Recensioni per
La Spirale di Pietra
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 32 recensioni.
Positive : 32
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/04/21, ore 16:19

Primo classificato
Nirvana_04
La spirale di pietra
 
 
Tot: 49.90/50
 

 

Impaginazione: 1/1
L’impaginazione è corretta. Il font è gradevole e la grandezza è adeguata, non ho fatica a leggere, e inoltre mi è piaciuta molto la scelta di mettere il titolo in arancio per evidenziarlo.

 

Grammatica e stile: 14.90/15 (divisi in 9.90/10 e 5/5)
La Grammatica è perfetta. Non ho riscontrato grosse problematiche sintattico-grammaticali, il lessico l’ho trovato perfetto per il contesto che hai scelto di narrare (e, te lo dico con un chiaro filo di invidia, ho adorato tutti i neologismi che hai coniato per questa storia).
Ho riscontrato solamente la presenza di un piccolo errore di battitura, che ti segnalo qui di seguito e che, in tutta la valutazione, costituisce l’unica cosa che sinceramente mi sento di “criticare”:

Stringe i dente → stringe i denti – 0.10 pt

Per il resto, è tutto curatissimo, fatto che denota un’attenta rilettura del testo: ho apprezzato molto questa cosa, specie in un prologo così lungo.
Parliamo dello stile: io non ho letto molte cose tue e – te lo dico con massima sincerità – in questo momento me ne pento, mi costringi a pentirmene. Perché vorrei tanto sapere se questa storia è un colpo di genio o se sei tutta un colpo di genio e io mi sono persa, per mia suprema ignoranza nel senso lato di ignorare, una grande autrice. Da quel che ho letto finora, propendo per la seconda.
Mi è piaciuto moltissimo il tuo stile, che ho trovato sicuramente equilibrato: vi sono parti descrittive e parti dialogiche, che si alternano senza dare quella sensazione di troppo e troppo poco. In particolare, le parti descrittive si rivelano essenziali al fine di spiegare la trama, il background e soprattutto la caratterizzazione di Kira.
Trovo che, in questo senso, tu sia stata sicuramente accurata – e mi ha molto sorpresa che tu sia riuscita a chiudere la storia in pochi capitoli, senza che ciò costituisca una nota di demerito, perché davvero hai costruito un mondo.
Ti faccio i miei complimenti, la storia mi è piaciuta un sacco!

 

Titolo: 4/4
Il titolo mi è piaciuto un sacco. Ero un po’ perplessa, agli inizi, concedimelo perché davvero non capivo che rimando potesse avere “La spirale di pietra” – sebbene io apprezzi la poeticità del concetto, ed era così anche prima di leggere la storia – fatto che, ovviamente, è stato reso chiaro con la lettura. Quando hai nominato l’ammonite (dopo venti secondi passati a cercare di ricordarmi se fosse o meno la conchiglia a spirale) mi sono illuminata d’immenso ed ho capito. Per cui ti dico che questa scelta mi è piaciuta tantissimo, non riesco francamente a pensare a un titolo migliore.

 

Trama: 5/5
Se ti dessi di meno perderei totalmente la mia serietà di giudice e, dopo contest passati a costruirla, me ne dispiacerebbe moltissimo. La trama che hai costruito, su così pochi presupposti, per quanto mi riguarda è assolutamente geniale e merita davvero di essere letta da quanta più gente possibile, perché la trovo davvero meravigliosa. È articolata, ma mai confusionaria o eccessiva, ogni elemento è misurato e ben amalgamato al contesto. Un ottimo lavoro, davvero.

 

Originalità: 5/5
Questa storia rispecchia pienamente la frase tipica che scrivo/pronuncio ogni volta che becco una storia che mi sorprende, a un contest. La dirò quindi per l’ennesima volta, sperando che nessuno mi tacci di ripetitività: io, una storia così, non l’ho mai letta. È di un’originalità devastante, sorprende a ogni riga, e io sono stata ben felice di lasciarmi sorprendere.
Ho semplicemente adorato l’idea dell’ammonite, che secondo me segna anche un labile confine con il mondo “reale”, e per questo mi piace ancora di più. Bellissima la costruzione del mondo in cui si muove Kira, delineato nelle righe iniziali e saltuariamente ripreso con l’incedere della storia: complimenti.

 

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
I tuoi personaggi sono delineati in una maniera che, semplicemente, considero ineccepibile e quasi incommentabile (disse, prima di scrivere un papiro): per cui cosa ti aspetti che io ti dica, esattamente? Perché io mi sentirei quasi autorizzata dal chiudere qua la valutazione, premiarti perché hai ribaltato la classifica provvisoria, e andarmene. Ma non posso farlo, purtroppo.
Quindi permettimi di andare con ordine: Kira è vivo. Non so se ho altri modi per dirlo, semplicemente vive tra le parole, lo si sente quasi respirare. Complice l’evoluzione che vive tra il primo paragrafo e gli altri due, è un personaggio a 360°, di cui si vedono tutti gli aspetti principali della sua personalità: inoltre, come ho detto a inizio frase, è un personaggio che non rimane statico, ma che cresce e cambia nel corso della narrazione. Bambino prima – peraltro, anche la tua descrizione di lui ragazzino è perfetta e tutt’altro che improbabile – cresce tra le tue frasi, rimanendo fedele alla propria caratterizzazione iniziale. I punti fermi in lui ci sono: l’amore per la madre e il padre, per Demera. I punti fermi ci sono tutti, e questa cosa l’ho apprezzata molto.
Ma, se devo essere sincera, tra lui e Demera ho preferito su tutta la linea (per un fattore di mero gusto personale, sia chiaro) quest’ultima. L’ho trovata sfuggente, intrigante, un personaggio che spero di scoprire meglio nel corso degli altri capitoli. Davvero un ottimo lavoro, complimenti.

