VALUTAZIONE E RECENSIONE PER IL CONTEST -DI CORPO E D'ANIMA-
TERZA CLASSIFICATA
Grammatica 7/10
Inizio dalla grammatica.
Come mia abitudine hai qua il link di una pagina web, che corrisponde a google drive. Aprila da pc e, a lato, vedrai i commenti riguardanti le parti sottolineate che sono gli errori e le considerazioni, punto per punto, di ogni cosa errata o poco convincente.
Grammaticalmente parlando, a livelli di conoscenze, ho trovato poco di sbagliato. Qualche errore di battitura, accenti mancanti (hai più volte scritto se e non sé, hai sbagliato l'apostrofo su un indeterminativo maschile e hai sbagliato il verso di alcuni accenti, come con cosicché, ad esempio), D eufoniche (troverai il link alla regola nel documento, alla prima D eufonica segnalata), e qualche virgola mancante al ma avversativo. Nulla di tremendo, insomma.
A livello di punteggiatura in alcuni punti avrei preferito i due punti, al posto del punto e virgola e dopo i tre puntini se non si va a capo si mantiene la minuscola. Hai sbagliato qualche inciso, ma anche qua nulla di gravissimo.
Tutto sommato una buona grammatica e una buona punteggiatura, un bel 7!
Lessico, stile, espressività 2/10
Qua casca l’asino.
Il discorso diventa lungo, e spero che tu non ti senta offesa.
Cominciamo con il chiarire alcuni concetti, cioè cosa sono una metafora e una similitudine.
Metafora: Deriva dal greco metaforà e dal latino metaphero e significa "io trasporto". La metafora consiste nel sostituire una parola con un'altra per rafforzare il concetto.
È un paragone tra due realtà lontane che hanno però un elemento in comune. È costruita da una cornice (una o più parole usate in senso letterale) e da un focus (parola o insieme di parole usate metaforicamente).
Similitudine: è un paragone che avviene tra due elementi introdotti da un nesso (come, così, tal, eccetera).
La "Metafora" e la "Similitudine" hanno in comune il fatto di voler renderci più chiaro un significato attraverso la creazione di una immagine. Un’immagine ATTINENTE. Che rafforzi o evochi la situazione sulla quale la metafora si basa e si sviluppa.
Tu ami le metafore e le similitudini, ogni poche righe, più o meno , se ne trova una. Umberto eco, e altri grandi scrittori, consigliano di non strafare e nel tuo caso sei un pochino al di là dello strafare. Un po’ per la quantità di metafore complesse ed elaborate, ma il problema è che non sono chiare, comprensibili, evocano cose impossibili.
“La vita è l’ombra di una nube sul terreno”, evoca l’idea di effimero. “Forte come un leone”, “bella come una dea”; potrei continuare, ma credo di essere stata chiara. La semplicità non è il male, ciò che cerchi di comunicare deve essere concreto, collegato al significato letterale, non un volo pindarico che manca di ogni aggancio, come qua:
-I rami, grondanti di calura, cinguettano pigri nella luce accecante-
Non parli di uccellini da nessuna parte, in quel piazzale alberato i rami cinguettano, pigri, grondando calore. È una metafora assurda, senza legami, che non evoca nulla se non un grosso punto di domanda e il quesito: “ma sono alberi demoniaci, mostruosi, qualcosa di anomalo, che cinguettano?”
O, ancora, mi usi -erba croccante di rugiada-. La rugiada è acqua, e croccare evoca una cosa ben precisa. Ora, come fai a legare queste due cose? Se fosse stata brina sarebbe andata benissimo, l’erba gelata dalla brina crocca quando la calpesti, ma l’erba piena di rugiada, al massimo, ti bagna.
Il tuo problema è, secondo me, farti prendere dalla poesia senza ragionarci su una volta scritta la metafora/similitudine. Deve avere un nesso con quello che descrivi, evocare e rafforzare il significato letterale. Non essere un volo di immagini sconnesse e insensate ai fini di quello che narri e della situazione.
