E’ davvero triste vedere un tentativo di produrre qualcosa di un certo livello stroncato da “critiche” per nulla costruttive.
Io non me ne intendo di questo genere di scrittura, tuttavia volendo eseguire una RECENSIONE (lo scrivo in maiuscolo perché è questo ciò che si è chiamati a fare con questa funzione del sito, non a dirti “è brutto e fatto male perché a me non mi piace!”) non mi limito a giudicare il tuo lavoro negativamente con la banalità di una spiegazione “non ho capito” “non mi è piaciuto”. Io provo ad analizzarlo, a cogliere il tuo intento mentre componevi l’opera. Non avendo mai studiato e nemmeno letto Joyce (non credo che sarò l’unico qui…) non posso analizzare con precisione e correttezza lo scritto, però provo come minimo a leggere oltre le semplici parole.
Mancanza di punteggiatura: avendo letto altre tue opere posso dire con certezza che non è sbadataggine o mancanza d’impegno ma un intento ben preciso. A che pro? Noto che senza punteggiatura il ritmo è veramente incalzante, affannoso, fa quasi mancare il fiato. Un po’ come effettivamente potrebbe essere il monologo di uno scienziato pazzo schizofrenico, per quanto difficile mi fa davvero calare nel personaggio. Inoltre hai scritto in prima persona, se lo leggo ad alta voce sembra proprio che sia io quel malato mentale, poiché di malattia stai appunto parlando. Anche non capendo ciò, anche non provando attivamente a immedesimarsi nel racconto, lo si fa perché il tuo stile prende il lettore e lo sbatte con violenza, la violenza stessa del linguaggio scurrile, in quell’universo da te creato. Non dipende da chi legge immergersi in questa distopia Zlwoppowlziana, ma è un potere infuso dall’autrice al suo componimento. Tuttavia se la punteggiatura manchi del tutto continuo a domandarmelo: ci sono degli spazi ben evidenti tra alcune parole, doppi o anche tripli spazi. Poiché non hai scritto in “giustificato” mi chiedo se ciò non abbia un suo significato. Ce l’avrà? Non ce l’avrà? Giusto per onestà intellettuale me lo domando, senza essere prevenuto.
Il linguaggio è forte, violento. Meno male che avvisi tutti con il dovuto bollino, così se per caso avessi paura di essere turbato dal contenuto potrei fare volontariamente a meno di leggere! Avendomi avvisato non credo di aver diritto a lamentarmene. Un linguaggio violento che di solito ti è estraneo, come mai dunque stavolta scrivi così? Forse ciò è dovuto al tuo intento critico e sarcastico, un ingrediente che ti accompagna spesso nelle tue opere. Noi lettori ci scandalizziamo per questa violenza che tu ci fai con la scrittura ma poi forse siamo proprio noi i primi a violare la purezza dell’aria con qualche termine becero che, in circostanze di tutti i giorni, “ci è sfuggito”. Magari con la giustificazione di essere arrabbiati. Non è forse Zlwoppowlz arrabbiato? E’ fuori di testa sì, ed è persino convinto di essere l’unico sano al mondo. Non potremmo dire forse così di chiunque?
Con il mio tentativo di leggere con un microscopico briciolo di profondità, interpreto l’opera come una denuncia dello squallore ma soprattutto come una critica al genere umano, alle sue ipocrisie (che possiamo benissimo notare persino in un sito dove si caricano poesie!). Sono sicurissimo al 100% che ci sarebbero altre interpretazioni, altre analisi da fare ma ammetto i miei limiti, io, e non mi spingo oltre non essendo io Joyce. E mi tocca ammetterlo, non lo sei neanche tu dato che quel bravo signore è morto da tempo! Sottolineo anche come tu non sia nemmeno Tolkien, Carducci, Kipling, Bergson, et cetera. Sarebbe da domandarsi a questo punto per quale motivo una persona che non sia i precedenti citati debba scrivere sfruttando le loro belle invenzioni e i loro bei stili… |