Recensioni per
Poesie di un perdente
di Watashiwa

Questa storia ha ottenuto 100 recensioni.
Positive : 100
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
28/05/21, ore 16:11
Cap. 1:

Ciao! Non so esattamente quanti anni tu abbia, ma come suggerisce il numero nel mio nickname io ero una bambina quando vedevo Anna Marchesini alla televisione (qualche volta pure con Tullio Solenghi, mi sembra che negli anni '90 il Trio si fosse sciolto quindi non c'era Massimo Lopez) e ricordo che era sempre una gioia guardarla perché aveva una comicità molto pulita e sveglia, fuori dalle righe al punto giusto e diretta mai senza essere volgare.
La ricordo come un'irriverente signorina Carlo, specie nella trasmissione di calcio che andava sulla Rai e anche il personaggio della sessuologa, che ho veramente iniziato ad apprezzare crescendo!
Quello che mi è piaciuto della poesia è innanzitutto l'intenzione ma anche l'affetto che si percepisce leggendo ogni verso, c'è un sentimento molto drammatico ma veritiero nelle parole utilizzate, per testimoniare quello che il mondo ma sopratutto tu hai perso, dato che se ho capito bene la raccolta si basa molto su questo, come può suggerire il titolo.
Dal punto di vista della composizione i versi sono spontanei e stilisticamente brevi ma musicali, musicati in modo tale da esprimere con enfasi gli aspetti della persona in primis e dell'artista e della figura nel finale, come a testimoniare che per te Anna fosse una persona come tutti ma avesse una profondità forte e unica.
Penso che sia davvero commovente nell'ultima parte dove viene citato il sipario, possiede tanti sensi interpretabili ma c'è anche un augurio molto sentito e speranzoso nei suoi confronti, augurare il meglio a chi fa parte del tuo cuore com'è giusto che sia: per questo credo sia decisamente la parte della poesia che preferisco.
Tra l'altro non ero a conoscenza che anche Anna scrivesse poesie e il fatto che tu abbia preso in considerazione il suo stile l'ho trovata una cosa molto dolce e più intima.
Hai fatto un bellissimo lavoro, è un ottimo tributo che mantiene viva la memoria di un'artista che ha ispirato e intrattenuto con costanza e immensa bravura!

Recensore Junior
23/10/18, ore 22:52

Ciao!
Se ricordo bene, visto che passano sempre mesi e mesi da recensione a recensione, l'ultima poesia che avevo letto e commentato trattava della lotta personale nel presente, non affidarsi troppo ai sogni e alla forza tentatrice e ammaliante, quasi limitante.
L'aura che si respira in questo componimento è invece distante e più cruda e realista, oltre che più specifica, in quanto inquadra una situazione cara e limpida a livello visivo, si squadra nella sua totalità, si riconosce poi vuota e tossica, si cerca di andare avanti senza sembrare però insensibili e invincibili per forza, ma prendendo coscienza dell'evoluzione del tempo per se stessi e per la propria sanità, forse anche per il bene dell'altro.
Trovo che gli aggettivi abbiano fatto il loro sporco lavoro qui e sono la parte più forte per musicalità e per espressione: sono parti del discorso che arricchiscono un determinato concetto e qui non si limitano solamente ad accompagnare un sostantivo ma a rendere completo un verso nel suo essere diretto, ed è una cosa che ho sinceramente apprezzato.
Questa è un'esplosione che sa come propagarsi nell'atmosfera, per cui, essendo la sua natura di base riflettuta e introspettiva, non vuole esplicitarsi per ferire ma per spiegare l'andazzo di quello che non coincide più con il presente, di come la maniacalità e l'ossessione sono al di fuori di ogni concezione e bellezza: non c'è una chiusura oscura e seguita da strepitii e urla, ma da consapevolezza e serenità.
I sentimenti sono spesso e volentieri il pane quotidiano per le persone, in nome di quelli veri si è disposti a fare tantissimi passi e cambiare secondo dopo secondo, però è anche vero che il tempo stesso sbatte in faccia l'essenza reale delle persone e delle cose in sé, per cui non è saggio struggersi troppo o morire per un ideale o una serie.
Paragonerei questa poesia a una nottata primaverile che raggiunge il suo apice e massimo splendore quando inizia a incontrare l'alba e i suoi colori, questo perché la transizione del cambiamento è palpabile e vuole librarsi nel proprio spirito, affinché un nuovo capitolo arrivi sereno e senza le peripezie di esperienze passate e inconcludenti.
Versi sempre più personali e con un messaggio di fondo condivisibile se si vive davvero facendo esperienza, con morali genuine, incoraggianti, in nome della vita e della sua imprevedibilità, da onorare con la sua forza espressiva, dando e ricevendo emozioni senza troppi sbilanciamenti... ottimo lavoro, davvero superbo :)
Ci si becca alla prossima allora!

