Ciao!
Scusami per il ritardo, sono imperdonabile!
Vorrei iniziare questa recensione col dirti che scrivi davvero davvero molto bene. Hai uno stile che permette di raccontare storie dal carattere molto forte ma con le parole che danzano in maniera delicatissima. Non so se riesco a spiegarmi, ma per farla in breve tu potresti anche descrivere un omicidio, una violenza brutale e sarebbe comunque bello da leggere XD
Questo perché comunque scegli un buon lessico e hai una buona sintassi [ovviamente per sintassi intendo anche che non fai errori grammaticali!]
Ora veniamo alla storia vera e propria... April. Sì, questo personaggio che ha tanto da dare ma si trattiene, soffocata da una paura irrazionale che, però, molte volte le ha dato ragione.
Infatti per un istante si è permessa di immaginarsi come le sue amiche - che si sono sposate - ma poi la paura aveva preso il sopravvento e aveva lasciato perdere tutto.
Ammetto, la cosa che mi ha incuriosita di più è stata la frase "ed a lei sola era rimasto il compito di ricordare, di perdonare".
Volevo farti i complimenti per la bellezza di questa frase: " Le parole non dette si dilatano nella morte, assumono forme e colori che prima non avrebbero mai avuto, diventano un pozzo senza fondo, lo specchio impietoso, insospettabile di un segreto troppo a lungo mantenuto. Marcisce in chi è rimasto indietro, si trasforma in dubbio, in mostro feroce da cui non c'è scampo."
Complimenti davvero e scusa se mi sono permessa di copiarti le due frasi... ma volevo persino appuntarmele e poi dire che era tua la frase ahahaha!
Complimenti ancora.
Un abbraccio e a presto.
Juliet |