Recensioni per
La gloria dell'alba
di MaxT

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 22
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
14/08/21, ore 21:05

Ciao. Che meraviglia di storia, veramente bravo, non mi stupisco che sia fra le Scelte! Hai descritto in modo allo stesso tempo poetico e tecnico la migrazione degli uccelli: la paura di non essere più nel rassicurante nido, la fame, il temporale, il freddo... questo è ciò che vivono gli uccelli nei loro lunghissimi viaggi e noi ne siamo a malapena consapevoli, troppo affascinati dal loro volo in splendidi stormi. Eppure tutte queste sofferenze sono necessarie affinché possano arrivare nel posto più adatto per svernare o nidificare.

Insomma, complimenti, sul serio. Una storia fantastica scritta con un stile davvero elegante. Elegante come un volo d'uccello.

Recensore Junior
14/07/21, ore 15:43

Davvero una bellissima storia, sono contento di averla letta! Hai proprio ragione, questo è un punto di vista interessante e del tutto inedito per me: non è certamente la prima storia il cui protagonista è un volatile, però non avevo mai letto una storia sulle migrazioni dal punto di vista del volatile. Una bella metafora sul cambiamento e sulle peripezie da affrontare per ottenere pace, serenità e in generale ciò che si desidera—mi ha davvero colpito, mi ha ricordato le emozioni che provavo da piccolo guardando ‘Alla ricerca della Valle Incantata’, ma scritta e raccontata molto meglio! Vedo che deriva da una canzone che non conoscevo (ne conosco davvero poche), ma ciò non toglie che io l'abbia apprezzata comunque tantissimo.

Davvero, una delle cose che mi ha colpito di più è la bellezza e la precisione del linguaggio: sei uno scrittore nato, e mi piace come usi un linguaggio sostenuto e un registro alto anche se stai parlando ‘solo’ di anatre. Rendono il tutto più epico, ma senza che la cosa suoni ridicola perché alla fine non è tanto delle anatre che parli (come se fosse un film Disney), quanto più del viaggio che intraprendono e delle paure dei più piccoli, senza contare le loro continue domande: in particolare mi sono piaciuti i momenti in cui i piccoli si chiedono a che pro scappare, e cosa ci possa essere di peggio di ciò che stanno affrontando durante la migrazione, e perché rifuggire un eventuale cambiamento solo per poi incapparne in uno peggiore spostandosi. Sono domande che io stesso mi chiedo nell'ambito della mia vita in contesti del tutto differenti, eppure in questo risuono davvero nelle parole degli anatroccoli della tua storia. In più mi sono piaciute certe finezze stilistiche, come il ‘Lui’ o il ‘Lei’ e la ritmicità nella composizione (con la ripetizione di alcuni temi o stilemi a cadenza regolare, come ad esempio le domande degli anatroccoli), cui mi sembra tu abbia dato la giusta attenzione per far sì che venisse fuori un componimento davvero ben scritto.

Insomma, non ho che parole d'elogio per questa storia breve: complimenti davvero per averla scritta—e leggo che era per un concorso, quindi spero davvero che tu abbia vinto quantomeno uno dei premi con questa storia!

Recensore Master
24/06/21, ore 09:34

Ciao carissimo^^
complimenti per questo magnifico racconto, splendido e commovente.
Sei riuscito a farci entrare nella mente di un'anatra senza scadere nella storiellina infantile, facendoci leggere i suoi "pensieri" nella sua ottica, proiettandoci nello stagno, nel cielo, sotto il trattore e infine di nuovo nel cielo senza nessuna forzatura, rendendoci quel punto di vista perfettamente naturale e accettabile.
La tua storia è un inno al volo, alla sua magia e al suo mistero, allo splendore del cielo, alla maestà del corso immutabile di sole e stelle, uguale da miliardi di anni, ma in grado ogni volta di stupire e riempire di meraviglia.
Allo stesso tempo, questa storia è il racconto di un rito di passaggio, di una prova che rende adulti. Di fatica e sofferenza che regalano consapevolezza. Il tuo anatroccolo comincia dondolandosi in uno stagno e finisce solcando un cielo imenso, salutato, come da titolo, dalla gloria dell'alba.
È anche un inno alla vita, alle prove che la rendono degna, ai compagni di viaggio con cui si condividono gioie e dolori. Bellissima, a tal proposito, la riflessione sul trattore, i cui "occhi" sono imperlati da lacrime per non essere mai stato vivo.
Una storia veramente magnifica, emozionante e struggente. Complimenti ancora, è stata davvero una bellissima lettura.