 

Gradimento personale: 10/10
Questa storia mi è piaciuta da matti. L’ho adorata in ogni sua riga, mi ha conquistata e si classifica prima al contest, con mia grande gioia: non mi aspettavo che un’autrice che conosco poco, e quindi un salto nel buio, mi conquistasse in questa maniera. Ma è successo e io ne sono semplicemente entusiasta.
Ho amato questa storia come poche altre, e sarà un piacere continuare a leggerla: perché, per rispondere alla domanda di questo parametro, mi sembra ovvio che continuerò a leggerla. Trovo che sia un successo sotto ogni punto di vista, quindi ti rinnovo i miei complimenti.

Recensore Master
07/06/20, ore 03:46

Quanto tempo è che non tornavo a leggere il fantasy scritto da te? Troppo. Ma il tuo è uno stile che difficilmente si dimentica e di cui – come già sai – amo soprattutto l’attenzione ai dettagli e al modo che hai sempre di dipingere con cura non solo i personaggi e la loro storia, ma anche l’ambientazione che li circonda.
Di tuo, ovviamente, ricordo Il Tredicesimo Re, ma in questa – forse per merito dell’atmosfera meno sanguinaria e di una storia che, anche se di guerra, parte con presupposti più leggeri - ho trovato frasi più corte e uno stile ricercato, come sempre, ma molto meno epico ed altisonante. La cosa, in realtà, mi ha fatto molto piacere, perché mi ha permesso di leggere il capitolo scorrevolmente. Perfino le descrizioni della capitale Svea, la città che fa da sfondo al capitolo, non mi sono pesate affatto e nonostante l’abbondanza di informazioni che arricchiscono sempre le tue storie, tutto è perfettamente bilanciato e mai noioso.
Insomma, come riesci a narrare tu il fantasy, non lo racconta nessuno.

Fatta questa premessa… lo sai vero che ho una memoria pessima per i nomi e che finirò per cannarli, vero? Quindi tu chiudi un occhio (e pure l’altro) XD

La storia si apre su Svea, sulla spirale di mesolite sul cui centro batte il cuore della capitale, sui tralicci di ferro e ossidiana e sulle vie del centro che ospitano il mercato. Adoro il modo in cui ce la presenti, l’immagine che ne dai, che parte dall’alto e mano a mano scende nel dettaglio e si infila tra le strade e tra le bancarelle del mercato.
E nonostante la leggenda che narra di Demoni intrappolati sotto gli strati di roccia (e che mi fa soltanto pensare male, non farmi questo, salvate Kira, il resto può bruciare! ç_ç), appare come una città normale, in cui la vita prospera e Kira, ancora bambino, può aiutare il padre, ma può anche andarsene a zonzo per riuscire finalmente a parlare con Demera.
La parte che mi ha colpito di più è come sei riuscita a mostrare due facce diverse di una stessa città in pochi paragrafi. Come gente normale, civile, si sia trasformata in mostri senza pietà, accecati dalla paura e dall’ignoranza e si sia presa due vite senza manco battere ciglio, dandogli addirittura fuoco. Quella scena, la crudeltà della gente, mi ha fatto venire i brividi… forse anche a causa del periodo che stiamo attraversando e che fa sembrare la tua storia così spaventosamente attuale.

Da una parte, il pezzo di Kira bambino l’ho trovato così tremendamente tenero, che avrei voluto continuare a leggere di tutta la sua infanzia. Dall’altra capisco che partecipando a un contest e avendo tanto da raccontare in quattro capitoli, hai dovuto fare dei tagli – anche se ammetto che mi è spiaciuto davvero che non ci sia stato modo di leggere di come l’amicizia tra Kira e Demera si sia sviluppata. Per quanto la scena in cui lei arriva da suo padre per comprare una pesca e gli sorride con dolcezza, sia stata tenerissima. Anche se di quella parte ho amato tantissimo il padre e il rapporto che hai costruito tra lui e il figlio.
Sono state poche righe, ma sei riuscita a dire tanto, dipingendo così un uomo buono e affettuoso verso il proprio figlio e mi sono commossa tantissimo quando gli ha comprato il dolcetto per tirargli su il morale – nonostante non avesse venduto molto e i dolci costassero troppo per loro.
E poi me l’hai ucciso. ‘cidenti a te e alla gente bastarda di Svea! Ma fa bene Kira a volere vendetta!
Ok, no, in realtà il finale del capitolo mi spaventa, soprattutto se penso al titolo di questo che mi fa pensare di essere solo all’inizio di una storia di lacrime e disperazione (mie le lacrime e sempre mia la disperazione!). Di base mi aspetto il peggio, conoscendoti mi aspetto qualche colpo di genio, ma quando ho letto della pietra di sua madre rotta, dell’odio che sfocia in lui così malato e così avido di vendetta la cosa che più temo è un suo mutamento. Cambiato lo è per forza di cose. Dopo quello a cui ha dovuto assistere, dopo la crudeltà della gente, i portoni di Svea sbarrati in faccia ai malati e l’ignoranza dei saggi, non poteva rimanere lo stesso. È comprensibile.
MA! Dato che si parla di maledizioni e demoni, ho veramente paura che si ritroverà a vestire quei panni… dimmi di no ç_ç io voglio solo che guarisca, che torni sano e salvo da Demera, che se la sposi, facciano tanti bambini e poi uccidano tutti quelli che hanno massacrato mamma e papà! Accontentami! Non chiedo molto!

