Recensioni per
Through a glass, darkly
di NoceAlVento

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
29/10/20, ore 19:41

Questa storia è fantastica. Scritta benissimo, mette i brividi. Degna del grande Lovecraft. Eccezionale. Dovrebbe stare fra le Scelte, per quanto mi riguarda. Avercene!

Recensore Junior
12/11/17, ore 22:34

Lascio la recensione anche qua perché sono solo le 10:05 e devo aspettare che i miei compagni di esperimento mi passino i dati che hanno inventato di sana pianta per mandare la relazione. Se lo fanno.
Allora, io Lovecraft non l'ho letto. Ho comprato a Perugia un suo libro (in lingua originale, perché se non devi fare qualcosa, non farlo bene) del quale non mi sono mai avventurato oltre la decima pagina. Il fatto che sia un lettore-non-lettore è un tema ricorrente nelle recensioni. Insomma, vorrei leggere Lovecraft e dire "Che bello Lovecraft" ma non l'ho letto e non posso dirlo. Non posso neanche dire che ci siano atmosfere lovecraftiane. Di Edgar Allan Poe ho comprato ques'estate I Viaggi di Gordon Pym (in italiano) e non ho letto neanche quello. Quindi questa storia non ha neanche atmosfere Poeiane (pronunciato sembra "poiana" che è un falco strano quindi mi fa ridere).
Ctrl + V: paragrafo sullo stupire.
Devo dire che, fra le tante cose, sono rimasto molto sorpreso (e compiaciuto) del fatto che Raoul (e così il suo defunto ragazzo) sia gay. È una cosa scema, anche perché non influisce sulla storia (a meno che Raoul non ascolti Marina and The Diamonds e Dua Lipa nei viaggi tra Nantes e quell'altra città che non so scrivere) però l'ho apprezzata.
Seconda cosa, mi è anche piaciuto molto che la spiegazione del tipo nello specchio non fosse "Perché è fantasy" ma, per quanto esigua, ci fosse stata. Da quello che ho letto, il tema della credibilità anche nei più piccoli dettagli (come il discorso sui fili elettrici tagliati che io avrei liquidato ad un: i fili erano tagliati) si sente molto e non posso che non pensare ad uno zampino di Chiara. 
Passando alle cose negative (trascurabili come la massa di un elettrone rispetto a quella di una balena), un aspetto che non mi è proprio piaciuto al 100% è stato l'uso di vocaboli che neanche il professor Sabatini di rai 1 la domenica utilizzerebbe, quali "perpendicolo" (che per carità, si capisce) e simili. Nel complesso la lettura è fantastica & ecc, sia chiaro: non lamento nessun tipo di incomprensione, ma mi chiedo se, nell'ottica di una persona che racconta gli eventi (come penso sia accaduto), verrebbero usati questi termini. Certo, non ai livelli di Fiori per Algernon (che non ho letto, ma che, al contrario di Poe o Lovecraft, non ho nemmeno comprato), però, non so, c'è come questa sensazione pedissequa di libro stampato che un po' cozza con l'idea di una persona che lo racconta. Potrei dire che questa è una caratteristica dell'atmosfera Lovecraftiana o Poeiana ma purtroppo non li ho letti. 
Ho delle domande, come nell'altra recensione: tutta la manfrina su Nantes e le città vicine deriva da esperienza personale o lei hai cercate con lo scopo di ambientare la storia? Mi spiego: hai ambientato la storia retrospettivamente o ti sei informato sui luoghi nell'ottica di scrivere la storia (spero si sia capito qualcosa)? In un attimo di mancata lucidità, ed anche grazie alla storia, stavo per chiedere se la vicenda avesse tratti autobiografici, ma mi sono subito accorto che fosse una domanda abbastanza scema perché non esistono persone gay.

herr

ps. spero che Raoul ascolti Marina and The Diamonds perché piace molto anche a me, in caso contrario gliela consiglio
 

