Eccomi qui a commentare questa tanto breve quanto intensa – intensissima, anzi – flash.
L'idea, di per sé, non è troppo originale – spesso è volentieri si trovano in film, romanzi ed in altre opere di fantasia richiami più o meno evidenti ad allevamenti umani, dove si produce carne da consumo – ma il fatto è che qui non occorre originalità: mostri infatti un'oscenità fin troppo reale ed è questo che rende il tuo pezzo doppiamente catalogabile come testo horror: per gli eventi, crudi e crudeli che narri, ma, soprattutto, perché, sebbene – almeno credo! D: – non esistano allevamenti da carne umana, i medesimi, terribili trattamenti da te raccontati sono comunque destinati ad esseri viventi, provvisti di intelletto e sentimenti – anzi, gli animali, per certi versi, sono superiori a noi; sicuramente più innocenti ed indifesi.
Se si legge il pezzo senza – permettimi l'uscita poetica – cuore, quindi, ci si trova davanti un inquietante racconto dell'orrore, principalmente basato sul tabù del consumo di carne umana. Ma, se si conosce te, la tua ammirevole filosofia di vita, o se anche solamente si prova ad analizzare il testo con appena più coscienza, si vedrà una chiara denuncia ad un sistema disgustoso, che fa soldi non solo sulla morte, ma anche, cosa a mio avviso ben peggiore, sullo sfruttamento totale della vita – un impero della privazione della dignità e del terrore, insomma.
Non ho molto altro da aggiungere, credo. A parte il fatto che mi piacerebbe molto se più persone, magari, leggessero cose del genere e se, specialmente, ne avessero beneficio morale.
Solita bandierina verde – seppur con qualche schizzo di sangue, stavolta. |