Ciao ~
Ammetto che mi ero ripromessa di leggere tutto domani, ma la curiosità ha preso il sopravvento! Dopo aver aperto la tua storia, infatti, ho letto due o tre righe e mi sono detta Perché rimandare? Rimanda il bagno serale, piuttosto! Quindi eccomi qui – il bagno serale lo sposto a più tardi, lol.
Dal momento che è la prima volta che mi avvicino a questa storia, vorrei darti un parere generale da occhio esterno. È una cosa che adoro fare anche per via del fatto che mi piacerebbe sapere come terzi vedono i miei scritti da fuori. Perciò è così che procederò: titolo, introduzione, testo e commenti vari.
Voices mi dà l’idea di qualcosa di etereo e allo stesso tempo pregnante. È un titolo molto ad impatto – così mi piace definire i titoli brevi che, tuttavia, colpiscono subito. Una parola, un concetto, un’idea che può diventare un mondo intero nella mente di una persona qualunque. Io stessa mi sono trovata ad accennare un sorriso per questo motivo, chiedendomi cosa ci fosse dietro una scelta simile.
Per quanto riguarda l’introduzione, ovviamente, non posso che farti i miei complimenti: è quella che mi ha catturata, che mi ha colpita. Innanzitutto è ben delineata, concisa, interattiva. Iniziare con una domanda – o concludere, come fanno in tanti – è un’operazione azzardata. Ci si rivolge direttamente al lettore, alla persona di passaggio. Subito dopo troviamo un’elisione. Altra opzione azzardata – si è capito quanto io ami le cose azzardate? – che ho apprezzato parecchio. Apri un focus ideale, un’archè, e poi lo distruggi. Stupendo. Il resto, poi, mi a spinta ad andare avanti.
Altra nota di merito – e questo riguarda solo e soltanto i miei gusti personali – sono gli avvertimenti e il fatto che sia una storia a tematiche forti, nonché il tipo di pairing: non c’è distinzione, cosa che mi fa pensare che i personaggi saranno perlomeno quattro – magari mi sbaglio – e che s’intrecceranno uno a uno nel mondo da te descritto. Una varietà naturale, un universo più che plausibile: la scoperta, l’epifania – per dirla alla Joyce – di un Non è tutto oro ci che luccica.
Ed eccomi subito nel capitolo, pronta a giudicare obbiettivamente sia lo stile che la trama.
Ritrovare l’introduzione nel corpo del testo non è una cosa rara, io stessa finisco sempre con il citare parte di qualcosa in un’intro – mi risulta difficile scriverla di sana pianta, spesso finisco sempre con il credere che sia un fallimento e cado nel copia/incolla! Nel tuo caso, però, è come se avessi letto il retro di un libro – uno di quelli che spiegano la trama nel quarto di copertina frontale e lasciano estratti sul retro. Non male come sensazione, davvero.
Amo lo stile di narrazione al presente, dico davvero. È uno stile che ho conosciuto solo di recente – un paio d’anni possono considerarsi di recente? – e che ho amato per la sua semplicità, per l’interazione che dà al lettore con il contenuto. In un primo momento lo hai usato, ma poi hai potato per il passato. Non so se è una svista o un effetto voluto, ma se non fosse voluto, allora, dovresti apportare questa correzione. A parte ciò, il lessico è ben calibrato, mai pesante e mai noioso. Vari abbastanza, rendi piacevole la lettura e tutto questo rende il capitolo più che scorrevole. Ottima introspezione, tra l’altro, che spiega in qualche modo, senza dirlo esplicitamente, quanto Amy viva in un universo troppo rigido. Vuole vedere l’esterno, vuole viverlo, ma in qualche modo vi è separata. Il vetro freddo, i suoni, sono vividi. Sei riuscita a farmi immedesimare nella scena senza alcuna difficoltà.
(CIT) […] nessuno di loro appariva vivo […] è una frase che mi ha catturata. È un tema a me caro, un tema che non posso fare a meno di pensare e ripensare. Onnipresente, evanescente. Il fatto che il mondo fluttui, che sia distante, artificioso. Una storta di The Truman Show, ecco.
Ebbene, allora non mi ero sbagliata! Avevo fantasticato molto sul senso del titolo, mi ero anche soffermata sul dettaglio di un’ipotetica follia, perciò quando ho letto della stessa perplessità di Amy al riguardo non ho potuto fare altro che sorridere tra me e me.
Un bell’incipit. Lascia al lettore la curiosità di cosa siano quelle voci, quel posto, quegli alberi. Da qui comprendo il fatto che ci sia del fantasy e incrocio le dita affinché il tuo stile e i tuoi personaggi me lo facciano piacere fino in fondo – non sono molte le storie fantasy che prediligo, sai? Ma da come è iniziata la tua non vedo perché non proseguirla, davvero. Spero di lasciarti una seconda recensione proprio entro domani sera! Mi rifarò viva molto presto, soprattutto perché voglio comprendere anche l’ostilità di Amy nei riguardi di quella che dovrebbe essere sua madre e che, tuttavia, pare non esserlo. Mi ha incuriosita, sì: dalla città – la realtà – al bosco – l’immaginazione, forse? ♥
Alla prossima,
xoxo |