Recensioni per
Ice and Fire
di queenjane

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
09/01/17, ore 04:07

Non so come esprimere quanto mi piaccia il fatto che qui sia la voce di Kiki a narrare e non di Mu né di Shion. Davvero: non lo so! Ché il vecchio e l'Aries ormai adulto mi sembrano entrambi gravati dai loro rispettivi errori di valutazione: uno avrebbe dovuto amministrare e scegliere meglio, l'altro aveva già un'armatura sua e oltre al suo ruolo di riparatore avrebbe dovuto farla un po' di più la guerra, invece che giocare ad aggiustare gli altri nelle retrovie, per poi seppellire i propri colleghi. Invece Kiki ha il lusso dell'infanzia, dell'innocenza, è l'apprendista che non può ancora condividere il biasimo per le colpe dei maestri. Una delle cose che a me intrigano della folle cronologia Kurumadiana è che, al momento in cui lo incontriamo, Kiki ha già diversi anni di più di quanti ne avesse Mu al momento dell'investitura; ed è lontano anni luce dal livello di un Bronzetto - figuriamoci da quello di un Cavaliere d'Oro! E allora che gli ha insegnato Mu, che non è che avesse tanto da fare, in isolamento in mezzo ai monti, al massimo con le caprette di Heidi? Che fosse nei programmi del nostro glorificato arrotino di non fare del discepolo il successore alla custodia di Aries, ma solo come riparatore di armature? Chissà.
Però, una cosa, quel bambino l'ha imparata: a tutti tocca coltivare il proprio giardino - anche quando detto giardino è di metalli fusi e solidificati, più affilati e più pericolosi della maggior parte dei roseti.

Recensore Veterano
21/12/16, ore 19:15

Le guerre fuori e dentro... Saint Seiya, in fondo, è pieno di guerre fuori che sono innanzitutto guerre dentro: sia nel senso di guerre intestine all'interno dei Santi d'Atena, sia innanzitutto come conflitti interiori, la lotta e lo sforzo dell'automiglioramento - quello sforzo in cui, per qualcuno come Kant, risiede l'autentica dimensione etica.
Seiya - che, stando a Kurumada, è anche il Pegasus dell'età del mito - è uno di quelli che a forza di capocciate, mazzate da orbi, e grandi ruzzoloni giù per i dirupi, si sforzano tanto, e - in virtù del superpotere della cocciutaggine - alla fine hanno la meglio su nemici che sarebbero stati ben al di là della loro portata. Ma, soprattutto, Seiya è fedele: ha certo i suoi conflitti con Athena/Saori, non gliele manda a dire, ma quei conflitti sono bellissimi, perché alla fine della fiera la sua lealtà e la sua fedeltà sono inamovibili - ed il rispetto, la lealtà, e la tenerezza che legano la dea e l'uomo sono reciproci e arrivano diritti al cuore. Niente da fare: il legame fra questi due è uno dei più delicati e sottili dell'universo Kurumadiano e neanche la narrativa, fatta con la mannaia, del Cialtronissimo è riuscita a rovinarlo.

Recensore Veterano
13/12/16, ore 16:04

Oh, oh, ed eccolo qua, il nostro Gemello che è del mare. Potrei scriverti poemi ed enciclopedie su Kanon - ho un debolissimo debole per quest'uomo, "uno e doppio" come dici tu. Kanon ci è sempre presentato come il doppio di Saga, Kanon sembra essersi sempre pensato come il doppio di Saga; ma Kanon è il vero agente di tutta la faccenda. Che allora non sia Saga, in fin dei conti, ad essere il doppio di Kanon?

Recensore Veterano
08/12/16, ore 21:52

Nomen omen. Vale sempre, ma soprattutto per i nomi che ci scegliamo; e se c'è qualcuno in mezzo ai nostri più o meno - qualche volta un po' tanto meno - eroi che si è scelto un nome al di là di ogni ragionevole dubbio, quello è Death Mask - ché è troppo vecchio per essere venuto al mondo a Woodstock da una madre nel mezzo di un brutto trip con l' LSD ed altre ragioni per chiamare un pargoletto così io proprio non riesco a vederne.
Ma i nomi non sono solo un presagio: sono anche loro una maschera con cui ci presentiamo al mondo. Ne abbiamo tutti tante di maschere, o il nostro repertorio di personaggi; DM, mediamente, più della maggior parte.
Siamo tutti attori di farsa e il mondo è un palco, ma la recitina è cosa dei vivi; mi piace dunque che DM sia altrettanto della vita, del aldiquà, che della morte.

