Ciao mia cara,
speravo di riuscire a passare prima qui per leggere e lasciarti una recensione, ma purtroppo è stata una settimana piuttosto dura dal punto di vista del lavoro e ho avuto davvero poco tempo libero. Ma ora eccomi qui XD
La storia inizia tra le trincee del fronte orientale durante l’agosto del 1915. Dalla descrizione dei cadaveri deve esserci stata da poco un ennesimo scontro tra i due schieramenti nemici. Mi è piaciuta la tua scelta, fin da subito, di sottolineare non tanto le diversità tra i due fronti, ma qualcosa che li accomuna: la guerra è un’infamia per ogni uomo presente sulla Terra, al di là della nazione a cui appartiene.
Ecco che, dopo le prime righe che ci aiutano a comprendere il contesto al quale stiamo per entrare, facciamo la conoscenza di un primo personaggio. Si tratta di Gilbert Beilschmidt, un soldato dello prussiano appartenente allo schieramento austro-tedesco, che sta cercando di tirare su il morale ai suoi commilitoni con qualche racconto. Dalla descrizione che ne fai, mi sembra proprio un bel tipo, uno dei quelle persone che vorresti accanto in momenti difficili come vigilare per giorni e giorni all’interno di una trincea.
Completamente opposto è invece Roderich Edelstein, un proprietario di bottega austriaco, che, nei pochi momenti di pace, preferisce estraniarsi dai propri commilitoni e scrivere su un pezzo di carta tutti gli ordini che non aveva ancora pagato. In qualche modo lo capisco perché posso immaginare che, in un momento così tosto, il pensiero di casa e della propria quotidianità possa donare un po’ di conforto.
Nonostante le loro diversità, Gilbert non perde la speranza con lui e, anzi, inizia a raccontargli della lettera che suo fratello gli ha appena inviato. Roderich sembra quasi curioso di osservare il volto del prussiano mentre parla della sua famiglia, ma non condivide il consiglio che ha dato a suo fratello di arruolarsi anche lui.
Le differenze tra di loro si riscontrano anche andando avanti nella conversazione: a Gilbert non dispiace l’idea di poter avere la ‘compagnia’ di delle ragazze russe quella sera, mentre Eldestein odia di tutto l’intimità e si sente a disagio nel farsi vedere vulnerabile dagli altri.
Il prussiano quindi chiede scherzando se abbia fatto voto di castità e, quando l’austriaco arrossisce senza rispondere, rincalza la dose dicendo che è una persona più sentimentale di quanto immaginasse. Fortunatamente, Gilbert sa fino a dove spingersi e subito cambia discorso, esortando il commilitone ad andare a fermare i russi.
Piccolo salto spazio-temporale e ritroviamo Roderich a terra nel bel mezzo del campo di battaglia e con il volto sporco dal sangue di un soldato russo agonizzante che si trovava proprio accanto a lui. Mi è piaciuta volto come hai descritto la scena: questi due soldati che, pur indossando una divisa diversa, sono assolutamente uguali in tutto; hanno assunto la stessa posizione accucciata, si guardano con lo stesso sguardo e, soprattutto, sono entrambi uomini che pensano a casa e al loro passato per evadere dalla realtà. È bellissimo – per quanto tragico – vedere come, in questo momento del genere, riesce finalmente ad aprirsi con un soldato nemico agonizzate che non parla la sua lingua.
Anche se poi decide di ucciderlo con la sua baionetta, non lo vedo proprio un gesto d’odio, anzi, lo fa proprio per non far soffrire quell’uomo che riconosce essere suo simile. Anche il russo si rende conto di quelle che sono le sue vere intenzioni, tanto che, con il suo ultimo respiro, lo ringrazia (‘Spasibo’ è forse una delle poche parole che i miei amici russi mi hanno insegnato XD).
La cosa che più sconvolge Roderich è il rendersi conto che questo aveva una famiglia che lo aspettava in Russia – così come dimostra la foto che ritrova nelle sue tasche – mentre lui non ha nessuno che attenda il suo ritorno in Austria, tanto che si chiede chi mai potrebbe sentire la sua mancanza.
Decide di tenere con sé le foto del russo e, prima di andarsene, dice al cadavere che lo riporteranno a casa, anche se, come hai scritto anche tu, lo dice più a se stesso che al russo.
Infatti, proprio in quel momento, arriva Gilbert con altri commilitoni e si ributtano nell’inferno della battaglia. L’ultimo pensiero è ancora per il soldato russo senza nome, il cui volto non verrà mai dimenticato da Roderich. Immagino che questo episodio sarà molto importante per l’austriaco durante il continuo della storia.
Ho trovato questo primo capitolo davvero perfetto, come dovrebbe essere il primo capitolo di qualsiasi storia. In primis perché ci fa comprendere perfettamente quello che è l’ambiente e il periodo durante il quale avviene la storia, in secondo perché ci presenta i due personaggi principali sia attraverso una descrizione che attraverso i loro comportamenti con gli altri.
Come sempre, si vede il grande lavoro che fai per scegliere le varie parole da inserire nelle frasi, anche per quanto riguarda le battute in lingua tedesca e russa. La narrazione procede tranquilla, senza intoppi di qualsiasi genere. Non ho notato nessun tipo di errore, nemmeno di battitura.
Penso che le scene introspettive sono il tuo forte e sei stata davvero brava a rendere realistici i pensieri e le emozioni dei vari personaggi.
Per concludere, non posso che farti i miei complimenti per questa nuovo gioiellino che ci hai donato. Non vedo l’ora di andare avanti con la lettura.
Alla prossima,
Sharpey
(Questa recensione partecipa all’iniziativa ‘10.000 recensioni in un anno’ indetta dal ‘Giardino di EFP) |