Ciao!
Ci tenevo molto a leggere questa nuova Lifeless e ci tengo ancora di più a dirti cosa ne penso - e io sono una di quelle persone bruttissime che, per pesaculismo (?!) mai più finito, lo fanno davvero di rado. Ho voluto prendermi un momento per leggerla - e leggerla con attenzione - perché, avendo seguito un po', anche se da lontano, tramite fb, le vicissitudini di questa seconda pubblicazione, mi ha molto incuriosito il fatto che tu abbia deciso di rimetterti in qualche modo in discussione e ripartire da zero, riprendendoti la tua storia. Mi è sembrata una scelta non da poco e mi sei piaciuta, per questo.
Della vecchia Lifeless avevo letto davvero poco, e non ti nascondo che non mi aveva presa più di tanto, principalmente per colpa di uno stile un po' impersonale che non mi aveva lasciato addosso niente di tuo, che mi aveva fatto pensare che tu non fossi molto "il mio genere". E invece leggerti oggi è stata davvero una bella sorpresa. La prima cosa che ho pensato è che tu sia migliorata davvero tantissimo, in fatto di stile, e su questo condivido tantissimo il pensiero di Donnie: è più personale, più consapevole, più tuo.
Alcune frasi ed espressioni in partcolare mi hanno davvero colpita, mi hanno fatto venir voglia di soffermarmi a rileggerle, mi sono entrate dentro. Ho un metro un po' strano, io, per capire quando qualcosa mi piace davvero quando la leggo, ho una sorta di folgorazione che mi fa pensare "sì, questa cosa è proprio così, semplice e bellissima, possibile che non me ne sia mai accorta?". Ecco, nonostante mi sia espressa coi piedi e abbia dato la peggiore impressione di me - una bambina un po' speciale che parla da sola con lo stesso tono ebete con cui si parla solo ai neonati e ai cani - me l'hai fatto pensare più di una volta. E non posso non citarti almeno la mia preferita, perché non sarebbe giusto: "...e lo lascia lì a marcire della sua debolezza." Marcire della propria debolezza. È un'immagine potente e violenta e bellissima, la frase è semplice e diretta, è un pugno nello stomaco. Questa finisce dritta dritta nel quadernino delle citazioni che amo.
Un altro paio invece mi sono piaciute molto perché, senza tante spiegazioni, hanno caratterizzato sia Adam che le tenebre in cui si muove. "...perché non ha mai amato questi gesti che tendono a invadere il suo spazio, tracciato dal filo spinato nella sua mente" e "Esseri informi che si nutrono della violenza e da essa ne ricavano ricchezza. E Adam, di questa ricchezza, ne è portatore sano." Belle e forti proprio perché incisive ed essenziali, nonostante la forma non sia perfetta. E poi c'è il "vomitare parole" che è proprio un mio punto debole, lo adoro e non mi stancherò mai di scriverlo e leggerlo.
Questa capacità nel caratterizzare con i loro stessi gesti, con le loro stesse parole, con un aggettivo, un'immagine, una sola frase, sia Adam che Ash non è solo molto adatta alla tipologia di racconto, è anche, secondo me, segno di capacità nello scrivere, perché è quello che fa entrare il lettore nella storia senza che quasi se ne renda conto.
Veniamo alle cose che mi hanno convinta meno. Ti anticipo, nel caso non mi riuscisse farlo trasparire dalle mie parole, che non voglio assolutamente suonare saccente, che quello che dico non è assolutamente il Vangelo de noattri e che ci tengo solo a dirti la mia perché tu possa, se ritieni che il mio parere sia utile, continuare a migliorare. Innanzitutto, come già ti hanno fatto notare altre, le virgole. Diciamo che, in questo, distinguo due casi: il primo, in cui proprio ti parlerei di "errore" e il secondo, in cui ne hai messe/non messe molte dove, secondo me, non ci stavano/ci sarebbero state, ma ancora si può parlare di gusto personale. Per quanto riguarda gli errori, ti segnalo:
- "A notte fonda la musica cessa di pulsare nelle sue orecchie e, la gente per la maggior parte a lui sconosciuta, lascia il suo nuovo appartamento." La virgola dopo la "e" non ha senso (se levi l'inciso, sebra che il soggetto di "lascia" sia Adam stesso), dovrebbe andare dopo "gente".
- "Guardati, Adam. Non si capisce più, dove inizino i tuoi tatuaggi e dove finiscano i lividi." Toglierei la virgola dopo "più".
(La personcina dentro di me che non riesce a fare una recensione completamente seria sta urlando che questa frase è stupenda e ommioddio Ash e aiuto so già che avrò bisogno di un cuore nuovo, alla fine della storia). Il mio personalissimo consiglio, che su di me funziona, è quello di pensare, quando scrivi, all'intonazione con cui leggeresti una determinata frase - oppure leggila davvero, io lo faccio sempre! - e di basarti quindi su quella per la punteggiatura.
Un'altra cosa che mi ha convinta poco, stavolta a livello di coerenza e scorrevolezza, è la descrizione dell'appartamento. Se ad Adam non importa niente della casa, non soffermarti troppo a descriverla, non darle importanza se non è strettamente necessario (il corridoio ocra con la porta d'ingresso blindata, in legno; la porta scorrevole di vetro per andare in terrazza; l'open space con la tv...). Al contario, mi piace che tu dia qualche informazione lampo man mano che Adam si muove: "Prima porta a sinistra il bagno. Seconda porta a destra, una stanza attrezzata del necessario per potersi allenare.". Forse mi piacerebbe ancora di più se le frasi fossero propio ridotte all'osso: "Prima porta a sinistra, bagno. Seconda porta [forse "porta" potresti anche ometterlo] a destra, una stanza per potersi allenare".
Queste sono le cose più eclatanti, direi. Ci sono altre cosette qua e là che non mi convincono molto a livello di forma o di lessico, ma davvero, non voglio ammorbarti ancora con la mia scassacazzaggine (?!?!). Qualsiasi cosa, sono più che contenta di parlarne con te, sia qui che (meglio) su fb, perché questo sito non va troppo d'accordo con il mio telefono (e ormai aprire il computer è sinonimo di appunti e dispense e slide da studiare, quindi lo evito come la peste da brava persona matura e funzionale!)
Complimenti davvero, spero tanto tanto che si sia capito quanto sia stata contenta di (ri)leggerti! E poi insomma, io son già qui che aspetto il prossimo capitolo (e preparo la valigia per salire su una certa nave su cui, da quanto ho letto, sarò assolutamente in buona compagnia!)
Emma
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