Sottolineando che ritardo è il mio secondo nome, direi che possiamo cominciare a recensire.
Ho scelto di commentare questa storia per prima perché, come già sai, mi è piaciuta davvero tantissimo, fin dalla prima stesura: sebbene non conosco i personaggi, l'idea è molto, molto buona. Credo infatti che le immagini siano capaci di sviluppare i lati più remoti del nostro subconscio, rendendoci capaci di scrivere e argomentare su cose che non avremmo mai neanche ipotizzato; in questo caso, ti è riuscita meravigliosamente bene.
Da una parte abbiamo Judal, che noto essere un ragazzo flemmatico, freddo, sempre sulle sue, particolarmente sbruffone; non so perché, ma il suo personaggio mi ricorda un po' quello di Ulquiorra di Bleach, proprio per il fatto di non considerare gli altri alla sua altezza. Cova palesemente qualche sentimento per l'altro giovane, imbarazzandosi all'istante quando quello posa le sue labbra sulle sue e soprattutto per il fatto che non è riuscito a ignorare l'aria di sfida che si era venuta a creare: mandare via Ren Kouha dal suo corpo significava ammettere che fare le flessioni con lui su di sé era più complicato, anche se probabilmente c'è anche una sorta di desiderio personale... insomma, orgoglio o non orgoglio se avesse voluto scrollarselo di dosso l'avrebbe fatto, invece no c:
Ren Kouha invece è il tipico ragazzino che se ne frega di quello che pensano gli altri ma che però ha una grande stima e considerazione di sé (Kouha non diede molto peso alle parole del ragazzo, ma rimaneva comunque il fatto che avesse adombrato le sue capacità e questa cosa lo irritò molto.); non gli piace perdere, è un po' infantile, ma anche tanto dolce e schiavo dei suoi istinti: quello che gli viene in mente di fare, quello fa! Ma questa cosa in quel momento gli è andata bene, considerando che i suoi sentimenti erano ricambiati.
La scenetta descritta è molto carina: è proprio l'idea di questo bacio e la sfida intorno alla quale ruota intorno tutta la storia che mi intrigano. Il fatto che inizialmente combattere contro di lui non gli interessasse e che poi dopo, pur di cambiare argomento e non soffermarsi su quanto successo, abbia chiesto lui stesso di combattere è epico.
In fatto di stile, ci sono ancora delle piccole cose da rivedere, ma penso che il testo sia scritto piuttosto bene, la verde ce l'hai tutta. Vi sono dei pezzi resi molto bene e altri forse un po' meno, ma questo è naturale: migliorerai con il tempo; in particolare ho amato la descrizione del bacio: era la prima volta che ne scrivevi una e ti faccio i miei complimenti perché, già alla prima stesura, è venuta molto bene!
"Kouha non diede molto peso alle parole del ragazzo, ma rimaneva comunque il fatto che avesse adombrato le sue capacità e questa cosa lo irritò molto." Come vedi, vi sono due parole che (pur usate una volta come aggettivo e un'altra come avverbio) essendo omografe nello stesso periodo stonano.
"Dopotutto non poteva negare di provare qualcosa per Judal, quindi — o per una sorta di ripicca o per piacere personale — si sedette sul ventre di quest’ultimo e iniziò a contare le sue flessioni." Non è che questa frase non vada bene, anzi, credo solo che potesse essere scritta meglio; ciò che voglio intendere è che (sebbene io abbia capito a intuito cosa vuoi comunicare) avresti dovuto allungare un po' l'introspezion di Ren Kouha, spiegando che i suoi sentimenti erano il motivo per cui non voleva essere messo in ombra da Judal e che quindi cerca di trovare un modo per alleviare la delusione e allo stesso tempo dare piacere a se stesso: sedersi su di lui.
Alcune volte hai usato il punto fermo all'interno dei dialoghi, altre no; puoi farlo in maniera alternata seguendo questo schema: quando, alla fine delle virgolette, non scrivi più nulla, allora usi il punto; in caso contrario, no.
"[...] bilanciò il suo peso con quello dell’altro. Quest’ultimo, concentrato sul suo addestramento, sentì il peso del ragazzo calare." Sebbene sono due periodo di versi si trovano anche uno affianco all'altro, quindi ti consiglio di modificare con un sinonimo una delle due parole.
"rabbia; i" Vi è uno spazio in più.
"e disse con aria sdegnata: «Pronto per combattere?»" Essendo questa una domanda, forse disse non è il verbo più adatto, ma ovviamente puoi scegliere da sola quali parole usare; era solo un consiglio.
In conclusione, se dovessi attribuire un voto da uno a dieci a questa storia darei un 7/10. Hai superato di tanto la sufficienza, cara!
Ti saluto, alla prossima.
Bye, Contessa. |