“Spero solo di finire la storia entro i primi d'ottobre”: eheheh.
Da persona che non indossa mai abiti particolarmente femminili e che si sente strappata da sé stessa al solo timore di doverlo fare, comprendo Elanilde. Quelle circostanze che ti costringono a dimostrare che “ehi, mondo, sono una donna”, ma il solo pensiero ti accappona la pelle... poi indossi un abito, manco fosse “una bestemmia”, come dici tu, e alla fine ti stupisci di pensare, guardandoti allo specchio, “ma dai, non mi dire, non faccio poi davvero così schifo alla m***a” ahahah.
Ah, Ogmund, non ce la faccio, troppa saggezza - semi cit.
Ho solo un consiglio dal punto di vista formale: tu puoi vantare una notevole abilità, vale a dire la capacità di esporre una situazione limitando il palesamento dei soggetti. Questo accentua la natura “poetica” della prosa, mette alla prova l'abilità interpretativa del lettore ed evita fastidiose ridondanze. Tuttavia, talvolta la soglia che separa l'intuizione dalla confusione è labile: a volte (ribadisco, solo a volte) diviene piuttosto difficoltoso comprendere a chi determinate azioni vadano attribuite, proprio perché il soggetto è sottinteso quel tanto da valicare tale soglia. Il tutto si chiarisce sempre, o almeno così è sempre stato per me, ma talvolta occorre procedere nella lettura per interi paragrafi, o rileggerli più volte, prima di averne certezza. Ovviamente, può essere che si tratti unicamente di una mia difficoltà comprensiva, non la elevo certo a fatto oggettivo, dunque ciò che ho detto ha, come sempre, il valore di una mera e pura considerazione. |