Ma a proposito di Demera. Che personaggio tenerello non è anche lei? Il focus principale è su Kira e sulla sua vita, Demera ce la presenti attraverso lui e con spennellate di un romanticismo che lascia sottintendere la cotta del ragazzino per lei, eppure l’ho trovata davvero ben caratterizzata. Tendo sempre a guardare con occhio molto più critico i personaggi femminili, ma i tuoi mi piacciono sempre, perché hanno solidità, non sono semplici parole su un foglio, ma la loro umanità traspare sempre. Demera, quindi, per quanto le dedichi poco spazio, è umana, con reazioni con cui ho empatizzato tantissimo e che un po’ mi hanno sciolto il cuore. Questo pezzo me l’ha fatta amare: “Demera è nata e cresciuta in una di quelle città in cui il culto della dea Demel è radicato. Lei ha sempre pregato e avuto fede. Chissà quanta forza deve esserci in lei, adesso che i saggi Ban’gh hanno mostrato la loro fallace conoscenza.” Ma è il momento in cui cerca di trattenere Kira al tempio, perché non esca dalla folla inferocita, perché “li lasci calmare” e non assista all’atrocità contro i genitori malati… è stato questo a conquistarmi.

È la profondità, la maturità e, insieme, la delicatezza, con cui affronti anche gli argomenti più difficili e crudeli che ammiro sempre di te. Il modo in cui racconti storie struggenti, ma senza scadere nel patetico, senza banalizzare i personaggi o le vicende.
Il primo posto al contest, direi, è assolutamente meritato! <3

Oh, una piccola menzione va anche al titolo. È semplice, eppure forse proprio per la sua immediatezza lo trovo accattivante e la relazione con la fanfic la si nota già da subito.

p.s. ti riporto la svista nella frase: “Il tempo che si calmano.”

Recensore Master
01/06/20, ore 13:29

Ciao!
Rieccomi sul tuo profilo, essendo stata affascinata da una tua altra storia che ho letto, non potevo non andare a curiosare tra le tue storie, e tra la scelta che mi hai dato, questa mi ha attirata di più e non sono rimasta affatto delusa.
A differenza dell'ultima volta, qui ho trovato uno stile di scrittura più approfondito, molto dettagliato che non mi ha permesso di staccare nemmeno per un attimo gli occhi dallo schermo per quanto hai reso bello il tutto, la trovo un'opera fantastica degna di nota, mi sembra l'inizio di un romanzo che sarebbe sicuramente tra i miei preferiti, esattamente dove finirà questa storia.
Prima di tutto amo alla follia la descrizione della città e la leggenda che si narra di essa, le immagini che hai creato con questo gioco di materiali e forme per ogni pezzo che citavi, dai ponti ai pilastri, colori, è spettacolare, sembrava di stare vedendo un disegno in digitale, hai un modo di narrare tremendamente coinvolgente e accattivante, non ti sfugge nemmeno un particolare ed è tutto collocato alla perfezione, ti faccio i miei complimenti. Devo dire che il titolo mi sembra davvero inerente alla trama, e ti sei scelta un argomento molto complesso ma io lo trovo veramente affascinante e neanche pesante da leggere per lo sviluppo che gli hai dato e per i vari personaggi inseriti, questi fanno da cornice alla città che secondo me è la vera protagonista della storia, ed è una cosa che non avevo mai riscontrato prima, il fatto che l'ambientazione sia il cento dell'attenzione di tutto e dove cade di più l'occhio del lettore, o almeno questo è stato da parte mia, e ho trovato un talento enorme nelle descrizioni e nell'introspezione dell'ambiente, e sei riuscita a strutturare tutto quello che lo rende un capitolo arancione in maniera egregia. La parte della 'processione' dei malati e questa rischiosa fuga mi ha messo i brividi, anche per come la vede giustamente il personaggio principale, e senza neanche farlo apposta il destino mi ha portata a leggere una situazione paragonabile al clima dei nostri reali tempi. Sei devo dire come ti anticipavo, trovo il rating azzeccatissimo. Ti vorrei citare la frase che più mi ha colpita. 'La fanciulla lascia che il vento le scompigli capelli rossi e che gli ultimi raggi del sole ne infiammino i riflessi. In quella visione, sembra proprio il ritratto di una creatura celeste.' E' una descrizione così potente che arriva direttamente al cuore e ti fa immaginare in tutti i tratti questa donna dalle fattezze quasi ultraterrene, solo le parole che hai usato bastano ad emanarne la bellezza e spingono ad avere la curiosità di sapere che viso abbia.
Mi sono commossa durante la carneficina, è stata un'immagine agghiacciante, e ho avvertito TUTTA la rabbia verso una malattia che viene nascosta dietro una maledizione demoniaca, la paura per il futuro e il dolore di Kira davanti al senso di impotenza e di ingiustizia della condanna dei genitori, mi hai trasmesso dei sentimenti potentissimi, una storia da ricordare con immenso piacere.
A presto!

