Ciao!
Che dire: è una bellissima storia, mi ha toccata profondamente.
Credo che tu non sia stata sdolcinata, perché Squall è al termine di un cammino che lo ha portato a comprendere quanto ogni essere umano abbia bisogno di avere qualcuno accanto nel corso della propria vita. Tuttavia, è proprio alla fine del suo percorso che è paradossalmente più fragile, perché queste sue certezze non trovano un riscontro solido: non trova più i suoi amici, non trova più Rinoa, è solo...proprio come all'inizio della sua storia.
In questo contesto si inserisce perfettamente l'incontro con Raine, che lo coglie tremendamente di sorpresa in un momento di grande fragilità emotiva.
Per questo credo che tu non sia stata sdolcinata, ma, al contrario, molto brava a cogliere questa sfumatura nello stato d'animo di Squall, per poi lavorarci attraverso l'incontro con sua madre.
Raine è sicuramente più dolce di come l'abbiamo sempre vista, è una figura materna a tutti gli effetti.
È quasi disarmante il modo naturale in cui accoglie Squall, lo guarda lottare contro delle lacrime che sorprendono persino lui, lo consola e si preoccupa per lui.
Ho trovato notevole l'allusione al bambino che Raine porta in grembo: questo è un collegamento che si aggancia molto bene alla storia; allo stesso modo mi ha toccata profondamente il momento in cui Squall le posa la mano sulla pancia sporgente: un gesto naturale e inconscio al tempo stesso, un gesto che lui sente come giusto, nonostante sia anche inusuale per lui.
E poi quando lui le dice il suo nome è come se il cerchio si chiudesse davvero, perché Raine decide istantaneamente che quello sarà il nome del suo bambino, non sapendo che suo figlio è proprio davanti a lei, a distanza di diciassette anni!
Bella, molto bella. Sei riuscita a trasmettere alla perfezione lo stato d'animo di Squall, che, fra parentesi, non è propriamente il mio personaggio preferito.
Un saluto e complimenti! Continuerò sicuramente a seguirti! |