Recensioni per
Voglio vivere
di Blue Eich

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
06/06/16, ore 17:41

Ripeto quello che ti ho scritto su Whats poco fa: questa poesia è meravigliosa. Davvero, sono felicissima di averla letta e soprattutto che tu l'abbia scritta. Perché questa storia merita, eccome se merita. Ma vediamo di andare con ordine (?).

La grammatica e il lessico sono assolutamente perfetti, il testo scorre che è una meraviglia (come tutto ciò, del resto) ed è davvero molto piacevole. Hai editato il testo elegantemente, a mio parere, poi con quella immagine (molto bella!) rende meglio ciò che vuoi comunicare, ottimo lavoro.

Parliamo del contenuto, ora. Hai descritto egregiamente ciò che fa uno scrittore.
Nei primi versi ho adorato il fatto che tu abbia paragonato metaforicamente le dita sui tasti a una danza, ha reso molto bene il significato! Poi viene una delle parti che mi hanno colpito tantissimo: le emozioni che si provano quando si scrive e di cosa si scrive. È bellissima la frase in cui dici che in una riga puoi distruggere tutto il regno creato. Soprattutto, la parola usata, "regno", è adattissima.
Quando hai detto che uno scrittore può usarti come personaggio prendendo le tue caratteristiche, ho sorriso; trovo che questa poesia sia fantastica perché ci si può immedesimare alla perfezione, perché è verissimo: quante volte, per scrivere, non abbiamo "preso spunto" da amici o parenti e situazioni accadute a loro oppure insieme?

La parte del "Voglio vivere!" è stupenda, e l'ultima parte è in assoluto il mio frammento di poesia preferito. Nella scrittura esprimiamo ciò che siamo, chi siamo, e ci rifugiamo in un angolo dove possiamo liberare la nostra fantasia e i sentimenti.

Non so come altro dirtelo, ma sei stata bravissima. La storia ovviamente va tra le preferite!

-Chià♥

Nuovo recensore
06/05/16, ore 19:08

Ciao,
gironzolavo per EFP alla ricerca di qualcosa di nuovo da leggere e mi sono imbattuta nel teaser di questo testo. Mi ci sono riconosciuta subito, tocchi veramente le corde di cosa vuol dire essere scrittore.
Mi è piaciuto molto il passaggio in cui descrivi come gli spunti presi dal mondo reale si mescolano con emozioni e desideri. Il concetto dei desideri è proprio vero e non ci avevo mai riflettuto.
Io scrivo prevalentemente fantasy, credo che chi predilige questo genere sente ancora di più il bisogno di costruire un mondo che sia altro dalla realtà.
Mi farebbe veramente molto piacere sapere cosa ne pensi del mio fantasy sentimentale 'L'ultimo dei Draghi'.
Elaine
(Recensione modificata il 06/05/2016 - 07:11 pm)

