È incredibile come tu ti superi ad ogni capitolo. Ogni capitolo è sempre più bello ed avvincente di quelli precedenti. Questo mi ha davvero colpito, soprattutto per come finalmente quasi tutti i personaggi abbiano preso una netta decisione che segnerà i loro destini, rivelandola apertamente (ottimo a tal proposito è il titolo del capitolo): Ryoga ha finalmente deciso di agire per vendicare la sua “importante” Akari, Kodachi ha deciso cosa farà una volta incontratasi con Ranma, Mousse ha deciso di volersi vendicare su Ranma (prendendosela con Akane) e Akane ha finalmente deciso di non voler più salvare la sorella ma soprattutto, in un impeto di gioia, ha scelto di abbracciare Ranma. Tutti questi personaggi sembrano ormai ben risoluti nelle loro azioni, tutti tranne proprio Ranma che si viene a trovare in una situazione imprevista che lo spiazza: abbraccia Akane e le confida il suo desiderio di cercare un vero essere umano, ma al tempo stesso non sa come gestire la sua immortalità tanto da sperare di essere scoperto da Akane ma allo stesso tempo di non voler essere visto da lei con occhi diversi. Va però detto che l’unica cosa su cui è totalmente certo è la volontà indiscussa di proteggere la nobile Tendo.
Ma andiamo con ordine e analizziamo tutte le varie sezioni in cui è articolato questo capitolo e che, come sempre, sono abilmente inserite e alternate creando un ottimo effetto di suspance. Il capitolo inizia con Ryoga che, sebbene sia un personaggio che eternamente si smarrisce, in questo frangente sa che “strada” deve intraprendere. Ha pianificato con freddezza la sua vendetta pur di vedere al sicuro la sua Akari. La scena vede inizialmente loro due che parlano e qui ci sono le prime “rivelazioni”: Ryoga chiede scusa ad Akari per non averla protetta e le dichiara quanto lei sia importante per lui: “Conti per me! Neanche immagini quanto tu sia importante per me e non starò qui a sforzarmi di comprendere il tuo sacrificio perché non di sacrificio si è trattato, ma di abuso! E meriti giustizia”. In queste due righe è condensata tutta la psicologia di un personaggio che è perfettamente in-character: come sempre Ryoga è un po’ lento a decidere ma quanto decide diventa inarrestabile ed è come un uragano che si autoalimenta da solo tanto da portarlo a “esplodere” o a far “esplodere” i suoi nemici. Se nel manga usava tecniche esplodenti come lo shishi hokodan, qui arriva a pianificare un omicidio truculento ma senza pentimenti o sensi di colpa. Lui lo fa perché è mosso da un profondo senso di giustizia, proprio come il personaggio della Takahashi. Mi piace sempre vedere come riesci a rendere reali i personaggi di un manga, pur rispettandone le loro peculiarità. Anche i gesti rispecchiano pienamente quelli del manga, proprio come in questo passo: “Ryoga lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, i pugni sempre più stretti”. È proprio la caratterizzazione di Ryoga. Similmente mi ha ricordato perfettamente la sua gestualità questo passaggio: “Lui sospirò, indeciso se confidarsi o meno” seguito poi dall’inserimento di un flashback (“Anni fa ho soccorso, troppo tardi…”). Oppure le frasi poetiche che solo questo personaggio può essere in grado di dire: “Ma poco a poco morirai lo stesso: ho già perso il tuo sorriso, Akari, anche se spero non per sempre. Non voglio perdere anche te”. Ma che dire di quest’altra frase: “Ryoga-sama, tanto forte e coraggioso, potesse aver bisogno di qualcuno che gl’indicasse la strada o lo accompagnasse ovunque”. Stupenda!!!
