Recensioni per
Summer Tales
di __aris__

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
03/09/16, ore 21:23

Ciao!
Comincio con il dire che non leggo quasi mai originali, con il dire che sono restia a leggere romantiche/drammatiche semplicemente perché non le ritengo il mio genere. È stano che io sia passata qui. Credo fossi curiosa. Ho i brividi. Brividi di paura, sarà che l'argomento è delicato, sarà che tu lo hai scritto molto bene. La grammatica. La sintassi. I termini. Hai fatto tutto davvero bene. Le frasi brevi danno tanta enfasi, sarà quel 'bang bang' che suona come una triste onomatopea. Sarà che mi ha fatto venire in mente una frase che fa più o meno ''così fu quell' amore dal mancato finale, così splendido e vero da potervi ingannare". Niente, volevo citartela. Ho apprezzato molto. Leggo anche la seconda. A presto, Sil. :3

Recensore Master
02/09/16, ore 16:42

Non mi era mai capito di leggere qualcosa sul femminicidio, tant'è che avevo quasi preso con troppa leggerezza la lettura di questa drabble. Ho inizialmente avuto pensieri come "ma che carini, questi due bambini e il loro modo di giocare. Bang, bang e a terra". Concludendo la lettura, sempre più amara, con un senso di vuoto che mi ha fatto guardare lo schermo senza dire o fare nulla per una dozzina di secondi.
All'apparenza queste 177 parole sembrano acerbe, spezzate e sbrigative. Aiutate da una canzone impossibile da non conoscere. Nella verità cruda della realtà, però, queste 177 parole sono tutto il contrario di ciò che sembrano. Amare, profonde ed essenziali nell'illustrare un problema della società che smuove parecchie discussioni. La storia di questa donna che finisce con l'essere sparata veramente dal marito può essere la storia di più donne eppure nella sua autenticità manda un messaggio che non ha esclusioni di colpi. Una persona crudele può nascondersi anche nell'amico di infanzia più fidato e non bisogna mai colpevolizzarci per qualcosa di cui noi non abbiamo colpe. Perchè se una persona arriva al bang bang , quello vero, che ti priva della possibilità di vivere la propria vita, la colpa non è mai nostra. Questo discorso è più generico, rispetto all'argomento del femminicidio, e non voglio generalizzare. Solo che, quanto ho letto, mi ha suscitato diversi pensieri, che vorrei sbrodolare qui. Ma l'unica cosa in cui sto riuscendo è soltanto creare una matassa incomprensibile di pensieri.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti perché non è facile scrivere di un argomento così delicato ed esprimerlo al meglio in poco meno di 200 parole. Hai fatto un ottimo lavoro, davvero.
Vado a elaborare tutti i pensieri che mi hai scatenato da un'altra parte. Ma grazie per avermi concesso un punto di partenza per questa riflessione.
Un abbraccio,
VenerediRimmel

Recensore Veterano
01/09/16, ore 20:27

Ciao _aris_! Come va?
Mi sono trovata spiazzata di fronte a questo primo capitolo, perché in poche parole sei riuscita a sintetizzare quello che, purtroppo, avviene quotidianamente nella società.
Il tono drammatico mi ha lasciata con una stretta nel cuore, perché ti assicuro che sono molto sensibile alle violenze- di qualsiasi genere-, alle catastrofi e, in generale, alla sofferenza.
Nell'ultima frase ho immaginato l'anima di questa donna dire addio al mondo e credo che sia stato proprio l'organo a farmi creare questa immagine mentale. Il mio cervello ha fatto l'associazione organo- chiesa- funerale.
A presto,
Wellsie

Nuovo recensore
01/08/16, ore 19:23

Ciao!
A essere sincero, sono stato positivamente colpito da questa storia. In primis, perchè il femminicidio è un tema che mi sta caro e sentirne parlare in un sito dove di solito si scrivono storie più ""leggere"" mi ha fatto davvero piacere.
Inoltre, trovo che la canzone da te scelta ci stia a pennello (lasciamo stare il fatto che la adori *-* xD); citare i versi del brano, alla fine della storia, ha aumentato a creare una certa atmosfera ed è stato un momento molto evocativo. Davvero complimenti: sei riuscita a rendere un tema di cui si parla di continuo sui social, alla televisione, ecc. in maniera tutt'altro che banale.
A presto,
BakaInu

Recensore Veterano
28/07/16, ore 16:37

Ciao!
Ti dico la verità: è stato un po' triste leggere una storia così drammatica ispirata a una canzone che tanto mi piace! Tuttavia mi è sembrata indicata, in realtà,e i frammenti di testo che hai citato si prestavano molto alla tua storia.
Da come dipingi l'uomo all'inizio, non avrei immaginato un epilogo tragico, ma immagino tu abbia voluto puntare - giustamente - sull'effetto sorpresa Oddio, ora che ci rifletto, in effetti non ha fatto che ripetere, da adulto, i gesti che faceva da bambino; però anch'io, come la protagonista, credevo si trattasse semplicemente di un gioco.
Mi è piaciuta molto l'immagine dei suoni: quello dell'organo che sostituisce il martellante bang bang v.v

Complimenti dunque, e alla prossima!