Recensore Master
26/03/20, ore 16:53

Ciao Nirvana!
Eccomi qui.
Inizio la recensione con alcuni appunti più "tecnici", poi passerò a commentare la storia in sé.
Prima di tutto, ti segnalo alcuni errori/refusi:
-"le echi", nell'intro: il singolare eco è effettivamente femminile, ma il suo plurale è maschile. Particolarità della nostra lingua. [Italiano lingua strana, è il tema di un corso che sto seguendo in questo momento.] Dovrebbe quindi essere "gli echi".
-"Suo padre sta sospirando, ma appena lo vede subito ricompone sul [suo] viso un’aria gioviale."
Non è un errore, ero anche incerta se riportartelo o meno, ma alla fine ho preferito farlo. La frase è corretta, solo vorrei suggerirti di eliminare il "suo" prima di viso: non è necessario alla comprensione, personalmente lo trovo solo ridondante. Anche un po' ripetitivo (per quanto sia abbastanza inevitabile con i possessivi), considerando anche che ne appare un altro poco oltre, sulla stessa riga.
-"lascia che il vento le scompigli capelli rossi e" Credo sia necessario un articolo, "i", prima di "capelli".
-"prendersi anche lui, ma nel frattempo l’odio cresce in lui"
Non un errore, ma una ripetizione di "lui": a volte è inevitabile, qui trovo che si possa ovviare eliminando il secondo lui. Mi sembra una specificazione che si coglie anche se tenuta implicita, ma forse sbaglio io.
-"se la paura li ha fatti insorgere contro di lui, il terrore li avrebbe sepolti vivi."
Non mi torna la scelta temporale nell'apodosi, opterei per un futuro. Il condizionale passato indica la posteriorità dell'azione in narrazioni al passato, ma qui tu narri al presente: "il terrore li seppellirà vivi" mi sembra la forma più corretta.
Un ultimo appunto che vorrei farti è sul rating, o meglio più che altro vorrei darti la mia impressione.
Io per prima mi faccio sempre mille problemi nel selezionarlo, e qui forse sbaglio e l'arancione va bene, ma mi sembra corretto informarti che la scena in cui viene dato fuoco ai genitori di Kira mi ha colpita con forza, è stata uno schiaffo in faccia e mi ha spinta a risalire per controllare il rating, che avrei immaginato rosso. La scena effettivamente non è descritta troppo dettagliatamente, immagino sia un problema di sensibilità personale, comunque volevo dirtelo.
Per la parte "noiosa" della recensione ho finito! XD

Non voglio dilungarmi sullo stile soprattutto perché la storia risale a quasi quattro anni fa ormai. Ritrovo tratti che già conosco come tuoi, ma in tutto questo tempo sicuramente il tuo modo di scrivere è anche cambiato un po', si è evoluto.
Comunque, riscontro la tua bravura nel descrivere e nel far immergere il lettore nei mondi fantastici di cui tratti; in particolare mi ha molto colpita questa frase:
"il loro profumo inebriante stimola i suoi sensi e interagisce con le voci della folla e i liuti degli artisti di strada, partecipando a quella sinfonia che inebria il corpo e gli riempie l’anima.", per il modo in cui coinvolge e mescola più sensi.
L'inizio è molto descrittivo, fatto che da una parte ho apprezzato per le informazioni sul mondo che aiutano ad ambientarsi ma dall'altro ho, per una questione di gusto personale che quindi ha valore fino a un certo punto, trovato un po' pesante.
Mi è piaciuto come la storia si costruisca seguendo Kira e in base alla frase rivoltagli dal padre, sulla vita di sale e di ferro. Kira conosce il primo in seguito a un'umiliazione, il secondo quando la sua vita va letteralmente in frantumi e la sua famiglia gli viene portata via in una scena che, come ti dicevo prima, ho trovato molto forte.
Ammetto che è stata una sensazione curiosa, ritrovarmi a leggere di un'epidemia (malanera) proprio in questo periodo. Profughi che corrono verso la città in cerca di cure, portoni d'ambra sbarrati... terribile. L'impatto è molto forte, e assai significativo il modo crudamente realistico in cui hai rappresentato la follia della gente riversata sui genitori di Kira.
Il paragrafo finale è molto forte. Mi piace il forte legame tra Kira e Demera, spero proprio che più avanti si ritrovino (e l'intro fa ben sperare in questo senso, anche se al contempo promette angst).
Ho sospettato lungo tutte le righe conclusive che in qualche modo avrebbe risvegliato i demoni, o qualcosa del genere, risuonando con il loro odio. Inquietante come disfarsi dell'ultimo ricordo di sua madre faccia crescere forza (e consapevolezza di caos) in lui.
Non so cosa aspettarmi di preciso dal prossimo capitolo, ma credo che Kira eviterà di soccombere (forse temporaneamente?) alla malattia proprio grazie ai demoni. Demoni che vorranno sfruttarlo per avere vendetta, obiettivo che lui purtroppo condivide.
Iniziare e chiudere il capitolo sulla spirale che dà il nome al tutto è senz'altro un bel tocco! Bravissima.

Ci sentiamo presto :),
Mari

Recensore Master
21/03/20, ore 22:21

Ciao! Questa storia ha un titolo davvero accattivante, e mi pare almeno per ora che la trama sia all'altezza!
All'inizio la descrizione della città mi ha colpita molto, confesso che la prima cosa che ho pensato è stata "ma chi mai costruirebbe una città in un cratere? Alla prima pioggia si allaga tutto!", poi però ho pensato che dovesse esserci qualche escamotage per far sì che non accadesse (il fatto che le case siano rialzate, poste su dei tralicci? quello di sicuro aiuta). Poi andando avanti a leggere sono rimasta affascinata dal racconto di come mai ci sia quella spirale di pietra diversa dalla pietra intorno, la leggenda che dice che sia un sigillo per trattenere i demoni sottoterra... wow. Man mano che andavo avanti a leggere ho iniziato a respirare un'atmosfera di high fantasy che mi ha riportata dritta all'adolescenza. Questi scenari magici, improbabili e quindi leggendari, un po' sullo stile del Signore degli Anelli in un certo senso... uno scenario in cui la magia non ti viene sbattuta in faccia come nell'ambientazione di cui scrivo io (in cui una città avrebbe come minimo degli incantesimi protettivi intorno e sarebbero praticamente visibili), ma ha invece una magia sottile, elegante, che ha il sapore della leggenda popolare: qualcuno li ha mai visti i demoni? qualcuno che ora sia ancora in vita? no? allora è una leggenda, e questa spirale sarà magica o non sarà magica? mi sa che prima della fine non avremo più alcun dubbio, è magica e i demoni di sicuro ci sono davvero!
E arrivata a questo punto - circa alla fine del terzo paragrafo - ho rialzato gli occhi sul titolo del capitolo e ho detto "oh merda".
Ma naturalmente... chi scriverebbe una storia su una città in cui non succede nulla? Su un sigillo che regge? E' l'inizio di un fantasy quindi deve iniziare con un bel merdone. E' la legge dello spettacolo XD
Comunque, quanto è affascinante questa città fatta di ponti!!
E' carino il protagonista, Kira, o almeno credo sia il protagonista. A inizio capitolo è un bambino? Un ragazzino? Mi piace vedere il mondo attraverso i suoi occhi, vi si vede la meraviglia dell'infanzia, il voler stare accanto alla bancarella dei dolci solo per sentirne il profumo, il fatto di vivere - mi pare - questo mercato annuale come una sorta di occasione, non come una vacanza ma quasi, una gita. La ritualità del mettere il carretto sempre nello stesso posto, di cercare sempre le stesse persone, come la ragazzina dai capelli rossi.

