colpa della maledizione diventa Romualda. Genoveffa decide di cambiare sesso e diventare uomo no, invece. Non va bene.
Pur essendo interessante, non è una storia gender bender. Avrebbe potuto esserlo se il tema fosse stato trattato meglio e più centrale, approfondendo il “cambio”, ciò che implicava, parlando di esso in modo più ampio.
A conti fatti la storia presenta molte incongruenze a livello di trama, domande irrisolte, punti poco chiari. Qua te ne ho portati alcuni, sul documento trovi ogni dubbio per esteso nelle note a margine. Avevi ancora abbondante spazio per approfondire ma, soprattutto, se avevi dubbi ero lì apposta per risolverli. Mi spiace che il tema del contest sia stato mancato così tanto.


Caratterizzazione dei personaggi 10/15
Partiamo da Eulalia.
Una donna falsa, avida e bugiarda, riesci a renderla bene attraverso i suoi gesti, un bel personaggio, l’hai resa molto vera con i suoi difetti e i suoi atti subdoli. Disposta a far morire Anacleto per nascondere che era stata lei ad andare da lui, bella caratterizzazione.
Matthia… beh, lui è molto all’acqua di rose. Si intuisce un uomo buono, innamorato dalla moglie, non ha nulla di particolare che rimanga impresso, è quasi più una pennellata casuale nella storia, utile in certi passaggi e basta.
Il giovane Gualtiero è nato sotto una cattiva stella, ha avuto una vita difficile ed è pure brutto. Un po’ sfigato, ma ci piace. È imperfetto e ciò lo rende umano, ha un animo sensibile. Si innamora del serafino curandolo, ha un cuore buono, sarebbe stato meglio approfondirlo un po’ di più visto il suo ruolo decisamente centrale, a volte i suoi gesti non hanno una motivazione solida e chiara.

Anacleto è un protagonista, eppure non si evince molto di lui. Si sa dalla sorella la sua storia, emerge un poco verso la fine, questo eterno bambino che solo nei sogni è un uomo (almeno, così l’ho capito io), che ha bisogno di un guardiamo (Gualtiero).
Avrei cercato di farlo emergere un po’ di più, ma è comunque delineato.
Efelia fa un’entrata in scena un po’ misteriosa, diciamo, ma si riprende alla grande sul finale diventando una figura a tutto tondo, profonda, combattuta, umana. Mi è piaciuta moltissimo con le sue ombre e le sue luci, soprattutto nelle battute finali, questa figura merita ogni complimento.


Gradimento Personale 3/20
La valutazione devo dartela nell’ottica del contest, questo vuol dire che è bassa, in gran parte per via del mancato centro sul tema.
Fatta questa premessa, ci tengo a precisare che la storia è ricca di potenziale, l’idea dei fratelli è molto bella, ma qua è purtroppo lacunosa nelle sue dinamiche in alcune parti. Non si capisce molto bene come funzioni il “cambio”, ad esempio. Sono piccoli dettagli, ma la coerenza di una storia è fatta dai dettagli.
La mancanza di armonia in alcune sue parti, i piccoli buchi di trama, tutta una serie di cose ha di molto abbassato il mio gradimento, incluso il linguaggio. Le metafore usate in modo spropositato ed errato, un’ambientazione incomprensibile, mi hanno lasciata davvero perplessa.
L’ambientazione pareva una cosa, una specie di Italia rurale in chiave fantasy, o per lo meno con un po’ di fantastico (anche qua, sei dentro le categorie per un soffio, onestamente). Poi arrivano i gendarmi, le sirene, situazioni controverse tra loro. La cornice in cui si muovono i personaggi non è chiara, e la scelta di usare iniziali per i nomi dei luoghi, a volte sì, a volte no, mi ha davvero indispettita.
Ti ripeto che la storia ha una buona potenzialità, l’idea è ottima, ma dovresti rivederla con attenzione.


TOT 26/70






 

Recensore Master

questa storia mi ha toccato, credo che fra le tue è di sicuro la più particolare, ma anche quella ''meglio costruita'' per trama e caratterizzazione psicologica
L'idea mi è piaciuta, così come il modo con cui hai gestito tutto, sei stata davvero brava, in bocca al lupo per il contest, sappi che sono davvero ammirata!