Ciao,
no, non farò commenti sul vegano, anche perché amo le bistecche e sinceramente certe scelte di vita non le comprendo. ma non ho nulla contro i vegani, seppur l’immaginarmi una donna vegana eppur con i capelli biondo platino non mi faccia sovvenire un’immagine positiva.
Insomma, leggendo questo breve racconto,mi vien proprio da pensare che tu volessi creare un personaggio che doveva per forza non piacere al lettore. Stare antipatico. Che poi, le scelte sul cibo non son mai scelte superficiali o destinate a esser semplici vezzi.
Il cibo ha una valenza atavica. Mangiare è una delle cose fondamentali che si devon fare per vivere. Chi non mangia muore. Chi sceglie di non mangiare, o comunque di non mangiare qualcosa di preciso, per forza suscita una sensazione dissonante, anche solo a livello inconscio. Soprattutto chi non mangia carne. La carne è vita. La carne sta alla base della catena alimentare.
Mangiare carne ci eleva a predatori. Predare ci fa sentire potenti.
E nella potenza, se vogliamo parlare di uomini, soprattutto del protagonista del racconto, non posso che scivolare sull’orgoglio. Per l’uomo l’orgoglio è importante. L’uomo orgoglioso è l’uomo che crede in sé che ha fiducia in ciò che è e in ciò che fa.
E’ l’uomo libero e spavaldo, quello senza catene ma che comunque ha un lato vulnerabile. E qui ci casca. L’amore è una trappola pazzesca e nel leggere del tuo anonimo personaggio non ho potuto non pensare a tantissimi amici che si son strutti e distrutti dietro le donne. Perché è incredibile come un uomo cambi per una donna, come nonostante si viva in una società assolutamente maschilista, in amore sian più gli uomini a soccombere che le donne - pensiero assolutamente personale -
Quest’uomo immaginario si fa giustizia da solo.
E’ una giustizia radicale, rappresentata da un gesto estremo, fatale e finale. L’unico gesto che ha una brusca teatralità e che porta seco il benestare del lettore, che sente solo la sua campana. Questa donna terribile ha stravolto e distrutto la sua vita. Ciò che lui era. E’ stata una donna velenosa, non dissimile dall’amico della poesia di “Blake” “Poison Three” dove l’odio viene represso così a lungo che alla fine l’amico odiato perisce, mordendo la mela.
Qui non abbiamo una rossa mela romantica strappata a una Biancaneve moderna, ma una fredda e dura pallottola. Lo scenario un po’ splatter fa pensare a quei film alla Pulp Fiction dove i conti si regolano solo in un modo. Aggettivi come cristallino e argenteo qui paion perfetti per descrivere la risata di una donna estremamente di ghiaccio. Una donna che ha fatto tagliare i capelli al suo uomo, come la Dalila che ammalia e tradisce il biblico Sansone. Una donna che tarpa le ali della sua arte, impedendogli di dipingere. E’ una donna castrante e profondamente egoista.
E’ penso la peggior donna che un uomo possa incontrare.
Se questa fosse una storia reale, l’unica cosa che mi verrebbe da domandare sarebbe “ma questa coppia ha dialogato?” Però, talvolta, ci sono sensazioni talmente profonde e terribili che si traducono in parole solo quando ormai è troppo tardi.
Adesso, sono giusta alla fine di questo racconto e di questa recensione. Posso dire che m’è rimasto qualcosa dopo una lettura ‘si cruda.
Spero che il protagonista sia riuscito a rinascere, com’era sua intenzione sin dall’inizio.
Oshi-chan |