Quando sei passata a descrivere la malattia della madre ho pensato che il padre volesse andare alla capitale a cercare un medico o un rimedio, ma poi quando hai descritto anche altre persone malate che si muovevano in quella direzione ho subito capito, con un groppo in gola: un'epidemia. Stranamente attuale da leggere nel 2020, ho immaginato subito che la capitale avrebbe sbarrato i portoni. Ma era dannatamente prevedibile che lo facesse, come potrebbero occuparsi di centinaia di malati? Che speranze hanno, ad andare a Svea? Capisco che quando è la propria vita ad essere a rischio si tenta il tutto e per tutto, ma sul serio pensavano che dei dottori (sempre che ce ne siano) si sarebbero messi a curare una marea di disperati magari pure poveri? Così finiranno solo per portare il contagio con loro verso ovest...

Okay, le sacerdotesse non hanno alcun potere magico concesso dalla dea (almeno per ora pare così) e Kira mette in dubbio sia l'esistenza dei demoni che degli Dei, cosa che riconferma il mio sospetto che si tratti di un high fantasy apparentemente low magic. Interessante. Non hanno nemmeno dei cerusici? Solo dei non meglio definiti "saggi"?

E niente, capisco il panico, capisco la paura del contagio, ma DARE FUOCO A PERSONE VIVE? Mio dio. Ma un po' di umanità?
Io poi un po' me l'aspettavo che anche lui fosse contagiato. Ha passato molto tempo con i suoi, a stretto contatto, era inevitabile. E poi molte malattie sono contagiose ancor prima che si mostrino i sintomi, quindi io do per scontato che la capitale sia già bell'e fottuta.
Ma Kira è il protagonista, non può mica morire, no? Quindi una cura deve esistere, o forse le persone più forti sopravvivono e guariscono? Lui è molto giovane...
E il finale mi accende un nuovo sospetto. La malanera è una davvero una contaminazione emanata dai demoni? E in questo caso, un individuo che reagisce con rabbia e odio anziché con paura potrebbe, invece che morire, diventare qualcosa di non umano a causa di quelle contaminazioni demoniache?

Insomma sono sempre più convinta che Kira non sia il protagonista in senso canonico, ma che questo capitolo mostri più che altro le origini di un supercattivo... creatura demoniaca (se sopravvive) o spettro vendicativo (se muore), almeno questo è il sospetto che mi è venuto. Stra intrigante fin qui!

Ma la crepa di cui parla il titolo... è una crepa fisica, nel senso che i demoni hanno iniziato a crepare il sigillo e a infettare a gente, o è una crepa psicologica in Kira? O una crepa nel regno, che sta per essere funestato dalla malattia?