Recensore Master
06/09/18, ore 23:58
Cap. 1:

Ciao :) Devo premettere prima di tutto dicendo che mi hai profondamente commosso perché da tempo non mi dedicavo alla lettura di poesie nuove, così fresche e moderne, e per questo motivo io ti ringrazio moltissimo perché pur amando con tutta me stessa i testi in prosa la poesia avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. 
Mi complimento innanzitutto per le qualità tecniche che questa poesia dimostra, c'è sentimento e c'è trasposto, infatti io alla prima lettura sono stata da questi trasportata e vinta ma poi l’ho riletta con più calma e concentrandomi su frase frase e quindi ho potuto anche contare le sillabe e vedere come hai giocato sapientemente in ogni verso con la musicalità e la precisa scelta della lunghezza di ogni verso, creando un effetto fiume influenzato dall’uso non eccessivo ma efficace, se operato ai punti giusti come hai fatto tu, dell’enjambement. La prima parte è più lenta e descrittiva, si basa su un’immensa metafora che sono gli occhi di lei, paragonati e quasi assimilati a dei fiori e tu, creando così un’atmosfera più definita e chiara, hai immerso questi fiori nella natura di un mese come Novembre, un mese particolare di cui ci hanno parlato tanti poeti essendo anche il mese in cui ci sono gli ultimissimi, quasi miracolosi, sprazzi di Sole prima dell’inizio dell’inverno. L’ho trovata quindi una scelta ottima. 
Dalla natura ci spostiamo in maniera quasi consequenziale su un palco, tra gli applausi del pubblico, e devo dirti che ho visto come in un fotogramma del cinema le palpebre di lei sollevarsi, i suoi occhi in primo piano e poi tutta la sala e così il ritorno dei rumori, delle mani che battono tra loro, le parole di giubilo e gli scatti fotografici, qualcosa che tu sei riuscito a ricreare con la scelta dei termini che sembrano onomatopeici per i suoni che producono una volta letti. 
Il ritmo aumenta all’improvviso, c'è un’impennata come se fosse la morte che arriva, ci sono tre versi che letteralmente si rincorrono tra di loro e poi la quiete, la pace. Bellissima l’immagine del sipario che cade e della vita che se ne va, del traghettatore e delle sponde che sono liete e che così si ricollegano alla figura di lei, ai suoi occhi che hanno aperto la poesia, chiudendo così il tutto in una struttura ad anello. 
Sono colpita, grazie per questa bellissima poesia e per questo pezzo di cuore e sentimento, sappi che è arrivato tutto. 
Spero di poterci incontrare di nuovo presto :)
Complimenti! 

Recensore Master
22/03/18, ore 17:20
Cap. 11:

Ciao ^^
Non ho esitato e mi sono buttata subito su questa raccolta di poesie, in particolare su questa perché ero attratta dal nome. Volevo capire se fosse riferito ad una persona, invece ho visto che è un paragone con la pietra in sé, ciò l'ho molto apprezzato ^^
Non sai quanto mi rispecchio in ciò che ho letto. Perché anche io ho vissuto certe cose, l'ossessione verso una determinata persona/cosa/situazione è come una malattia che ti fa andare fuori di testa.
Nella prima parte io ho sentito proprio questa morsa, quasi una sensazione di soffocamento (che ovviamente è una cosa positiva, significa che hai colpito nel segno), mentre invece, dalla seconda parte in poi, si ritorna a respirare, perché chi parla si è rimesso sulla giusta strada e vuole andare alla ricerca... probabilmente di qualcosa di più sano, ecco.
Davvero, è una tematica che ho molto apprezzato e che ho trovata esposta magnificamente. Già in passato ti dissi che mi piace come scrivi e che adoro i tuoi componimenti, questa non è da meno.
Per me, una poesia o una storia, è bella se riesce a smuovermi qualcosa, ed è questo il caso.
Ti faccio i miei complimenti, è stato un piacere tornare a leggerti ;)

