Recensioni per
Massacrerei il mondo intero, se solo tu mi amassi
di Flora

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore

Salve, è la prima volta che ''incappo'' in una fanfiction scritta a quattro mani, ma soprattutto scritta così bene a quattro mani - ed è anche la prima volta che leggo una storia in questo fandom, per quanto abbia visto il film almeno una 50ina di volte e lo abbia adorato.
Passando concretamente alla storia, sono rimasta affascinata dal modo in cui avete descritto tutto l'avvenimento; attraverso la scrittura stessa, l'utilizzo di determinate parole al posto di altre, siete riuscite a rendermi partecipe - come lettrice - di quello che stava avvenendo. Mi sono sentita uno spettatore attivo ed è sempre positiva come sensazione.
Per i personaggi non posso dirvi molto, non sono molto ferrata e non li conosco bene ma mi è piaciuto il punto di vista di Commodoro e quanto siate riuscite a renderlo umano, pieno di sfaccettature e con una vera e propria profondità psicologica.
Mi sa che andrò a leggere al più presto anche la seconda parte, perché questa mi è piaciuta davvero davvero tanto - infatti finisce tra le preferite.
Ps: ho adorato l'uso di parole ''tecniche'', rendono la narrazione ancora più concreta e evocativa.

Alla prossima e complimenti ancora per la storia,
Ipswich ~

Recensore Junior

Ciao! :3
Comincio con il dire che ho davvero amato questa storia in tutto e per tutto!
Mi è piaciuto molto come hai trattato il personaggio di Commodo, che nonostante sembri "infantile" prova dei sentimenti veri e propri per la sorella, anche se non riuscirà comunque mai a confessarglieli del tutto. Anche il personaggio di Lucilla è trattato molto bene, e mi è piaciuto soprattutto il fatto che tu abbia evidenziato la sua delicatezza ma allo stesso tempo la sua forza d'animo, cosa che anche il fratello nota quando lei è arrabbiata.
Marcia poi è di una tenerezza assurda, e anche se è solo la concubina del principe sembra che ci tenga davvero a lui.
La parte della semi-confessione di Commodo e quella della "riappacificazione" sono in assoluto le mie preferite: infatti ai dialoghi si aggiungono le azioni, e soprattutto i pensieri -soprattutto quelli del principe- che stravolgono tutto il senso delle azioni stesse. Infatti durante tutta la storia il principe soffre sempre e comunque, anche dopo il "chiarimento" con la sorella. E la cosa più bella è che la sofferenza di Commodo è davvero tangibile, quasi uscisse dallo schermo per far capire meglio i suoi sentimenti.
Non ho notato nessun errore ortografico, e mi congratulo davvero per il tuo modo di scrivere con un ampio lessico, ma nonostante ciò scorrevole. Ci sono molte descrizioni, non solo dei sentimenti, delle sensazioni e dei pensieri dei personaggi, ma anche dell'ambiente in cui si svolge il tutto: questo senza dubbio aiuta nella lettura, davvero brava *^*
E poi il tuo modo di scrivere in terza persona al presente è impressionante: io per esempio trovo che sia veramente difficile per eventuali errori di distrazione e improvviso passaggio dal presente al passato, ma tu sei davvero brava!
Complimenti *^*
Alla prossima!

-Panda.

Recensore Junior

allora, sono qui per lo scambio recensioni..
devo dire che il tema dell'incesto mi sta sempre un po' pesante, in questo caso la psicologia dei personaggi (più di Commodo) viene approfondita, ma in ogni caso l'ho trovato sviluppato in modo un po' inquietante e morboso. Mi piace il lessico ricercato anche se rende la lettura pesantina, e avrei messo a capo più spesso. E' comunque una storia ottimamente scritta, forse non ho capito in che momento della storia originale è ambientata. Il film l'ho visto parecchio tempo fa ma i due fratelli erano tra i personaggi che mi sono rimasti più impressi, però a parte alcune ricerche per gusto personale sui gladiatori e le fasi dei "giochi" non so troppo della storia romana (che non studio da tempi immemori), hai fatto bene a lasciare termini in latino e spiegarli alla fine.
Alla prossima!

Recensore Master

Avevo puntato questa storia da qualche giorno, finalmente ho avuto il tempo di leggerla. Mi è piaciuta moltissimo e devo farvi i miei complimenti, ragazze.
Mi piace il vostro stile di scrittura, curato ma mai pesante, in più ho apprezzato davvero molto il vostro modo di trattare il rapporto tra Commodo e Lucilla.
Il Gladiatore è uno dei miei film preferiti in assoluto e adoro come è stata resa la figura di Commodo. Questa storia non fa che approfondire un carattere che è già emerso abbastanza nettamente dalla pellicola, senza stravolgerlo, ma anzi con una fedeltà che non era semplice da usare, come capita ogni volta di fronte a personaggi così complessi.
I pensieri di Commodo sono trattati in modo delicato, del principe emerge sia il lato brusco e iracondo che quello più debole e infantile. Non avete perso tempo ad attribure etichette a qualcosa che mal si presta ad essere definito e ridotto in poche parole; al contrario avete mostrato ciò che lui prova per Lucilla e ciò che lei rappresenta per il fratello, facendolo vivere nelle parole e nei gesti.
Ho davvero molto apprezzato la lettura e al più presto passerò dal secondo episodio.