Recensore Veterano
05/05/16, ore 17:51

Cara Blue Eich,
sono giunta qui grazie allo scambio indetto dalla pagina "EFP Famiglia". Non potrò mai fare abbastanza ringraziamenti alla suddetta per avermi fatto leggere una poesia del genere (perché non è definibile semplicemente come "Flashfic", troppo commerciale).
Onestamente, non saprei nemmeno come recensire questo quadro che sei riuscita a creare, sarebbe come dare un'opinione sulla mia vita e su una delle mie più grandi passioni.
Non a caso si dice che "uno scrittore parla sempre di sé, ma se è un bravo scrittore, ti illude che stia parlando di te".
Perché sì, noi scrittrici (al momento mi permetto di parlare al femminile) trattiamo tematiche tutte nuove, ma spesso ispirate ad un'esperienza che abbiamo vissuto o a delle persone che abbiamo conosciuto. Qui, infatti, mi ricollego ai versi in cui hai intimato di non sottovalutare un autore, perché potrebbe parlare di te, rendendoti un protagonista come l'ultimo degli schiavi (e non sai a quanta gente ho rovinato la vita...)
Inoltre, hai evidenziato la differenza sostanziale che ci separa dalle altre persone: non si tratta di un fatto estetico, ma di ciò che racchiudiamo, della nostra mente in perenne movimento. Siamo persone che non si accontentano di vivere soltanto la nostra vita e quella narrata nei libri altrui, ma che necessitano di creare un mondo proprio, di essere gli artefici della propria situazione... e di poter "distruggere tutto in una sola riga", se vogliamo.
In poche parole sei riuscita a contenere il sentimento dello scrittore, che non è un'occasionale voglia di evadere, anzi, è il dover restare, ma alle proprie condizioni. Ed ecco qual è la sostanziale differenza fra lettori e scrittori: i primi vogliono semplicemente immergersi in un universo alternativo, i secondi vogliono esserne gli artefici, ma non per venderti il libro, ma per propria necessità.
Qui mi sento di aprire una parentesi riguardante il mercato editoriale, che sta paradossalmente rovinando il vero autore:
Chi scrive deve farlo per passione e non per necessità pecuniaria (vedi: libri di Youtubers, "After", "Before", "Cinquanta sfumature" e altre palesi commercialate); se si continua in questo modo, la gente perderà il concetto vero e proprio della lettura, di quell'Universo alternativo che a volte viene creato e altre semplicemente vissuto. Si rischia di non poter più stabilire un legame fra scrittore e lettore come quello che si ha sempre avuto, quella condivisione della propria vita per essere messa a disposizione degli altri. Tutto ciò è davvero molto triste.
Ringrazio ancora che esista gente come te, in grado di apprezzare i buoni valori della scrittura e del versamento di "sangue, sudore e fatica" su una mera passione.

Ti volgo ancora i miei complimenti: in trentasette righe (spero di aver contato bene) sei riuscita a racchiudere una vita intera, con l'ausilio di un lessico semplice, fluido, comprensibile a tutti.

Un abbraccio,
Daphne
(Recensione modificata il 05/05/2016 - 05:55 pm)

Recensore Master
27/04/16, ore 23:55

L'inno degli scrittori in poesia.
Questo è quello che ho pensato spontaneamente tra me e me una volta finito di leggere la poesia in sè, in quanto c'è una vera e propria caratterizzazione del lavoro e della passione di un'anima che vuole veramente mostrarsi e non ha paura di mettersi a nudo e di parlare di tante cose, di tanti pensieri e di volontà che girano intorno ad un mondo intero, cercando di affrontare ogni aspetto di una vita che veramente è chiave e principale per poter sfogarsi e diventare sempre più stesso con il passare del tempo.
Mi è piaciuto lo stile e il modo di raccontare la sua esistenza e il suo modo di fare apparentemente (ed inizialmente) silente in quanto si basa sull'ispirazione, sul notare tanti aspetti, dai più ovvi e forti a quelli più ricercati e minuziosi e farli propri con il racconto di storie personali ma anche appartenenti a generi tra di loro diversi quanto intoccabili, a seconda della creatività e della volontà di agire e trasmettere un messaggio in sè.
La seconda parte è quella più vicina perché mette in luce la vena introspettiva e più matura dello scrittore che sempre vuole sentirsi parte della verità e di essere compreso, quando decide di rischiare e sfogarsi in maniera tale da mettersi a nudo, quasi sanguinando sangue nero e ferite affrontate tramite la stesura di un capitolo o di un'intera storia, parte di noi e di chi desidera entrare dentro una voragine fatta di sentimenti veri.
Stiamo male e vediamo le nostre ferite aperte e che bruciano, rendendoci vulnerabili e privi di quello scudo di cui spesso decantiamo con forza e speranza, ci rialziamo in nome di qualcosa in cui crediamo e poi ricominciamo a fare così, in un circolo che mai si concluderà in quanto è la vita dello scrittore.
A volte vivere e sentire il vento scorrere nella quotidianità però è necessario per fare i conti con le nostre parti più sane e genuine, per raggruppare quelle mille sfaccettature che fuoriescono spontaneamente mentre la mente creativa è a lavoro e crea qualcosa, che sia con la penna o con la tastiera.
Fare gli scrittori, che venga riconosciuto o meno, è una questione di empatia e di costanza, di fare a meno di tante cose per mettere in primo piano la verità, la volontà di scrivere qualcosa che ci dona rifugio e comprensione, con la speranza che possa arrivare anche agli altri per creare un circolo vizioso (e positivo) di buoni sentimenti empatici che creano la bellezza dell'arte e della vita, del grido di battaglia che prima è nostro quando ci sentiamo spaesati e poi apparterrà ad altri.
Questa poesia è (per quanto mi riguarda) a metà tra un brainstorming con un senso effettivo e una filastrocca e il messaggio è forte e preciso, arriva dritto allo stomaco pronto a descrivere una sensazione che porta libertà, maturità artistica ed accettazione del proprio essere che ci rende così fantastici ed unici rispetto a chi fa altro nella vita... è questa la linea sottile che divide uno scrittore da un semplice lettore, giusto per fare un esempio.
Mi associo al messaggio e lo faccio mio, in quanto è un inno immortale e senza alcun tempo, pregno di rivalsa e vita, solo vita pura.