Nuovo recensore
19/02/18, ore 19:37

Il compromesso sociale che almeno una volta nella vita abbiamo abbracciato, per poi decidere se andarci a braccetto per essere dei buoni animali sociali oppure dei folli degustatori dell'incomprensione e spesso della solitudine.
Certe persone sono portate per tentare di proteggere la loro personalità, altre si adeguano; considerando com'è diventato vivere, il giusto e il sbagliato è puramente etica personale.
Detto questo, non mi stupisce la dedica e la tua scelta perché chi ha a che fare con l'arte spesso prende questa strada, anche a costo molto caro.
La poesia ha una struttura classicheggiante e rigida, ma per il resto non ha alcuna paura nello svestirsi di emozioni che possiede dentro di sé, parlando a voce alta per queste persone (e questa ragazza di nome G.) creando la visione di un mondo difficile, piuttosto grigio nelle sue tonalità ma un'adrenalina carica che si può manifestare ascoltando se stessi e concedendosi i tempi giusti, dopo che le lacrime non corrodono il viso di chi le versa per la delusione, la paura di non farcela.
Se ne passano sempre tante per ciò che dice la gente, per il loro continuo sottovalutare opinioni e scelte personali, che poi portano a giudizi piuttosto striscianti e velenosi, creando emozioni negativi che feriscono il cuore e di conseguenza l'animo, la solitudine anche di fronte a un mucchio di gente attorno, quella che molti non capiscono e prendono per qualcosa che passerà.
Sia a livello di metrica, di musicalità e di sensazioni, la terza e la quarta quartina (quelle che per me compongono il nocciolo della tua poesia) sono le più centrate e che mostrano, appunto, il nocciolo del problema e il possibile primo passo da compiere per uscire da quel turbine di oscurità, per poter credere nella propria unicità, un diritto del quale possiamo usufruire spesso, se volessimo.
Ho trovato la poesia chiara nel suo messaggio e bilanciata nel resto: anche a livello di linguaggio per esempio, ci sono dei termini ricercati (sbologni, aspersa) ma anche molto semplicistici (le rime che hanno lo stesso suffisso) che non sono esattamente il massimo, almeno io non le sopporto e supporto granché...
A parte questo, c'è da dire che mostrarsi una guida sicura nella tempesta di qualcuno è sempre molto rassicurante e umano come gesto, sviluppare un credo che ha funzionato, ha la sua valenza per persone che hanno sofferto e si sentono sperdute in un cielo che non darà mai risposte, che in fondo non spiega mai niente a nessuno.
Tutto ciò rende giovane lo spirito e vincente su tutto quello che c'è di subdolo e di abbattente, in ogni momento della propria vita.
Buonissimo lavoro anche a questo giro!

Recensore Junior
14/10/17, ore 07:00
Cap. 5:

Ciao!
Dovevo assolutamente riprendere con questa raccolta, troppi, troppi mesi di sospensione.
Con questa poesia hai espresso il concetto dell'onirico che incontra anche la sua avversaria, vale a dire la realtà, con al centro una persona che si ritrova a fare i conti con il passato ma lottare per il presente, visibilmente importante più che mai.
Il sogno può essere tante cose nella sua intera accezione: un nascondiglio, un rifugio, un mondo parallelo nel quale evitare di perdere qualcosa di caro per sé, un qualcosa che in fin dai conti è sfuggevole in quanto è parte della vita che si respira, semplicemente si vive.
Nei momenti difficili si tende a rendere certi incubi travestiti da sogni come linfa per poter andare avanti con l'illusione che sia tutto per il nostro bene, ma se in fondo si è attenti alla propria persona, si arriva alla conclusione più giusta e ci si salva con le proprie volontà.
È tutto accennato con una delicatezza che fa il giusto rumore, con quel "apparenti deliri" a confermare la trappola nella quale si potrebbe cadere in condizioni più disilluse e forse più infantili, probabilmente.
Se la poesia precedente era una crescente cascata di sensazioni che portavano al passo successo dell'esistenza, questa è più che altro un percorso con una singola persona che lo attraversa e ad una certa scorge un ponte, che può rappresentare la transazione tra finzione e realtà, quindi l'oggettività dei fatti.
È la persona a scegliere se attraversarlo, stare in una parte o in un'altra e scegliere cosa fare di sé, giusto?
La schiettezza è una caratteristica piuttosto articolata da gestire, eppure in ogni dimensione è presente una rappresentazione specifica e ampia per dare visione dei vantaggi e svantaggi dell’insieme… hai composto e creato una poesia che incoraggia a vivere con le proprie mani e a rendere i sogni quasi delle ambizioni piuttosto che dei rifugi di cartone e non è una conclusione affrettata o banale, anzi.
Bisogna semplicemente arrivarci sbattendo varie volte la testa e capire l’antifona… un’antifona che resta e rende più saggi e forti rispetto a prima!
Molto bravo come ti avevo lasciato :) ci leggiamo alla prossima!

