Se c'è un qualcosa di cui sono pienamente fiera di te è quando vedo che aggiorni questa storia, nonostante ti costi fatica e nonostante a volte ti butti giù per un motivo o per un altro.
Lo so che è difficile e so che spesso e volentieri ci si sente disconnessi dai nostri personaggi, ma il fatto è che, anche se attraversi questi periodi un po' bui, sai sempre come risollevarti e come dar modo ai lettori di conoscere i tuoi figli così come li conosci tu e di sentirli così come li senti tu.
E come non si può essere fieri di una cosa del genere? Hai la capacità di trasmettere quello che scrivi a chiunque e di investire il lettore con sentimenti che sì, sono dei personaggi, ma a poco a poco diventano anche nostri. Ci dai modo di immergerci in un personaggio così complesso come Adam e in una realtà che non risparmia nessuno, di vivere come vivono loro, di sentire e provare sensazioni nuove e diverse così come le vivono i personaggi di questa storia.
Non ti dico quanto vorrei portarli via, lasciarli vivere la loro vita in pace dopo anni e anni in cui si sono corsi dietro -anche inconsapevolmente- e vederli finalmente felici, senza quella grosse chiazze di nero sulla tela bianca che oramai sono evidenti e che prima o poi andranno a ricoprire qualsiasi millimetro.
Ho sinceramente paura per loro e sento, anzi so, che prima o poi succederà quel qualcosa che mi trafiggerà lo stomaco da parte a parte e mi/li farà soffrire come cani.
Però per il momento mi aggrappo a quel granello di felicità che hai loro dato fra quelle lenzuola; penso di non essermi mai sentita così felice per una ship come in questo momento: hai saputo mischiare due elementi contrastanti, la delicatezza e la forza, e renderla una cosa unica, nuova e senza nome, ma che ha il sapore di questi due ragazzi.
Si sente proprio il bisogno che Adam ha di Ash e forse è la prima volta che lo si vede così vulnerabile, umano e caldo, come se avesse ripreso a vivere solo nel momento in cui è entrato in contatto con Ash. È come ribadire un concetto che esiste dalla notte dei tempi, ovvero che nessun uomo è privo di sentimenti; nessun uomo è un corazzato, ognuno ha il suo punto debole, la sua valvola affettiva di sfogo, un desiderio nascosto e segreto, un sentimento che cerca in qualche modo di soffocare.
E così oggi abbiamo visto uno scorcio su quelle che sono le paure di Adam, ma anche un piccolo pezzetto della sua anima ed è stato un privilegio. Un privilegio perché un personaggio del genere, te lo ripeto, non è semplice da gestire né da far aprire, ma sembra che, in un modo o nell'altro, Ash abbia il potere di svelarcelo, perché sono sempre stati complementari fra di loro e sempre lo saranno.
Li potranno separare ma tanto so per certo che, comunque andrà a finire, se non sarà, la loro, una corrispondenza di corpi, la sarà di anime. Sono dell'idea che non mi interessa cosa accadrà, perché la fisicità a un certo punto va superata. Fa soffrire, ma va superata.
E troverò conforto nella perfetta assonanza fra le loro anime e fra i loro caratteri e non lo so, fra qualsiasi elemento che me li riporti alla mente.
Poi sai un'altra cosa che adoro sono i combattimenti di Adam: lo vedo come una macchina da guerra sofferente. Sembra non abbia sentimenti, sembra debba schiacciare il nemico senza esitazione ma è come se nei suoi gesti freddi impiegasse una tale rabbia e un tale sentimento che non riesco più a vederlo come un soldato pronto alla morte.
Sai lo stereotipo del soldato è un po' troppo sopravvalutato: guardando uno dei film di Jake, mi è rimasta impressa una frase di un personaggio secondario bellissima “Ti insegnano ad impugnare un'arma, ad usarla, ti preparano fisicamente, ma non ti insegnano ad affrontare la morte nelle sue varie sfaccettature”.
E per quanto Adam sia pronto a morire e non lo spaventi questa cosa, sono certa e sicura che adesso che il suo guscio stia cominciando a sfaldarsi grazie ad Ash, ci ripenserà.
Perché per quanto uno possa essere pronto a morire, per quanto ci si possa inculcare nella testa che la morte non è altro che la fine di un processo vitale interamente fisico, credo che ora in gioco ci sia molto di più che la semplice perdita di un corpo: insieme ad esso se ne andrebbero sentimenti, emozioni, desideri, voglia di fare e condivisione.
Non so perché io speculi così tanto sui tuoi capitoli, qualcuno dovrebbe zittirmi. Però non ce la faccio, mi fanno sempre parlare, pensare. E non mi permetterei mai di stare zitta, pff, figuriamoci.
È anche la febbre che parla (-okay, basta, finiscila ndTutti).
Ok, passo e chiudo.
Mi raccomando, cheer up e continua così ♥
D a r k o
(Sì, ho cambiato nome ancora una volta. ~) |