Ma andiamo avanti, questa è la tua maggior “pecca”, però voglio farti presente altre cose. Scrivi in un modo che mi ha inizialmente ricordato Goldoni, gran brava persona, autore che fa parte della storia italiana in più modi. Usi questo stile che ha quel sapore “ottocento un po’ settecento”, che ammetto inizialmente mi ha lasciato un po’ così.
Ribadisco, Goldoni brava persona, ma non mi piace come scrive. Anche se dubito si ribalterà nella tomba per la mia opinione.
Con questo stile mi hai evocato in mente, anche grazie a ciò che inizialmente descrivi, un’Italia rurale dell’epoca goldoniana, con Poldrino e il ciuco ciucco. (Hai fatto un errore, lì, ciuco è con una c sola, se ne metti due è ubriaco. Ho riso un sacco, immaginandomi un ciuco ciucco, scusa XD). Il punto, però, non è questo. Hai uno stile che reputo difficile da reggere, e non sempre sei riuscita a mantenerlo, perdendoti in vari punti i soggetti, finendo in frasi contorte e poco comprensibili, lasciando, qua e là, degli anacoluti. (un anacoluto indica generalmente la frattura di una sequenza sintattica mediante l’intromissione di un altro frammento sintatticamente sconnesso o, nella linguistica testuale, un cambio di progetto che interviene nel corso della strutturazione del discorso da parte del parlante.)
Ti invito, quindi, a fare ben attenzione al soggetto, tenerlo sempre presente e ricordati che con il cambio di capoverso, anche se il soggetto è lo stesso, va ribadito.
Altra cosa, attenzione alle parole, hanno tutte un significato ben preciso, fa molto caso a quelle che usi, quando le usi; ti porto come esempio il cencio che usi all’inizio. Si intende un brandello, uno straccio, una pezza, comunque di piccole dimensioni, eppure un cencio avvolge il serafino come una coperta. Piuttosto potevi dire “una coperta cenciosa”. Fai altri simili errori, usando termini in un impiego che esula dal loro reale significato, nel documento trovi tutto.
Sviluppo della trama e attinenza al tema del contest 4/15
Anche qua credo mi dilungherò un po’, anche se credo che ormai i tuoi anatemi mi stiano piovendo addosso, sento l’ombra della falce su di me. XD
Non ci giro attorno, spesso la trama mi ha lasciato perplessa, presenta delle falle qua e là, dei punti che non capisco, ma iniziamo dalle cose più immediate e concrete.
I nomi dei luoghi.
Non capisco come mai metti solo l’iniziale e poi tre puntini, mentre alcuni altri luoghi, come quelli riguardanti i serafini, hanno un nome completo e ho pensato a varie cause. Inizialmente un “non ci ha fatto caso si è scordata”, per poi passare alla convinzione che ti stavano antipatici e non meritavano un nome. Probabilmente ti hanno fatto qualche brutto scherzo… no, seriamente, perché?
Non puoi dirmi “Nel paese di D…” cioè, o si chiama così e basta, ma allora i tre puntini perché?, oppure veramente, non capisco la motivazione di questa tua scelta.
Iniziamo da Gualtiero.
Questo povero ragazzo, nato sotto una cattiva stella, si trova per le mani Anacleto, serafino ferito e abbandonato. Il suo padrone glielo affida perché lo curi.
Perché non chiamano un medico, o lo portano a un ospedale, da un guaritore, qualcosa? Sembra quasi scontata l’esistenza dell’alato per Matthia, tanto che se lo carica sul carretto e porta a casa senza fare una piega, praticamente. Ma solo più avanti, quando una paesana parla con un gendarme (anche qua, rafforzi una certa idea di ambientazione ma… ma ne parlerò dopo) di questo posto con i serafini dove può chiedere spiegazioni. Quindi non sono una cosa così comune da trovare all’angolo del sentiero, no?