Recensore Master
27/08/17, ore 23:59
Cap. 19:

Eccomi qui! ^^
Più di una volta ti ho detto quanto mi piace come scrivi, soprattutto le poesie. Ogni volta rimango sconvolta (in senso positivo ovviamente) perché secondo me hai davvero talento, quindi ho detto "ma sì, leggiamo un'altra poesia". E ho scelto questa, nonché ultima della tua raccolta, perché mi incuriosiva il titolo, e infatti anche il tema trattato è molto interessante, perché il sogno può essere inteso sia come "esperienza orinica" o sogno inteso come"sogno nel cassetto" (e ma va XD). E' bella questa cosa del... "c'è gente che pur di attaccarsi ai sogni (per così dire) perde la testa, ed è giusto secondo me trovare la via di mezzo, perché il sogno è importante (direi quasi fondamentale per la sopravvivenza, in un certo senso) però è importante anche non distaccarsi dalla realtà. Ed è proprio vero che dal fallimento si può imparare tanto, certo è spiacevole, ma bisogna sapersi rialzare.
Io al solito non posso dire nulla se non che mi piace come scrivi (ma questo l'ho detti trenta volte, lol) e che le tue poesie sono...veramente fantastiche e piene di significato.
Meglio che mi fermo qui prima che perdo la capacità di scrivere cose sensate XD
A presto e ancora complimenti ^^

Recensore Veterano
04/08/17, ore 16:28
Cap. 5:

Hey, ci ritroviamo di nuovo e mi fa molto piacere.
Ammetto che ho trovato questa poesia estremamente personale, hai descritto delle emozioni che per molti anni ho provato.
Purtroppo ci si rende conto che la realtà non è come vorremmo, o meglio, questa riflessione è ancora più brusca per chi tende ad isolarsi e ad affidarsi più ai sogni e alla propria immaginazione. 
È un risveglio amare, solitamente, perché non è un qualcosa che si è subito disposti ad accettare; vi sono poi tanti aspetti che hai sottolineato nella poesia che mi sono piaciuto molto, in particolare all'inizio, un collegamento con il mondo esterno.
Qualcuno che ti vede assente e che non capisce quello che pensi, è una sensazione che quasi tutti abbiamo provato e io mi sono rispecchiata molto nei tuoi versi perché lo faccio costantemente, anche adesso che sono un poco più grande. ​
Si sta che il risveglio è inevitabile, ma non credo sia una debolezza cercare dei rifugi - anche se questi non sono reali. Ovviamente bisogna sempre rendersi conto di come si vive e quanto ci si isola. 
Il finale è molto malinconico, peró è un motivo in più per farmi piacer questa poesia.
Davvero, complimenti! 

Nuovo recensore
25/05/17, ore 15:37
Cap. 11:

