Recensioni per
Meat Factory A.D. 2169
di Flora

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/01/16, ore 21:46

Ciao!

Sono passata a leggere questa flash, perché ci tenevo a leggere qualcosa di tuo, ma visto il tempo a dispozione che ho, non potevo dedicarmi a qualcosa di più lungo.
La creatura non è ben specificata, ma potrebbe essere di tutto e questa sorta di non consapevolezza che dovrebbe lasciare il lettore sbalordito o quanto meno attonito di fronte la crudeltà umana.
Molto spesso gli esseri umani sanno essere crudeli, è come se spegnessero l'interruttore, immaginario, che hanno dietro la testa, cliccano su off, e poi, quello che succede, succede. Non gli interessa nulla se è per un loro scopo, se è per un fine da loro prestabilito.
L'allevamento in cattività che sia su un animale o su un essere umano, se considerato come un esperimento o, comunque, carne da macello è agghiacciante comunque, ma in fondo si sa che all'uomo piace giocare a fare Dio, in fondo ci ha creati anche a sua immagine e somiglianza!
Come sembre, un tuo scritto è sempre ben riuscito!
Alla prossima!

Recensore Junior
30/11/15, ore 09:15

Eccomi qui a commentare questa tanto breve quanto intensa – intensissima, anzi – flash.
L'idea, di per sé, non è troppo originale – spesso è volentieri si trovano in film, romanzi ed in altre opere di fantasia richiami più o meno evidenti ad allevamenti umani, dove si produce carne da consumo – ma il fatto è che qui non occorre originalità: mostri infatti un'oscenità fin troppo reale ed è questo che rende il tuo pezzo doppiamente catalogabile come testo horror: per gli eventi, crudi e crudeli che narri, ma, soprattutto, perché, sebbene – almeno credo! D: – non esistano allevamenti da carne umana, i medesimi, terribili trattamenti da te raccontati sono comunque destinati ad esseri viventi, provvisti di intelletto e sentimenti – anzi, gli animali, per certi versi, sono superiori a noi; sicuramente più innocenti ed indifesi.
Se si legge il pezzo senza – permettimi l'uscita poetica – cuore, quindi, ci si trova davanti un inquietante racconto dell'orrore, principalmente basato sul tabù del consumo di carne umana. Ma, se si conosce te, la tua ammirevole filosofia di vita, o se anche solamente si prova ad analizzare il testo con appena più coscienza, si vedrà una chiara denuncia ad un sistema disgustoso, che fa soldi non solo sulla morte, ma anche, cosa a mio avviso ben peggiore, sullo sfruttamento totale della vita – un impero della privazione della dignità e del terrore, insomma.
Non ho molto altro da aggiungere, credo. A parte il fatto che mi piacerebbe molto se più persone, magari, leggessero cose del genere e se, specialmente, ne avessero beneficio morale.
Solita bandierina verde – seppur con qualche schizzo di sangue, stavolta.

Recensore Master
29/11/15, ore 13:31

Ciao! :D
Appena ho iniziato a leggere, lo ammetto, non ho potuto fare a meno di pensare a "l'orrore di Dunwich": si tratta di un racconto di Lovecraft, che se non hai letto ti consiglio di farlo.
Credo di non aver mai provato tanta angoscia nel leggere una storia tanto breve. In me si sono susseguiti così tanti sentimenti, durante la lettura, che faccio fatica a riorganizzarli in una recensione di senso compiuto.
Ci provo.
Inizio dall'angoscia, che è il sentimento che più mi ha "rapita". Premetto che a me i racconti horror mettono l'ansia, soprattutto se come in questo caso, non è chiaro ciò di cui si parla. CZ3647589 non credo sia un essere umano, tuttavia, leggere della sua nascita mi ha fatto tenerezza, soprattutto per il modo in cui si stringe a sua madre.
Altra grande fonte di ansia, è la scena finale: non è chiaro se il signor Robicheck stia banchettando con la creatura nata da poco o con la madre, tuttavia, non mi ha lasciato una piacevole sensazione e mi ha fatto chiedere di quale delle due creature - l'uomo o la creatura non identificata - bisogna avere paura.
La scena del 13 giugno mi ha straziata e mi ha fatto inorridire, soprattutto per quel "bravo bambino" finale. Temo che madre e figlio non abbiano fatto una bella fine.
Sei riuscita a gestire molto bene una vicenda così breve nei suoi punti salienti, dando proprio l'impressione di un diario "di bordo" su cui chi osserva - forse uno scienziato? Chi lo sa - appunta quella che sembra una routine. Le frasi brevi accentuano la cadenza temporale e il susseguirsi quasi meccanico delle azioni: queste due caratteristiche in particolare mi fanno pensare che anche lo stile di narrazione si adatta perfettamente al genere science-fiction.
Che posso aggiungere?
Complimenti!

p.s.: ho visto che hai scritto diverse storie su Alessandro Magno. Lo ami anche tu? Io ero arrivata a sognarlo quasi tutte le notti, durante i miei 15-16 anni. Pensa te quanto ero ossessionata da lui! *fugge* xD

alla prossima!
Elly

Recensore Junior
18/11/15, ore 21:43

Questa flash è assolutamente agghiacciante.

Mi ricorda la nausea che ho avuto leggendo il libro "Sirene", di Laura Pugno: per temi, sono abbastanza simili, se non lo hai letto te lo consiglio vivamente.

La metafora dell'essere umano che riceve lo stesso trattamento degli animali cosiddetti "da macello" colpisce in pieno. L'umanità portata alle estreme conseguenze, l'ipocrisia del consumatore che non ama la vista del sangue, che sceglie di non pensare da dove provenga quella carne, è estremamente attuale su molti livelli.

Perché, se ora gli animali, non gli uomini, un giorno?

Il componimento è brevissimo, ma l'ho trovato pieno di significato: CZ3647589, per quanto ridotto allo stato di bestia, dalla sua nascita che però è solo lunga agonia, è vivo e vero.

Più reale nel suo osservare il pulviscolo che danza nella luce, genuino nel suo piangere e scalciare, e sentire la madre di chi gli punta la pistola in fronte, gli dice che è un bravo bambino. Più reale di chi ha un cognome, e un coltello, e non ama le visioni cruente.

Perfetta. Formalmente, grammaticalmente, per stile e per narrazione.
Non c'è altro da dire.