Confesso di aver letto entrambe le drabble su Castle, ma ho scelto di commentare questa perché mi è sembrata più rotonda. Più completa. Rispetto all'altra, che prende le mosse da un fuori scena, questa drabble qui riempie un buco. O meglio: non un buco vero e proprio, ché per gli autori la storia inizia quando la povera Beckett si ritrova a dover fare da balia ad uno scrittore che vuole andare sul campo. Però, noi fan e noi autori, sguazziamo in queste cose: cos'è successo, prima? Com'erano Kate e Rick, prima di diventare i Kate e Rick che conosciamo?
New York è una città enorme; possibile che i due non si fossero mai incontrati prima? Voglio dire, cosa c'è di più intrigante di due sconosciuti che a malapena si incrociano per strada - e magari si sfiorano la spalla - e che in un futuro avranno un legame di qualche tipo?
Qui Kate non è ancora Kate. Visto che si parla di un esame di Fisica, suppongo sia ancora all'università (e io che credevo avesse scelto Giurisprudenza). Qui Kate è ancora una ragazza, una ragazza che fa la fila per avere un autografo dal suo autore preferito. Ho apprezzato questa storia anche perché ci permette di sbirciare un lato personale di Kate. Lei è una tosta; qui, in un certo senso, abbassa la guardia, pur restando stoica, in fila, in attesa che tocchi a lei. E si gode, in un certo senso, quest'attesa. Un po' come la bella addormentata che aspetta il bacio del suo principe, schiacciando un sonnellino, ché la vita va avanti, e non si può restare ferme in eterno (anche se una fila senza fine può suggerirti che sì, resterai bloccata in quella libreria a vita!).
Le drabble, si sa, sono belle sfide. In cento parole si deve raccontare un'istantanea e farlo nel modo più completo possibile. È un lavoro di fino, come la pasticceria, dove le dosi devono essere precise: troppo lievito rovina anche il dolce più buono, e stesso dicasi per lo zucchero, che rischia di caramellare - e quindi bruciare - in forno.
Qui, invece, hai rispettato le giuste proporzioni (a parte quel castana, relativo al colore della ciocca di Kate, che personalmente avrei omesso, ma la cui presenza non fa pendere il piatto della bilancia da una parte o dall'altra. Questione prettamente personale, sia chiaro; ma ho avuto l'impressione che ti avanzasse una parola per arrivare a quota cento, e tu abbia optato per un aggettivo qualificativo. Almeno, questo è quello che succede a me quando devo far quadrare i conti con le drabble. Lo so, tendo a proiettare me stessa sugli altri!), sei rimasta all'interno del ritmo che hai dato alla storia, un ritmo costante, come può esserlo un valzer, e ci hai regalato un momento rubato, un'istantanea, una polaroid che racconta qualcosa - una storia, una vita, un moento nella vita di questa donna che qui non ha bisogno di mostrarsi cazzuta e ragionevole e realista. Qui può (ancora) essere una ragazza come tante, ché l'approccio di Kate è motivato - è giustificato - dalla scanzonata allegria con cui Castle affronta l'esistenza. E siccome qui ancora non sono la premiata ditta Beckett&Castle, lei può rilassarsi, in un certo qual modo. E affrontare stoicamente e la fila, e l'attesa.
Certo, poi arriverà Nikki Heat, e sarà tutta un'altra storia; ma adesso, nella sua beata ignoranza del futuro, Kate è Kate, libera da tutti gli orpelli e le sovrastrutture e le corazze che la vita le metterà addosso.
Mi è piaciuto come hai mosso la penna. Hai fatto un passo indietro e ci hai raccontato una storia, mostrandoci i personaggi, facendoci fare capolino nelle loro psicologie; ci hai regalato un posto in prima fila, con la leggerezza che solo le fiabe hanno e che solo le fiabe sanno trasmettere al lettore. Sembrava di stare lì, accanto a Kate, e scambiarsi due commenti per ingannare l'attesa. Ed è questo che mi ha conquistato: che la favola, quella che apparirebbe agli occhi di Kate se qualcuno le facesse un piccolo spoiler sul suo futuro, coinvolge anche noi lettori.
C'è un senso di avvolgente accoglienza. Sembra di essere tra vecchi amici, persone che conosci da una vita, o un romanzo avvincente che ti tiene incollata alla pagina, fino all'ultima riga. Un po' come me, che mi sono letta e riletta e riletta questa drabble non so più quante volte.
Incantevole, davvero. (Recensione modificata il 16/11/2017 - 10:32 am) |