Questa poesia è molto labirintica e riesce a mantenere quella forma di narrativa che colpisce per l'umana, grande lezione che spiega e la quale spero di andare dritta al punto nell'esposizione.
Ho sempre trovato l'ossessione un'emozione negativa perché, nonostante all'inizio sembri alimentatrice di un qualcosa di forte e sincero, poi crea azioni dove c'è sempre un risvolto dolente e crea scismi: ma non sono qui per sembrare più saggio poiché tutti noi, in un modo nell'altro, dimostriamo questo in certi ambiti.
Parli da sopravvissuto di una relazione che suona come appiccicosa e di conseguente abusiva, che ha creato due livelli di comunicazione diversi, aspettative distanti e stizza per vedere come questa persona decida di accantonarti a discapito di altri che sembrano non essere per lui/lei adatti per capirne l'anima, sicuramente un tentativo di connessione molto nobile e interessante, forse il più efficace nella sua semplicità.
La cosa bella è che si può riferire a un affetto che non ha prolungato le sue bellezze, a un'amicizia pericolosa, un amore poco equo che non ha dato mai i suoi frutti maturi e mai lo avrebbe fatto e dico questo in favore del fatto che tendi a dare a certe parole un'accezione ampia e sicuramente non scontata o facilona, come può accadere a seconda dello stile contemporaneo che può risultare diretto (anche se stilisticamente lo sei, per me).
Ambra non è inteso come un nome femminile di una ragazza o una giovane donna che ti ha incasinato mettendoti a dura prova in un momento specifico, è solo un modo specifico per dire che questo legame nel quale hai costruito basi, piani e castelli era come quella pietra preziosa: piena di proprietà curative e benefiche o presunte tali ma al contempo appiccicosa e tomba di molti organismi, da tante foto spettacolari che ho visto e che può essere metaforicamente una prigione come nel caso di questo pezzo.
La cosa più importante da tutto questo è capire che bisogna provare fino a un certo punto e capire i limiti e le fragilità di una relazione, essere oggettivi e cercare di andare avanti, senza perdere la propria integrità e identità in quanto i veri sentimenti, prima o poi, qualcuno li alleverà e farà crescere insieme, come poi ti auguri sul finale, dimostrando di essere andato avanti ed essere coerente con questa mia linea di pensiero.
Rialzarsi dalle batoste fulminanti, distruggere le carceri nelle quali entriamo per colpa nostra ma anche delle persone sbagliate e capire quanto sia giusto fare attenzione nel futuro nel modo di parlare, di scegliere e di andare fino in fondo con qualcuno, in modo da non cadere in trappole invisibili a noi e che possono rivelarsi quasi mortali, a volte.
Molto ponderato, coeso e narrativamente interessante, una poesia capace di essere adattabile a contesti personali senza perdere smalto e la sua effettiva sostanza.
Bel lavoro!

Recensore Master
29/04/17, ore 00:32

Quartultima. Posso farcela, lentamente, ma posso farcela!
Anche qui siamo di fronte a un argomento che posso capire e di cui potrei andare avanti a parlare per ore... Trovo che tu abbia avuto coraggio a scrivere una poesia dedicata al rapporto con tuo padre. Io penso che non lo farei mai, o verrebbero fuori tutta la rabbia e la pena che provo verso di lui. Anche il mio mi verrebbe da chiamarlo signore, perché spesso i padri sono distanti, figure fisicamente presenti ma che sono come sconosciuti... Veramente triste e in contrasto con altri che ho visto, più simpatici e che tengono sinceramente alla famiglia.
Il paragone del mese primaverile ha il suo fascino, semplice ma chiaro.
Conosco quel dolore, perché l'ho provato anche io prima di rassegnarmi. Con certe persone non si può parlare purtroppo, non tutti – specialmente chi è un po' in là con gli anni e ha solo un determinato modo di vedere le cose senza accettarne altri – hanno voglia di ascoltare un punto di vista diverso da quello a cui sono abituati. Non c'è cosa più odiosa della chiusura mentale e delle persone mentalmente chiuse, che vivono in una bolla di monotonia. Ma credo di star divagando. Mi dispiace che neanche tu abbia trovato in lui la comprensione di cui avevi bisogno, ma se non altro in futuro sai come non dovrai comportarti – io la vedo così, perlomeno.
Tra parentesi, gocce di dolore è un'ottima espressione, complimenti.
L'importante è non lasciarsi trascinare nella monotonia. Che gusto c'è a vivere in modo monotono? In quel caso si tratta di sopravvivere, di aspettare la fine, non di vivere nel vero senso della parola.
Ho notato che sono in molti gli adulti che perdono quella scintilla negli occhi, che appunto si spengono. Per questo ho trovato stupenda la frase sugli occhi d'alessandrite – una pietra preziosa che non conoscevo e penso farò rubare a Lupin in qualche storia futura.
Il pezzo non c'è più incanto nel somigliarti mi ha fatto pensare al cliché del bambino che guarda con ammirazione, con incanto appunto, il padre, vedendolo come una specie di eroe dal quale prendere esempio e cercare di continuo approvazione. Secondo me si dovrebbe sempre mirare a essere migliori, imparare dagli errori dei genitori per non ripeterli così come faranno i figli con i nipoti e così via. Qui sono riuscita a cogliere una sorta di rassegnazione, di lieve acidità...
E riguardo alla fine, beh... Purtroppo la vita funziona così: si va avanti, con o senza l'appoggio dei genitori. Dev'essere bello poter contare su di loro, altrimenti beh ci si responsabilizza prima e di più.
In particolare l'ultimo pezzo mi ha colpita. Alla fine noi possiamo tentare quanto vogliamo, ma purtroppo va oltre ciò che loro possono dare, perché sono fatti così. Ecco come l'ho intesa. La consolazione, in tutto questo quadro di tristezza, è la consapevolezza di essere diversi da loro.
Scusami se ho divagato un po', non sapevo che altro dire. In sintesi, un ottimo lavoro come sempre, sai che la maggior parte delle espressioni che usi riescono ad affascinarmi.
Alla prossima!
-H.H.-