Recensore Junior

Salve. ù_ù Finalmente trovo un attimo di raccoglimento per recensire come si deve questa vostra fatica a quattro mani e scrivere una recensione degna di questo nome (più tardi passerò al secondo episodio, impegni permettendo).

Per prima cosa, vi faccio i complimenti per come siete riuscite ad amalgamare insieme il vostri due stili. Io che vi conosco bene capisco dove avvengono le cesure, ma da un punto di vista oggettivo, il testo risulta unitario, fluido e scorrevole. Una collaborazione assolutamente riuscita! Restando in tema di stile, non ho appunti da fare. Il brano non ha toni particolarmente aulici, se non in certe immagini poetiche e preziose che però non risultano leziose e non lo appesantiscono affatto. Ho trovato delle immagini molto belle (in primis, quella delle creature che cambiano pelle per rafforzarsi e delle altre che, come Commodo, sono destinate a morire perché non possono adattarsi al clima). Trovo che esse siano funzionali a far comprendere la relazione tra Commodo e Lucilla, mai superflue o esagerate.

Tuttavia, è proprio il rapporto tra i due fratelli a essere la chicca di questo brano. Si propende a vedere la situazione dagli occhi di Commodo - Lucilla è la parte, dei due, che dovrebbe essere razionalmente compatita, eppure non si può fare a meno di comprendere il "cattivo", compatirlo. Oggettivamente, che Commodo non sia uno stinco di santo è evidente dal trattamento che riserva a Marcia, oggetto dei suoi sfoghi; mentre le motivazioni della sua rabbia verso Lucilla possono anche essere comprese, le maniere che usa con la sua schiava sono ingiustificate, e cattive. Ma Lucilla entrando, vede la ragazza, non le riserva che gentile indifferenz. Se prova empatia in quanto donna, non viene rivelato; un comportamento che ho trovato molto in linea con gli usi del tempo, per cui gli schiavi non sono che oggetti semoventi privi di sentimenti (o almeno, così ci dice la mora comune. Ironico: sono proprio queste figure, Massimo nel film e Marcia nella Storia, a portare alla rovina Commodo. Proprio loro, così palesemente ritenuti inferiori).

La contorta, malata relazione tra i due fratelli è ben spiegata nel testo: basta questo episodio per svelare la persistente cecità di Lucilla, che non vuol vedere oltre il proprio naso perché i sentimenti di Commodo verso di lei sono una verità troppo scomoda da poter accettare; e, per contro, i tentativi disperati di Commodo di mostrarle il proprio animo, un po' per mancanza di autocontrollo, un po' perché, inconsciamente, desidera "essere svelato". Che sia per allontanarla da sé, o per smuoverla in qualche modo dalla situazione di impasse che lo sta facendo impazzire.
La mente di Commodo non conosce un vero riposo, e l'inazione a cui Lucilla lo costringe sta deteriorando la sua sanità mentale. Massimo, qui, non è oggetto di invidia per il suo valore oggettivo - magari, quella giungerà dopo quando Commodo si renderà conto che anche suo padre, che pure lo rimprovera tanto spesso e ancora non lo ha dichiarato suo erede, guarda il soldato con occhi ammirati - ma per il valore che assume allo sguardo di Lucilla.

La tragicità di tutto ciò sta nelle due tipologie di sentimento - affetto fraterno e amore di uomo - che non possono districarsi né conciliarsi davvero, un po' come acqua e olio; possono solo ribollire in un paiolo che finirà per scoppiare, di cui l'episodio non è altro che uno semplice sbuffare di una pentola a pressione che lentamente si avvicina al limite.

Bello, bello, bello. Mi sono piaciuti, li ho trovati IC e sicuramente il testo è più storicamente accurato di quanto non sia tutto il film a cui è ispirato. Il lavoro che c'è dietro si percepisce perfettamente, le note sono utilissime, e niente. Brave. Brave, brave, brave.

Vi lascio le solite noticine finali (avevo detto di non averne, ma temo di essere troppo addormentata mentre leggevo il pezzo la prima volta. ù_ù), nella speranza di essere d'aiuto:

"Legno" / "Legno" --> Ripetizione del sostantivo a distanza ravvicinata.