Recensore Junior
28/07/16, ore 14:12

Ciao! Ho scoperto questa flashfic grazie allo scambio del gruppo su Facebook.
Che dire? Sono scioccata, completamente e totalmente senza parole. Bang bang. Mentre leggevo nella mia testa continuava a risuonare la voce di Nancy Sinatra: "Bang bang / He shot me down bang bang / I hit the ground bang bang / That awful sound bang bang / My baby shot me down".
Ti giuro, ho i brividi. Il femminicidio è un tema talmente attuale e talmente a me caro che non ho potuto non leggere questa fic e credo che con parole molto semplici e dirette tu abbia saputo rendere la situazione drammatica e terribile così com'è, senza girarci troppo intorno. E credo sia questo quello che mi ha colpita più di tutto.
Ho riscontrato solo una piccola imperfezione: quando scrivi "Quel suono mi ha perseguitato fino oggi", hai scordato di mettere un "ad" dopo "fino", quindi: "quel suono mi ha perseguitato fino ad oggi", per il resto è perfetta. Brava!
Alla prossima, un abbraccio.
Starsfallinglikerain.

Recensore Master
27/07/16, ore 23:20

Buonasera!
Devo dire che questa flash ha il grande pregio di rappresentare benissimo - nella sua accezione tenebrosa - l'apparenza di un qualcosa che sembra perfettamente funzionare ed è allegro, propriamente spensierato mentre in realtà è un incubo vestito elegante, capace di fuorviare ogni sconosciuto completamente.
Non mostrare una natura mostruosa per alcuni è d'obbligo per motivazioni diverse e se scappa una "manifestazione spontanea" si deve essere bravi a ridurre il pericolo per il futuro, essere persuasivi nel rendere la "vittima" sudbolamente sotto la sua ala e mai al suo pari, quello che rende sana una relazione.
Dalle cose apparentemente frivole a quelle più seriose, è un qualcosa che viene fatto con la giustificazione dell'amore, quando in realtà è un'ossessione di comando e supremazia verso l'altra persona, un rispetto e una fiducia lontani dalla loro concezione di dimostrazione e sanità.
È proprio da lettori estranei alla vicenda, solo dopo la tragedia si denota esattamente la follia e la pazzia dell'omicida perché, a meno che non si sapesse qualcosa dalla vittima, non si sarebbe mai immaginato un epilogo del genere.
Quell'onomatopea diventa qualcosa che spezza una vita piuttosto che sensazioni cupe o oscure date alla sconfitta e alla morte di un pezzetto d'anima che comunque fa scattare qualche campanello d'allarme.
Il testo risulta chiaro grammaticalmente, senza dimenticare la scorrevolezza e la bellezza angst-drammatica che ne viene fuori con un finale nero, dal quale non si può veramente uscire perché è un qualcosa che è completamente spezzato dopo le troppe pieghe forse evidenti ma così lontane dall'essere medicate da occhi attenti.
Il prompt è stato profondamente rispettato nelle sue accezioni, anche la canzone (bellissima, nonostante sia meno drammatica nel significato generale) si presta bene perché tende a spezzare le fondamenta di un sentimento e della vita stessa.
Ci sono tante persone che sbagliano una vita a dare la propria anima alla gente ma è una vita che ci deve bastare e rendere conto di alcune cose che non possono continuare così, in nome della purezza e del significato di certi termini e di certe azioni, come vengono dimostrate al momento e a seguire.
Non è facile e se si è soli a volte deve servire una spinta esterna ma è una piaga che deve essere estirpata al più presto: storie del genere fanno solo riflettere e devono ricevere una buona attenzione ed essere d'ispirazione.
Deve vincere il suono gioioso della musica, mai più il suono secco di un'arma.
Complimenti vivissimi per la stesura di questa storia, davvero sofferta e sentimentalmente da giallo, poi sempre più horror nella sua accezione quotidiana.

Un abbraccio,

Watashiwa

Recensore Master
17/06/16, ore 12:47

Questa flashfic mi ha fatto riflettere. Il personaggio maschile rivela una pazzia imprevedibile. Sembra che tutto fili alla perfezione: i bei ricordi, la vita assieme poi quel “bang bang” a spezzare l’armonia delle cose. Il fatto che lei lo abbia voluto come fidanzato e poi come marito, fidandosi della persona sbagliata, fa venire i brividi per il terrore. Infatti, secondo me, hai scritto qualcosa di molto vicino al thriller. L’amore che dovrebbe essere un rifugio in cui trovare protezione diventa una trappola di morte… e allora non è nemmeno più amore questo, ma ossessione, follia pura. Viene da chiedersi se sarebbe potuto trovare un modo per evitarlo.
Per quanto breve sia il testo, ho trovato lo stile semplice e scorrevole. Solo una cosa non ho capito: perché hai lasciato i verbi all’infinito nella frase finale? “Adesso le campane della chiesa suonare solo per me. La musica dell’organo e le persone pregare.” Non capisco se sia un refuso (perché io avrei scritto “suonano” e “pregano”) o se tu abbia voluto indicare qualcosa.
Alla prossima,
Monique