Recensore Junior
20/04/17, ore 18:53
Cap. 4:

Ciao!
Questa poesia è stata abile e capace nel farmi sentire una sorta di nostalgia verso l'infanzia e quei momenti dove tutto era più leggero, facendomi immedesimare perfettamente con quel bambino che ha la sua creatività, i suoi sogni e il suo universo pieno di semplicità, dove bastava solo un aeroplanino di carta, il suo giocattolo preferito, per far funzionare le cose.
Mi ci sono rivista in quanto io facevo lo stesso con piccole cose che custodivo gelosamente e sebbene magari non costruissi cose di mio pugno, i regali o cose che trovavo e attiravano la mia attenzione erano parte di me, della mia crescita assoluta come persona.
Con il cambiamento della poesia nel suo vero nocciolo è possibile notare non solo il messaggio ma anche quanto il vento che secondo me coincide con il tempo, il ponte che porta tante belle quanto cattive cose, come accade in questo caso.
Nonostante forse avrei gradito un riferimento più esplicito all'aeroplanino dopo che arriva l'adolescenza per il padrone e pilota di tanti sogni: mi sono infatti domandata se venga distrutto, sia volato via oppure esista ancora integro ma comunque provato, dipende anche dal tipo di tragicità che è stato questo passaggio per chi racconta, quindi non è psicotico come pensiero (...forse).
Arrivano le illusioni, i dolori delle batoste e le certezze della parte più bianca e pura della vita svaniscono, si inizia ad affacciarsi in un mondo dove spesso si sta coi piedi per terra e si cerca soprattutto di dare i sentimenti una volta più semplici da donare alle persone giuste, probabilmente quelle più sognatrici e che ci danno non solo sicurezza ma anche la sinfonia più incline per sentirci meno strani.
Quello che mi piace dello stile è che man mano che l'aeroplanino si allontana dalla scena tutto si fa spedito, diretto e talvolta crudo.
In fondo credo che sia azzeccato nella reazione piuttosto dolente e negativa, esprimendo bene il suo messaggio finale, esprimendo un ambiente molto iridescente e colorato di tinture diverse, quasi opposte prendendo in esame i due archi temporali della narrazione.
Poesia languida e riuscita nel rappresentare il tempo e il cambiamento, molto bravo :)

Recensore Master
15/04/17, ore 22:39
Cap. 15:

