È una storia davvero molto, molto bella.
Mi piace il modo in cui hai rappresentato la ricerca - la ricerca disperata - dello straniamento, dell'alienazione da parte del protagonista.
Un'alienazione dapprima nociva e solitaria, quella data dall'alcolismo. Successivamente, con l'arrivo in scena di Blanche, un'alienazione "compositiva", costruttiva, duale. Un'alienazione possiamo dire positiva, quella della musica. È davvero bellissima questa immagine, di Blanche che inizia a suonare il piano e di Floryan che, quasi automaticamente, la accompagna con il violino. Come se, in quel momento, fosse il modo più conveniente ed eloquente per comunicarsi: intrecciare le loro melodie.
Dopo aver assistito a questa intesa così sottile e così profonda tra i due protagonisti, non ci si chiede nemmeno il perché si siano innamorati.
Il loro amore mi ha sconvolta, in senso positivo. È un amore assoluto, potente, profondissimo.
Anche il personaggio di Blanche mi ha molto colpita. La storia non è molto lunga quindi per forza di cose non hai potuto approfondirla moltissimo, eppure per quel poco che appare in scena mi ha colpito molto. Mi ha colpito l'amore enorme che prova per Floryan, e il modo tenue in cui lo manifesta. Mi ha colpito anche la caratteristica del suo aspetto androgino, una caratteristica che raramente viene attribuita alle donne (più spesso agli uomini).
Voglio ricordare un momento che mi è piaciuto in modo speciale: all'inizio della storia, quando i ricordi di Floryan riaffiorano tra i fumi dell'alcol. La cosa particolare è che non sono ricordi legati al figlio, ma a Blanche. E sono ricordi molto remoti, ricordi legati alla loro infanzia.
Tutta quanta la storia ha la parvenza del ricordo, dell'onirico. È soffusa, delicata, soporifera (non nel senso che è noiosa eh), smussata.
Mi piace il modo in cui hai messo in evidenza il potere anestetico dell'alcol, della musica, e infine di Blanche. È come se in questa storia avessi descritto un lento, graduale procedimento di anestesia.
E il titolo è un perfetto coronamento di questo processo. Il desiderio disperato di dimenticare, di cancellare. Un desiderio che non potrà mai realizzarsi.
Ti rinnovo i miei complimenti, la tua è davvero una storia dalle tante sfaccettature, delicata, struggente, malinconica, dolorosa e dolce al tempo stesso.
Mi ha fatto molto piacere leggerla, davvero.
Concludo facendoti tanti, tanti auguri di buon compleanno :)
Silvar |