Grammatica, lessico e stile:
Il tuo stile è ricercato e molto elevato, il lessico fornito e la grammatica perfetta.
Per un contest fantasy, non ci aspettavamo una storia scritta in uno stile così aulico, devo ammettere che ci hai stupito! Non abbiamo errori da segnarti, ma qualche annotazione sì.
Il significato di alcune frasi diventa contorto per la presenza di pochi termini non proprio centrati, un esempio:
- “L’urlo nero che gli?schiacciava?il petto spalancò la gabbia delle sue costole, si inerpicò su per la sua gola e da lì fuggì, andando a confondersi con la verde oscurità del volto malato di Urano.” → I due verbi schiacciare e spalancare risultano concettualmente opposti.
Abbiamo trovato qualche refuso:
- “Parlami dunque delle doglie che ti affliggono, Re di Daulide. Non ci giungono nuove delle umane pene, se non per la bocca delle Ombre; a molte, Thanatos pare rubare, oltre al respiro, la lingua, tanto gelosamente costudiscono i loro ricordi segreti.” → Custodiscono.
- “... sotto il dolore cocente gli pareva di essere quasi che il fuoco lo solleticasse.” → Immaginiamo che va tolto il “di essere”.
- “Se si sentiva addosso l’acqua infuocata, troppo calda anche se non più insopportabilmente bollente, ora che era lontano dai flutti.” → Si sentiva.
- “... precipitava con un sano tremendo...” → Salto.
- “L’Ombra si alzo sulle gambe corte..." Si alzò.
- “... scosse le sei teste, riottoso.” →Tre teste.
- “... mentre il cane gli dava le nera schiena...” → La nera schiena.
- “No, no: Procne, era colpa sua. Non di Filomela.” → Questa frase è un pensiero, uno stacco dalla narrazione, andrebbe quindi in corsivo, come hai fatto le altre volte.
- “Perlomeno, tale gli pareva di essere, anche se ogni respiro era un rantolo, ogni movimento, un gemito di dolore." → Ti è scappata l’ultima virgola.
- “... che pure gli colpiva gli occhi quasi acciecandolo..." → Accecandolo.
- “Tereo sciolse si pugni e aprì le dita, allargandole sul pavimento e poi facendo forza sui palmi per rimettersi dritto.” → Sciolse i pugni.
Talvolta i periodi sono costituiti da molteplici subordinate che rallentano la narrazione. Capiamo la voglia di rifare una Divina Commedia e la possibilità, viste le tue doti, di dar vita a qualcosa che riecheggia quell’opera, ma frasi così strutturate appesantiscono la narrazione a discapito della fluidità della lettura. Un esempio:
- “Quando, d’improvviso, il suo corpo d’uccello si era mutato restituendogli l’antico aspetto, Tereo aveva creduto che la sofferenza provocata dalla fragile, sottile ossatura di bestia, che si frantumava e rimodellava al disotto della pelle ammantata di piume, dei muscoli, che si allungavano e tendevano su di essa, gli avrebbe levato il senno; pure tanto intensa, la rimpiangeva amaramente ora che l’acqua di fuoco si era chiusa sul suo capo come il sigillo di un’anfora di dolore.”
Dopo un primo momento, abbiamo notato, che le frasi sono diventate più semplici e incise, questo ha permesso di far risaltare gli avvenimenti, di rendere la narrazione più incalzante e quindi più piacevole.
Detto questo vorremmo farti i complimenti per il lessico. Non è semplice, per noi moderni, riecheggiare un’opera antica, perché è facile che ci sfugga qualche termine o che si scivoli nella parodia. Tu ci sei riuscita egregiamente. Tereo, il protagonista, pensa, riflette e agisce come il personaggio dei miti classici che è.
Questa sensazione che ha il lettore, sei riuscita ad ottenerla anche e soprattutto grazie al lessico.
Oltre a questo, complimenti per tutto ciò che nella tua storia richiama la Grecia e la mitologia, i riferimenti sono plurimi e ben inseriti. Usi il greco ma non solo, anche le espressioni tipiche di un abitante della Grecia Antica, le sue superstizioni e le sue credenze.
Un piccola nota, infine, al tono della storia, il ritmo è un aspetto fondamentale nelle grandi opere classiche e la tua storia non fa difetto.
Personaggi e loro caratterizzazione:
Questo aspetto della tua storia è eccezionale.