Complimenti anche per la caratterizzazione di Akari, un ottimo misto di donna samurai e vittima di abusi: sei riuscita a renderla in modo super realistico, ad esempio in una frase come questa: “La giovane fece un altro passo indietro, il capo chino, le labbra tremolanti. “Vi scongiuro, Ryoga-sama, non dite altro! Seppellite nel vostro cuore ciò che è accaduto, come io mi sto sforzando di fare col mio. Non dovete preoccuparvi per un essere insignificante come me, io non sono niente, non conto niente”.” Proprio una vera giapponese samurai con l’anima però straziata dal dolore!
Complimenti infine anche per la scelta del modo in cui Ryoga si vendicherà: non solo un omicidio brutale ma anche davvero infamante per un samurai. Una grande vendetta!
Finita questa scena finalmente arriviamo al punto in cui si era interrotto il capitolo precedente: Akane che entra in un magazzino con Mu-Xue. Quanto ho atteso di leggere quello che sarebbe accaduto fra i due e l’attesa è valsa la pena! La descrizione dello scontro fra i due è resa perfettamente, non è pesante ma anzi molto fluida e la si riesce a visualizzare in mente molto chiaramente. Lo hai reso in maniera molto plausibile: per quanto infatti la ragazza possa essere brava è impossibile che potesse aver la meglio su un immortale che si rigenera in pochissimo tempo.
Mi ha fatto sbellicare la reazione, storicamente giusta, che Mu-Xue ha avuto quando ha visto in volto Akane: “E tu saresti una nobildonna? Con quella faccia?”, “Lo credo che vai in giro con un tengai: fai spavento. Sicura di essere una donna?”, “Sei un mezzodemone?”. Ma più di tutto ho trovato stupendo il modo in cui subdolamente Mu-Xue riesce a insinuare il dubbio/curiosità sulla natura sua e di Ranma: “Oh no, la domanda giusta è: cosa siamo. Io, Ranma, Happosai… ce ne sono molti come noi”. Il dado ormai è stato lanciato e il seme del dubbio ha trovato terreno fertile nella mente di Akane, un dubbio che credo crescerà sempre di più in maniera inarrestabile. Ma Mu-Xue va ancora oltre insinuando un altro dubbio, quello cioè che Ranma sia bravo a mentire: “Chiedilo a lui. Mi piacerebbe solo esserci quando lo metterai in difficoltà con l’ultima domanda che quelli come noi vogliono sentirsi rivolgere, cosa darei per vedere la sua faccia… Chissà che menzogne fantasiose allestirà per le tue orecchie, è bravo a versare miele nelle orecchie altrui, sai? Quasi quanto a combattere”. Dubbio su dubbio e sono certo che anche questo arrecherà dei danni.
Ho gradito molto anche il flashback in cui finalmente si capisce bene cosa sia accaduto fra Ranma e il cinese e il perché Ranma si sia sposato con Shampoo. Anche qui la caratterizzazione dei personaggi è impeccabile. Molto apprezzato il modo in cui ha descritto il carattere di Shampoo attraverso quello che viene detto da altri personaggi. Questo flashback, oltre a creare una giusta suspance per conoscere l’esito dello scontro, ha creato un’atmosfera in perfetta sintonia con Highlander, noto per i numerosi flashback storici. E proprio per creare una suspance ancora più forte dopo questo ricordo passi a una nuova sezione, dedicata questa volta tutta a Ranma. Lui qui è immerso in profonde riflessioni su quanto è accaduto fra lui e la giovane Tendo ed è quasi sul punto di fare delle rivelazioni a se stesso (“Come poteva essere davvero terrorizzato? Lui? Da una… una…”.), rivelazioni che però sembra non aver il coraggio di ammettere. Per (s)fortuna viene interrotto da un monaco che lo informa che Mu-Xue ora si trova con il komuso. Meraviglioso a questo punto è il crescendo della preoccupazione provata da Ranma (“Prima che una trave invisibile iniziasse a schiacciargli il petto”), la fretta, anzi l’urgenza