Recensioni per
The lone survivor
di Scarlett_Brooks_39

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/08/16, ore 22:43
Cap. 3:

2° posto al Survivor Contest indetto da meryl watase sul forum di Efp

Giudizio:
The lone survivor
di Scarlett_Brooks_39

✏ Sviluppo della trama e caratterizzazione dei personaggi: 8/10
La storia si apre con la protagonista che si trova di fronte al peggior incubo di ogni surfista: uno squalo assetato di sangue.
Il ritrovarsi subito di fronte al pericolo, lasciando molti punti in sospeso in modo da tornarci a posteriori l'ho trovata un'ottima scelta.
La protagonista sta lottando per restare in vita, ma la perdita delle sue migliori amiche a causa di un killer tanto feroce e spietato, quanto privo di compassione, le toglie le poche forze rimaste, quindi si lascia trascinare dall'acqua in modo da lasciarsi divorare dal mostro e raggiungerle all'altro mondo. Alla fine non si ritrova in paradiso, ma in una stanza d'ospedale, accudita dai propri cari ed in preda ad un terribile senso di colpa, acuito dal fatto che i genitori delle altre ragazze la ritengono responsabile dell'accaduto e vederla ancora in vita mentre le loro figlie sono morte in modo tanto brutale li porta ad un livello di rabbia e dolore tali da impedirle di andare ai funerali.
Il flashback della vacanza, che inizia in modo allegro e spensierato per poi finire in tragedia, ci riporta all'attacco dello squalo con descrizioni vivide di quanto successo e di come sono morte April, Jess e e ci fa capire a pieno il motivo per cui lei si senta tanto in colpa.
A distanza di anni dall'accaduto, ancora piena di dolore ed odio, dopo aver passato tantissimo tempo a studiare il suo nemico, la ritroviamo da sola ad affrontare il killer delle sue amiche, per cercare di alleviare il senso di colpa, lavandolo via col suo sangue e tacendo poi di fronte a tutti riguardo il fatto di essere riuscita infine a vendicarsi.
La protagonista è ben caratterizzata, è una giovane donna che ama l'avventura e si è innamorata del surf perché le dà la possibilità di sentirsi libera e padrona della propria vita, facendola sentire la dominatrice del mare. Per lei non esiste niente di meglio che salire sulla tavola e riuscire a sovrastare le onde più grandi e violente. Condividere questo sport con le sue amiche è molto importante per lei, perché le fa dimenticare ogni pensiero riguardo lo studio, il lavoro o i fidanzati, in questo posto speciale tutte loro sono libere da ogni vincolo.
Durante l'attacco dello squalo lei è l'unica che riesce ad andare oltre al panico, che riesce a trovare il modo di ragionare, ricordando un libro letto tempo prima e utilizzando la pietra per colpire uno dei punti deboli del terribile predatore. E questo anche se non salva la vita a nessuna delle altre ragazze, le permette alla fine di sopravvivere nonostante sia l'unica cosa che non voglia ora che le sue amiche non ci sono più.
Cosa prova una volta scoperto di essere ancora viva? Sollievo e gioia?
No, dolore, rabbia e senso di colpa per la sua decisione di andare in quel posto particolare. Questo la spinge ad impegnarsi per portare a termine la sua vendetta, nel tentativo di porre fine a tutte queste emozioni negative che col passare del tempo invece di affievolirsi si rafforzano ancor di più.
L'ultimo terrificante confronto con lo squalo, la vede tornare vincitrice con la consapevolezza di aver visto negli occhi dell'animale morente la prova che lui sappia che l'errore di lasciarla vivere è stato suo, che quel non inseguirla perché ormai sazio, l'ho condotto alla morte e questo le porta un po' di conforto.
La decisione di non rendere pubblica quest'ultima avventura l'ho trovata in linea col pensiero di una persona che non cerca l'approvazione altrui, ma un modo per placare i fantasmi che la perseguitano.

✏ Grammatica, stile e sintassi:8/10

* Frase non corretta:
mi pervase in bocca --> mi pervase la bocca
* Tempo verbale errato:
Gridavamo --> gridammo
* La protagonista è una donna quindi:
Perché non mi aveva ucciso? --> perché non mi aveva uccisa?
* Tempo verbale errato:
Imparai ogni cosa che c'è --> che c'era
I periodi sono brevi, ma non troppo frammentati, inoltre essendo una storia scritta in prima persona, nella parte in cui l'azione e l'adrenalina hanno la meglio su ogni pensiero razionale, ho trovato piuttosto azzeccata questa scelta. Chi in un momento di pericolo riesce a pensare in modo lineare? Nessuno! Quindi non potevi fare altro che spezzare e rendere confuse le emozioni e le riflessione del tuo narratore.
Il linguaggio è semplice, conciso, ma ben si adatta ad una ragazza giovane che ama il mare sopra ogni altra cosa e si cura poco del resto, al punto da impedire ai suoi genitori di metter bocca nella sua scelta di praticare il surf per quanto pericoloso sia come sport, soprattutto praticato in certi luoghi.

✏ Gradimento personale: 7/10

Il motivo per cui il gradimento personale non è molto alto non è perché la storia non mi sia piaciuta, ma perché mancano alcuni elementi che l'avrebbero resa più coinvolgente, inoltre alcuni passaggi logici non mi hanno convinta molto.
Partiamo dal primo punto: cosa si poteva fare per rendere il tutto più coinvolgente?
Hai usato la prima persona singolare, scelta perfetta quando si vuole far entrare il lettore nella mente del protagonista, il fatto è che hai descritto il tutto con molta fretta, non ti sei soffermata sui particolari come le sensazioni positive che sentiva surfando, la felicità che provava stando con le sue amiche,i problemi da cui stava fuggendo.
Non hai descritto gli ambienti: com'era la spiaggia? Le loro tavole erano personalizzate? Come sono arrivate agli scogli? Che ora del giorno era?
Quando hai scritto che era tormentata dalle loro voci perché non hai aggiunto almeno una scena in cui non riesce a dormire ed è tormentata dai loro ricordi?
Passando al secondo punto, ci sono cose che non mi hanno convinta, ad esempio hai scritto che si taglia una vena e poi si porta dietro una sacca col sangue per essere sicura di attirare l'attenzione degli squali, a cosa serve tagliarsi allora? Le forze le servivano per abbattere lo squalo quando fosse arrivato, debilitarsi così è controproducente. Inoltre, non si è medicata dopo il taglio? E come faceva ad essere sicura che lo squalo fosse ancora vivo dopo cinque anni?
Comunque quello che mi ha convinto meno è stato il fatto che lui le azzanni un piede e lei voglia lo stesso tenere segreta questa faccenda. Non le hanno fatto domande quando è andata a farsi medicare? Il morso di uno squalo è tutt'altro che lieve ed è molto riconoscibile, non si è fatta vedere da amici e parenti fino a guarigione completa?
Spero di non essere stata troppo dura, ma quando si scrive non bisogna mai dare nulla per scontato, spesso quello che funziona bene nella mente nell'atto pratico della stesura non funziona. Ogni gesto va raccontato ed espresso, se lo avessi fatto il punteggio sarebbe stato molto più elevato anche se nel complesso la storia non è male.

Totale: 23/30