Recensore Veterano
07/12/16, ore 21:43

E non poteva mancare Camus, anche lui un uomo di contrasti, un po' come Aphrodite, ma con un po' meno melodramma: sono contraddizioni più sopite, più discrete, le sue, come i bucaneve, pieni di meraviglia. C'è tanta delicatezza in questa lirica di Camus, una poesia dei contrasti che ha una luce un po' da fiaba, o il tono di qualche cosa di antico: l'essere senza filtri d'un uomo trinceato nei propri silenzi; la sua neve e il campi di grano pieni di sole che sono di Milo, l'altra metà immancabile - in un modo o nell'altro - di questo cielo. Sai qual è il mio verso preferito, qui? Quel "come spesso accade nella vita": semplice, in apparenza prosaico, ma dice tutto; nella sua apparente semplicità ha una forza immensa, è tanto vero - come i bucaneve, a modo loro.

Recensore Veterano
07/12/16, ore 21:34

Ma c'è anche il dilettissimo Aphrodite! Ok, mi hai resa seriamente felice questa sera!
Mi piace la sua voce, qui, ché Aphrodite è davvero una contraddizione in termini: algido e appassionato, traditore che crede nella giustizia, amante dell'ordine (oh, sì! sì, io sono una grande sostenitrice di Aphrodite che ama l'ordine!) che elargisce distruzione. Sì, non possiamo che essere ciò che siamo e non si può tornare indietro. Possiamo solo coltivare le nostre guerre come giardini - mi piace immensamente quest'immagine - e resistere come le rose, apparentemente fragili, contro a tutto, anche contro all'infinito. Sì, Aphrodite me lo immagino proprio così!

Recensore Veterano
07/12/16, ore 21:25

Ooooooh! Ma ci sono anche Milozzo bello e Camus! Che bellissima sorpresa!
E sì, Milo è un chiacchierone, irriducibile, ha il suo equilibrio in una certa assenza di misura. E lo si ama così. Lo si ama tanto tanto. Milo è netto nel suo essere sfumato: ha tutto il rosso di un tramonto, e un il senso di passaggio. C'è qualcosa in Milo che può imparare quello che Camus gli mostra: le sfumature dell'aurora boreale, la neve, il ghiaccio, che sì son gloriosi come diamanti. E c'è durezza, in queste cose, ma anche tenerezza: sotto l'armatura, anche i guerrieri sono uomini, "Tra una stella e l'altra" - molto bello.

Noticina: c'è un "mmortali" - dovrebbe essere "immortali"? (Le mie doti filologiche sono indotte dalla necessità delle cose, ma restano assai scarse! ^^'')

Un abbraccio, cara!

Recensore Veterano
07/12/16, ore 18:13
Cap. 3:

Credo che "intatti splendori rovesciati" potrebbe essere usato per sintetizzare un po' tutto quello che è forza, fascino, epica ed umanità in Saint Seiya: lo farebbe benissimo ed in modo lapidario, purissimo.
Ché sì: c'è sempre una battaglia in corso - dentro o fuori, o dentro e fuori -; c'è sempre un altro commiato, un altro abbraccio da scambiarsi; un altro sacrificio da fare; un'altra morte da piangere; un'altra imperfezione con cui imparare a convivere; e ci sono sempre i ricordi che ritornano, come le ferite ai polsi che si riaprono, ancora e ancora. Fanno male, ma forse mantengono anche un po' d'umanità sotto l'acciaio, che pur bisogna essere, quei ricordi. Però anche quelli sono splendori e restano intatti, anche rovesciati.

Recensore Veterano
07/12/16, ore 17:30
Cap. 2:

Mi prendo di nuovo un momento quotidiano di poesia, di nuovo lo faccio insieme a te.
"La nostalgia si scava lungo gli alisei del ricordo."
È un verso di una bellezza misuratissima, sia nei suoni che nelle immagini: ché sì, il ricordo soffia costante, potente, come gli alisei; così è tracciata la sua rotta, non c'è scampo.
Ma proprio perché la rotta degli alisei è costante, è anche una rotta su cui si ritorna, così come ritornano i ricordi: e vuoi che l'Araba Fenice non sappia ritornare a casa, veleggiando su quei venti?
Poco importa che la note sarà amara: non ci si nega a un ballo sulla punta delle stelle.
Ci sono cose per cui vale sempre la pena di tornare, anche controvento.

Recensore Veterano
06/12/16, ore 18:54
Cap. 1:

Niente, assecondo il mio bisogno di poesia, dunque torno a te, ché ultimamente, di poesia, ne sto leggendo troppo poca.
Esmeralda è una di quelle creature che sembrano troppo pure per questo mondo, come spesso un certo tipo di personaggio femminile in una qualche misura angelicato o associato a una qualche forma di redenzione. In genere queste signorine muoiono male, Esmeralda inclusa; e precipitano l'eroe di turno in una spirale di oscurità, da cui verrà fuori bello e dannato, tanto tenebroso, e sulla via di una soffertissima redenzione segnata dalla memoria della cara estinta. Ma in Esmeralda tu ci metti qualcosa di più del bozzetto di agnellino sacrificale datoci da Kurumada: "ninfa baccante", si apre all'amore, questa ragazza d'un'isola selvaggia. Ha sete anche lei. Bevono entrambi. Oh, sì. Mi piace. Perché ha molto più senso che uno come Ikki si strugga per un amore concreto, consumato, ardente, piuttosto che per un'ideale intoccabile. Anche un amore così resta una forma di purezza che il più delle volte è irraggiungibile - figuriamoci poi due volte in una vita! Sì.