"Incidere" / "incisa" / " marchiatura" --> La marchiatura è il processo di imprimere il marchio, piuttosto che il marchio stesso. Dunque si può dire che, per Commodo, assistere alla scena tra Massimo e Lucilla sia stato come subire una marchiatura, ma non che la "marchiatura" gli si sia incisa - tra l'altro, qui compare la ripetizione del verbo "incidere" - nella memotria. Più corretto è parlare di "marchio".
"L'emicrania gli ha martellato le tempie tutto il giorno, sperava" --> Sostituirei la virgola con un punto e virgola.
". “Stavi" --> Un doppio spazio tra il punto e "stavi".
" le dita sbiancate dal freddo e dalla tensione" --> In realtà le dita sì, si sbiancano con la tenzione, ma per effetto della temperatura si arrossano, non si sbiancano. Se illividiscono, rimangono comunque soffuse di un leggero rossore.
"grande azione" --> "Grande impresa" mi pare più calzante.
"coppe" / "coppa" --> Ripetizione.
gli è stato imposto --> Refuso: si riferisce a Lucilla, dunque "le è stato imposto".
"le unghie graffiare la pelle. “Credi" --> Di nuovo un doppio spazio birichino.
"sue stanze" --> Qui potrei aver capito male io, nel caso correggetemi: ci troviamo in un accampamento, e anche Lucilla abita all'interno del castro, è così? Allora perché parlare di "stanze" se di fatto Lucilla abita in una tenda?
"sbucci" --> Più corretto "sbucciature".
"sentimento" / "sentimento" --> Ripetizioncina. Sostituirei il secondo con un "ma esso è dentro...".
"Non è mai stato bravo a nascondere i suoi sentimenti – a controllare i suoi impulsi – suo padre l'ha sempre redarguito per questo, ricordandogli che un imperatore deve imparare il valore della temperanza, in ogni cosa – ma per quanto abbia tentato non c'è mai riuscito." --> Gente, troppi trattini. Perché non sostituite la prima coppia con una virgola e un due punti prima di "suo padre"?
"quando crescerai un po'" --> Utilizzerei "poco", mi pare più adatto alla voce parlante.
"silenzio" / "silenziosa" --> Che ne dite di "tacita" al posto di "silenziosa"?
per il quale non ha nome --> Non è che sia scorretto, ma qualcosa di simile a "a cui non sa dare un nome." mi suonerebbe più elegante.
(Recensione modificata il 04/12/2015 - 05:01 pm)

Recensore Master

Ciao! Ho apprezzato moltissimo questa storia... anche perché sto dando l'esame di storia romana ed è stato davvero carino leggere una os che riguardasse il periodo che sto studiando!
L'introspezione di Lucilla è molto bella, allo stesso modo come Commodo è inquietante e preoccupante.
Persino Marco Aurelio, suo padre, non lo riteneva degno di diventare imperator.
Ma poco poteva farci.
Lui ha visto il pericolo negli occhi del figlio e lo vediamo nelle frasi che lui stesso dice.
Bello anche il modo in cui Lucilla vede Massimo... così meritevole.

Brava.
Davvero.
un abbraccio e a presto!
Juliet

Recensore Veterano

A me Commodo è sempre stato simpatico. Il Commodo storico, quello che combatteva contro i gladiatori e faceva stragi di struzzi, quello che si è fatto ammazzare in un bagno e che voleva dare libertà di culto all'impero, quello che è nato dalle mie parti. Poi, è arrivato il "Gladiatore". Ricordo ancora un pomeriggio di maggio, dentro la Bod, a Oxford, con un prof di Storia Romana (di cui non ricordo il nome, ma era anziano e chissà se è ancora vivo). Abbiamo fatto l'elenco di tutti gli anacronismi e gli errori storici nel "Gladiatore" e ormai ogni volta che ci penso vedo i suoi capelli bianchi e il suo sorriso mentre facevamo un elenco abbastanza grosso. Mi viene da pensare che Massimo è stato parzialmente ispirato a Pompeiano, che sì, era siro, ma era il comandante di una felix parthica e sì, abitava al mio paese. Mi viene da pensare che io con Lucilla non ci sarei mai andata d'accordo, perché era una serpe e Marcia doveva essere molto meno sottomessa di come sembra. E, niente, poi penso che con "Il gladiatore" un sacco di gente si è messa a studiare storia e che, poi, per quanto io con Russel Crowe ci abbia litigato all'aeroporto (e non è una battuta), è un grande attore e il film è un gran bel film, pieno di autocitazioni di altri lavori di Scott (e la cosa assurda è che quest'estate sono stata nell'unico cinema che ancora trasmette reels ed era stato fondato dalla famiglia di Scott, su consiglio di una prozia di Scott). Miviene pure da pensare che invece Joaquim Phoenix è un gran pezzo di manzo e deve essere pure un ragazzo simpatico e forse ho scritto troppo e troppo autobiografismo, ma se nascono cose così, forse ha ancora più senso che quel film sia stato girato, perché tanta gente, alla fine della fiera, ci si è appassionato e basta solo che ne esca qualcosa che per qualche minuto non ci fa pensare all'inferno che c'è qui intorno.
ti abbraccio forte.
E.