Recensioni per
Il quinto livello
di solomonty

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/02/17, ore 15:35

Carina!*^*
E quando dico carina, intendo: leggera, romantica senza strani miasmi dolcificanti, allegra, ma allo stesso tempo profonda e con una morale che devo ancora del tutto scoprireXD
Iniziamo con gli unici dubbi, così nel frattempo ne approfitto per chiederti un consiglio.

Si guardò allo specchio indugiando sulla lunga cicatrice che partiva dal naso e scendeva verso l’orecchio sinistro e si chiese perché mai interessasse così tanto gli altri.

Non dovrebbe essere: "... agli altri"? Dovrebbe rispondere alla domanda "a chi"; scusa il vecchio trucco scolastico, a volte mi serve ancora:D

E poi - e qui il consiglio - la punteggiatura di questo paragrafo:

Essere un robot di quinto livello, però, significava avere un ruolo attivo nella società: dopo un periodo di praticantato all’Accademia, i robot di nuova generazione coadiuvavano gli umani nel governare meglio; affiancavano gli insegnanti nell’educazione dei più giovani; sedevano nel Consiglio di Guerra a rappresentare e testimoniare l’accaduto storico, memoria e studio di ogni campagna che la galassia aveva prodotto da tempo immemorabile: solo un robot poteva ricordare la teoria della Testuggine Romana, le Termopili degli Spartani, l’invasione delle Miniere di Azur o la battaglia multitemporale affrontata dai reietti di Bottom.

E grammaticalmente o sintatticamente corretto usare i due punti dopo il punto virgola, mentre questi ultimi seguono già i due punti? Voglio dire, non l'ho mai riscontrato in nessuno libro. I due punti possono essere usati dopo il punto e virgola? O ancora, i due punti possono essere usati direttamente legati ad altri due punti? Non so se si è capito qual è il mio dubbio.

Fine della parte noiosa!

Inizio col dirti che io amo Capitan Harlock, e ammetto di aver lasciato che il suo personaggio mi ispirasse per la creazione di uno dei miei protagonisti: egli è il pirata con una cicatrice, e quella cicatrice è la sua parte più umana e onesta, rappresenta i suoi valori e il prezzo che ha avuto portarli avanti.
Ed è per questo che trovo molto significativo il fatto che un robot ne abbia una. La cicatrice del protagonista non è solo un memento per lui, caratteristica del suo personaggio e motivo di isolamento, ma è anche esplicativa di un personaggio che sta dietro le quindi e che è altrettanto importante per la storia: Henry. Mi incuriosisce molto!
Henry è diverso dagli altri umani che creano e assemblano robot (qui molto significativo, infatti, è che i robot sono in un certo senso il riflesso, seppur parziale, dei loro creatori): me lo immagino pensieroso, attivo nei problemi più complessi del mondo; legato a valori profondi e all'onestà, al sudore e ai sacrifici. La lezione più importante che egli vuole impartire alla sua creazione è che tutto lascia un segno e che prima o tardi anche lui, in quanto robot di quinto livello, dovrà scendere a patti con la Legge Zero, il che significa dover scegliere il male minore, ma pur sempre una scelta che avrà delle conseguenze. La cicatrice è la parte più umana del robot: nel momento del bisogno lo aiuterà a sostenere le conseguenze del male minore.
Altrettanto significativo il concetto di "perfezione"!
I robot sono, concettualmente, la concretizzazione dell'idea di perfezione che ha l'uomo: in quanto macchine, la loro scelta dev'essere logica, supportata da dati e rielaborazione algoritmica di questi ultimi. La creazione di questo sfregio su un essere di tale concezione indica il fatto che la perfezione non esiste, la logica non è inappuntabile e che l'umanità non potrà mai soppiantare l'emozione che sta dietro le sue decisione, buone o cattive che sono state negli anni.
E qui entra in gioco il ruolo di Juke(che sia stato Henry, in qualche modo, ad alimentare i suoi impulsi verso "Andro" - tra l'altro molto significativo questo nome, e si ricollega al commento di prima - ?): ella darà ad Andro e al suo essere di quinto livello un nuovo senso, ampliando e arricchendo le sue idee di "emozione" e "conoscenza", non più fatta da elementi logici, ma emotivi e irrazionali. E come fare a rendere comprensibili e assimilabili concetti simili per delle macchine? Interessante che Juke scherzi sul fatto che Andro sia un robot di quinto livello: questa categoria mi par di capire che, concettualmente, dovrebbe essere la più sviluppata, quella più vicina e attiva nel mondo umano; ma il fatto che Juke la "derida" fa comprendere quanto ancora quest'idea di perfezionismo sia solo un'utopia a cui l'uomo disperatamente si aggrappa. Ironico anche il fatto che ella, che è colei che insegna più di quel che impara, sia un robot di quarto livello.
A costo di ripetermi, ti dico: carina *^*
E' una storia che si comprende un po' alla volta, un livello alla volta, e questo mi piace: è poliedrica e chissà cos'altro ho perso in giro.
A presto!^^

Recensore Master
03/06/16, ore 15:41

TERZA CLASSIFICATA al contest "Storie di robot"
 
Grammatica, stile e lessico: 19.5/20
All’inizio, il modo in cui hai presentato il discorso di Barbie Caramel mi ha un po’ confuso. Non capivo chi fosse l’interlocutore. Per il resto ho trovato la lettura piacevole. Lo stile mi è sembrato davvero buono e scorrevole. Non ho trovato nessun errore grammaticale da segnalarti e anche la punteggiatura è al posto giusto. Se dovessi fare la pignola ti segnalerei solo il fatto che dopo un discorso diretto ci starebbe bene una virgola. Per esempio: “Perché il tuo umano ha fatto una scelta del genere?” chiese…
“Perché il tuo umano ha fatto una scelta del genere?”, chiese…