Non si capisce la portata dell’evento, è comune? Sì? No? Se non lo è, perché non c’è un po’ più di sorpresa e trambusto? Se lo è, come mai il gendarme sembra quasi non saperne una cippa di questa razza?
Questa è una delle incongruenze della storia, ma andiamo avanti.
Eulalia è la moglie di Matthia, lo vede arrivare a casa coperto di sangue e si arrabbia, stando a quello che capisco da ciò che scrivi, perché Matthia ha sporcato la camicia. Lui la rassicura che sta bene, ma non è quello che lei ha chiesto. Non c’è coerenza in quel dialogo.
Eulalia, che pare interessata al serafino (ancora, sono comuni, noti, o no?), aspetta quattro giorni per andare a vederlo. Perché quell’attesa, da cosa era dettata?
Si muove in quella villa adibita a ostello (anche qua poco chiara la cosa, ma vedrai nelle note del testo) solo alla quarta notte e nel mentre sono avvenute “cose”.
Avvenimenti poco chiari, morti, e il primo sogno di Gualtiero che, devo dire, è confusionario perché usi il tu, in pratica ti rivolgi al lettore, tu lettore vedi e fai, credo sia stata una svista decisamente pesante.
Eulalia, dicevamo, il pomeriggio del quarto giorno va a ficcanasare, caccia Gualtiero dalla stanza per sistemare le camere rosa, ma poi scrivi che lo segue fuori dalla stessa. Una contraddizione.
Comunque, Gualtiero sogna, Eulalia arriva e, diciamo scoperta, incolpa Anacleto di averla in qualche modo attratta. La magia è quindi comune? Considerata come? Anche qua non si evince molto dal racconto, se non che il fatto di voler approfittare della donna porta gli uomini a voler mettere al rogo Anacleto. Gualtiero, imprigionato in un sogno (?), non agisce. E, quando cerca di fare qualcosa, cose strane avvengono e non si capisce il perché, come una sedia che non rompe il vetro di una finestra. Può essere, ma come mai? Perché in realtà dorme? La magia agisce e, se sì, di chi è e perché?
Vengono chiamati i gendarmi che, suonando delle sirene (arrivano quindi con un mezzo “moderno”...?), giungono e collegano Anacleto agli omicidi. Il come mi sfugge, non mi pare gli abbiano chiesto molto.
Anacleto poi ogni tanto è ancora addormentato, ogni tanto sveglio, non ha soluzione di continuità e non si capisce cosa accada all’alato. Una scena in cui è mostruosamente deformato è lì, a un certo punto, e non è legata a nulla. Fa parte del sogno? È una allucinazione?
Fatto sta che i gendarmi lasciano lì Anacleto, il sospettato di vari omicidi, custodito da quattro gendarmi che lasciano che il serafino sia messo al rogo. Giustizia sommaria approvata tacitamente? Può essere, ma va detto.
Parliamo di Efelia.
Il nome salta fuori dal nulla, poi si capisce chi è, ma la presenti dando per scontato che sapessimo chi era. No, non sapevamo il nome e in quel contesto non era così immediata la comprensione.
Qua si tocca quello che hai inteso come gender bender, un’idea interessante, ma che nulla ha a che fare con il GB.
Tu narri di fratello e sorella che, scoperti a nove anni a baciarsi dal padre (una specie di folle orco cattivo) li rinchiude ai lati opposti di questo palazzo (anche qua, sono ai lati opposti ma li abusa contemporaneamente, stai attenta…). In qualche modo va a finire che condividono la carne con due anime, beh, mi dispiace, ma il gender bender non è questo, non spiegato così, almeno.
Il gender bender è una persona che per vari motivi (magia, scienza, tecnologia) si trova del sesso opposto. Per esemplificare: Luca si trova nel corpo dell’amica Maria e viceversa è GB. Romualdo per colpa della maledizione diventa Romualda. Genoveffa decide di cambiare sesso e diventare uomo no, invece. Non va bene.