Tereo è davvero ben descritto. Ogni sfaccettatura della sua personalità è analizzata e messa in luce, in un momento o in un altro. Abbiamo il guerriero, il padre, l’amante, il marito e il violento. I suoi pensieri non solo sono consoni ad un uomo del suo tempo, ma rispecchiano anche la sua identità. I pensieri, certo, ma anche il suoi gesti e persino il suo abbigliamento parlano di lui e del suo mito. La sua rabbia per Procne, il suo amore per il figlio e per Filomela e il suo disgusto per il terribile pasto, sono i sentimenti che lo muovono e mai la colpa e la vergogna per quello che ha fatto alla moglie e alla di lei sorella. Davvero un personaggio ricco, vivido e reale grazie alla tua descrizione.
Ci sono altri personaggi, Iti, il figlioletto ormai Ombra, Caronte e Cerbero, tutti ben descritti anche se presenti solo per poco tempo nella narrazione, ma vorremmo soffermarci su Persefone.
La dea è perfetta, distaccata e pericolosa. Lo si coglie subito, si sente quasi fisicamente la sua potenza, perché Tereo la percepisce, perché lui la teme e così, anche noi. Ci è piaciuta, nella sua fredda reggia, attorniata da una fredda corte. Il loro distacco è quello della dea, un distacco che in un baleno può diventare rabbia oppure amara clemenza.
Luogo scelto:
L’ambientazione richiama la tradizione classica, sia nella scelta di inserire una bocca che risucchia tutto, il tartaro, che nella descrizione dei fiumi. Tuttavia non solo sei in grado di rendere l’ambientazione credibile, ma spazi da un ambiente all’altro guidando il lettore in questo cammino. Si vede che hai strutturato con cura l’ambientazione della tua storia, tanto che non è mero sfondo alla vicenda ma parte integrante. I personaggi che inserisci, le Ombre, Caronte, Cerbero, Persefone e la sua corte, in particolare Ecate, si fondano con l’ambiente arricchendolo e richiamando egregiamente l’Ade classico. Anche il tempo, questa idea d’indefinito, di eterno eppure mobile non è dimenticato nella tua storia. La luce che non si attenua né cresce e il viaggio di Tereo che sembra infinito e allo stesso tempo lo fa avanzare sono i due modi in cui lo hai reso e la sensazione che si ha alla lettura è esattamente quella “giusta”. Senza dubbio l’Ade che hai descritto si dischiude ad ogni nuova frase davanti agli occhi del lettore.
Gradimento personale Najara87:
L’inizio mi aveva un po’ preoccupata, potrei definirlo barocco. Troppo ricco, troppo ricercato. Questa sensazione iniziale però si scioglie a mano a mano che si avanza nella storia. Tereo inizia a delinearsi e così l’ambiente in cui si muove. Il tono rimane aulico ma meno pesante e l’effetto diventa quello “giusto”. Il confronto tra Tereo e Persefone con, come sottofondo, il racconto di Ecate è la parte che ho amato di più. Ne ho davvero apprezzato i dialoghi, in particolare il linguaggio, che hai adottato, assolutamente calzante per la situazione.
Il lavoro di studio preparatorio è notevole, la storia è precisa e ha un lessico molto appropriato. Non so se tu sia un esperta di mitologia, per studio o passione, ma in entrambi i casi complimenti.
La trama è elaborata, hai deciso di descrivere un viaggio nell’Ade, però non è solo una descrizione dei luoghi, ma un vero e proprio mezzo per raccontare Tereo. Anche se la storia del mito ci viene presentata solo verso la fine questo non ti impedisce di delinearne il carattere ben prima. Il modo arrogante che ha di passare tra le Ombre o di interpellare Caronte, l’amore per il figlio, la rabbia, quasi follia, che lo muove, sono aspetti già presenti e quando si arriva al racconto del suo passato noi lettori abbiamo già una chiara immagine di Tereo. Non era facile, ma ci sei riuscita benissimo.
Il ritmo poi è ipnotico, regolare e incalzante come quello di un vero autore classico. Riprendere il verso dell’upupa, che risuona nella mente di Tereo, scandisce il tempo e al contempo ci parla della sua follia, della sua ossessione, della sua caccia malata. La tua storia racchiude il mito e lo analizza profondamente, presentandoci un personaggio reale, con le sue pene e le sue colpe. Compimenti. |