Recensore Veterano
16/05/16, ore 22:37

Grande! Ottimo lavoro con questa storia, decisamente riuscita!
Lovecraft viene citato nelle prime righe e rimane presente fino alla fine, il tuo stile mi sembra piuttosto ispirato dai suoi racconti, sebbene suoni meno aulico (cosa non per forza negativa). Nonostante la storia sia lenta nel dipanarsi, non annoia mai. La tensione sale pian piano, come una marea infida, e accompagna il lettore fino alla fine.
Scrivi davvero bene, inutile girarci attorno. Una scrittura attenta e studiata, ma non pesante. Devo dire, forse ci sono pochi elementi di tensione nel corso della storia (sebbene i pochi presenti siano ben costruiti) e tutto si concentra nel breve climax finale, e senza questa tua naturalezza nel descrivere pensieri e azioni del protagonista, il testo ne avrebbe risentito parecchio.
Il finale aperto è l'ultimo tocco di classe, che lascia il lettore con la sensazione di essere esso stesso braccato da un'ombra inquietante. Insomma, davvero complimenti!
L'unica cosa che mi chiedo è come mai Raoul non provi mai a distruggere lo specchio. Se dubitasse delle sue paure sarebbe normale esitare, nel timore di lasciarsi andare ad un'imbarazzante paranoia, ma lui sembra parecchio sicuro di quello che ha visto, quindi perché non provare le maniere forti? Magari Bellerose ci aveva provato e, fallendo, aveva deciso di barricarsi in casa, quindi da parte sua è giustificabile...
Per il resto davvero un'ottima storia, di quegli horror che mostrano solo il dovuto e suggeriscono il resto, lasciando che sia la fantasia dei lettori a completare il quadro. Ottimo lavoro, quindi, e alla prossima!

Recensore Junior
22/03/16, ore 23:33

Vista e considerato il racconto e visto e considerato il ruolo che ho alla fine NON ho avuto, ti metto anche qui la recensione che già dovevo darti.

Sostanza.
Trama. Ho adorato. L’ansia si è fatta strada in me lentamente, per poi premere sull’acceleratore. Ho adorato ogni singolo passaggio. Un plauso particolare va al momento in cui Phil non vuole combattere, ma racconta semplicemente quello che sta accadendo. Insomma, trasmetti una certa apatia di fondo in quel momento.
Altro elemento che ho adorato è la descrizione delle persone di provincia. Il loro presumere complotti e cattiverie compiute dalla madre di Phil trasuda provincialismo da ogni singolo pixel.
La volontà del narratore di nascondere come il corpo di Phil è stato rivenuto, affidandolo alla ricerca degli archivi, ha fornito una sensazione di forte realismo.
Ambientazione. Avrei preferito qualche descrizione della Villa in più, di cui si sente abbastanza la mancanza. Ma questa mancanza viene però oscurata dalla vicenda vera e propria, perdendo quindi di importanza. È qualcosa che rimane sul “breve periodo”.
Personaggi. Mi sono piaciuti. Hanno entrambi una buona caratterizzazione e una buona presentazione.
Voto: 9/10
 
Forma.
Nulla da dire. Si ha un crescendo di ansia mentre la vicenda prosegue, l’ideale per una storia di questo tipo.
Voto: 9.5/10
 
Appeal.
L’idea è pazzesca. Il metodo in cui è stata realizzata è ottimo. Alzo le mani.
Voto: 9.5/10

Recensore Veterano
19/03/16, ore 15:58

Ho letto la storia tutta d'un colpo e devo ammettere di aver trattenuto il respiro per gli ultimi tre o quattro paragrafi: ho sentito distintamente l'atmosfera diventare sempre più soffocante e angosciante e ho provato sensazioni molto simili a quelli del protagonista per tutta la durata del racconto. L'agoscia dell'uomo è palpabile, così tanto da aver reso quasi reali gli uomini dietro lo specchio anche per colui che legge semplicemente le parole scritte.
Ho trovato lo stile molto scorrevole e al contempo completo, le scene mi sono parse veramente realistiche, per qualche secondo ho anche dimenticato di star leggendo un semplice racconto.
Credo che per qualche giorno mi sentirò piuttosto nervosa a guardarmi allo specchio... non si sa mai cosa potrei vedere.