Recensioni per
Evoluzione
di Nocturnia

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
05/01/17, ore 12:58
Cap. 1:

Consideriamo l’Evoluzione: quel processo per cui tramite adattamenti a livello genetico un organismo in un determinato ambiente vede aumentata la propria fitness e sopravvive per trasmettere i propri caratteri, ciò che gli permette di emergere biologicamente vincitore nella lotta presieduta dalla Selezione Naturale e prevalere su quegli organismi che si sono dimostrati inadatti alla sopravvivenza in quel determinato ambiente. Suppergiù, potremmo definire questo il “processo evolutivo”. Bisogna ammetterlo: Albert Wesker è un raffinato darwinista, ha imbastito il setaccio con cui intende impugnare lo scettro della Selezione e scartare le varianti inadatte alla sopravvivenza.

Abbiamo l’Uroboros da una parte, il setaccio; il potere dall’altro, il mezzo per arrivare a progettare il setaccio stesso, il pass per la sopravvivenza di Albert Wesker: interessante come subito non si ponga un limite riguardo il proprio processo evolutivo. Ciò è riferito alla certezza di Albert di appartenere alla schiera degli eletti che si evolveranno: voglio dire, quale superbo dio rifugge al proprio setaccio? O magari, quale dio decide di sottoporsi ad esso? Non ha alcun senso: come se la Selezione Naturale dopo miliardi di anni di dominio incontrastato venisse improvvisamente scartata dal suo stesso processo evolutivo. Ridicolo, oltre che impossibile.

Benissimo: un nuovo Darwin che combatte per sostenere la propria teoria contro i ciechi conservatori.
“Ogni giorno gli umani si avvicinano di un passo all’autodistruzione. Io non sto distruggendo il mondo, io lo sto salvando!”
Alquanto un punto di vista particolare per il raffinato evoluzionista. Siamo partiti venti anni fa con il prode Capitano della STARS che tradisce la sua squadra per testare le BOW messe a punto dallo staff di sviluppo di cui lui stesso ha fatto parte, per poi morire e sparire con i dati; lo ritroviamo rinato qualche mese dopo su una sperduta isola e poi in Antartide alla ricerca dell’ultimo campione di Veronica, da vendere in seguito sul mercato nero fino ai narcotrafficanti del Sud America, passando dal periodo al soldo di una misteriosa organizzazione al Caucaso e alla Spagna con le sue Plagas. Terminiamo alla Tricell, l’attracco ultimo di un percorso navigato sulla cresta di un’onda che ha tutta l’aria di essere un trono: ubbidienza, disciplina, unità schiacciate dal potere che per così tanto avevano idolatrato.
Troviamo allora uno Wesker fisicamente mutato nel corso degli anni, dal 32enne che in Edonia ha lasciato un bambino al 49enne statuario che vuole soffocare il mondo nel suo personale processo di Evoluzione: ne è passata di acqua sotto i ponti, fino al momento in cui la nostra bandierina si è presentata alle porte del dominio di Excella con l’Umbrella in una mano e la testa di una regina nell’altra. E da quel punto in poi conosciamo tutti la storia. Il fatto è che curva a sinistra, gira a destra; passa l’incrocio e oltrepassa il ponte; costeggia il fiume e ignora il divieto, Albert Wesker si è ritrovato al vulcano: se questo non è sbagliare strada, poco altro lo è. Non si è fermato nemmeno a un semaforo perché il suo bolide era troppo veloce per permettergli di farlo, arroganza e superbia al volante del potere.

Ecco dunque, uno strappo alla volta e il nodo arriva al pettine: se ripercorressimo a ritroso tutti gli eventi notevoli della vita di Wesker troveremmo che l’incognita è sempre la stessa, il filo conduttore di ogni sua azione, il potere. Albert appartiene all’élite dei potenti, lo usa per i suoi scopi, per piegare chi ha bisogno di usare: da Krauser a Excella, gioca con le vite di ognuno perché appartengono alla coorte dei deboli, e i deboli vengono schiacciati secondo il processo di Selezione Naturale. Numerosi aspetti della sua vita si riconducono a questo: innalza il potere a fine e mezzo perché, come si dice, il fine giustifica i mezzi, così come il mezzo giustifica il fine; il potere giustifica se stesso ma non c’è valore in esso se si consuma: bel colpo Albert Wesker, hai svolto per un giorno il ruolo dell’oracolo ma poi non hai seguito il tuo consiglio e sei caduto. Ti sei votato a una sola religione, a una sola teoria che per vent’anni hai personalmente dimostrato, anche se alla fine hai dimenticato la conferma ed è giunto chi è riuscito a inficiare la tua ricerca.

Lui ha scommesso tutto a sostegno del potere dimenticando come il contorno giochi un ruolo fondamentale. Abbiamo passato gli anni a studiare la figura di questo antagonista, a cercare di comprendere quale fosse l’anima del suo correre da un capo all’altro del mondo, e abbiamo sempre pensato fosse solo per potere: poi conosciamo i giochi di Spencer, il Progetto Wesker, una storia macchiata dal peggiore dei delitti, una vita programmata per ritornare al proprio padrone. E’ un filo di Arianna che il nostro eroe ha deciso di recidere nella maniera più violenta possibile, come a Teseo si addice: entra nel labirinto, si orienta, trova il minotauro e lo uccide, infine abbandona Arianna al suo destino. Questa è Evoluzione: abbiamo visto tutti come in un certo senso Albert sia cambiato, tra i pochi eletti che sono stati capaci di rimodellarsi per adattarsi a un ambiente che chiedeva solo morte per loro.

Ma l’Evoluzione è un ciclo continuo, la specie influente e influenzata dall’ambiente. Wesker si è adattato ed è sopravvissuto, ma le sue azioni hanno a loro volta modificato il contorno, il potere ha influito per modificare il contesto: la tesi è diventata antitesi, l’ipotesi, nulla. E’ stato il metodo che ha tradito lo scienziato, si è fatto accecare da un progetto che credeva fin troppo perfetto e di cui non vedeva l’errore sostanziale, fin quando non è stato qualcun altro a farlo. E così arriviamo in Africa, anno 2009.

Vediamo Albert Wesker come quello che è: un punto in un processo evolutivo che alla fine lo ha scartato. C'era quasi riuscito con il potere a inserirsi in questo meccanismo, ma è stato sconfitto: giustamente, ogni sistema ha il suo limite. Nel vulcano abbiamo assistito a nient’altro che questo: il sistema è andato fuori controllo, il macchinario è impazzito e non ha avuto altra scelta se non collassare.
Fine allora, l’eroe ha vinto il suo posto nella storia e si è piegato come tutti alla forza della Selezione; ha accettato il test e ne è uscito sconfitto, condannato dal setaccio: il potere appartiene all’Evoluzione, Wesker, ma l’Evoluzione -ancora- non ti appartiene.
(Recensione modificata il 07/01/2017 - 12:36 am)

Recensore Junior
15/12/15, ore 23:37
Cap. 1:

Ciao Mia cara Nocturnia, la storia è fantastica, come sempre non mi deludi mai, sei fantastica Nocturnia ti adora *offre un maglione di lana fatto a mano*

Recensore Veterano
15/12/15, ore 08:13
Cap. 1:

Bella fic.
Un po' corta. Ma molto filosofica, scusa se scrivo poco ma la connessione è in bilico.
Mattalara