Recensore Master
14/06/21, ore 19:28

Ciao^^
Mi avevi accennato il punto di vista particolare di questo racconto, è stata davvero una piacevole sorpresa. E' difficile immedesimarsi in un animale senza "umanizzarlo" troppo, ma tu sei riuscito a mantenere l'identità dell'anatroccolo in quanto animale, e a riportarci i suoi pensieri e le sue sensazioni con una bella introspezione. Anche qui ho apprezzato l'accuratezza scientifica sulla vita e i comportamenti di questi volatili.
In parte è anche un racconto di formazione, in cui il giovane protagonista deve crescere ed affrontare la sua prima sfida con il mondo esterno. Han ben messo in risalto l'importanza della comunità, dello stormo come gruppo di appartenenza e del nucleo familiare da seguire e proteggere.
Anche in questo racconto si nota la tua grande passione per il cielo e il volo. Molto belle le immagini da te create, poetiche e delicate.
Alla fine le nostre anatre riescono a superare le difficoltà, e insieme possono proseguire il viaggio.
Un racconto particolare, in cui la natura in ogni sua forma è la vera protagonista.
Complimenti, è sempre un piacere passare dalle tue parti^^
Alla prossima! :)

Recensore Master
24/06/18, ore 13:53

Ciao MaxT!
Che bella avventura! Ha il sapore degli episodi di Quark ma anche una potenza antica, quella della migrazione che spinge determinati animali a correre il rischio di percorrere distanze enormi, immense, anche a costo della vita. Il racconto è godibile dalla prima all'ultima riga proprio perché hai avuto la sensibilità di lasciare il protagonista come un giovane anatroccolo, ma pur sempre tale. Non è semplice ragionare in questi termini e creare un testo godibile, eppure tu ci sei riuscito e, di più, hai aggiunto una nota dal sapore epico che mi è molto piaciuta. Bellissime talune descrizioni e la fine e anche la prospettiva dall'alto, di attento osservatore animale cui l'unica cosa che conta, alla fine, è raggiungere la fine del viaggio necessario.
Molto bella, come al solito la tua penna non delude.
A presto!
:)
Shilyss

Nuovo recensore
04/04/14, ore 21:05

Quello che un lettore chiede, a volte, quello di cui un lettore ha bisogno, a volte, è un volo che lo porti oltre la sua dimensione, oltre la sua caratteristica umana, intesa come dimensione limitata.
Ecco, questo racconto mi ha fatto fare questo volo, mi ha fatto indossare le ali fragili ed inesperte di un dolcissimo papero e mi ha fatto vedere gli spazi infiniti del cielo e del mondo visto dall'alto.
Qui, l'uomo ha poco rilievo (qualche immagine notturna di fari e città, e la figura, splendida, del trattore), qui sono invece la natura, la sua forza, i suoi istinti atavici a far muovere le parole. Con equilibrio, dolcezza, incanto, stupore.
Dirti bellissimo mi sembra quasi un cliché, una storpiatura: è emozionante, dolce, intenso. L tue descrizioni sono qualcosa di prezioso, dei piccoli scrigni da aprire con cura e da richiudere subito, per paura che parole così belle possano sfuggire.
Chapeau, caro autore, meriti appieno questo appellativo. Complimenti davvero.
eb

Recensore Master
03/12/13, ore 16:26

Trovo questo racconto veramente suggestivo...essendoti calato nell'ottica di questa giovane anatra - Lui, se vogliamo - non avevi a disposizione dialoghi, nè pensieri compiuti, ma sei riuscito a rendere perfettamente bene l'idea di una migrazione. Soprattutto, mi hanno enormemente colpito le descrizioni dei paesaggi e del cielo che da aranciato si fa grigio, poi nero, poi squarciato da lampi di temporale...mi sembrava di avercelo davanti! E sei anche riuscito a farmi "immedesimare" nel volatile, nella sua paura, nelle sue incertezze...sai, al di là del fatto che gli animali non possono servirsi di parole per esprimersi, credo che le loro sensazioni siano più che altro quelle che hai descritto. Paura, avviso, preoccupazione per un membro della famiglia in difficoltà - quando una delle sorelline rimane indietro - il sollievo finale di trovarsi al sicuro. Penso poi che tu ci abbia azzeccato perchè anche se queste emozioni sono intense, non sembrano affatto...esagerate. Tipo quelle umane, ad esempio. Quando la sorella si perde, l'anatroccolo avverte l'apprensione e si ferma ad aspettarla con gli altri, ma non ha reazioni inconsulte, come invece farebbe un umano. Conserva quella calma e quel senso del dovere che immagino sia proprio di uno stormo.
Quindi, beh, devo proprio farti i miei complimenti! Anche io tempo fa avevo scritto un racconto dal punto di vista di un animale - era la pecora Dolly - ma sinceramente non può certo eguagliare la forza delle immagini che hai evocato :) mi raccomando, continua a scriverne di queste perle!
Un saluto,
Sylphs

