Recensioni per
Dimentica, Alessandre
di Antonio Militari

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/02/16, ore 19:55

VI Classificato con un totale di 40/50.

Stile (grammatica, lessico, impaginazione, titoli, sottotitoli e gradevolezza della lettura): 8/10
Non ho trovato errori nella tua storia, solo qualche refuso.
Mi permetto di segnalarti, senza considerarla errore visto che è un argomento dibattuto, la punteggiatura dei dialoghi. Alla fine di ogni descrizione del discorso diretto andrebbe messo un punto fermo e a inizio battuta deve essere sempre presente la maiuscola.
Altro aspetto a cui ti suggerisco di fare attenzione è l’uso uniforme dei segni del discorso diretto. Se inizi con le virgolette alte non devi finire con le virgolette basse. A meno che tu non voglia usare due forme diverse per una regione precisa.
La tua storia ha due tempi, il racconto che si svolge nel presente e il passato sotto forma di ricordo. Questa divisione non è ben delineata, sì, separi la narrazione in paragrafi e questo è già una buona soluzione, ma il lettore si ritrova comunque confuso, almeno all’inizio. Un espediente più evidente (per esempio il più classico è usare il corsivo per il passato) avrebbe aiutato.

Detto questa la tua storia ha un buon lessico, forse non aristocratico quanto ci si aspetterebbe, in particolare nei dialoghi, ma comunque adeguato al racconto. L’impaginazione è ben curata e la storia è assolutamente gradevole da leggere.

Uso dell'immagine: 5/5
Il dipinto di Monet è l’immagine finale: la tristezza di Layla, la presenza del bambino piccolo, il suo sguardo verso la casa che sta abbandonando ne sono tutte un’ottima lettura. Alcuni dettagli inoltre, sono presenti fin da subito. Il parasole, per esempio, è un elemento che caratterizza la tua Layla e questo non crea una forzatura nell’immagine finale, anzi, senza quel parasole sarebbe strano. Senza dubbio punteggio pieno.

Uso della citazione: 3/5
La tua era una citazione difficile, soprattutto vista l’epoca a cui fai riferimento, i primi dell’Ottocento. L’hai inserita comunque e non in maniera forzata, solo che non ha un grande impatto all’interno della storia. Di nuovo capisco la tua difficoltà, ma non posso darti un punteggio maggiore.

Uso dell’elemento: 5/5
Di nuovo punteggio pieno, la lettera è al centro del racconto, Alessandre la riceve fin dalla prima riga e ne viene tormentato lungo tutto il racconto, la tiene in mano, la sogna, la ripone e la riprende. Di essa sappiamo ogni cosa del suo aspetto esteriore, ma niente sul suo contenuto, rimane un mistero, sempre e solo lettera e mai scritto. Hai usato l’elemento in maniera egregia.

Trama (assenza di “buchi”, colpi di scena, particolarità, personaggi/draghi): 12/15
La storia si presenta su due tempi, nel presente vediamo Alessandre tormentato da una lettera e nel passato scopriamo parte della sua storia. Sulle prime ero molto preoccupata nel leggere dei draghi come mere cavalcature, niente di più di cavalli con le ali. Visto il tema del contest una simile interpretazione avrebbe creato non pochi problemi alla mia valutazione. Il finale però apre molti interrogativi e cambia completamente la prospettiva. Non sono pienamente sicura di aver compreso bene la tua storia, comunque la mia interpretazione è che il drago si vendica della condizione di animale da soma a cui è ridotto togliendo al suo cavaliere la famiglia e quindi la felicità. Quest’idea dell’animale sottomesso e obbediente che si rivela essere astuto e manipolatore è molto interessante, apre però ad almeno un interrogativo. E’ chiaro che il drago è un animale possente, sputafuoco ma non solo, anche molto intelligente e scaltro, come è possibile che si ritrovi nella condizione di schiavo?
Ci sono poi altre domande che è impossibile non porsi: perché Layla non parla con il marito prima di andarsene? Perché scrivergli una lettera? Fin dal primo incontro lei si è dimostrata capace di dirgli tutto sul naso, senza trattenersi, e ora, dopo anni insieme e un figlio, si frena su qualcosa di così importane?
Diciamo che Layla si è resa conto che il drago ormai controllava la mente di suo marito, perché non tentare di allontanarlo invece di andarsene e basta? E cosa andava a fare nella stalla? Parlava al drago? O era il drago a controllare anche lei?
Queste domande rimangono senza risposta e non credo che dovrebbe essere così, anche se considero la possibilità che tu abbia voluto lasciare un po’ di mistero attorno agli avvenimenti.
Il colpo di scena c’è ed è ben inserito, non si sospetta del drago fino a quando non si giunge alla fine e ci viene svelata la verità, peccato solo che il lettore rimanga ancora lì a chiedersi: ma avrò capito bene? Sentimento che, a mio parere, non dovrebbe lasciare questa storia.

Gradimento Personale: 7/10
La storia è semplice e complessa allo stesso tempo. Come avrai intuito mi è piaciuto il drago e il colpo di scena finale. Però manca qualcosa alla tua storia, forse se ci fosse più spazio per spiegare il mondo in cui i personaggi si muovono, magari anche solo piccoli accenni, per esempio: ci sono altri draghi? Sono trattati meglio, peggio? Il lettore non sospetta l’intelligenza del drago fino alla fine il che è perfetto per il colpo di scena, ma lascia perplessi se si ripensa al resto della storia. Questo e altri dubbi non mi hanno permesso di apprezzare a pieno la tua storia, che rimane comunque ben scritta e ben pensata.
Layla è vivace e forte, capace di conversare con abilità e di sostenere con veemenza le proprie opinioni, mi piace. Così come Alessandre, con il suo carattere più antiquato, ma comunque capace di apprezzare la freschezza rappresentata da Layla. Altro aspetto che va a tuo merito è la crescita che impone a entrambi il tempo. L’un l’altro si influenzano e cambiano in parte il loro modo di essere rimanendo simili, ma anche adattandosi al compagno.
Ho apprezzato anche il racconto spezzato, questo presente tormentato che man mano ci viene spiegato dai flash back. Di nuovo però forse avresti dovuto spiegare un po’ di più, anche solo un paragrafo in cui, magari, Layla parla con il drago o comunque ha con lui un confronto più diretto. Qualcosa di simile avrebbe tolto dubbi e lasciato più soddisfazione.
L’impressione è quella che si avrebbe leggendo un giallo di Agatha Christie e giunti alla fine Poirot non spiegasse nulla dicendo semplicemente il colpevole è (forse) lui.