che mano a mano aumenta, tanto da portarlo a passare da una camminata veloce a balzare poderosamente verso il santuario fino a giungere alla scena che più di tutte ho preferito in questo capitolo: “Akane sentì comunque la temperatura che aumentava vertiginosamente. E dei sinistri scricchiolii provenire dal soffitto, come se…”. Appena ho intuito cosa stava per accadere mi si sono rizzati i peli sulle braccia! Saotome è arrivato: “due occhi fiammeggianti che emergevano dal cumulo di travi spezzate, i pugni stretti che si aprivano in mani ad artiglio, le labbra piegate in una smorfia inferocita, lingue di fuoco che si irradiavano dal suo corpo incenerendo qualsiasi cosa lambissero”. Sei riuscita a far percepire chiaramente al lettore quanto fosse ardente lo spirito combattivo di Ranma che non voleva e non doveva essere destato: “Ranma era l’ira personificata. Era come (un demone)”. Sei stata anche capacissima di descrivere la velocità di tutta l’azione: lui arriva, guarda come è stata ridotta Akane (“Il ronin non aveva bisogno d’altro”), poi “uno spostamento d’aria” e poi Mu-Xue che “urlava e scalciava i piedi tentando di non soffocare” e quindi subito dopo loro due che si trovano sul tetto del magazzino. Qui, davanti a una Akane pietrificata nel vedere come fosse diventato Ranma (e forse senza neanche capire sul momento il perché di una simile trasfigurazione) finalmente l’azione rallenta e Saotome si ferma per godersi la sua vendetta contro il “fottianatre” (complimenti per questo insulto che ricollega il personaggio all’animale in cui si trasformava nel manga, una vera chicca!). Sembra davvero che l’azione rallenti, perché Ranma non vede e non sente più ragione, vuole solo disintegrare il cinese e ce ne vorrà per farlo rinsavire. E si fermerà soltanto quando sarà convinto che lei sta bene. Ma poi l’azione riprende improvvisamente la sua velocità: proprio quando Akane sta osservando che le ustioni di Mu-Xue stanno guarendo da sole, Ranma la porta via senza neanche darle il tempo di fiatare. Chissà perché…ottima mossa, sempre abilmente collegata al titolo: lui non vuole che lei abbia questo genere di “rivelazioni”.
Sapientemente, come tu sai fare, sei riuscita a far riprendere fiato al lettore da questo turbine di roventi emozioni, inserendo una scenda di un personaggio che potrei dire essere agli antipodi di Ranma: se lui è un uragano di fuoco, lei (Kodachi) è fredda e calcolatrice, sa attendere proprio come un ragno che tesse una tela mortale. La psicologia di questo personaggio ti viene davvero bene. Lei è certa di come andranno le cose, non ha dubbi: “Te lo giuro, amore mio, tornerai a essere quello di una volta, è una promessa, non ti lascerò più solo. Sei solo confuso e disorientato, ma io ti farò superare ogni incertezza, ti farò ricordare chi sei veramente e insieme spazzeremo via gli altri immortali”. Ma soprattutto, quello che fa venire i brividi, è quella piccola frase buttata là, sul destino di Akane, deciso in un micro secondo: “E poi cosa ne avrebbero fatto della giovane Tendo? Se ne sarebbero disfatti, ovvio, sarebbe stato inutile riportarla al suo castello”. E se Mu-Xue aveva fatto infuriare Ranma, chissà cosa accadrà se la Rosa Nera farà del male ad Akane…
