Scegliere di affrontare un tema così delicato a pochi giorni dalla tragedia è stato coraggioso. Non so se tu abbia reso bene i pensieri che si potrebbero avere in quegli ultimi momenti... no, onestamente non lo so: è una cosa che va al di là della mia immaginazione. Il tuo tentativo, questo frammento che hai voluto provare a raccogliere dall'asfalto, è comunque intriso di una tale malinconica mestizia da farmelo supporre reale e tragicamente plausibile. Che altri dire? Complimenti per aver voluto scrivere su questo evento... ma non concordo sulla tua nota a pié di storia: questo assassino, a mio modo di vedere, non ha ucciso davvero perché gli importava qualcosa di un fantomatico Dio. Non seguiva il Ramadan, mangiava carne di maiale e beveva alcolici: non è assolutamente il profilo di un estremista islamico. Era depresso, invece. Silenzioso, incline agli scoppi di violenza e ancora più disturbato mentalmente dopo il divorzio dalla moglie: più che Salah Abdeslam costui ricorda Andreas Lubitz. Del quale Lubitz, se si fosse chiamato Hassan e non Andreas, sono certa che l'IS non avrebbe esitato a rivendicare l'azione.