Un abbraccio sincero,

Watashiwa

Recensore Master
16/04/16, ore 20:59

Bonsoir.
Scusami per il ritardo, ma credo che questo sia il massimo del ritmo che riesco a tenere: una o due recensioni a settimana. Purtroppo, questo semestre è cominciato male e finirà peggio.
Anyway, ora sono qui e ti commenterò per bene questa bellissima poesia.
Leggendo i tuoi versi mi sono ritrovata molto in quello che dici: uno scrittore scrive molto spesso di quello che desidera e che gli piacerebbe vivere in prima persona, riflettendo sui suoi personaggi i suoi desideri e le sue aspettative.
Non solo: può anche decidere di relegare a ruolo di cattivo quel compagno di classe che detesta, oppure creeare un supercattivo da fare invidia a quelli di tanti altri mondi fantastici.
Hai sottolineato come il potere dalla fantasia possa far acquisire agli elementi della realtà (i più bravi scrittori attingono dalla realtà, perché è il punto di partenza in comune che hanno con i lettori) tratti del tutto originali ed innovativi.
Scrivere è come dare sfogo e voce alle mille personalità che formano l'animo dello scrittore, che è capace di immedesimarsi in personaggi diversi e in situazioni diverse.
Tuttavia, scrivere è anche un po' mettere a nudo la propria anima, rivelando punti deboli e sogni che si intrecciano con quelli dei protagonisti e che possono essere rintracciati solo da un lettore attento e sensibile, di una sensibilità che può competere solo con quella dello scrittore.
Al giorno d'oggi, molti si improvvisano scrittori, ma resta comunque un'attività difficile da fare bene, perché il pubblico vuole ritrovarsi in ciò che legge, senza avere la percezione di star leggendo una finzione.
Ed è qui che si allaccia il grido dello scrittore: voglio vivere. Voglio vivere ciò che scrivo, quindi deve essere quanto più verosimile, ma arricchito da cose belle, perché è anche giusto che, dove si ha potere di decidere il destino di molti, succedano anche cose belle.
Soprattutto per come la penso io. Infatti, sono del parere che la vita è già abbastanza pesante per tutti, almeno nelle storie inventate, ci devono essere situazioni piacevoli (non dico il 100% di momenti felici, sarebbe irreale, ma nemmeno una disgrazia dietro l'altra, come leggo spesso!).
Personalmente, ho trovato questa poesia molto delicata, perché tratta dei sentimenti dello scrittore nella forma più pura e delicata della scrittura (perdona il gioco di parole): la poesia.
Nonostante tu abbia usato il verso libero, ho notato un ritmo molto incalzante che mi ha ricordato un po' le filastrocche che leggevo alle scuole elementari. Non prenderla come un'offesa, poiché non sto dicendo che hai scritto una cosa semplice. Anzi, trovo che tu abbia saputo usare parole semplici (ed in grado di comunicare con gioia e consapevolezza ciò che volevi dire) per descrivere sentimenti molto complessi.
E solo chi conosce davvero molto bene una cosa complessa sa renderla in maniera chiara come hai fatto tu.
Posso solo concludere dicendo che mi è piaciuta davvero molto e che l'ho trovata anche molto originale, giacché non è la classica poesia sull'amore o sulle sofferenze, bensì un componimento che parla di una cosa che accomuna (o che, almeno, dovrebbe accomunare) tutti gli scrittori/autori. Ci vuole sensibilità anche in questo.
Quindi, complimenti per la... vena poetica! Molto espressiva ed empatica.
A presto!
*Halley*