E finalmente arriviamo a un'altra scena cardine del capitolo, quella in cui la Tendo ha una forte rivelazione: comprende finalmente (e ce ne è voluto perché lei giustamente è un po’ ottusa) che lui “volesse aiutarla davvero. Aveva sempre voluto aiutarla”. E poi qui abbiamo un climax di rivelazioni: finalmente lui si apre! Incredibile! Da quanto desideravano leggere un passo del genere: “Tu non hai idea. Non hai un’idea nemmeno vaga del tempo trascorso su questa terra vagando inutilmente alla ricerca di un essere umano”. Non solo Akane, ma tutti noi, finalmente possiamo disporre di uno “squarcio” sull’anima di Ranma e di quanto fosse pesante il suo fardello tanto da rendersi conto che “anche i vivi in realtà erano morti che camminavano”. In questa semplice frase sei riuscita a dire tutto di un personaggio, a farci toccare con mano la sua anima stanca e quasi del tutto priva di speranza. Quindi è il turno di Akane ad aprirsi: anche lei cercava una persona realmente viva. Mi ha fatto sognare la frase che hai usato: “Si erano cercati a vicenda, senza saperlo, per anni”. Mi ha dato un certo senso di sollievo, perché io lettore mi sono immedesimato in loro e nella pace ottenuta dopo una ricerca così lunga che culmina ed esplode in un abbraccio, dove nulla ha più importanza, neanche il rischio di essere bruciati vivi. E continui con semplici e corte frasi che emotivamente racchiudono in loro un mondo intero di sentimenti: “Ora sapeva cosa fosse un abbraccio. E si chiese come aveva potuto farne a meno”. Ma proprio mentre anche noi ci crogioliamo in questo abbraccio atteso da secoli ecco come un’altra semplice frase infrange tutto: “Sul fatto che tu non sei meno umano di me, anche se fai di tutto per non sembrarlo”. E di nuovo la maschera di freddezza torna sul volto di Ranma (“Io non sono come te. E vedi di non dimenticare che sono il tuo maestro”), così fredda da far si che: “La sfrontatezza di Akane morì come un incendio sotto una pioggia torrenziale. Rimase basita mentre il freddo tutt’a un tratto aggrediva di nuovo il suo corpo”. Questo tuo giocare con il fuoco e il ghiaccio riesce a tenere viva sempre l’attenzione del lettore e a non dargli mai tregua.
E lasciandoci nel gelo più totale, sposti nuovamente l’azione su Ryoga che fa un’altra rivelazione ad Akari in cui le dichiara che non dovrà temere più Tokimasa, per giungere poi a dichiarare alla ragazza che non dovrà più avere paura di nessuno, nemmeno di suo padre. E credimi, la gestualità di questi due ragazzi mi ha piacevolmente spiazzato: lei che di impeto afferra un braccio di lui e lui che la bacia sulla fronte. Che teneri! E anche qua hai usato un’altra delle tue frasi tanto brevi quanto pregne di pathos: “gesto fugace quanto inconcepibile, che tuttavia in fondo al cuore avrebbe voluto non finisse mai”. Meravigliosa questo ossimoro temporale: una cosa fugace che si vorrebbe far durare per sempre.
Infine inizia l’ultimo paragrafo, dove il ritmo diventa più disteso, perché è più volto all’introspezione. Qui Ranma osserva e riflette, parla con lei e resta sempre incantato dall’umanità insita nel cuore della ragazza. Qui Saotome si confronta con se stesso, con i suoi desideri contrastanti che vorrebbero e non vorrebbero farsi scoprire da lei. Qui lui osserva ogni gesto della ragazza, la sua gioia di vivere, il suo amore anche per chi non è umano (e questo dovrebbe farlo riflettere profondamente…) e, non in ultimo, anche il suo corpo. Ranma, anche se non lo vuole ammettere con se stesso, ormai è sempre più preso da questo rapporto con questa mortale. Ma anche noi lettori ormai siamo sempre più presi da questa storia che ci affascina e ci ammalia con le sue frasi piene di emozioni e le descrizioni così realistiche. E per concludere un così “forte” capitolo una dolce nota alla fine, per far rilassare il lettore e fargli pregustare i futuri capitoli: la candida domanda fatta da Akane su cosa sia un “ba-cio”. E se una volta scoperto cosa fosse un abbraccio non sapeva come fosse vissuta tanto a lungo senza averlo mai provato, chissà cosa accadrà quando scoprirà che cos’è un bacio. Non vedo l’ora di leggerlo! Brava, brava e brava! Aggiorna presto! |