L'idea di far ruotare un'intera shot intorno ad un solo minuto è geniale.
Mi piace il modo in cui rimandi a tutte le cose che si possono fare alle 20.52, a tutte le cose che Henry avrebbe potuto fare e Teddy con lui: è un minuto solo, un tempo che normalmente possiamo sprecare senza rendercene conto anche solo fissando un punto fuori dalla finestra... ma quando quel minuto diventa tutto, allora ci si rende conto che anche in un solo minuto si può fare qualunque cosa.
Ma Henry, di tutte le cose possibili, in quel minuto è morto. E Teddy stava operando, perché come per tutti i chirurghi c'è sempre un paziente o un'emergenza.
E ora è sola (straziante il fatto che non riesca a tornare a casa), sola con il fantasma di Henry che la segue ovunque perché in quell'ospedale hanno vissuto forse più momenti insieme che a casa... e alle 20.52 non ha più infinite possibilità di cose da fare, ma solo una: fissare l'orologio, aspettando che quel maledetto minuto passi.
Le ultime frasi, poi, sono bellissime e strazianti.
Bravissima, come sempre cogli nel segno l'essenza dei Tenry: tutti i semplici momenti che hanno vissuto insieme e la loro fine, con il grande dolore e vuoto di Teddy.
Spero di leggerti ancora al più presto,
Fra |