Recensore Veterano
03/10/13, ore 19:34

Ciao, intanto voglio immediatamente dirti che la tua storia è bellissima! Mi ha completamente conquistata con la sua semplicità e le sue magnifiche descrizioni, molto accurate, Non mi sarei mai aspettata che un racconto con un paperotto come protagonista potesse essere così suggestivo, soprattutto per via della mancaza di dialoghi( che in ogni caso non toglie nulla al tuo racconto).
Sono veramente molto contenta di avere letto questa storia: mi ha trasmesso una forte emozione e per un attimo anch'io ho volato nel cielo burrascoso che ha dovuto affrontare il protagonista.
Cosa altro posso aggiungere?
Spero di leggere presto un tuo nuovo lavoro!
Baci, Psyche07

Recensore Master
25/02/13, ore 20:00

C'è un delizioso - feroce - raccontino di Italo Svevo che si chiama "La madre" e la cui memoria mi ha accompagnato mentre leggevo la tua storia: spero che il paragone non ti disturbi.
Lì, come qui, il punto di vista del narratore coincide non con un un uomo o con un animale antropizzato, ma con un animale in quanto tale, che conserva i suoi tratti (almeno, i tratti che l'uomo gli associa, giacché nessun uomo saprà mai entrare nella testa di un animale...) di semplicità, di ingenuità, di tenerezza. Lì è un pulcino, qui un anatroccolo.
In entrambi i casi si racconta, con uno stile semplice ma pieno di poesia, l'educazione alla vita di una giovane creatura: lì la ricerca della madre, qui la prima migrazione, vista quasi come un rito di passaggio, un'iniziazione verso l'età adulta. Lì il rapporto con l'uomo e le tracce che egli lascia nel paesaggio è dato dall'incubatrice che i pulcini considerano la loro madre, qui, in maniera più delicata, dal trattore che diviene un riparo per lo stormo e ci regala la frase più bella del racconto ("finzione di animale che dai suoi occhi di vetro grondava gocce come cristalli, come lacrime versate per non essere mai stato vivo").
La differenza sostanziale è nel ruolo della famiglia e del gruppo, che nel tuo racconto lascia trasparire una prospettiva rassicurante e ottimistica: il piccolo è inserito nel gruppo - che lo sostiene senza sentimentalismi impropri, troppo umanizzati, che mal si concilierebbero con la prospettiva della storia - la famiglia alla fine giunge sana e salva, compatta, alla sua meta. I genitori solo all'apparenza sono duri e spietati, ma in realtà fanno solo il loro lavoro di educatori.
Ma ciò che ho apprezzato maggiormente in questa storia è il tuo stile di scrittura, che qui è venuto fuori di più rispetto al primo racconto che ho letto (forse proprio grazie alla semplicità del tema e del protagonista), scorrevole, delicato, intriso di tocchi di pura poesia. Questo soprattutto nelle descrizioni del paesaggio, che rendono con efficacia visiva le tenui pennellate di colore dell'alba invernale, lo sconvolgimento della tempesta, i grigi aggrumati delle nubi sull'orizzonte.
Molto bella anche questa frase: "cumuli-nembi all’orizzonte sembrano il confine tra due mondi diversi. La loro sommità, illuminata da un sole nitido, somiglia a una catena di montagne innevate, altissime ma come morbide.
La faccia inferiore, invece, piatta e scura, proietta un’ombra che sembra ingoiare il mondo fondendolo in toni di grigio; sembra quasi il limite oltre il quale il cielo terso e il terreno dai vivaci colori autunnali cessano di esistere".
Ti faccio ancora i miei complimenti, è stato un piacere "scoprirti" qui su efp.
A presto.