Recensore Master
12/04/16, ore 17:07

Mia cara, avrei voluto recensire questo meraviglioso componimenti appena ho avuto l'occasione di leggerlo, ma dato che l'ora era tarda ed ero dal cellulare ho deciso di rimandare... e quale occasione migliore di uno scambio recensioni per farlo?
Ma veniamo a noi e non perdiamoci in chiacchiere.
Mi crederesti se ti dicessi che queste parole avrei potuto scriverle io? Perché la scrittura è proprio così che mi fa sentire: libera di vivere in una realtà che IO posso plasmare, trasformare, governare; libera di essere chi e come voglio, di non dover sottostare al volere di nessuno e di raggiungere tutti quegli obiettivi che magari - per vari motivi - nella vita reale non ancora si sono raggiunti. In fondo, sognare non costa nulla, no? E nemmeno scrivere.
Io sono fermamente convinta che se si scrive lo si fa soprattutto per se stessi e dopo eventualmente per gli altri e per dire qualcosa, per lasciare qualcosa di nostro al lettore occasionale o no che apre il file e decide di gettare un'occhiata nel nostro mondo.
La scrittura è un grido silenzioso - almeno nel mio caso - e quel grido porta con sé proprio le parole "voglio vivere". Vivere ciò che sogno, certo, ma anche la realtà che mi circonda. In fondo, vivendo la vita non è come scrivere? (Ma senza inchiostro!)
Cosa posso dire? Credo di averti già ripetuto fino alla nausea quanto ti reputi una bravissima autrice e con questo componimento me ne hai dato di nuovo prova. Il ritmo è cadenzato e sembra quasi che segua il dettato dal cuore di chi ama scrivere.
Bravissima! <3

Elly

Recensore Master
12/04/16, ore 14:38

Ciao!
Trovo molto accurata questa tua descrizione degli scrittori e del loro modo di agire e pensare - e, soprattutto, del loro non agire e del loro non vivere.
Mi è piaciuta molto ed è scritta davvero bene, hai uno stile semplice ma incalzante, davvero bello. Complimenti ^^

Red

Recensore Veterano
11/04/16, ore 17:10

Questa poesia è davvero molto bella. Mi rendo conto che non è un genere facile da scrivere e non posso che farti i complimenti perché è sicuramente una poesia ben riuscita. Mi sono piaciute le metafore e le similitudini e il ragionamento che fai sulla scrittura (tremendamente vero). Uno scrittore è un essere dallo spirito libero che però finisce involontariamente per imprigionarsi da solo - e tu l'hai reso alla perfezione.
Mi è piaciuta molto questa poesia: fino a oggi non ne avevo mai lette qui su EFP.
Complimenti.
Always_Always

Recensore Master
10/04/16, ore 11:32

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Sarò breve: questa storia rispecchia l'animo di ogni singolo scrittore che abbia il diritto di chiamarsi tale. La prima parte tende a sottolineare quanto ognuno di noi prenda ispirazione da tutto ciò che vede e quando ogni autore ami creare un mondo in cui è lui stesso a dettare legge, dove può spiegare tutto ciò che succede e perché succede, o dove può cambiare gli avvenimenti secondo il suo volere — come nelle Fan Fiction. La seconda parte, invece, di certo non può essere associata a tutti, ma ci sono alcuni scrittori che non si sentono in grado di fare una serie di cose che, per questo motivo, si riflettono solo su carta — o su Word —, nell'universo che ognuno di noi ha il potere di creare.

Questa storia è un piccolo gioiellino e anche se sono stata molto riassuntiva non saprei in che altro modo raccontare quanto l'ho amata, rigo dopo rigo, nella sua completa assenza di scorrettezze grammaticali e nella poeticità di ogni singolo verso.

Chiedo — anzi: supplico — che venga inserita nelle scelte, perché lo merita.