Ciao^^
non ci conosciamo, sono arrivato alla tua pagina per caso, ma ho subito adocchiato questa tua storia.
Ricordo bene l'episodio del film, e trovo che tu sia risucita a renderlo in modo vivido e realistico. Hai descritto una persona capace di provare sentmenti profondi, ma alla fine intrappolata dalle convenzioni e dalle regole del mondo in cui vive. Non gli si può fare nemmeno una colpa, del resto: quelle erano epoche, e luoghi, in cui discostarsi dalla norma poteva significare morire, se non fisicamente, comunque socialmente: trasformarsi in reietti, in persone odiate e disprezzate.
Ennis del resto è quello forse meno intraprendente dei due, quello che ha bisogno di meditare di più sulle cose, di digerirle, di assimilarle. Deve ponderarle con attenzione, cosa che gli è impossibile fare, nella concitazione di quello che è successo.
La sua reazione la conosciamo. Lascia andare l'amico, con una frase di commiato apparentemente neutra, indifferente. Ma forse perchè lui è un ragazzo di poche parole, e non è abituato a dare voce ai propri sentimenti. Chissà, forse avrebbe voluto parlare di più, ma non ce l'ha fatta...
Un'istantanea molto bella, che coglie nel segno e suscita commozione e affetto, complimenti^^ |