Pur essendo interessante, non è una storia gender bender. Avrebbe potuto esserlo se il tema fosse stato trattato meglio e più centrale, approfondendo il “cambio”, ciò che implicava, parlando di esso in modo più ampio.
A conti fatti la storia presenta molte incongruenze a livello di trama, domande irrisolte, punti poco chiari. Qua te ne ho portati alcuni, sul documento trovi ogni dubbio per esteso nelle note a margine. Avevi ancora abbondante spazio per approfondire ma, soprattutto, se avevi dubbi ero lì apposta per risolverli. Mi spiace che il tema del contest sia stato mancato così tanto.
Caratterizzazione dei personaggi 10/15
Partiamo da Eulalia.
Una donna falsa, avida e bugiarda, riesci a renderla bene attraverso i suoi gesti, un bel personaggio, l’hai resa molto vera con i suoi difetti e i suoi atti subdoli. Disposta a far morire Anacleto per nascondere che era stata lei ad andare da lui, bella caratterizzazione.
Matthia… beh, lui è molto all’acqua di rose. Si intuisce un uomo buono, innamorato dalla moglie, non ha nulla di particolare che rimanga impresso, è quasi più una pennellata casuale nella storia, utile in certi passaggi e basta.
Il giovane Gualtiero è nato sotto una cattiva stella, ha avuto una vita difficile ed è pure brutto. Un po’ sfigato, ma ci piace. È imperfetto e ciò lo rende umano, ha un animo sensibile. Si innamora del serafino curandolo, ha un cuore buono, sarebbe stato meglio approfondirlo un po’ di più visto il suo ruolo decisamente centrale, a volte i suoi gesti non hanno una motivazione solida e chiara.
Anacleto è un protagonista, eppure non si evince molto di lui. Si sa dalla sorella la sua storia, emerge un poco verso la fine, questo eterno bambino che solo nei sogni è un uomo (almeno, così l’ho capito io), che ha bisogno di un guardiamo (Gualtiero).
Avrei cercato di farlo emergere un po’ di più, ma è comunque delineato.
Efelia fa un’entrata in scena un po’ misteriosa, diciamo, ma si riprende alla grande sul finale diventando una figura a tutto tondo, profonda, combattuta, umana. Mi è piaciuta moltissimo con le sue ombre e le sue luci, soprattutto nelle battute finali, questa figura merita ogni complimento.
Gradimento Personale 3/20
La valutazione devo dartela nell’ottica del contest, questo vuol dire che è bassa, in gran parte per via del mancato centro sul tema.
Fatta questa premessa, ci tengo a precisare che la storia è ricca di potenziale, l’idea dei fratelli è molto bella, ma qua è purtroppo lacunosa nelle sue dinamiche in alcune parti. Non si capisce molto bene come funzioni il “cambio”, ad esempio. Sono piccoli dettagli, ma la coerenza di una storia è fatta dai dettagli.
La mancanza di armonia in alcune sue parti, i piccoli buchi di trama, tutta una serie di cose ha di molto abbassato il mio gradimento, incluso il linguaggio. Le metafore usate in modo spropositato ed errato, un’ambientazione incomprensibile, mi hanno lasciata davvero perplessa.
L’ambientazione pareva una cosa, una specie di Italia rurale in chiave fantasy, o per lo meno con un po’ di fantastico (anche qua, sei dentro le categorie per un soffio, onestamente). Poi arrivano i gendarmi, le sirene, situazioni controverse tra loro. La cornice in cui si muovono i personaggi non è chiara, e la scelta di usare iniziali per i nomi dei luoghi, a volte sì, a volte no, mi ha davvero indispettita.
Ti ripeto che la storia ha una buona potenzialità, l’idea è ottima, ma dovresti rivederla con attenzione.
TOT 26/70
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