Recensore Master
11/03/20, ore 21:57

Ciao, finalmente riesco a passare da te! :)
Dunque, devo dire che questo primo capitolo della tua storia mi è piaciuto molto e sicuramente mi ha messo addosso la curiosità di proseguire con la lettura, il che non è affatto semplice, considerando che sono una megera, soprattutto per quanto riguarda uno dei miei generi letterari preferiti, quindi complimenti.
Il tuo stile mi piace, è ricercato e aulico, ma senza risultare pesante o poco scorrevole. Inoltre, trovo che si sposi alla perfezione con l'atmosfera che hai voluto creare e con le tematiche trattate.
Ci presenti un mondo che, pur narrato al presente, appare come lontano nel tempo, sospeso altrove, in un'atmosfera che sa di epico, di racconti antichi cantati dai pardi, come se fossimo seduti intorno a un fuco e stessimo ascoltando un adeo che ci narra di gesta di mondi antichi e perduti. Ho apprezzato moltissimo questo stampo che hai voluto imprimere alla storia.
Il capitolo si apre con la descrizione di Svea, la capitale che sarà oggetto della rabbia del nostro protagonista. Ho un debole per città dal design particolare e ricercato, quindi inutile dire che Svea mi abbia incantata, con il suo sorgere all'interno di un cratere, sospesa tra ponti e sopra una spirale di pietra. Hai reso bene la sua magnificenza e la meraviglia che scatena nello sguardo di un bambino, com'è Kira, che pure è abituato a vederla per via del mercato a cui suo padre lo porta sempre.
Ho apprezzato che tu abbia lasciato intendere l'estrazione sociale di Kira: suo padre è un mercante, certo, un mercante di frutta, ma non ha i soldi sufficienti per comprare un dolcetto a suo figlio, e gli acquirenti non sono particolarmente attratti dalla sua merce. Quella di Kira è una famiglia, se non povera, comunque non particolarmente benestante.
Kira appare un bambino ubbidiente e docile e suo padre, pur nelle preoccupazioni e nel caos della compravendita, riesce a riservargli un sorriso, un gesto d'affetto e non manca di dargli il permesso di andarsene.
Demera è una figura che, nella parte iniziale, appare sfuggente, come un sogno, perché è così che la vediamo attraverso gli occhi di Kira; scopriamo che è lei il motivo per cui il bambino è felice di venire al mercato di Svea e che i qualche modo ne sia attratto. Ovviamente, parlare d'amore alla sua età è esagerato e fuori luogo, ma sicuramente è attirato da lei, sia per la sua innegabile bellezza, sia per l'aura che la circonda. Anche Demera pare, per qualche motivo, interessata a Kira: quantomeno, lo ha notato, e le dispiace quando il gruppo di bambini fa inciampare Kira e si prende gioco di lui, facendo perdere ai due la possibilità di confrontarsi. Che Demera abbia in qualche modo interesse verso Kira lo dimostra il fatto che poi la bambina venga a comprare una pesca.
Da qui, la narrazione subisce un salto in avanti nel tempo e un brusco cambio di atmosfera: in questa seconda parte aleggiano la disperazione, l'urgenza e la paura, come invece nella prima parte aleggiavano la gioia e la tranquillità. Lo sondo delle vicende è sempre Svea, ora guardata da un Kira più adulto in modo diverso, perché lì vi cerca la salvezza per sua madre prima, e poi anche per suo padre. È alquanto ironico commentare questa storia proprio in questi giorni, ma ciò che sta accadendo dimostra come tu sia riuscita a dare uno specchio realistico di quella che è la realtà. Gli uomini, dinanzi all'ignoto, dinanzi al pericolo e allo sconosciuto, dinanzi a ciò che non possono e non sanno controllare, divengono irrazionali, agiscono come bruti, mossi solo dal terrore e dimentichi di razionalità e civiltà. Così Svea chiude fuori i malati, per evitare il diffondersi dell'infezione nella città (e sinceramente è una scelta che non riesco a condannare, dal momento che non essendoci possibilità di cura, non ha senso portare l'epidemia anche nella Capitale).
Struggente e ammirevole lo zelo con cui Kira cerca di salvare i suoi genitori a ogni costo, tenta di farli entrare in città a discapito di tutto, perché crede che Demera conosca una cura, che possa aiutarlo. È quindi enorme la sua delusione nello scoprire che non è così. Il rapporto tra i due, qui, s'intende essere diventato molto profondo e si può intendere sia come rapporto fraterno che come rapporto amoroso.
Ho gradito moltissimo la scena in cui Kira assiste al massacro dei suoi genitori, il modo crudo e cruento con cui hai presentato la scena, senza però mancare di tatto o scadere nel grottesco. È una scena forte e vivida, così com'è apparsa agli occhi del ragazo che vi ha dovuto assistere impotente.
Forte la scena in cui la rottura dell'ammonite rappresenta anche il momento in cui Kira libera tutta la sua rabbia, tutto il suo odio verso Svea, giurando di metterla a ferro e fuoco e di distruggerla.
Kira è un personaggio tremendamente umano e realistico, e per questo non si può non empatizzare con lui.
Unico appunto, ma che comunque rimane un mio personalissimo gusto, avrei preferito leggere qualcosa in più su come Kira e Demeria si siano avvicinati tanto e da dove sia scaturito questo loro rapporto (che poi magari lo spiegherai nei capitolo successivi), e di conseguenza anche i pensieri di Kira a riguardo (ovviamente non quando cerca aiuto per i genitori malati, dove sarebbe fuori luogo, ma prima).
Tolto questo mio pensiero, questo primo capitolo mi è piaciuto davvero moltissimo, quindi ti faccio tanti complimenti.
Alla prossima :)

Recensore Master
18/12/17, ore 14:55

Avevo adocchiato questa storia la volta scorsa, mentre cercavo di cpaire che tipo di autrice fossi; notando che si trattava di una storia a capitoli, sono passata oltre, ripromettendomi di darle un'occhiata la prossima volta.
Iniziamo dal titolo: i tuoi titoli sono di una semplicità disarmante (soggetto e complemento), come quelli di Camilleri; ed è proprio questa la loro forza. Un titolo deve invogliare, ma non essere roboante, deve incuriosire ma non spiattellare tutto subito; deve farti sentire a casa. E i titoli "semplici" sono anche i più eleganti. Ti predispongono alla lettura, come accade per i romanzi di Camilleri.

Il lessico è ricercato, ma non aulicamente astruso. Si sposa alla perfezione con il ritmo e la lontananza - nel tempo e nello spazio - delle vicende di Kira. Ha un andatura che profuma di carta invecchiata, di storia. Sembra di sentire qualcuno che, questa storia, te la sta raccontando, mostrandoti la città di Svea come la vedrebbe un pellegrino o un mercante che si reca al mercato a vendere le proprie mercanzie. Sembra di essere all'interno di una campagna di D&D, oppure in uno dei romanzi di Steven Erikson: la società ci viene descritta attraverso gli occhi del protagonista, Kira, e, attraverso di lui, apprendiamo usi e costumi di un mondo che basa le proprie percezioni sui minerali e sulla pietra stessa.
Me ne sono resa conto nel corso del primo cpaitolo, il campanello è scattato alla descrizione degli occhi della piccola protagonista. Acquamarine, le ha descritte Kira, anzi, no cristalli di acquamarina. L'uso di ricorrere ai colori delle pietre preziose è un classicone della letteratura fantasy, anche se, a dire il vero, quest'uso diviene un abuso in certa letteratura "bassa", pop all'ennesima potenza, dove abbondano occhi d'ossidiana, di diaspro, di vattelappesca, e il povero lettore si deve fermare per andarsi a cercare di che colore sia quella pietra preziosa. Qui, invece, il paragone è perfetto, calzante. Tutto questo mondo di basa sulla pietra, dalla spirale della madre di Kira ai costoni che sorreggono Svea, agli occhi di Demera; paradossalmente, sarebbe stato straniante non trovare qui questo parallelismo.