Trama: 17/20
Molto bella e originale l’ambientazione seppure con qualche richiamo a opere famose: il fatto che rievochi l’immagine dei pirati che scorrazzano per la galassia mi ha catapultato in un’atmosfera tipo quella de “Il pianeta del tesoro”.
Forse ho trovato un po’ banale lo svolgersi dei fatti; in pratica non succede nulla di degno di nota, si potrebbe definire tutto il racconto come una slice of life o un’introspezione.
Non è spiegato perché esistano così tanti tipi di robot classificati sotto vari livelli a seconda della profondità della loro psicologia. Fin ad un certo punto viene da chiedersi a che scopo vengano utilizzati i diversi tipi di robot; quelli di nuova generazione aiutano gli umani a governare meglio, per il resto sembrano entità senzienti lasciate libere di vivere la loro vita.
Caratterizzazione dei personaggi: 18.5/20
Molto buona sia a livello estetico che caratteriale. Il protagonista, Andro, è un robot parecchio umano, soprattutto dal punto di vista emotivo. Il suo “quinto livello” lo rende davvero molto più simile agli esseri umani che alle macchine. Ho trovato la sua introspezione davvero ben riuscita: quando dice che preferisce ignorare chi lo deride e stare per conto suo, mi sembra un essere solo e indifeso e mi fa quasi tenerezza. “Sì, è meglio così… sto per i fatti miei, ignoro chi mi deride! Se sto da solo nessuno può cacciarmi via; molto meglio la solitudine… soffro di meno”. C’è una sensibilità pazzesca in questo! Sembra che abbia un’anima e che soffra davvero. E poi c’è da considerare anche la sua curiosità, il suo desiderio di sapere lo rende affascinante: “si era accorto che più sapeva più voleva sapere”.
Molto simpatic* il robot Sam composto da un corpo cilindrico suddiviso in tre blocchi e una superficie tempestata di lucine colorate. L’ho trovat* originalissimo e, dal punto di vista estetico, l’hai descritt* molto meglio del protagonista stesso. Il fatto che Sam manchi di una vera e propria identità sessuale, ma che si senta comunque più rivolt* verso l’universo femminile fa riflettere.
Uso del pacchetto bug: 8/10
Non è reso proprio alla perfezione, ma si percepisce chiaramente verso la fine a partire da questo simpatico scambio di battute: E ora chiudi gli occhi e lasciati andare” disse a bassa voce.
“Dove devo andare?”
E poi lo dice lui stesso che ballare è una faccenda controversa, che fatica a coordinarsi perché  le sue leve non rispondono armoniosamente alla melodia. Se questo non bastasse, poi c’è Sam che si dichiara “mi piaci come sei, anche se non sai ballare” e si propone come insegnate di ballo.
Uso del pacchetto particolarità: 10/10
Ottimo. Giustificato con l’immagine del pirata spaziale le cui avventure avevano affascinata il padrone di Andro da ragazzo. Tra l’latro s’intuisce essere un riferimento a Capitan Harlock, come poi riporti nelle note.
L’umano suo padrone vuole farlo crescere anche dal punto di vista psicologico, e quindi gli procura quella vistosa cicatrice in faccia che fa sentire Andro inadeguato agli occhi giudicatori degli altri.
Gradimento personale: 9/10
In generale ho trovato il racconto molto simpatico. Soprattutto la relazione tra il robot protagonista, Andro e il robot senza identità sessuale di nome Sam pieno di lucine. Quest’ultimo me lo immagino come una discoteca mobile: una personalità sempre allegra e in festa, amante del canto e del ballo.
 
TOTALE 82/90

Recensore Master
13/05/16, ore 17:48

Come sempre hai dato prova della tua sensibilità e della tua bravura.
Non dico altro perché ho paura, che le emozioni che ho provato si possano perdere e dissolversi, scivolando via con le parole. Ancora complimenti!
(Recensione modificata il 13/05/2016 - 05:51 pm)
(Recensione modificata il 13/05/2016 - 05:55 pm)

Recensore Veterano
11/05/16, ore 22:37

Hola, sfidante!

Innanzitutto, complimenti. Mentre leggevo la tua ottima prosa, sono rimasto piacevolmente colpito dalle numerose strizzate d'occhio a Asimov e alle fonti d'ispirazione che citi in fondo. Mi sono divertito parecchio a riconoscerle quasi tutte, investito del piacere che prova chi incontra una persona simile nello stile e nei gusti letterari ;)
La storia è piuttosto semplice, ma efficace. Ho apprezzato molto, del tuo testo, l'originalità nell'esistenza di vari livelli di robot. Nel tuo universo fantascientifico, non esiste un unico tipo di robot, bensì varie gradazioni che si differenziano a seconda del grado di consapevolezza ed evoluzione, fino al quinto. Una bella idea, che non hai potuto sfruttare appieno in un singolo racconto, ma che ti consiglio di ampliare ulteriormente, perché c'è da tirarci fuori qualcosa di veramente ottimo. Ho trovato particolarmente interessante il personaggio di Sam: robot dalla sessualità volutamente resa ambigua, notevole l'idea di renderlo 'femminile' con un nome maschile, evidenziando l'incapacità da parte di un robot di possedere una sessualità definita e al tempo stesso la possibilità che un robot dall'intelligenza particolarmente sofisticata possa arrivare a sviluppare un proprio orientamento sessuale a partire dalla personalità, e non dai caratteri fisici. Un concetto affascinante, che a me è sembrato di leggere tra le righe del tuo racconto. Magari mi sbaglio, ma io ci ho visto questo, e mi è piaciuto un sacco.
Degno sfidante, ci vediamo alla resa dei conti!
Au revoir!