Come sempre sono in ritardo, ma ho deciso che questa era la sera giusta per provare a passare.
I sedici anni... Un'età importante, dicono alcuni. Non so tu, ma a me non è sembrata così differente rispetto agli anni precedenti della mia vita – ma è soggettivo, c'è chi a questa età comincia a uscire e a sentirsi più maturo, o a mettere la testa a posto.
Chi, come l'amico a cui hai dedicato la poesia, vuole ancora crescere lentamente. O chi si sente già grande dentro e vorrebbe finire di crescere in fretta – io appartengo a questa seconda categoria, ma in effetti è brutto sprecare gli anni “più belli” nel costante desiderio di bruciarli. Secondo me, tra l'altro, a sedici non si è più così piccoli, però ancora legalmente impotenti, il che dà vita a ulteriori complessi... Nel senso, sai che dovresti fare qualcosa, ma tutti ti dicono con poca sensibilità che non puoi perché non sei maggiorenne, davvero irritante, come se senza la maggior età non si valesse niente e le proprie decisioni fossero spazzatura.
Un po' mi rivedo nelle parole successive: la mancanza di affetto è una delle ragioni principali che porta una persona a chiudersi a riccio, ergere una barriera voluta dalla sofferenza, una sorta di autodifesa. Come sempre tratti di argomenti ricchi di sentimenti, in questo caso un uragano di malinconia, così l'ho percepito.
Mi è piaciuta particolarmente la frase sul cadere e quella che la segue. Impotenza, scocciatura... Solo alcuni dei sentimenti tormentati che accompagnano l'adolescenza, per chi più e per chi meno.
Perché, proprio come evidenziato dalla tua poesia, adolescenza fondamentalmente è lacrime, acidità, solitudine e incomprensione da parte del mondo. Anche a me è capitato di trattare male ossia con parole velenose chi cercava di aiutarmi, ma credo sia dovuto al fatto che in quel momento non si percepisce il tutto come un aiuto, bensì come il punto di vista magari frivolo o che suona arrogante di chi non ha capito nulla della situazione (o ci ha provato, fraintendendo completamente), per quanto le intenzioni siano buone e innervosirsi è inevitabile... Non tutti capiscono, non sempre, e non sempre si è in grado di spiegare.
La frase finale l'ho trovata velata di tenerezza, anche per via dell'ultima rima, un modo carino di chiudere, con semplicità, uno spiraglio di speranza per quel cuore ferito.
Spero che tu sia riuscito a dare a quell'amico il conforto che meritava. Da adolescente (che spera di non esserlo ancora per molto), posso dirti senza dubbio che c'è davvero bisogno di amici che siano disposti ad ascoltare e capire, senza giudicare (ma, conoscendoti, questo lo sapevi già da solo).
Beh, mi avvicino al termine della raccolta! Piano piano, ci arriverò.
Un altro bel lavoro, che stavolta ho potuto commentare un po' di più essendo un argomento che mi è leggermente più vicino.
Alla prossima!
-H.H.-

Recensore Master
31/03/17, ore 11:01

Buongiorno! Oggi è giornata di recensioni (quando si ha quel poco di voglia è meglio non lasciarsela sfuggire), e ne approfitto per passare anche da te.
Dunque, riflettendoci un attimo penso di aver colto l'immagine che volevi trasmettere con i primi versi della poesia, o almeno ti dirò ciò che mi hanno evocato. Ho pensato subito a un bambino sorridente, che impugna questo trifoglio di campo, un po' il simbolo della sua innocenza, perché il trifoglio è semplice, anche più di una margherita che è solitamente il fiore che si ricollega a primo impatto alla semplicità. Ma, visivamente parlando, il trifoglio è spoglio, facile da trovare quanto una margherita, se non di più. E nel verso successo ho pensato sempre a questo bambino, a cui cercano di distruggere brutalmente l'innocenza, quando lui magari non capisce il perché.
Andando avanti a leggere, mi sembra di vedere questo bambino crescere ed essere sempre più chiuso... L'ho interpretato così. E mi sembra ottimo per esprimere come può nascere la diffidenza di una persona verso gli altri: a volte nasce proprio da bambini, quando sembra che ogni nostra azione per quanto naturale non vada mai bene, ci si sente sbagliati, confusi in mezzo alla mischia. E magari si smette di fare ciò che prima ci rendeva felici: può essere impugnare ingenuamente un trifoglio, o giocare a un determinato videogioco, ascoltare una determinata musica o vestirsi in un determinato modo. Tutte insicurezze che negli anni ci seguono come ombre, e si diventa più cauti. Cauti nell'esprimere emozioni, perché si sa, la gente è sempre pronta a criticare e deridere crudelmente.
Infatti mi è piaciuto il fatto di contare fino a tre, perché è come dire che bisogna sempre pensare un attimo prima di parlare, in base a chi si ha di fronte. Ho pensato a un bambino, prima, perché i bambini sono proprio i più spontanei a donare emozioni agli altri, con i loro sorrisi e la visione totalmente pura del mondo – ecco perché li amo, ma adesso ciò non c'entra. Ed è un peccato che, come evince – in diciassette anni è la prima volta che uso questo verbo, mi sento in vena di termini complessi stamattina – dalla tua poesia questa spontaneità negli anni per persone sensibili e un po' emarginate vada persa, sbiadendosi lentamente.
Però è bello, nonostante tutto, che quel cuore non smetta di amare, con le persone giuste ovviamente, seppur ci sia quel pizzico d'esitazione che ci si trascina dietro nel tempo.
Non so, stavolta forse sono riuscita a trovarvi più profondità del solito, e ho cercato di fare un'analisi forse leggermente più breve ma più... Seria? Non lo so, ma spero che tu abbia apprezzato questo mio piccolo sforzo.
Alla prossima!
-H.H.-