Ho amato tutti i personaggi, da Kira a demera al padre del ragazzo; avrei voluto conoscere anche la madre del nostro protagonista, ma la sua voce non era necessaria - almeno in questo capitolo -; mi lasci comunque la curiosità di capire che tipo di donna era. Del padre di Kira ho appreso qualcosina. L'ho visto agire, portarsi dietro il figlio al mercato, disarmare i suoi tentativi di piazzare il carretto accanto al banco dei dolci - perché sono troppo cari, e gli sembra una cattiveria far vedere al figlio qualcosa che lui sa non potrà dargli - al fornire proprio un dolce al figlio per mitigare la sua delusione, assieme ad un prezioso consiglio, ad una massima di vita.
È stato un momento molto forte, vero. Paradigmatico, potremmo dire. Mazze e panelli fanno i figli belli, diceva mia nonna. E se quel dolcetto ha mitigato la tristezza, la delusione, il sale in bocca a Kira, il ragazzo, proprio a causa di quel dolce, ricorderà la lezione di vita che suo padre gli ha appena fornito. Credo che, senza voler togliere nulla a Kira e Demera, il padre di Kira sia il personaggio che ti sia riuscito meglio, proprio perché agisce come un vero padre, come se in lui ci fosse un po' del padre di tutti noi.

La trama si dipana in due momenti fondamentali, almeno in questo primo capitolo: il primo, ci introduce a volo d'uccello nel mondo che hai ideato, e sembra quasi di sentire i rumori del mercato, della strada, delle ruote sul sentiero, delle mercanzie che frusciano, rombano, tintinnano, assieme al batticuore di Kira e all'infoscarsi del suo umore. E posso gustare un sapore dolce e salato sulla lingua.
Il secondo momento, come dici tu, sa solo di sale. La descrizione della malanera, dell'epidemia che si sprigiona piano piano, lentamente, mentre Kira e la sua famiglia non s'arrendono, e anzi, s'intestardiscono a trovare aiuto a Svea, salvo per scoprire che è proprio a Svea che tutto è iniziato e che è qui che si annida la paura. Paura che arriva a far commettere un atto orribile ai cittadini di Svea. E qui, nonostante l'orrore, non me la sono sentita di odiare gli abitanti della capitale; la paura è un motore terribile e di difficile governabilità. Ci sta tutta che abbiano reagito così. Quello che non ci sta - o meglio: quello che a me ha fatto girare le scatole - è stato il ocmportamento di demera quando si è resa conto di quello che sarebbe accaduto di lì a poco. "Lascia perdere. Poi smettono e si calmano", come se fosse la normalità - e per lei lo è, purtroppo - senza pensare al fatto che erano i genitori di kira quelli che avrebbero linciato di lì a breve. O forse l'ha fatto per non far assistere il suo amico d'infanzia ad uno spettacolo raccapricciante? Mi hai lasciato col dubbio,
Per ora, staimo assistendo ai prodromi di una storia di vendetta; la vendetta, più che l'amore, è un motore potentissimo che fa presa sui lettori perché ci si immedesima con una facilità incredibile nei problemi e nella rivalsa che i protagonisti delle storie di vendetta suscitano in chi legge. Se già mi è venuto in simpatia Kira, quando l'ho visto caracollare sulla piazza del mercato a causa di uno sgambetto, mi sento più vicina a lui dopo quello che gli è successo; sarebbe impossibile non esserlo, ma, avendoci tu fatto conoscere ed entrare in simpatia Kira, è più forte, molto più forte, la simpatia genuina che le vicende di questo ragazzo suscitano.
Leggerò con piacere il resto dei capitoli, il tuo stile è scorrevole, accattivante e sicuro; insomma, è una piacevole passeggiata in cui immergermi in questi pomeriggi di tardo autunno.

Recensore Veterano
26/08/17, ore 09:02

Come promesso, eccomi! ^-^ (Grazie del link: in questi giorni ho parecchi problemi nel visualizzare il sito)
Le narrazioni molto lunghe, senza quasi dialoghi, di solito mi lasciano indifferente MA (ed è un ma meritatissimo) in questo primo capitolo mi hai conquistata. Hai praticamente creato una città sotto ai miei occhi, arricchendola di particolari ad ogni riga, e hai caratterizzato personaggi che suppongo di rivedere in seguito. Mi sembra di capire che Kira ha liberato/sta per liberare involontariamente qualcosa di peggiore della malanera che sta mietendo vittime (la scena della morte dei suoi, bruciati vivi, me la ricorderò per un po'). Demera invece... Per ora non mi dice niente: bellissima, gentile, aspetto sviluppi.
^-^

Recensore Master
18/08/17, ore 08:32

Contest Stelle D'Oriente

1° posto pari merito: La spirale di pietra – Nirvana_04 – 48.5/50
Premio “Stella d’Oriente”:


Grammatica e stile: 9.5/10
Lo stile è stato semplicemente perfetto, limpido e scorrevole. Si leggeva senza affaticamento e non aveva “picchi di annoio” come li chiamo io, ossia parti noiose che fanno scemare l’attenzione del lettore. Mi piace molto il tuo stile. Non hai utilizzato parole troppo arcaiche o troppo di uso comune, ma una via di mezzo.
Per quanto riguarda, invece, la grammatica ho trovato solo dei piccolissimi errori che ti riporto qui di seguito:

• sponda la porta (sfonda la porta);
• I nostri antenati l’avevano ben seppellita » (fra seppellita e le virgolette hai messo lo spazio invece del punto.);
• «Erano innocenti»… - «Come i miei genitori»… (qui hai dimenticato di mettere lo spazio fra le virgolette e i tre punti).

