Recensioni per
Mille giorni, mille passi, l'universo
di IlMostro

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
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Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
13/07/16, ore 11:01
Cap. 17:

A volte aspettiamo troppo, pur sapendo che avremmo dovuto aspettare il minimo o non aspettare at all.
Le giornate si avvolgono, si accartocciano, hanno quell'aspetto di non-sopportazione, di indifferenza, di monotonia che tu hai inserito nei tuoi versi, mentre raccontavi allegoricamente una giornata d'attese, un osservare gli altri osservare te attendere invano. C'è una nausea crescente parallela a quelle ore che trascorrono, c'è quella speranza iniziale trafitta da una smentita secca e palese - e la curiosità quasi maligna di chi assiste a fare da cornice, con l'aria saccente di chi è pronto a giurare che ci avrebbe scommesso. Le ore passavano, eppure non te ne sei andata. Ed eri pronta, pronta ad accogliere chi avebbe dovuto arrivare, afferrarti e tenerti con sé, eri pronta ma sei rimasta sola là fuori. Hai aspettato ugualmente, anche quando hai iniziato a sentirti ridicola: ridicola per le speranze infrante, per il tempo perso, per aver creduto in qualcosa.
Io penso che non si possa essere ridicoli, anche se la tua poesia dice il contrario - perché è la poesia d'una ferita aperta -, io penso che quando si vivono così intensamente i rapporti e gli eventi, al punto da credere di vedere qualcosa anche dove non c'è e dove non c'è nulla da aspettare, ecco io credo che di ridicolo non ci sia nulla. C'è solo la parte più bella di noi, quella che crede e quella che spera, che riesce ad andare oltre la stigmatica fattualità dell'oggi, quella che avverte il bisogno di amare anche a costo di ferirsi. E sì, sprecarsi non è mai bello: ci rende comunque vivi, perlomeno capaci d'inseguire qualcosa, fosse anche una chimera.
Poesia schietta, senza fronzoli, senza giri di parole. E attendista. Esprime bene quel che tu avevi in testa (o nel cuore). Bravissima.