Premetto che non ho letto “Il sonno della belva” e sarò sincera nel dire che, siccome non leggo narrazioni dal contenuto sessuale particolarmente spinto perché non sono di mio gran gusto, non lo leggerò: ciò che d'ora in avanti saprò di Sevan e Varasa dipenderà unicamente da “Il gufo e l'usignolo”.
E comunque, testimoni di Geova fatevi da parte: Dorisa sì che sa esaltare il Signore di cui segue i dettami e indottrinare persino coloro che lo guardano con sospetto. E non solo! Fa pure servizio gratuito di seduzione e abbordaggio lol.
E Sanguine... seriamente... la polvere di stelle ce l'hai nel cervello ahahah.
Un elemento di questa pubblicazione che, per un qualche motivo, non ho ancora commentato nonostante volessi farlo già da tempo ha a che fare coi titoli dei vari capitoli: prima di tutto, sono stata davvero soddisfatta di vederli in italiano, cosa che non erano in A Wine of Character, e questo perché -fissa del tutto personale, ovviamente- mi urta vedere vicende scritte in italiano con titoli in lingua inglese... va molto di moda su questo sito e io stessa un tempo lo facevo, ma adesso ho cambiato prospettiva; secondo motivo, a parte poche eccezioni, gravitano insistentemente attorno al medesimo tema, il quale si ricollega a sua volta al titolo dell'intera storia e questi sono dettagli che mi piacciono :P
PS: “Orfano di quadri, di mantelle, di messaggi di benvenuto per illustrare agli avventori il menù del giorno. Puntato nella feritoia del muro, inosservato, nella pietra più dura di Skyrim” = la descrizione più aulica e poetica d'un chiodo in cui io sia incappata e in cui mai incapperò nella vita, ne sono certa. |