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Per Kira avrei tanto, troppo da dire. Lui è il motore scatenante di tutta la storia, la vittima ed il carnefice, il predatore e la preda. Se non fosse stato per lui tutto questo non sarebbe mai successo. Kira è stato un umano, dall’inizio alla fine, succube delle sue passioni e dei suoi desideri, arrivando a fare qualsiasi cosa per arrivare al suo scopo. Se all’inizio era solo quello di vendicare la morte dei genitori, uccisi in modo assai ignobile, a mano a mano che il tempo passava si trasformava in qualcosa di più.
Figure importanti, e con un ruolo centrale, Demera e Amax sono stati la sua coscienza e il suo passato, troppo fragili per riuscire a contrastare il potere di Ba’al Zebul.
Demera era il suo passato, qualcosa che cercava di tenerlo lontano dalla sete di vendetta. Lo si nota fin dal principio, quando cerca di trattenerlo per non farlo andare dai suoi genitori e lo si nota nel corso della storia, specie alla fine. Creatura troppo fragile per riuscire a contrastare il demone Ba’al Zebul. Di un’umanità sconcertante verso la fine, quando, invece di preoccuparsi per se stessa, si preoccupa per Kira, dicendogli di aver paura per lui, come se sapesse quale demone albergasse in lui.
Amax era la sua coscienza, qualcosa che cercava di farlo ragionare sempre e comunque, in qualsiasi circostanza o situazione. Verso la fine ho anche pensato che fosse stato Ba’al Zebul a ucciderlo, muovendo il corpo di Kira.
Infine abbiamo Ba’al Zebul, il principe dei demoni, che con astuzia e pazienza è riuscito a soggiogare Kira, portandolo a non distinguere più cosa fosse giusto o sbagliato. Essere infimo e ammaliante che sussurrava cosa fare e cosa non fare nell’orecchio di Kira.
Ogni personaggio, sia primario che secondario, ha avuto un ruolo fondamentale in questa storia. I personaggi, poi, sono stati descritti in modo talmente perfetto da risultare veri. Ottimo lavoro, non potevi fare di meglio.

Utilizzo del pacchetto: 10/10
Ho controllato il bando indetto da Dollarbaby per quanto riguarda la sezione pacchetti e l’ho confrontato con il pacchetto che mi ha mandato l’amministrazione. Ho trovato tutti gli elementi del pacchetto e che ti hanno dato il massimo. La cosa sorprendente è stata la maestria con la quale hai saputo combinarli fra loro per creare questa storia. Soprattutto l’utilizzo dei due colori, specie dell’acquamarina.

Originalità e trama: 10/10
Erano anni che non leggevo una storia del genere, una storia che mi prendesse così tanto e non mi facesse allontanare dallo schermo se non con l’ultima parola: dannata. È stata una trama ben strutturata, sia nei tempi che nella scrittura, così originale che alla fine mi sono ritrovata divisa a metà: da una parte ero felice di essermi sbagliata sull’esito della battaglia (adoro quando tutte le mie congetture, tutte le mie previsioni vengono distrutte) ma dall’altro mi sono ritrovata con una tristezza infinita nel petto. Aveva vinto il male, aveva vinto la follia che dà il potere e la brama di potere, e tutti i buoni propositi, tutte le promesse e le speranze vengono distrutte, lasciando il posto all’oblio. Di solito, nelle storie che leggo, vince sempre il bene e il male viene sempre sconfitto. Tu, invece, hai fatto prevalere quell’oscuro sentimento di odio e hai fatto vincere i demoni che albergano fuori e dentro di noi.
Con una trama del genere e con un’originalità del genere non potevi che meritarti il massimo.

Gradimento personale: 9/10
Dire che la tua storia non mi sia piaciuta è come dire un’eresia. L’ho trovata davvero bella, particolare e accattivante. Come direbbero i francesi: Chapeau. Non ho molto da aggiungere che non abbia già detto nei parametri precedenti.
L’unica nota che ti ha penalizzato un po’ (ma questo è solo il mio punto di vista che può essere liberamente contestato) è stato il non aver approfondito il passato di Demera e Amax, soffermandoti solamente sul passato di Kira. Unica nota dolente in un racconto stupendo.


Totale: 48.5/50
(Recensione modificata il 18/08/2017 - 08:34 am)

Recensore Master
01/10/16, ore 23:44

Se stai scrivendo questa storia per sfogarti dalla principale, devi aver accumulato molta tensione. Se non fosse così, allora hai una vena cupa cui non avevo dato il giusto peso XD. Questa storia è cupa, violenta è pregna di emozioni; mi piace assai :) Nulla da togliere all'altra, ma questo primo capitolo è stato ad effetto, parecchio. Il protagonista non sembra essere un personaggio positivo, non per sua natura, ma per la concatenazione di tragici eventi. Come sempre, il genere umano sembra sempre minacciato da esseri malvagi e forti, tanto da dover essere divisi, un tuo marchio? Davvero un bel capitolo. Seguirò l'altro il prima possibile, ho una storia da scrivere anch'io xd, ma lo farò. A presto ^^
Spettro94

Nuovo recensore
15/09/16, ore 16:41

Che meraviglia! Ho letto il primo capitolo tutto d'un fiato ed ho vissuto perfettamente sia l'eccitazione e la gioia che pervade il mercato, sia la disperazione e lo sgomento che va aggrappandosi al protagonista. Hai uno stile scorrevole, con qualche termine molto ricercato qua e là che dona un'aria di solennità a tutta la narrazione, ho immaginato la scena della madre che brucia davanti a me ed ho sentito un moto d'angoscia nel sentirla così reale! Davvero un bellissimo lavoro!

Recensore Master
30/08/16, ore 18:26

Ciao^^
bellissimo ed evocativo questo primo capitolo. Riesci a trasmettere con la stessa precisione il caos pieno di odori e rumori di un mercato e la violenza bruta della folla.
Bellissima anche l'idea della città modellata sulla spirale di pietra, costruita di gemme e ambra. Sono curiosissimo di leggere il seguito.