Recensore Master
08/11/16, ore 11:48

Versi potenti e assolutamente centrati con il personaggio. "Petali contro l'infinito" una visione perfetta. Bravissima, sai incantarmi e ti ringrazio per questo. Bastano poche parole e divampa l'immaginazione.
un bacio 
Cecile
 

Recensore Master
13/07/16, ore 15:09
Cap. 3:

Ciao cara Queen.
Ho percepito la forza attraverso la poesia e il lirismo.
Splendida e molto sentita.
a presto 
Cecile 

Recensore Junior
10/07/16, ore 19:11
Cap. 2:

Altro personaggio che mi piace moltissimo come interagisce con Ikki: suo fratello Shun. Questi due si completano, quando uno è in difficoltà, sopraggiunge l'altro (e non intendo solo che Ikki arriva quando Shun sta per essere sconfitto ^_^): Shun, da bimbetto piagnucoloso e pauroso, ha saputo diventare un cavaliere in piena regola (e, quindi, è stato sottoposto anche lui a un addestramento non proprio per nobildonne, con in omaggio un incatenamento in fondo al mare). Shun deve essersi sentito schiacciato da un'enorme colpa, quando suo fratello ha deciso di andare alla Death Queen Island al suo posto, pensa spesso a lui durante l'addestramento, chiedendosi come stia, cosa stia facendo, sapendo benissimo che Ikki è andato lì per salvare lui (e meno male che non ci è andato Shun...). E' quanto mai convinto che suo fratello sia fortissimo, pressoché "immortale" (ne avrà le prove più in là ^_^) e che nessuno riuscirà mai a sconfiggerlo, ma sa anche quello che ha detto il pelatone: chi è uscito vivo da lì non era più se stesso!
Non ci sono altri due personaggi così diversi ma così complementari. I loro caratteri sono diametralmente opposti, ma trovo che vadano in assoluta armonia. Hanno un profondo rispetto reciproco (oltre a un affetto smisurato, ma che non scade mai nella pietà), e abbiamo visto in Hades che Ikki è stato l'unico ad aver intuito le intenzioni di Shun, cioè di sacrificarsi pur di sconfiggere il dio degli inferi quando ancora si trovava nel suo corpo.
Bellissimo anche questo capitolo, brava. Mi piace sempre molto leggere di Ikki (sì, lo so, mi ripeto, ma è esattamente così!).
Alla prossima!

Recensore Junior
10/07/16, ore 18:50
Cap. 1:

Ikki ed Esmeralda: un'altra coppia che descrivere come "fissa" è toglierle valore: Ikki è sempre rimasto, e sempre rimarrà fedelissimo a Esmeralda, ben oltre la vita, o forse è proprio quando la vita di quest'ultima è recisa che Ikki la sente quanto mai vicina a sé. Ogni volta che la Fenice sente che sta per cedere, gli basta una piccolissima cosa che gli ricordi la sua Esmeralda, che subito torna ad ardere, con rinnovato vigore e potenza. Di tutti i bronze (e oserei dire di tutti i personaggi di Saint Seiya), Phoenix è senz'altro il personaggio più maturo, quindi vive questo rapporto di vicinanza con Esmeralda anche più "naturalmente", lei in quell'inferno è l'unico essere umano capace di fargli alzare la testa dall'abisso, per dargli un attimo di respiro, per non farlo sprofondare nell'odio più assoluto che, invece, il suo maestro lo costringe a provare. Esmeralda, anche dopo la morte, è più che mai "viva" nei ricordi di Ikki, nel suo cuore. L'addestramento, il clima, il modo di essere di Guilty, per non parlare dell'atteggiamento di Tatsumi prima che Ikki arrivasse in quel posto maledetto, avrebbero fatto esplodere tutta la rabbia, tutto il rancore, tutta la negatività prigioniera nel cuore e nell'anima di Ikki, conducendolo per una strada senza possibilità di ritorno, se non fosse stato per la presenza provvidenziale (per vari versi) di Esmeralda. Lei è l'unica che abbia creduto in lui, che l'abbia trattato come un essere umano che ha valore, che ha un cuore.
Bellissima "zaffiro e indaco", riferita ai colori dei loro occhi, vero? Esmeralda li ha azzurri e Ikki fra l'azzurro e il violetto.
Brava, mi piace sempre molto leggere su questi due personaggi.

Recensore Master
20/06/16, ore 09:46
Cap. 1:

Bella... Allenamenti e tenerezza. Una poesia che racconta di un sentimento e un legame sublime. Bravissima un bacio
Cecile