Recensore Master
26/03/17, ore 00:13
Cap. 13:

Buonasera! (E per una volta è sera davvero). Avevo un po' di voglia e un po' di tempo, quindi ho pensato di impiegarli per continuare.
Di solito guardando degli occhi azzurri o blu si pensa istintivamente al mare, ma il tuo non è stato un paragone banale, per via dell'utilizzo di immensi che dà un altro effetto alla frase.
Mi piace la descrizione che hai fatto dei limiti: è vero, spesso ci penalizzano, ma sono comunque una parte di noi molto soggettiva che va fuori dal nostro controllo.
Nelle frasi successive un po' mi sono rispecchiata, perché mi sono tornati in mente i tempi delle medie/elementari. Di preciso come mi sentivo sola in mezzo a tante persone che sembravano non vedermi, e quando mi vedevano era solo per criticarmi pesantemente. In quel caso si trattava di limiti, perché qualcosa mi bloccava dal reagire a testa alta come farei ora. E ricordo bene la sensazione di solitudine, l'impotenza e la bruciante malinconia. Forse c'entra poco con ciò che in realtà volevi comunicare tu, ma la mia mente ha immaginato di conseguenza.
Da questa poesia ho aggiunto al mio dizionario mentale le parole piglio e stillicidio – che penso userò in qualche storia, se trovo il posto giusto.
Il paragone con la pioggia è perfetto. Perché è vero, quando vieni criticato da tante bocche tutte insieme, ti senti circondato, non c'è via di scampo, e le parole ti piovono violente addosso. Come se ogni parola fosse una goccia che ferisce con la potenza di una bomba a mano. (Vedi che poetessa? Ogni tanto se m'impegno anch'io riesco a tirar fuori qualcosa di non banale).
È sempre una fortuna avere qualcuno che riesce a tirarti fuori dal baratro, a farti vedere di nuovo il lato buono del mondo e che non tutto è grigio. A me sinceramente non è mai successo, o meglio, tutti i tentativi degli altri sono sempre stati inutili; l'equilibrio nel mio mondo l'ho sempre trovato da sola con il tempo, ma ognuno di noi è diverso e trovo meraviglioso che a te abbia aiutato qualcuno. Bisognerebbe sempre dirigersi verso quell'arcobaleno, ma purtroppo non è facile e siamo umani, per cui è normale abbattersi un po' ogni tanto.
La fine mi è piaciuta molto, una richiesta dolce e un po' surreale. Concordo sul fatto che le piccole cose siano le più importanti, perché ci fanno assaporare pienamente la vita e senza si inizia a dubitare che abbia un senso. Tuttavia io rimango ancora troppo materialista, purtroppo.
Un ottimo lavoro come sempre – stavolta è stato tutto chiaro – e alla prossima!
-H.H.-

Recensore Junior
20/03/17, ore 19:53

Ciao! Ho sfogliato ancora questa raccolta di queste poesie e devo ammettere che molte sono davvero buone e particolari, hanno una metrica personale e sentita.
Ho scelto questa perché mi ha di nuovo parlato nel profondo e l'ho vista vicina a me nella sua morale finale, e in più ha una linea narrativa superba e secondo me ricca di immagini da vedere, percepire o semplicemente immaginare.
Ci sono riferimenti legati ai sensi che noi persone possediamo, al progredire incessante del tempo e dell'ambiente, agli umori che mutano per riuscire a risollevarsi e migliorare sempre più dopo una batosta dettata dall'esperienza, comunque compiuta senza filtri.
Anche il fatto del parlare di sesso in una maniera così pulita e non volgare fa onore allo stile che hai scelto di rappresentare, abbandonando quel rapporto dannoso e dando importanza alle proprie necessità, ai bisogni che comunque sono importanti per stare bene, sempre meglio.
Una bella poesia, emozionante nonostante l'immaginabile dolore che c'è dietro e ricca, davvero piena di significato e coerenza dal primo fino all'ultimo verso.
Complimenti, davvero una poesia con la P maiuscola!

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