Recensioni per
Four Walls
di _ A r i a

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore
30/12/17, ore 01:14
Cap. 1:

E io intanto vi sto odiando perchè per colpa delle vostre fanfiction ho iniziato a shipparli ahahaha

Recensore Master
17/09/16, ore 23:58
Cap. 1:

Aria, è da un po' che non ci sentiamo ma soprattutto è da un po' che non vedevo KageKi in giro e questa è stata decisamente una bellissima sorpresa.
Non volevo lasciarti una recensione proprio oggi per il semplice fatto che è davvero un brutto periodo ma mi sono sentita in dovere di recensire, è più forte di me, giuro.
Parto subito con la recensione che è meglio (anche se ultimamente mi sembra di non essere nemmeno più un grado di recensire).
Da grande amante delle scene descrittive non posso che notare l'accurata descrizione dell'ambiente in cui si trova Kageyama, è realistico abbastanza "crudo" se vogliamo ma la precisione e la cura che metti sempre deve essere notata. Molti trovano noioso un testo con troppe descrizioni mentre per me è il contrario, penso che meglio un ambiente (o uno stato d'animo o ancora una persona) venga descritto, più è semplice per il lettore focalizzare davanti a sé la scena e tu, a mio parere, ci riesci benissimo. Comunque non ti ho detto praticamente nulla di nuovo visto che sai quanto apprezzi le descrizioni nei tuoi scritti.
Inoltre mi è davvero piaciuto comprendere la psicologia di Kageyama, come entrare nella sua mente e provare a capire la sua morale. Io adoro la psicologia e quando in uno testo ci sono riferimenti psicologici che mi permettono di riflettere sono al settimo cielo. Trovo che questa introspezione psicologica dia molto spessore allo scritto perché non lo appiattisce ad un semplice racconto ma va ben oltre.
Poi hai citato Eraclito, è uno dei filosofi antichi che preferisco, preceduto solamente da Platone ed Epicuro (Soprattutto di quest'ultimo sono particolarmente affascinata dal suo modo di concepire il dolore "Non bisogna avere paura del dolore perché se è lieve è sopportabile, se è forte porta alla morte, per cui alla fine delle sofferenze" eppure io trovo che sia normale avere paura di soffrire, fisicamente o mentalmente, l'uomo per natura cerca di stare bene e ha paura istintivamente di stare male. È inutile negarlo perché è una di quelle fobie che hai senza rendertene effettivamente conto), poi "Panta rei" è una delle espressioni più belle, certo, non saprei dire il perché ma il concetto del "Tutto scorre" e della realtà che è in continuo cambiamento in in certo senso lo condivido, molte volte mi rispecchiano molto i filosofi antichi, trovo affascinante come, con così pochi strumenti, siano riusciti ad arrivare a teorie avanzate per l'epoca. Poi amo la filosofia come materia per cui apprezzo il fatto che tu abbia voluto inserirne un riferimento.
Secondo me l'argomento che hai trattato non è facile, la vita in carcere può risultare parecchio pesante proprio perché tutta uguale, ormai non c'è più distinzione e non importa, ma tu sei riuscita a non raccontare un'abitudine, una ripetizione fino a renderla noiosa, anzi, come detto prima hai offerto una specie di spunto per una riflessione.
Una cosa che sinceramente mi ha sorpresa è il fatto che Kageyama non viva la prigionia come qualcosa di eccessivamente negativo, anzi. Poi il riferimento al Macbeth, la mia opera teatrale preferita in assoluto ed il passo che hai citato, quando Lady Macbeth si continua a lavare le mani perché le vede macchiate di sangue ma in realtà sono i sensi di colpa, calza a pennello.
La parte dove gli altri detenuti vogliono che Kageyama si tolga la vita mi ha messo veramente ansia, avevo seriamente i brividi.
Ovviamente la parte dove ripensa a Kidou è stata la mia preferita, quella lettera mai consegnata mi ha fatto quasi tenerezza e a dire il vero sembrava quasi la lettera di un padre a un figlio anche perché, per come la vedo io, Kageyama è stato un po' un padre per Kidou.
Inoltre ho apprezzato moltissimo la morte di Kageyama, come sai non mi piacciono molto questo tipo di scene eppure è un piacere leggerle solamente per come riesci a descriverle, sarebbe perfino un peccato non apprezzarle.
Parlando di stile l'ho trovato molto poetico, hai usato alcune metafore che mi sono piaciute molto. Per un racconto del genere ci si potrebbe aspettare uno stile ed un lessico più crudo: facendo riferimento alla Divina Commedia, Dante utilizza uno stile più basso per l'Inferno e man mano diventa sempre più alto. L'ambiente potrebbe essere paragonato all'Inferno ma lo stile da te utilizzato è molto più ricercato rispetto all'argomento. È una scelta che personalmente ho apprezzato molto perché incredibilmente ben fatta.
Mi dispiace di non aver commentato bene tutte le parti ma ho preferito fare un commento generale allo scritto.
/La sera sono filosofa, si/
Detto questo, ti lascio, ma sono davvero felice di aver letto qualcosa di tuo e non vedo l'ora di leggere qualcos'altro su questa coppia.
Ci sentiamo
Bea~