Recensore Veterano
29/10/12, ore 21:14

Per il tempo di dieci minuti sono stata un anatroccolo. E dimmi se questo non è bellissimo.
Una storia originale (non avrei mai pensato alla migrazione, con quel prompt, personalmente; con un PoV difficile ma gestito egregiamente. Che dire, ottimo lavoro: scorre che è un piacere e
lascia col sorriso sulle labbra :)

Recensore Master
22/08/12, ore 17:25

Lasciamelo dire come prima cosa in assoluto: ma che bellezza! E, credimi, non sto esagerando nemmeno un po'.
Mi piace questo mondo così concreto e così realistico, descritto in parole semplici ma efficaci e senza troppe capriole stilistiche che, in questo ambito, sarebbero inutili e appesantirebbero un racconto che è invece leggero come l'aria, naturale quanto può essere il volo per un animale abituato a servirsene. Lui è un papero e ha pensieri da papero: sono dell'idea che questo genere di immedesimazione sia molto difficile da rendere, e tu ci sei riuscito alla grande, come se in quel cielo in tempesta, sotto la pioggia, ci fossi stato davvero tu (e di conseguenza anch'io, nel leggere). Una storia ottimamente gestita, un prompt difficile ma sfruttato a meraviglia. Un primo posto meritatissimo, così come la valanga di complimenti che ci tengo a farti. Bravo!

Recensore Junior
14/01/12, ore 17:43

oddio davvero stupenda!** lo credo bene che abbia vinto il primo premio ad un contest, lo stile è scorrevole senza errori e ripetizioni, inoltre l'introduzione mi ha incuriosito e quindi ho continuato a leggere, quindi credo di aver fatto la scelta giusta, davvero molto bella! :)
alla prossima.
Shadi.

Recensore Junior
11/12/11, ore 19:49

Che impatto!
Mai avrei immaginato che una storia che ha per protagonisti degli animali, caratterizzata dalla quasi totale assenza di dialoghi, potesse piacermi tanto!

I paesaggi delineati, le sensazioni che trasmette, la stranezza del punto di vista dei protagonisti (quanto mi è piaciuta la descrizione del paesaggio, della situazione dal p.d.v. dell'anatra!)...la tua scrittura ha il sapore di una poesia costretta in prosa, ne conserva l'eleganza e la capacità di trasmettere sensazioni fortissime con parole semplici.

Sei meritatamente tra le storie scelte del sito, complimenti!
Mamey

Nuovo recensore
05/11/11, ore 13:38

Ciao MaxT, come promesso sto tornando a fare tutte le recensioni cancellate.
Vorrei che bastasse una parola a descrivere le mie sensazioni: Wow.
Devo dire che sono rimasto davvero colpito da tutte quelle descrizioni del paesaggio, rileggendo questa storia dopo tanto tempo mi sono ricordato di tante cose, e cioè che anche a me sarebbe piaciuto avere le abilità che hai tu nello scrivere.
Leggendo qui ho provato delle emozioni che solo i grandi scrittori hanno saputo trasmettermi attraverso i loro grandi libri.
Il linguaggio mi piace molto, perchè è allo stesso tempo molto naturale ma anche ben "pensato". Insomma, ogni parola sta al posto giusto.
Non sono riuscito a trovare errori nè grammaticali nè sintattici, cosa notevole visto che su EFP ci sono molti autori sciatti e disordinati, io stesso devo rileggere più volte i capitoli che scrivo per correggere tutti gli "orrori" che faccio, e ti assicuro che non sono pochi.
Sono rimasto piacevolmente colpito da questa storia, densa di emozioni e di paesaggi splendidi, perciò il mio voto sarebbe senz'altro un bel 9.5/10, complimenti davvero :D

Recensore Junior
27/12/09, ore 23:44

(Recensione a cura di cabol, pubblicata su www.criticoni.net)

Un racconto insolito, appassionante, con un papero protagonista. Ma Disney non c'entra.
Una storia minima, di quelle che nessuno di noi nota, la storia della migrazione delle anatre. Anzi, della prima migrazione di un anatroccolo, vista con i suoi occhi pieni d'ingenuità e candore. Correttissima da un punto di vista scientifico, riesce ad appassionare il lettore, incollandolo alla trama avvincente e, in alcuni tratti epica.
Notevoli sono anche le descrizioni delle strade, delle automobili, delle tracce di antropizzazione in genere, viste dal protagonista che le riconduce alla sua breve esperienza di vita in un piccolo stagno.
Consigliato davvero a tutti.

VOTO: 8/10

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