Ciao Bigin, spero tutto vada bene!
Dunque, la prima cosa che ho pensato una volta finito di leggere la poesia è che ha un linguaggio tremendamente musicale e una struttura narrativa quanto incisiva.
La nostra esistenza è permeata dalla presenza di persone con le quali - per un motivo o per l'altro - ci dobbiamo confrontare e con le quali (spesso) ci dobbiamo sfidare ed affrontare su certi aspetti che non escludono nessuna sfera precisa, visto quello che la vita mette sul proprio tavolo ogni volta.
C'è chi incontreremo solo una volta e sarà solo da contorno per un paio di secondi della nostra esistenza, c'è chi resta, talvolta per affetto, talvolta per altri motivi che non sono per nulla spontanei e dettati da legami sani e competitivi.
Non possiamo aspettarci che tutti giochino in maniera pulita ed accettino i verdetti che a volte la vita sbatte in faccia e non possiamo aspettarci che tutti diano la colpa a se stessi per i fallimenti e le sconfitte, sopratutto nella nostra società dove siamo educati in questo modo, purtroppo.
Potrei azzardarti a dire che anche il concetto di vittoria/sconfitta passa in secondo piano, in quanto la cosa più importante sulla quale concentrarsi è quanto l'altra persona sia talmente egoista ed invidiosa di tutto quello che ha intorno che non può che sputare il suo veleno, lento e inebriante, trovando nelle parole stizzite l'unica arma che funge anche da difesa che lo limita in un guscio poco incline all'apertura di altre emozioni.
È bello vedere contrapposti la maturità e il sentimentalismo del protagonista del componimento e il limite sentimentale che circonda lo sconfitto; dalla parte del primo, c'è la consapevolezza anche di come sia inutile provare a discutere entrando nel mondo dell'altro, in quanto sono esattamente due universi diversi, paralleli.
La forza dei perdenti, le parole dette di pancia e con un'ignoranza capace di far rabbrividire chiunque e che non insegnano niente se non una tristezza di fondo che testimonia la diversità - spesso inutile - tra noi esseri umani.
L'unica cosa "positiva" è che queste persone in un certo modo ci mantengono con i piedi per terra, per dimostrare loro che con la prossima sfida avremo le stesse armi a disposizione così come un'integrità grande, forse ancora più enorme rispetto al passato, godendo del bene e giudicando a modo durante le difficoltà.
La musicalità è un arricchimento dell'intera poesia; su una struttura di quartine e ritmata sotto uno schema piuttosto comune e quasi legate a qualche filastrocca, hai saputo spiegare spontaneamente e senza filtri un messaggio che tutti dovremmo imparare ad inglobare ed evitare quando spesso la vita ci toglie e ci mette di fronte a montagne da sormontare, facendoci ragionare e parlare più severamente con noi stessi che attaccare il prossimo solo perché nella condizione opposta alla nostra.
In più, trovo i due versi finali della terza e quinta strofa molto crudi e quasi insegnanti primitivi del concetto che la poesia spiega progressivamente, direi che riassumono perfettamente il veleno che circonda le parole amare.
Scusa se ho tergiversato un po' ma - in ogni caso - sinceri complimenti per aver scritto una poesia che c'entra totalmente il messaggio in una struttura straordinariamente diretta ma al contempo semplice e d'effetto, in modo che sia alla portata di tutti.
Un abbraccio,
Watashiwa |