Ciao liz, buonasera!
Dunque, credo potrei contare le poesie lette basate su questo schema sulle dita di una mano, così incuriosito dal titolo, mi sono deciso ad approfondire il tutto e devo dire che è stato un viaggio piuttosto interessante e con il suo perché.
La delusione sentimentale è sempre un fardello molto delicato da trattare, sia per una questione personale che di ideologia della struttura e considerando che quest'ultima è specifica, l'incastro (se così posso definirlo) è riuscito in modo molto discorsivo e inequivocabilmente narrativo.
I sentimenti percorrono una strada specifica, con un inizio piuttosto disilluso all'inizio ma poi sempre più grigiastro, con l'interesse sentimentale che appare quasi come punto fermo nonostante la sua aura cattiva già avvertita nel cuore di chi parla, è una necessità che è impossibile da lasciar andare perché vitale, donatrice di qualcosa di velenoso ma al contempo molto potente, una sensazione che scoppia nelle vene e quindi, se mai si desiderasse sbarazzarsene, provocherebbe un dolore lancinante, corporeo e spirituale.
Tuttavia il tempo si dimostra sempre padrone guaritore e questo è scandito in maniera ottimale dall'espressione "dolce tesoro mio" che si spoglia dei suoi aggettivi, mostrando quanto in fondo per certe relazioni è tutta una questione di cattive abitudini da abbattere, di colpe da attribuire in maniera equa e ridare pian piano spazio ai sentimenti e a nuovi capitoli della propria esistenza.
Non si rinnega il passato ma si impara da esso, per l'appunto, in maniera egregia e più matura, meno spontanea forse ma con coscienza di sé e delle proprie necessità, non più arrancando ma vivendo a pieni polmoni.
È una lezione che si percepisce in adolescenza/tarda adolescenza normalmente, e qui è come se ci fosse quel brivido della scoperta che ha portato a comporre la poesia e a creare quel clima di forza interiore crescente e clima disteso (tra l'altro chapeau perché scrivere così bene in uno schema preciso a quell'età è complesso ma tu te la sei cavata più che egregiamente).
Insomma, c'è molta nostalgia e rammarico per come sono andate le cose e per tutto il tempo passato ma alla fine un po' di positivo traspare, almeno per quella situazione: mi ha ricordato vagamente la teoria del piacere dello stesso Leopardi, non so se sia qualcosa di chiamato o voluto.
Unico appunto strutturale che mi sento di farti è per le lineette presenti nell'ultimo verso, per me superflue.
Presumo che tu volessi sottolineare il distacco dal tutto e la concentrazione su se stessi per la crescita ma credimi, si denota anche senza bisogno... in più, credo che stonino nella lineareità del progetto, così come nella narrazione, che è molto coerente e trascinante emotivamente.
Sembra una piccola annotazione, ma entrambi sappiamo quanto la punteggiatura sia fondamentale in campo poetico e lo faccio solo per dovere di correttezza, onestà e visione personale, con tutto il bene del mondo.
Però questo è solo un neo di una pelle che risplende di giovinezza e bellezza, una poesia assolutamente deliziosa, accertata di un crescendo narrativo apprezzabile e che, con coerenza e fermezza, racconta un momento specifico e dona una propria visione delle cose, rispettando schemi e idee personali.
Bravissima, i miei complimenti più onesti!
Un abbraccio grande,
Watashiwa |