Ciao Mamie,
speravo tanto di rileggere presto qualcosa di tuo sui classici greci e latini, e quando ho visto che avevi pubblicato questa storia mi sono precipitata a leggerla!
Meravigliosa, Mamie, veramente: amo davvero tantissimo il modo con cui sai trattare questi argomenti.
Sai conservare la poesia e l’aura di leggenda che c’è nelle opere da cui provengono, e allo stesso tempo sai rendere il tutto realistico, diretto, ed estremamente vero, grazie al tuo stile e alla tua capacità di saper cogliere sempre i momenti e i personaggi più particolari, quelli meno trattati, e raccontarli con tutta l’importanza che meritano.
Come in questo caso: in una guerra dove le morti sono state innumerevoli e in cui solo una parte ha avuto un posto nei canti della guerra di Ilio, tu hai scelto un episodio breve e ne hai fatto un ritratto che mi ha commossa profondamente.
Gorgizione è morto per caso, come succede spessissimo in guerra. Per una traiiettoria sbagliata, per una coincidenza sfortunata, per lafrenesia dello scontro, per l’inesperienza di chi attacca o di chi è attaccato.
Basta un momento, uno solo, ha fare la differenza.
E poi è tutto inutile, i rimpianti, le speranze, tutto.
Il gesto di Ettore secondo me si è adattato benissimo al contesto, e ha contribuito a rendere il momento ancora più intenso, e ha sottolineare tutta la tristezza e l’ingiustizia del di quella morte.
Un ragazzo giovane che è morto troppo presto, quando ancora non aveva avuto il tempo di capire a che cosa stava andando incontro.
Gorgizione aveva ancora il cuore alla sua citta, che vedeva ancora con gli occhi di un fanciullo.
Il contrasto tra il ricordo, che sembra ancora vicinissimo, dei giochi in riva al fiume e poi dei primi approcci con le donne, fati ancora con ingeuità e senza la piena consapevolezza di ciò che stava desiderando, è stato veramente intensissimo e tristissimo nella sua semplicità e nella sua realisticità.
Gorgizione era giovane, e ancora doveva capire tante cose, di sé stesso e di ciò che lo circondava.
E forse è andato in guerra con la stessa ingenuità con cui si avvicinava alle donne, per seguire i suoi compagni più grandi, per dimostrare a sé stesso che stava davvero diventando un uomo.
E invece è bastata una freccia per far finire tutto, ed è caduto con la stessa rapidità di un fiore, e come nel caso dei fiori la sua è stata una morte tra le tante.
L’immagine finale con il freddo delle case di Ade in cui non si riesce a ricordare né il calore né il canto è stato il colpo di grazia per questa ingiustizia, che ha colpito proprio Gorgizione e non altri, e che colpirà ancora senza curarsi di chi falcia.
Grazie mille per questa storia, Mamie, davvero: è stupenda.
Scritta con uno stile meraviglioso, semplice e intensissima, piena di riflessioni che lasciano il segno.
Tantissimi complimenti, e grazie ancora!
A presto!
Tyelemmaiwe |